Menu veloce: Pagina iniziale | Consultazione | Filtri di selezione | Contenuto
Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 174 del 21 dicembre 2021


Materia: Difesa del suolo

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1722 del 09 dicembre 2021

Atto di intesa tra la Regione del Veneto, l'Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), l'Associazione Regionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue del Veneto (ANBI Veneto) e la Società Enel Green Power Italia S.r.l. per la realizzazione di un programma di attività finalizzate all'uso sostenibile della risorsa idrica nei bacini idrografici della Regione del Veneto ricadenti nell'area del Distretto Idrografico delle Alpi Orientali. (Deliberazione Conferenza Istituzionale Permanente del Distretto delle Alpi orientali n. 2 del 14 dicembre 2017, Art. 5).

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento viene approvato lo schema dell’atto di intesa tra Regione del Veneto, l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), l’Associazione Regionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue del Veneto (ANBI Veneto) e la Società Enel Green Power Italia S.r.l. per la realizzazione di un programma di attività finalizzate all’uso sostenibile della risorsa idrica nei bacini idrografici ricadenti all’interno della Regione Veneto.

L'Assessore Gianpaolo E. Bottacin riferisce quanto segue.

Il deflusso minimo vitale (di seguito DMV), definito dal Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio 28/07/2004, come “la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua che deve garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corso d’acqua (mantenimento delle tendenze evolutive naturali, morfologiche ed idrologiche), chimico-fisiche delle acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali (mantenimento, nel tempo, dello stato di qualità chimica ed ecologica delle acque), non è più considerato dalla norma nazionale come sufficientemente cautelativo.

Infatti, se da un lato il D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., riprende all'art. 56, la disposizione sul deflusso minimo vitale in materia di rilascio delle derivazioni, confermando il ruolo del DMV quale misura di riferimento per la tutela quantitativa e ambientale dei corpi idrici, il Piano di azione per la salvaguardia delle risorse idriche della Commissione Europea (di seguito Blueprint), individua nell’assegnazione eccessiva di acqua per vari usi antropici una delle maggiori pressioni incidenti sullo stato ecologico dei corpi idrici nei distretti europei. Per migliorare la gestione quantitativa e qualitativa delle acque il Blueprint, quindi, introduce il nuovo concetto di Deflusso Ecologico (di seguito DE), definito come “il volume di acqua necessario affinché l’ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari”.

Il Blueprint evidenzia, inoltre, la necessità di stabilire un approccio comune e condiviso a livello europeo al DE e a tal fine, la Commissione Europea ha sviluppato e pubblicato nel 2015 la linea guida “CIS guidance document n. 31 - Ecological flows in the implementation of the Water Framework Directive” (di seguito: Guidance) (Documento Guida CIS n. 31 – Portate ecologiche nell’applicazione della Direttiva Quadro Acque) per la corretta applicazione della Direttiva 2000/60/CE, ovvero la direttiva quadro europea in materia di acque.

Con la Guidance sopra richiamata, la Commissione richiede uno sforzo di protezione maggiore agli Stati Membri, ribadendo che, a garanzia della tutela della risorsa idrica, debba essere individuato il cosiddetto Deflusso Ecologico, corrispondente al “regime idrologico conforme col raggiungimento degli obiettivi ambientali di cui all’art. 4 della DQA, definito in un tratto idrologicamente omogeneo di un corso d’acqua, appartenente ad un corpo idrico, come individuato dal Piano di Gestione di Distretto Idrografico”.

La medesima Guidance inoltre raccomanda di delineare nuovi metodi per la quantificazione del DE, laddove i sistemi di calcolo del DMV previsti dagli ordinamenti statali o locali non si rivelino coerenti con il mantenimento delle cosiddette portate ecologiche (Ecological flows).

Il nuovo approccio strategico di tutela della risorsa idrica trova un suo recepimento e una sua concretizzazione nei Programmi di Misure dei “Piani di Gestione dei distretti idrografici che, a partire dal secondo aggiornamento (approvato con DPCM 27 ottobre 2016), contengono specifiche misure individuali per la revisione delle metodologie di calcolo del DMV in DMV/DE.

Per poter attivare un percorso di revisione omogeneo su tutto il territorio nazionale, la Direzione Generale per la Salvaguardia e la Tutela delle Acque del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in riferimento alle indicazioni del Blueprint e alle linee guida CIS nº31 del 2015, aveva emesso il Decreto Direttoriale n. 30/STA del 13/02/2017 (di seguito: DD 30/STA/2017), che rappresenta per l'Italia la “Linea Guida per l'aggiornamento dei metodi di determinazione del Deflusso Minimo Vitale”.

Nell'allegato A del provvedimento ministeriale citato viene di fatto sostituito il concetto di DMV con quello di DE. Il DE viene correlato come il quantitativo coerente con la necessità di considerare gli effetti dei deflussi delle derivazioni sugli elementi di qualità biologica.

Nello stesso allegato A si pone l’accento, inoltre, sulla necessità di superare la riscontrata disomogeneità relativa all’applicazione del DMV su scala nazionale, dovuta in particolare a:

a) assenza di un chiaro riconoscimento della dipendenza del DMV dal regime idrologico naturale e dalla dinamica morfologica del corso d'acqua;

b) assenza di evidenti e robuste correlazioni tra i valori del DMV e lo stato dei corpi idrici classificato sulla base degli indici previsti dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm. ii.;

c) presenza di una significativa diversità delle formule di calcolo, tali da comportare valori territoriali di DMV sensibilmente disomogenei, anche all'interno di uno stesso distretto idrografico.

Sulla scorta del sovracitato DD 30/STA/2017, le Autorità di Bacino distrettuali competenti nel territorio regionale, in recepimento del decreto medesimo, hanno istituito dei Gruppi di Lavoro Distrettuali (di seguito GdL) finalizzati ad effettuare gli approfondimenti scientifici necessari per l’adeguamento degli approcci metodologici e per la revisione del Deflusso Minimo Vitale (DMV) al fine di garantire il Deflusso Ecologico (DE).

Le Conferenze Istituzionali Permanenti di ciascun Distretto idrografico italiano hanno pertanto approvato le proposte predisposte da ciascun Distretto idrografico in esito ai lavori maturati in seno ai vari GdL distrettuali adottando proprie deliberazioni. La Deliberazione della Conferenza Istituzionale Permanente del Distretto delle Alpi Orientali n. 2/2017 (di seguito indica come Direttiva CIP 2/2017 o Direttiva Deflussi), ha individuato un algoritmo di calcolo per la quantificazione del DE valevole per area vasta, da applicarsi in tutti i bacini idrografici del territorio regionale fatta eccezione del bacino del Fissero-Tartaro-Canalbianco che invece rientra nelle competenze del Distretto del Fiume Po.

La formula adottata con la Direttiva Deflussi individua un metodo distrettuale di riferimento applicabile sull’intera area geografica di competenza, che necessita peraltro di specifica taratura a scala locale.

In continuità con la fase di individuazione del metodo distrettuale di riferimento di area vasta, la Direttiva Deflussi prevede che il percorso finalizzato all’adeguamento del DMV al DE, possa avvenire in modo graduale, perseguendo tale gradualità in seguito all’avvio di specifiche attività sperimentali. La Direttiva Deflussi consentiva inoltre la possibilità discrezionale di avviare verifiche e sperimentazioni entro il quadriennio 2018-2021, perseguendo le seguenti finalità:

  • concorrere alla verifica ed eventuale ritaratura dei parametri che concorrono a formare il metodo distrettuale di riferimento, eventualmente articolandolo a scale spaziali di maggior dettaglio;
  • individuare portate ecologiche sito-specifiche effettivamente commisurate alle esigenze proprie di corpi idrici o di loro tratti al fine di perseguire gli obiettivi di qualità ambientale corrispondentemente fissati dal Piano di Gestione delle acque.

La necessità di attivare indagini e verifiche sperimentali in casi studio ricadenti nell’area su cui insiste il reticolo delle derivazioni presenti nel Veneto, era stata preventivamente comunicata dalla Direzione Regionale Difesa del Suolo all’Autorità di Distretto delle Alpi Orientali con nota n. 428907 del 22/10/2018, con la quale era stato trasmesso un report di previsione delle attività di sperimentazione dei deflussi ecologici per alcune tratte fluviali sottese dalle grandi opere di derivazione idroelettrica nei bacini di Adige, Brenta e Piave nonché in altri corpi idrici sede di prese irrigue significative.

L’esigenza di avviare sperimentazioni manifestando possibili criticità e l’incoerenza con il metodo vigente di quantificazione dei rilasci era stata manifestata al Distretto delle Alpi Orientali, in ragione della evidenza che i quantitativi da rilasciare in adeguamento a quanto previsto dall’approccio metodologico per area vasta adottato con la Deliberazione CIP 2/2017, risultavano di misura molto più elevata rispetto a quelli quantificabili in applicazione della normativa vigente prevista del Piano Regionale di Tutela delle Acque per la quantificazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV), ancorché nell’ipotesi di applicazione graduale e progressiva della nuova disciplina secondo i modi previsti dalla stessa norma (cfr. § 7.4 dell’Allegato alla Direttiva Deflussi).

Le attività di sperimentazione potevano esser assentite se attivate al fine di consentire l’individuazione, caso per caso, delle condizioni di portata di DMV/DE effettivamente commisurate alle esigenze di ciascun corpo idrico, in funzione delle attività connesse ai diversi utilizzi del singolo corso d’acqua e delle caratteristiche dello stesso, o al fine di provvedere alla taratura degli algoritmi per area vasta predisposti dalle Autorità di Bacino.

Verificata la non coerenza tra le metodologie di calcolo di DMV già applicate ai sensi dell’Art. 42 del PTA rispetto a quella introdotta col metodo di riferimento distrettuale, invocando i casi previsti dall’Art. 5 della sopraccitata Direttiva Deflussi (CIP 2/2017), l’Amministrazione Regionale ha impegnato risorse con propri atti (Decreto del Direttore della Difesa del Suolo n. 444/2018), ritenendo necessario approntare le dovute verifiche per testare la formula a livello locale.

Parimenti il concessionario di grandi Derivazioni Idroelettriche Enel Green Power e il Consorzio di Bonifica Piave ritenendo opportuno avviare specifiche attività di verifica sono stati riconosciuti come soggetti in gradi di proporre all’Amministrazione Regionale dei propri piani di indagine sui corpi idrici col fine di perseguire:

  • l’individuazione di valori di riferimento per il DMV/DE connessi con differenti condizioni ambientali o funzionali a scenari diversificati (sperimentazioni tecnico-scientifiche e/o indagini conoscitive attivate ai sensi dell’art. Art.5 commi 1 della Direttiva CIP 2/2017);
  • la taratura dell’algoritmo di calcolo attraverso la verifica e rimodulazione dei parametri che intervengono nella sua formulazione. (sperimentazioni e/o appositi monitoraggi post-operam delle derivazioni, eventualmente integrati con campagne di misura suppletive, al fine di perfezionare la metodologia di calcolo del DE proposta dagli approcci metodologici distrettuali ai sensi dell’art. Art.5 commi 2 della Direttiva CIP 2/2017).

In conformità con il Decreto Direttoriale STA n. 30/2017 e con la Direttiva Deflusso distrettuale, tutte le attività di sperimentazione dell’algoritmo di area vasta per il calcolo del DE avviate nel territorio veneto hanno dovuto tener conto della complessità del collegamento esistente tra regime idrologico e stato di qualità ecologico dei corpi idrici tramite l’utilizzo di indicatori biologici e eco-idraulici che, sulla base dello stato attuale delle conoscenze scientifiche, risultano efficaci a registrare gli impatti dei prelievi e delle diversioni generanti alterazioni idrologiche e idromorfologiche sui corpi idrici compromettendone lo stato di qualità.

Al fine di impostare i protocolli di indagine secondo indirizzi comuni e utilizzando metodiche confrontabili standardizzate, ciascun percorso sperimentale è stato redatto conformemente agli indirizzi distrettuali predisposti con le Linee Guida per le attività di verifica e sperimentazione del deflusso ecologico nel reticolo idrografico distrettuale, predisposte dal Tavolo tecnico Permanente del Distretto Alpi Orientali, notificate con nota del medesimo Distretto n. 1719/7.1 in data 29/03/2019.

Pertanto in attuazione della “Direttiva per la determinazione dei deflussi ecologici a sostegno del mantenimento/raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dal Piano di gestione del distretto idrografico delle Alpi Orientali”, è stato dato avvio sul territorio della Regione Veneto ad un programma di sperimentazioni variamente articolato sul territorio e finalizzato alla determinazione sito-specifica del deflusso ecologico nonché al perfezionamento della metodologia di calcolo del deflusso ecologico.

Poiché la fase esecutiva delle attività di sperimentazione si è sviluppata nel corso di annate idrologiche anormalmente abbondanti e questa circostanza ha impedito di studiare i regimi idrologici siccitosi nonchè lo stato delle biocenosi e degli habitat corrispondenti, situazione ulteriormente complicata dal perdurante stato d'emergenza dichiarato a seguito della diffusione epidemiologica COVID-19 che ha determinato un rallentamento delle attività di rilievo e di campionamento, l’Amministrazione Regionale riconosce la necessità di prorogare gli avviati percorsi sperimentali al fine di dare pieno compimento alle attività.

Inoltre, in seguito ad alcuni specifici approfondimenti prodotti nel contesto della fase di consultazione pubblica a cui sono stati sottoposti gli atti pianificatori propedeutici all’approvazione dell’aggiornamento del Piano di gestione vigente soprarichiamato, è emerso che l’applicazione della disciplina del deflusso ecologico a valle delle esistenti “derivazioni significative” potrebbe avere un assai significativo impatto negativo sull’assetto socio-economico a livello locale, comportando un possibile costo sproporzionato misurabile nella riduzione della produzione di energia idroelettrica, nella riduzione della produzione agricola, nella riduzione di taluni servizi ecosistemici, nella perdita di biodiversità, fino a condurre al potenziale rischio di desertificazione di alcune aree a specifica vocazione irrigua.

Al fine di perseverare nell’azione di tutela integrata quali–quantitativa del patrimonio idrico quale requisito indispensabile per lo sviluppo socio-economico del territorio veneto, nonché al fine di attuare politiche finalizzate a garantire: i servizi essenziali ai cittadini, la tutela dell’ambiente ed il sostegno allo sviluppo di importanti economie locali, con mozione n. 18 presentata in data 2 febbraio 2021 il Consiglio regionale del Veneto ha impegnato la Giunta regionale:

  • ad attivarsi, di concerto con l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, affinché siano svolti approfonditi accertamenti finalizzati a prevedere l’applicazione delle deroghe previste dalla DQA, con il supporto di una fase di sperimentazione finalizzata a verificare la reale sostenibilità delle riduzioni delle portate irrigue conseguenti all’applicazione del deflusso ecologico;
  • a valutare lo stanziamento di ulteriori risorse per lo studio degli effetti in alveo dell’applicazione del deflusso ecologico;
  • a valutare il reperimento di ulteriori risorse economiche per lo studio degli effetti della pratica irrigua nei distretti idrografici, al fine di valutare i benefici ambientali che tale pratica genera, tenendo anche conto degli impatti socio-economici complessivi.

Per rendere attuabili ed efficaci gli interventi per la tutela quantitativa delle risorse idriche, è stato quindi richiesto parere alla Commissione Consiliare che si è espressa favorevolmente sulla variazione e del programma interventi approvato con DGR n. 4152 del 29/12/2009 impegnando la Regione del Veneto, con deliberazione di Giunta n. 51/CR del 31 maggio 2021, ad assumere i relativi oneri finanziari, per far fronte agli obblighi di tutela quantitativa della risorsa idrica connessa alla corretta quantificazione sito-specifica del DMV-DE attraverso specifiche attività di verifica e sperimentazione da svolgersi sui fiumi Astico e Brenta.

A fronte del fatto che i bacini idrografici del territorio della Regione del Veneto di competenza del Distretto delle Alpi Orientali presentano un assetto gestionale della risorsa idrica particolarmente complesso, in particolare per gli aspetti correlati all’interdipendenza tra i diversi usi consolidati (di produzione idroelettrica, irriguo e industriale), uniti ad ulteriori utilizzi della risorsa idrica, ancorché non sempre espressamente considerati negli atti concessori, quali la fruizione turistico-ricreativa degli invasi idroelettrici, l’uso per la laminazione dei deflussi di piena, il soddisfacimento in pianura di specifici servizi ecosistemici legati all’acqua (vivificazione della rete artificiale di pianura, ricarica delle falde, fruizione paesaggistica, alimentazione dei fiumi di risorgiva, vivificazione delle aree umide), vi è la necessità di coniugare il soddisfacimento di tali usi generali con l’obiettivo di uso razionale e sostenibile della risorsa idrica previsto dalla DQA, ivi compreso l’adeguamento degli attuali prelievi alla nuova disciplina in tema di deflusso ecologico.

La modalità con cui condurre una valutazione integrata degli scenari d’uso della risorsa a scala di bacino, nella cui cornice possano essere convenientemente considerati tutti gli interessi in gioco ed i possibili impatti non solo sulla risorsa idrica ma anche sull’ambiente e sull’assetto economico e sociale, è stata individuata nell’attuazione di un programma condiviso tra i principali attori nella governance, tutela e gestione della risorsa idrica. Questi ultimi, impegnandosi con l’agenzia responsabile del monitoraggio quali- quantitativo della stessa, nell’interesse comune ad attuare le attività finalizzate all’uso sostenibile della risorsa idrica nei bacini idrografici ricadenti all’interno della Regione Veneto, sottoscriveranno uno specifico Protocollo di intesa il cui schema è sottoposto ad approvazione con il presente atto.

I soggetti aderenti al protocollo citato ciascuno per la propria competenza impegnati nel programma sopracitato sono:

  • Autorità di bacino delle Alpi Orientali in qualità di soggetto preposto alla pianificazione connessa alla tutela qualitativa e quantitativa della risorsa idrica a scala distrettuale;
  • Regione Veneto in qualità di amministrazione competente al rilascio delle concessioni di derivazione d’acqua;
  • L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto;
  • ANBI Veneto in rappresentanza degli enti consortili di bonifica e irrigazione che governano il servizio di distribuzione della risorsa idrica nella pianura veneta;
  • L’Enel in qualità di concessionario idroelettrico e gestore dei maggiori invasi, a tale uso preposti, dell’area montana del territorio regionale

L’accordo si fonda sulla condivisione della necessità di confermare, nel contesto dei protocolli sperimentali di nuova predisposizione, i seguenti criteri metodologici, già fissati nella Direttiva Deflussi Ecologici e nelle successive Linee Guida elaborate dall’Autorità di bacino sopra richiamate:

  • tener conto della complessità del collegamento esistente tra regime idrologico e stato di qualità ecologica dei corpi idrici, evolvendo da un unico valore soglia del DMV ad un insieme di valori temporalmente distribuiti, secondo il principio del “paradigma delle portate naturali” (il mantenimento di un regime simile a quello naturale favorisce il mantenimento degli habitat e delle specie autoctone in esso presenti);
  • dare prioritaria applicazione alle metodologie idraulico-habitat, ed in particolare alla metodologia “MesoHABSIM”, in quanto in grado di cogliere più efficacemente le alterazioni del regime idrologico e del regime sedimentologico e vegetazionale indotte dalle pressioni idromorfologiche attraverso l’analisi della tipologia e stabilità degli habitat fisici;

Lo stesso Accordo condivide tra le parti la necessità di procedere sollecitamente alla definizione/aggiornamento del bilancio idrico, con priorità ai bacini ricadenti nel territorio della Regione Veneto, allo scopo di valutare possibili scenari alternativi di allocazione spazio-temporale della risorsa idrica, coerenti con l’esigenza di perseguimento degli obiettivi di qualità ambientale ma al tempo stesso rispettosi dei fabbisogni espressi dai diversi usi, secondo criteri di uso razionale e di risparmio della risorsa idrica.

Tenuto conto delle considerazioni di cui sopra, ed allo scopo di dare un seguito alle indicazioni elaborate nel corso dei momenti di confronto tra i soggetti sottoscrittori, si propone all’esame della Giunta regionale lo schema di Protocollo di Intesa tra Regione del Veneto, Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, ARPAV, ANBI Veneto ed Enel Green Power s.r.l di cui all’Allegato A, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, che per conto della Regione del Veneto sarà firmato dal Presidente o da un suo delegato.

Per il raggiungimento delle finalità, per tutte le disposizioni tecnico-operative contenute nello schema di Protocollo di Intesa, Allegato A alla presente Deliberazione, e per ogni altro intervento di collaborazione ritenuto di interesse delle parti come disposto dall’Art. 3 del Protocollo in parola è prevista l’istituzione del Comitato Tecnico di Valutazione, coordinato dall’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi orientali, composto da un rappresentante per ciascuno dei sottoscrittori che può avvalersi di esperti, indicati dai medesimi soggetti sottoscrittori, in qualità di consulenti nelle materie oggetto del presente protocollo. La collaborazione è a titolo gratuito.

Come previsto dall’art. 4 dello schema di Protocollo di Intesa, Allegato A, le attività previste dovranno essere svolte secondo il cronoprogramma riportate in Allegato 1 del medesimo Protocollo d’Intesa.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

Vista la Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque (Direttiva Quadro Acque, DQA o WFD);

Visto il D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss. mm. ii. «Norme in materia ambientale»;

Visto il Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio 28/07/2004 (GU n. 268 del 15-11-2004). Linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del minimo deflusso vitale, di cui all'articolo 22, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152;

Visto il Piano di Tutela delle Acque della Regione del Veneto, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n.107 del 05/11/2009 e ss. mm. ii. (PTA);

Visto il primo aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Padano approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27/10/2016 (G.U. n. 25 del 31/01/2017);

Vista la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico sociale europeo e al Comitato delle Regioni. “Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee”, ovvero “A Blueprint to Safeguard Europe's Water Resources” COM (2012) 673, del 14.11.2012;

Visto il DM del 28 luglio 2004 “Linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del minimo deflusso vitale, di cui all'articolo 22, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152”;

Vista la Linea guida della Commissione Europea CIS Guidance Document n.31/2015 “Ecological flows in the implementation of the Water Framework Directive”;

Vista la Linea guida del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Del Mare adottata con Decreto del Direttore della Direzione Generale per la Salvaguardia e Tutela delle Acque n. 30 del 13 febbraio 2017: “Direttiva per la determinazione dei deflussi ecologici a sostegno del mantenimento/raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dal Piano di Gestione del distretto idrografico e successivi riesami e aggiornamenti” (Decreto Direttoriale Deflussi Ecologici);

Vista la Deliberazione n. 2 del 14 dicembre 2017, recante l'adozione di una "Direttiva per la determinazione dei deflussi ecologici a sostegno del mantenimento/raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dal Piano di gestione del distretto idrografico delle Alpi Orientali" adottata dalla Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali;

Viste le “Linee Guida per le attività di verifica e sperimentazione del deflusso ecologico nel reticolo idrografico distrettuale” notificate con con nota Distretto Alpi Orientali n. 1719/7.1 in data 29/03/2019 e scaricabili dal sito istituzionale dell’ente: www.distrettoalpiorientali.it;

Viste le Linee Guide ISPRA n. 154/17 “Manuale tecnico-operativo per la modellazione e la valutazione dell’integrità dell’habitat fluviale MesoHABSIM” e n. 132/2016 “SUM Sistema di rilevamento e classificazione delle unità morfologiche dei corsi d’acqua”;

Vista la DGR n. 51/CR del 31/05/2021 con la quale il Consiglio Regionale ha espresso parere favorevole sulla proposta di variazione del programma di interventi approvato con DGR n. 4152 del 29/12/2009. 

delibera

  1. di approvare, quale parte integrante e sostanziale del presente atto, quanto riportato in premessa;
  2. di approvare lo schema di “Protocollo d’intesa” contenuto nell’Allegato A da stipularsi tra la Regione del Veneto, l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), l’Associazione Regionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue del Veneto (ANBI Veneto) e la Società Enel Green Power Italia S.r.l. avente la finalità di perseguire lo scopo di realizzare un programma di attività finalizzate all’uso sostenibile della risorsa idrica nei bacini idrografici ricadenti all’interno della Regione del Veneto, funzionale al conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale stabiliti dalla Direttiva Quadro Acque e dal Piano di gestione delle acque del distretto idrografico delle Alpi Orientali;
  3. di incaricare il Presidente della Regione o un suo delegato della sottoscrizione del "Protocollo d'intesa" di cui al precedente punto 2;
  4. di incaricare la Direzione Ambiente e Transizione Ecologica dell'esecuzione del presente provvedimento;
  5. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi dell'articolo 23 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, così come modificato dal Decreto Legislativo 25 maggio 2016, n. 97;
  6. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
  7. di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_1722_21_AllegatoA_465456.pdf

Torna indietro