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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 63 del 20 maggio 2022


Materia: Programmi e progetti (comunitari, nazionali e regionali)

Deliberazione della Giunta Regionale n. 608 del 20 maggio 2022

Programmazione 2021-2027. Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI): conferma delle quattro Aree Interne della Programmazione 2014-2020 e selezione di due nuovi ambiti territoriali per la Regione del Veneto.

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento, in coerenza con la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI)  per il periodo di programmazione della politica di coesione regionale 2021-2027, si prevede la conferma delle quattro Aree Interne, già individuate per il periodo di programmazione 2014-2020, Unione Montana Agordina, Unione Montana Comelico, Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e Contratto di Foce Delta del Po, e si procede alla proposta di individuazione delle due nuove Aree Interne di Alpago-Zoldo e del Cadore.

L'Assessore Federico Caner riferisce quanto segue.

Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato il Regolamento (UE) n. 1057/2021 del 24 giugno 2021 (Regolamento FSE+), il Regolamento (UE) n. 1058/2021 (Regolamento FESR) del 24 giugno 2021 e il Regolamento (UE) n. 1060/2021 del 24 giugno 2021, quest’ultimo recante disposizioni comuni applicabili ai fondi strutturali, tra cui il FESR e il FSE+.

Nello specifico il Regolamento (UE) n. 1060/2021, agli articoli 28 e 29, prevede forme di sviluppo territoriale o locale basate su strategie territoriali caratterizzate da aree geografiche, esigenze di sviluppo in presenza di potenzialità dell’Area, comprese le interconnessioni di tipo economico, sociale e ambientale per dare risposta alle esigenze di sviluppo individuate e per realizzare le potenzialità dell’Area.

Con riferimento al Regolamento (UE) n. 1058/2021, gli articoli 9 e 10 prevedono che il FESR possa sostenere lo sviluppo territoriale per affrontare le sfide delle regioni e delle zone svantaggiate che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali e demografici, definiti dagli Stati membri nei loro Accordi di Partenariato, con previsione di un impegno relativo a finanziamenti dedicati a tal fine.

A livello nazionale, il documento che delinea la strategia e le priorità prescelte e le modalità per l’impiego dei Fondi europei della politica di coesione è l’Accordo di Partenariato (AdP), che fornisce anche un elenco dei Programmi nazionali e regionali e Interreg che intende attuare, oltre alla dotazione finanziaria annuale destinata a ciascun Programma.

L’AdP 2021-2027, trasmesso alla Commissione europea (CE) il 17 gennaio 2022 e ad oggi in fase di negoziazione, stabilisce per l’Obiettivo strategico di Policy 5 “Un’Europa più vicina ai cittadini” che si continuino a sostenere i presidi di comunità nei territori interni, fondamentali per la tenuta complessiva del sistema Paese, per la manutenzione attiva del territorio e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali, secondo l’approccio promosso dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), accompagnandone anche il passaggio dalla fase di sperimentazione alla strutturazione di una vera e propria politica nazionale, con proprie dotazioni, iniziative e modelli differenziati di intervento, e regole di funzionamento.

Si ricorda che la Strategia Nazionale per le Aree Interne è stata inserita, a suo tempo, nel Piano Nazionale di Riforma e nell’AdP 2014-2020 per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi delle Aree Interne, recuperando e valorizzando le potenzialità presenti attraverso l’utilizzo combinato di fondi ordinari della Legge di Stabilità e di fondi dei Programmi comunitari. L’AdP 2021-2027 stabilisce, in continuità con il periodo programmatorio 2014-2020, che anche nel nuovo periodo la Strategia possa beneficiare del sostegno combinato dei fondi nazionali e dei fondi FESR e FSE+, incidendo sui temi del lavoro-crescita economica e dei servizi essenziali per persone e comunità, e promuovendo l’associazionismo comunale permanente nelle aree coinvolte. La numerosità delle aree da sostenere dovrà ricercare un equilibrio tra consolidamento delle aree già interessate al ciclo 2014-2020 e la necessità di estendere, definire e attuare nuove strategie in altri territori aventi le caratteristiche di Aree Interne. Oltre al FESR e all’FSE+, contribuiranno agli obiettivi delle strategie di Area, il FEASR per lo sviluppo rurale e il FEAMP per lo sviluppo della pesca e acquacoltura. Vi è poi la conferma della linea di finanziamento nazionale destinata all’attuazione di interventi nell’ambito dei servizi essenziali. Le Strategie delle Aree sono, infatti, espressione delle coalizioni locali cui assicurare da parte delle politiche nazionali e regionali il sostegno ai servizi per l’istruzione, per la salute (anche in ottica di integrazione socio-sanitaria), per la mobilità, e azioni per la localizzazione produttiva e la creazione di lavoro. Gli interventi nel campo della cultura, del patrimonio e del turismo sostenibile possono svolgere, nel contesto delle strategie territoriali, un ruolo determinante per la valorizzazione, a beneficio della comunità territoriale, di risorse naturali, culturali e paesaggistiche, di produzioni locali, di opportunità di accoglienza, attraverso approcci integrati finalizzati a rivitalizzare il tessuto economico, rigenerazione dei luoghi, partecipazione e inclusione sociale.

A livello regionale, a seguito della conclusione del percorso partenariale nazionale, con DGR n. 1923 del 23 dicembre 2019, è stato istituito il “Tavolo di Partenariato per le politiche regionali di coesione 2021-2027” (TdP) espressione congiunta del dialogo partenariale relativo al  Programma Regionale FESR (PR FESR) e Programma Regionale FSE+ (PR FSE+) e ai programmi dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea, al fine di garantire un approccio coordinato in termini strategici, operativi e temporali nell’elaborazione dei nuovi Programmi.

Lo scorso 12 ottobre 2021, con deliberazione n. 1415, la Giunta Regionale ha approvato la prima versione della proposta di Programma Regionale (PR) FESR 2021-2027 e della proposta di PR FSE+ 2021-2027 del Veneto.

Successivamente, tenuto conto di ulteriori proposte e contributi pervenuti dai soggetti partenariali, con delibera CR n. 134 del 23 dicembre 2021, la Giunta ha adottato le nuove versioni del PR FESR e del PR FSE+ 2021-2027, approvate dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 16 del 15 febbraio 2022, in ottemperanza a quanto previsto dalla L.R. 26 del 25 novembre 2011, art. 9 comma 2. La Regione ha trasmesso formalmente i due documenti al livello nazionale e alla Commissione europea in data 8 aprile 2022.

Il PR FESR 2021-2027, nella sua ultima versione, con riferimento alla Priorità 5, Obiettivo specifico (Os) ii) prevede di intervenire per lo sviluppo sociale, economico, ambientale e inclusivo nelle aree diverse da quelle urbane. In particolare, gli interventi nell’ambito di tale Os, sono rivolti alle Aree Interne del territorio regionale veneto, nel contesto della SNAI. Tali interventi dovranno essere organizzati all’interno di Strategie d’Area, in sinergia con altri Obiettivi specifici del PR e con altri interventi finanziati anche con risorse locali e nazionali nonché dal FEASR, FSE+ e FEAMP; ciò valorizzando l’interconnessione strategica tra le varie componenti (culturale, turistica, sociale, ambientale, energetica, economica, commerciale, artigianale, ecc.) e favorendo l’integrazione di tutti i settori strategici, sia nel campo dei servizi essenziali (istruzione, sanità, mobilità) che dello sviluppo economico.

L’AdP 2021-2027 conferma la necessità di dare continuità al sostegno delle Aree individuate nel 2014-2020, valorizzando l’investimento istituzionale, amministrativo e operativo realizzato negli anni, ma migliorando, dal punto di vista tecnico e amministrativo, l’attuazione delle politiche e iniziative di sviluppo territoriale locale, a partire dagli approcci e le strategie già adottate nella programmazione 2014-2020.  Per quanto riguarda le Aree Interne già identificate nella precedente programmazione, l’AdP prevede che venga mantenuto in linea generale il perimetro originario dell’Area Interna, a prescindere dalla riclassificazione dei singoli Comuni, a seguito dell’aggiornamento della mappatura per le Aree Interne 2021-2027.

Pertanto, per il PR FESR, coerentemente con i Regolamenti richiamati e con l’AdP 2021-2027, le Aree Interne già selezionate nel periodo 2014-2020 possono continuare a rientrare nella Strategia Aree Interne della Regione.

Conseguentemente, per la Regione del Veneto, le Aree Interne che si propone di confermare nel 2021-2027, sono quelle definite dalla delibera di Giunta n. 563 del 21 aprile 2015, alla quale si rimanda per eventuali approfondimenti sulle modalità e criteri di selezione. Nello specifico, si tratta delle seguenti quattro Aree:

  • Unione Montana Agordina;
  • Unione Montana Comelico;
  • Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni;
  • Contratto di Foce Delta del Po.

Per ciascuna delle Aree Interne sopra menzionate è stato sottoscritto il relativo Accordo di Programma Quadro (APQ), strumento attuativo attraverso cui Regioni, Enti Locali, Amministrazione centrale di coordinamento e altre Amministrazioni competenti per materia, hanno assunto gli impegni vincolanti per la realizzazione degli obiettivi definiti dalla specifica Strategia d’Area.

Le attività e gli interventi da realizzare per l’attuazione delle Strategie sono ad oggi in fase di avanzamento attuativo differenziato a seconda delle date di sottoscrizione degli APQ e vengono monitorate dagli Uffici regionali competenti.

Per quanto riguarda la nuova programmazione 2021-2027, l’AdP riconosce, comunque, la necessità di estendere l’applicazione della Strategia Nazionale anche ad altri territori che rispondono ai criteri previsti per le Aree Interne. Con nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale del 29 ottobre 2021 è stata, quindi, rappresentata alla Regione l’opportunità di avviare un’interlocuzione tra Uffici dell’Amministrazione nazionale e dell’Amministrazione regionale al fine di addivenire alla selezione di nuove Aree Interne  nell’ambito della SNAI, per il ciclo di programmazione 2021-2027, che si aggiungono a quelle già individuate con DGR n. 563 del 21 aprile 2015 nel ciclo di programmazione 2014-2020. Questa interlocuzione si è concretizzata in due incontri bilaterali che hanno avuto luogo in data 9 febbraio 2022 e in data 28 aprile 2022 tra il Gruppo di lavoro regionale e alcuni rappresentanti del Comitato Tecnico Nazionale Aree Interne nei quali si sono approfonditi criteri e modalità di individuazione delle nuove Aree e di conferma di quelle attuali.     

In coerenza con le indicazioni nazionali sul numero massimo di Aree sostenibili per Regione, il PR FESR 2021-2027 riporta che, oltre alla conferma delle Aree Interne attuali, si sarebbe proceduto da parte della Regione a selezionare ulteriori due Aree, sulla base della mappatura nazionale aggiornata al 2020 e dei criteri specifici individuati nell’ambito della SNAI.

Il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) - Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione (NUVAP) - a gennaio 2022 ha, infatti, fissato i Criteri di Selezione delle nuove Aree Interne da sostenere nel ciclo di programmazione 2021-2027. Nello specifico, i criteri per l’individuazione delle nuove Aree sono così declinati:

  • la perdita demografica rappresenta un requisito fondamentale per la selezione e dovrebbe essere maggiore o uguale alla media del complesso delle Aree Interne regionali;
  • i Comuni dell’Area candidata devono essere classificati come Aree Interne (Comuni periferici, ultra-perifierici e intermedi) nella mappatura 2021-2027. In particolare la nuova Area dovrebbe vedere la prevalenza per numero e per popolazione insediata di Comuni periferici e ultra-periferici; la presenza di Comuni di cintura è giustificabile eccezionalmente in ragione di una percentuale bassa di popolazione rispetto a quella totale dell’Area e in presenza di un legame forte sul piano dell’associazionismo intercomunale e/o su quello dell’organizzazione dei servizi;
  • la dimensione di popolazione dell’Area come valore ottimale di riferimento non dovrebbe superare i  50.000 abitanti; una dimensione di popolazione interessata più elevata  rende più complesso sia il lavoro di costruzione delle strategie territoriali sia l’azione di coprogettazione con i soggetti rilevanti e le comunità locali. Peraltro anche Aree eccessivamente piccole, e con esiguo numero di abitanti, rendono particolarmente difficile il perseguimento degli obiettivi della SNAI e dei processi inter-amministrativi previsti. Nell’esperienza SNAI 2014-2020, considerando le 72 Aree selezionate, la popolazione interessata risulta nella mediana pari a 20.910 abitanti e nella media pari a 27.608 abitanti; l’Area deve poter esprimere una comunità intenzionata che si riconosce in una strategia e complessivamente riceve un beneficio e migliori prospettive dalla sua attuazione;
  • la costruzione o il rafforzamento di un sistema intercomunale permanente rappresenta un fattore rilevante per risolvere i gap di capacità e competenza che ostacolano la fase di attuazione della Strategia d’Area sia per interloquire su basi collettive con le politiche e iniziative sovra locali; l’associazionismo comunale costituisce, quindi, un fattore che gioca a favore della candidabilità dell’Area, ma anche per il successo della Strategia;
  • la compattezza e unitarietà dell’Area, non solo perché composta da Comuni contigui, ma perchè oggettivamente espressione di una strategia con opportunità e rischi Comuni; la compattezza può essere rappresentata sia da elementi di unitarietà fisica-geomorfologica, sia da unitarietà storico sociale;
  • presenza di situazioni di criticità relative alla fruizione di servizi essenziali nell’Area (prioritariamente istruzione, salute e mobilità).

Il NUVAP, in data 14 febbraio 2022, ha concluso il lavoro di perfezionamento della mappatura dei Comuni con dati aggiornati al 2020, per il ciclo di programmazione 2021-2027; tale Carta della Perifericità rappresenta, come già evidenziato, uno dei principali strumenti per l’individuazione delle nuove Aree Interne. La mappa identifica i Comuni (Poli) con un’offerta congiunta di tre tipologie di servizi, (salute, istruzione e mobilità) e rappresenta tutti gli altri Comuni in base alla loro distanza da questi (in termini di tempi effettivi di percorrenza stradale) classificandoli in quattro fasce a crescente distanza relativa (cintura, intermedi, periferici, ultra-periferici) e, quindi, con potenziale maggior disagio nella fruizione di servizi.

Con nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale del 29 aprile 2022 è stato chiesto alle Regioni di trasmettere ai competenti Uffici del Ministro, entro il 20 maggio 2022, la proposta delle nuove candidature finali, congiuntamente all’indicazione di un ordine di priorità nella richiesta di accesso ai finanziamenti nazionali.

In ambito regionale  per condurre la fase preparatoria alla formulazione della candidatura delle due nuove Aree Interne, è stato istituito un Gruppo di lavoro coordinato dal Dirigente pro-tempore della Direzione Programmazione Unitaria, nonché Responsabile Unico dell’Attuazione degli Accordi di Programma Quadro delle Aree Interne (RUA), dal Dirigente pro-tempore della U.O. Programmazione e gestione FESR e FSC, nonché Responsabile Unico delle Parti sull’attuazione degli impegni assunti negli Accordi di Programma Quadro delle Aree Interne (RUPA), dai referenti degli Uffici competenti per le Aree Interne della Direzione Programmazione Unitaria - U.O. Programmazione FESR e FSC oltre che dai referenti della U.O. Sistema Statistico Regionale (SISTAR).

Una prima lettura della Carta evidenzia che i Comuni periferici e ultra-periferici non compresi nelle attuali quattro Aree Interne sono tutti concentrati nelle aree montane della Regione, in particolare nell’Alto Bellunese e nell’Area del Garda-Baldo. Comuni periferici isolati si rilevano anche nell’Area veronese della Lessinia e, nella formulazione finale della Carta, nell’Area vicentina dell’Alto Astico. Come nella programmazione 2014-2020, si è confrontata questa mappa con la presenza nel territorio di forme rilevanti di associazioni di Comuni, in particolare di Unioni Montane.

Anche in questo caso nelle aree con maggior presenza di Comuni periferici è riscontrato un significativo associazionismo comunale.

In riferimento alla nota tecnica del DPCoe sulla mappatura delle Aree Interne aggiornata al 2020 e al documento tecnico “Criteri per la Selezione delle Aree Interne da sostenere nel ciclo di programmazione 2021-2027”,  la U.O. Sistema Statistico Regionale, tenendo conto della presenza di Unioni Montane costituite, ha condotto un’analisi territoriale accurata  sulle  aree a maggior concentrazione di Comuni Interni (Comuni intermedi, Comuni periferici, Comuni ultra-periferici) attraverso l’utilizzo di vari indicatori statistici di contesto a carattere demografico, sociale ed economico,  che hanno posto in evidenza criticità e alcune potenzialità a livello comunale e complessivo di area, come di seguito sinteticamente riportate. Dall’indagine sono state escluse le Aree Interne già riconosciute nella attuale programmazione.

Le Aree oggetto di valutazione sono state, quindi, le seguenti:

  • U.M. Baldo Garda comprensiva di n. 9 Comuni di cui n. 4 periferici e n. 5 intermedi, per 26.760 abitanti complessivi, con un incremento della popolazione, nel periodo 1981/2020, del +24,8%;
  • Area Alta Lessinia comprensiva di n. 8 Comuni di cui n. 1 periferico, n. 5 intermedi e n. 2 di cintura, per 15.693 abitanti, con un incremento della popolazione, nel periodo 1981/2020, del +7,2%; i Comuni non sono associati in Unione Montana;
  • Area Alto Chiampo comprensiva di n. 5 Comuni di cui n. 4 intermedi e n. 1 di cintura, per 12.396 abitanti, con una variazione della popolazione nel periodo 1981/2020 del -3,8%; i Comuni non sono associati in Unione Montana;
  • U.M. Alto Astico comprensiva di n. 8 Comuni di cui n. 1 Periferico, n. 4 intermedi e n. 3 di cintura, per 11.175 abitanti, con una diminuzione della popolazione, nel periodo 1981/2020, del -12,3%;
  • U.M. Alpago comprensiva di n. 3 Comuni di cui n. 2 intermedi e n. 1 di cintura, per 9.202 abitanti, con una diminuzione della popolazione, nel periodo 1981/2020, del -14%;
  • U.M. Cadore Longaronese Zoldo comprensiva di n. 5 Comuni di cui n. 2 periferici, n. 1 intermedio e n. 2 di cintura, per 8.787 abitanti, con una diminuzione della popolazione, nel periodo 1981/2020, del -29,1%;
  • U.M. Valle del Boite comprensiva di n. 5 Comuni periferici, per 5.831 abitanti, con una diminuzione della popolazione, nel periodo 1981/2020, del -4,1%;
  • U.M. Centro Cadore comprensiva di n. 8 Comuni di cui n. 6 periferici e n. 2 intermedi, per 14.624 abitanti, con una diminuzione della popolazione, nel periodo 1981/2020, del -17,5%.

Con riferimento al livello di perifericità, le aree così individuate si differenziano sensibilmente tra loro: le aree Alto Chiampo e U.M. Alpago non presentano Comuni periferici, le aree della Lessinia e dell’Alto Astico ne presentano uno solo, che, in entrambi i casi, in termini di popolazione risulta poco significativo rispetto alla popolazione complessiva della rispettiva Area. In particolare nell’Area Alto Astico la popolazione risulta concentrata per oltre il 75% in Comuni di cintura.

Per quanto riguarda il requisito fondamentale della perdita demografica subita da ciascuna Area, valutata nella sua evoluzione decennale nell’ultimo quarantennio, si evidenzia che nelle Aree del Veronese (U.M. Baldo Garda e Area Alta Lessinia) si è in presenza addirittura di un aumento della popolazione, diversamente da quanto era stato rilevato nelle n. 4 Aree Interne selezionate nel ciclo di programmazione 2014-2020.

Con riguardo invece alle altre Aree indagate, sussiste una situazione di grave spopolamento nel Bellunese (nell’ordine, U.M. Cadore Longaronese Zoldo, U.M. Alpago, e U.M. Centro Cadore). Nell’Area dell’U.M. Alto Astico, il livello di spopolamento è comparabile a quello delle attuali Aree Interne, mentre nell’U.M. Valle del Boite, il fenomeno di spopolamento risulta piuttosto accentuato, ma inferiore a quello medio delle Aree Interne attuali.

Un ulteriore criterio da tenere in conto è quello del dimensionamento delle Aree in termini di estensione territoriale e di popolazione. Alla luce dell’esperienza della programmazione 2014-2020, il NUVAP suggerisce di evitare aree con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, come anche le Aree troppo piccole, che presentano generalmente considerevoli difficoltà sotto l’aspetto organizzativo, gestionale e di attuazione delle Strategie. L’orientamento del NUVAP che, peraltro, trova riscontro anche nell’esperienza regionale dell’attuale programmazione, è indirizzato verso Aree con un dimensionamento vicino alla mediana delle Aree Interne già esistenti, pari a 20.910 abitanti o, comunque, alla media pari a 27.608 abitanti; ciò anche per garantire un equilibrato rapporto tra risorse investite e abitanti dell’Area Interna. Il rapporto con le risorse messe a disposizione va anche ulteriormente verificato rispetto alla popolazione in Comuni periferici e interni: in questo caso il valore peggiore è riscontrabile nelle aree del Vicentino, dell’Alto Chiampo e dell’U.M. Alto Astico, a causa della bassa percentuale di popolazione che risiede in Comuni periferici o, comunque, interni rispetto alla popolazione residente nei Comuni di cintura.

Sulla base delle sopra menzionate considerazioni, le Aree del veronese e del vicentino, per motivi diversi, presentano notevoli elementi di criticità per una loro candidatura, soprattutto se vengono rapportate alla valutazione delle quattro Aree del bellunese che, complessivamente, meglio rispondono ai criteri definiti dal Dossier metodologico del NUVAP, che verrà utilizzato a livello nazionale per vagliare le proposte provenienti dalle Regioni: si tratta di n. 21 Comuni che, rispetto alla classificazione dei Comuni della Carta della Perifericità, si distinguono in n. 13 Comuni periferici, n. 5 Comuni intermedi e n. 3 Comuni di cintura.

A tale riguardo, rilevato che, complessivamente nelle quattro Unioni Montane indagate (Alpago, Longaronese zoldano, Boite, Centro Cadore) i dati di spopolamento e di invecchiamento  risultano addirittura peggiori di quelli delle quattro Aree Interne individuate nel periodo di programmazione 2014-2020, si rileva che, rispetto al dimensionamento dell’Area, solo l’U.M. Centro Cadore ha una popolazione che si avvicina a quella media o mediana indicata nei criteri del NUVAP: le altre Unioni Montane detengono singolarmente una popolazione sotto i 10.000 abitanti e, nel caso di U.M. Alpago, nessuno dei tre Comuni che la compongono è classificato periferico.

Tuttavia, se singolarmente tre delle quattro Unioni Montane si ritiene abbiano una dimensione non idonea alla elaborazione e all'attuazione di una Strategia d’Area ambiziosa come definita nell’AdP e nello stesso Programma Regionale FESR, al fine di addivenire ad una proposta complessivamente sostenibile, si è verificata, stante la contiguità geografica delle aree così individuate,  la possibilità di accorpare a due a due le quattro Unioni Montane, sulla base oltre che della loro contiguità territoriale,  anche del riconoscimento di un sistema identitario comune e comunque di forti interconnessioni di tipo economico, sociale e ambientale che potessero determinare compattezza e ragion d’essere della candidatura delle due Aree così individuate.

In un caso, l’U.M. Centro Cadore e l’U.M. del Boite sono legate storicamente dalla appartenenza di tutti i Comuni che le compongono alla Magnifica Comunità del Cadore, un'antica istituzione, affermata di fatto già nel Trecento (lo Statuto della Magnifica risale al 1338).  Oggi la Magnifica Comunità di Cadore è ente a personalità giuridica pubblica costituito dall'unione dei ventidue Comuni del Cadore. La Magnifica Comunità concorre ancora a conservare l'identità culturale e le risorse ambientali e a promuovere la formazione e lo sviluppo morale ed economico delle comunità locali, individuando e valorizzando gli elementi di carattere unitario che, nel rispetto delle realtà istituzionali e sociali, possono contribuire al progresso complessivo del Cadore anche mediante iniziative volte a favorire il raccordo e la concertazione. La coalizione tra le due Unioni Montane del Centro Cadore e del Boite riconosce e rafforza questo legame e appartenenza comune, con la possibilità di sperimentare inedite soluzioni e sinergie, anche nella gestione dei servizi.

Nel caso delle due Unioni Montane dell’Alpago e del Longaronese Zoldano, caratterizzate entrambe dalla differenziazione dei sistemi economici interni (i Comuni di Longarone e di Alpago, confinanti tra loro, entrambi di fondovalle, rappresentano poli di attrazione produttiva e di erogazione di servizi per i Comuni spiccatamente montani e interni dello Zoldano e dell’Alpago-Cansiglio, prevalentemente a vocazione turistica e in parte agricola), risulta evidente il parallelismo di problematiche e soluzioni che trovano, nella prospettiva di una condivisione della Strategia e in una forte sinergia programmatica e attuativa, il legame fondante la coalizione come unica Area Interna. Si precisa che il  peso significativo, in questa proposta di Area Interna, di popolazione residente in Comuni di cintura (Comuni a minor distanza dai Centri di offerta di servizi rispetto ai Comuni intermedi e periferici), in sede di confronto tecnico bilaterale con la delegazione del Comitato Tecnico Aree Interne, è stato considerato, comunque, giustificabile in presenza di criticità significative sugli altri indicatori, in particolare lo spopolamento, nonché di strette e imprescindibili relazioni e connessioni territoriali, socio-economiche e amministrative tra i Comuni interni e quelli di cintura.

In tal caso,  in sede di stesura delle Strategia d’Area, si dovranno tenere in considerazione prioritaria le esigenze delle realtà locali più periferiche, dove si concentrano le situazioni di accentuato spopolamento, in relazione al minore accesso ai servizi essenziali e, quindi, a una peggiore qualità della vita.

Nel prendere atto delle valutazioni e indicazioni tecniche del Gruppo di lavoro regionale, sviluppate sulla base delle analisi condotte da parte della U.O. Sistema Statistico Regionale, la proposta di due nuove Aree Interne da riconoscere per la programmazione 2021-2027 può essere così articolata nell’ordine di priorità conseguente alle problematiche di spopolamento:

  1. l’Area Interna di Alpago Zoldo, comprensiva di n. 8 Comuni di cui n. 3 di cintura (Alpago, Longarone, Soverzene); n. 3 intermedi (Chies d’Alpago, Ospitale di C., Tambre); n. 2 periferici (Val di Zoldo, Zoppè di C.); accorpa l’U.M. Alpago e U.M. Cadore Longaronese Zoldo, per 17.989 abitanti complessivi, con una diminuzione della popolazione nel periodo 1981/2020 del -22,2%.
  2. Area Interna del Cadore, comprensiva di n. 13 Comuni di cui n. 11 periferici (Auronzo di C., Calalzo di C., Domegge di C., Lorenzago di C., Lozzo di C., Vigo di C., Borca di C., Cibiana di C., San Vito di C., Valle di C., Vodo di C.) e n. 2 intermedi (Perarolo di C., Pieve d C.); accorpa l’U.M. Centro Cadore e l’U.M. della Valle del Boite, per 20.455 abitanti complessivi, con una diminuzione della popolazione, nel periodo 1981/2020, del -14%.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTO il Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le Disposizioni Comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti;

VISTO il Regolamento (UE) 2021/1058 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione;

VISTO il Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il Regolamento (UE) n. 1296/2013;

VISTO l’Accordo di Partenariato per la programmazione 2021-2027 della politica di coesione 2021–2027 in fase di definizione;

VISTA la Legge Regionale n. 26 del 25 novembre 2011;

VISTA la Legge Regionale n. 40 del 28 settembre 2012;

VISTA la Deliberazione del Consiglio Regionale n. 16 del 15 febbraio 2022;

VISTA la DGR n. 1923 del 23 dicembre 2019;

VISTA la DGR n. 1415 del 12 ottobre 2021;

VISTA la Delibera CR n. 134 del 23 dicembre 2021;

VISTA la DGR n. 563 del 21 aprile 2015;

VISTO l’art. 2 com. 2 della L.R. n. 54/2012.

delibera

  1. di considerare le premesse quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
  2. di confermare, per il periodo di programmazione della politica di coesione regionale 2021-2027, le Aree Interne definite dalla DGR n. 563 del 21 aprile 2015 con riferimento al periodo 2014-2020: Unione Montana Agordina, Unione Montana Comelico, Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e Contratto di Foce Delta del Po;
  3. di approvare la proposta delle due nuove Aree Interne per il ciclo di programmazione 2021-2027:
    • Area Interna di Alpago Zoldo comprensiva di n. 8 Comuni (Alpago, Chies d’Alpago, Longarone, Ospitale di C., Soverzene, Tambre, Val di Zoldo, Zoppè di C.) per 17.989 abitanti;
    • Area Interna del Cadore comprensiva di 13 Comuni (Auronzo di C., Borca di C., Calalzo di C., Cibiana di C., Domegge di C., Lorenzago di C., Lozzo di C, Perarolo di C., Pieve d C., Vigo di C., San Vito di C., Valle di C., Vodo di C.) per complessivi 20.455 abitanti;
  4. di dare eventuale priorità nella richiesta di accesso ai finanziamenti nazionali all’Area di Alpago-Zoldo, tenuto conto del più elevato livello di spopolamento rispetto all’Area del Cadore, così come evidenziato in premessa;
  5. di stabilire che, per le Aree Interne candidate di cui al precedente punto 3, così come per le Aree Interne confermate di cui al precedente punto 2, il finanziamento regionale degli interventi di sviluppo riguarderà tutti i fondi della politica di coesione, nel rispetto dei loro ambiti di competenza e in base a quanto indicato nell’Accordo di Partenariato 2021-2027 e nei rispettivi Programmi, una volta completata la loro approvazione;
  6. di rinviare a successivo provvedimento l’individuazione delle modalità di governance e di finanziamento, nonché degli strumenti di attuazione per l’applicazione della SNAI nella Regione del Veneto per il periodo di programmazione 2021-2027, in funzione anche di quanto stabilito a livello nazionale;
  7. di incaricare dell’esecuzione del presente atto la Direzione Programmazione Unitaria, in qualità di Segreteria tecnica del Gruppo di lavoro regionale di cui in premessa;
  8. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi dell’art. 26 c. 1 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;
  9. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
  10. di pubblicare il presente atto nel Bollettino ufficiale della Regione.

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