Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (Bl), Ricostruzione del "Poiat" (carbonaia).
Fino ai primi del '900 in gran parte del territorio alpino, subalpino e appenninico, i carbonai, con grande cura e perizia, trasformavano la legna in carbone utilizzando la tecnica del "Poiat". La carbonaia non era un deposito di carbone, bensì una catasta di legno di forma conica e arrotondata, costituita da un camino centrale e da altri cunicoli di sfogo laterali, usati per regolare il tiraggio dell'aria. Il procedimento molto lungo e complesso, sfruttava l'imperfetta combustione del legno in condizioni di scarsa ossigenazione. Veniva usato preferibilmente il legno di faggio, ma anche di abete, larice, frassino, castagno, cerro, pino e pino mugo. Per alimentare una carbonaia di cento quintali servivano almeno otto quintali di legna. Una volta pronto, il carbone veniva trasportato dai carrettieri verso la pianura e venduto per scopi domestici o industriali. Ai tempi della Serenissima, il carbone prodotto nel Cansiglio veniva utilizzato per alimentare i forni delle vetrerie di Murano.
Burv n° 108 del 27/09/2019
Autore Foto: Archivio fotografico Ente Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi - foto Enrico Vettorazzo