Menu veloce: Pagina iniziale | Consultazione | Filtri di selezione | Contenuto
Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 39 del 19 marzo 2021


Materia: Ambiente e beni ambientali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 302 del 16 marzo 2021

Messa in sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume Piave - Avvio delle procedure per la progettazione degli interventi.

Note per la trasparenza

Il presente provvedimento prende atto del finanziamento concesso per la progettazione delle Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano, in Comune di Crocetta del Montello (TV) per la messa in sicurezza idraulica del medio e del basso corso del fiume Piave e che agli Uffici delle Direzione Difesa del Suolo compete la predisposizione degli atti di gara per l’affidamento dei servizi di progettazione dell’intervento in parola, la predisposizione e l’approvazione di tutte le fasi di progettazione previste dall’art. 23 del D.Lgs. 50/2016, fino alla sua cantierabilità. Inoltre si autorizza, nell'ambito della concessione già in essere, una collaborazione con il Dipartimento ICEA affinchè fornisca un supporto scientifico ed esperto nelle fasi di supervisione delle elaborazioni progettuali.

L'Assessore Gianpaolo E. Bottacin riferisce quanto segue.

I problemi di carattere idraulico che interessano la Regione Veneto sono stati messi in evidenza dalla piena del 1966, riportati in primo piano dalla piena del 2010 e, da ultimo, dalla tempesta VAIA del 2018 e nel 2019. Tali problematiche impongono la necessità di intervenire quanto prima, mantenendo la questione della difesa del suolo al centro dell'azione politico-istituzionale.

Sono stati intrapresi, nel corso degli ultimi 50 anni, vari studi ed indagini, ai quali sono seguiti interventi di rinforzo delle arginature, necessari, ma non in grado di mitigare l'esposizione al rischio alluvione del territorio che deve essere perseguita attraverso la realizzazione di serbatoi antipiena o casse di espansione per laminare le piene.

Sicuramente in mancanza di opere di difesa, il rischio alluvione per il Fiume Piave è particolarmente elevato e potrebbe comportare, oltre a ingenti danni materiali, il pericolo concreto di perdita di vite umane, come già avvenuto nel 1966. Da analisi svolte dall’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali, organismo che dipende direttamente dal Ministero dell’Ambiente, nell’ambito dell’aggiornamento del Piano di gestione del Rischio Alluvioni, si stima una popolazione esposta a rischio diretto di circa 80.000 persone.

Le conoscenze sin qui acquisite permettono di stimare la portata che il Piave è in grado di convogliare nella parte terminale, ove è arginato ma con sezioni insufficienti, in circa 2.100 – 2400 m3/s, elevabili con interventi nel basso corso fino a 3000 m3/s, a fronte di portate massime, che possono arrivare a circa 5000 m3/s allo sbocco in pianura, valore stimato per la piena del 1966 da vari enti di ricerca.

Le attuali condizioni, che per gli aspetti del rischio idraulico sono decisamente più gravi di quelle del 1966, per effetto della intensa urbanizzazione civile e industriale del territorio, potrebbero essere decisamente migliorate attraverso una linea di interventi, strutturali e non strutturali, delineabile sulla base dei numerosi studi condotti e della valutazione critica dei risultati attesi.

A seguito dell'evento alluvionale del novembre 1966, per iniziativa di alcuni Ministeri prima e della Regione Veneto poi, sono stati condotti numerosi studi ed indagini per cercare di trovare soluzione o quantomeno mitigazione alle condizioni di elevato rischio idraulico cui soggiace il Piave soprattutto nella parte in pianura.

Gli studi condotti negli anni hanno evidenziato che a fronte di una portata media annua a Nervesa di circa 130 m3/s, nel 1966 a Ponte della Priula (Nervesa) è transitata una porta massima stimata di circa 5.000 m3/s. Occorre dire che il valore della portata al colmo in occasione della piena del 1966 è oggetto di valutazioni anche diverse, ma che, comunque non fanno variare le considerazioni complessive sulle condizioni di rischio idraulico presenti.

Tuttavia, pur a fronte di eventi di tale entità, si rileva che il fiume, nel tratto di bassa pianura, è comunque obbligato a fluire entro alvei di limitata capacità di portata o ancor peggio confinati entro arginature pensili e manifestamente non adeguate al transito di tali fenomeni di piena. Ne consegue che vaste aree della bassa pianura del bacino sono, seppure in relazione sempre più frequenti episodi di piena, potenzialmente suscettibili di allagamento e trattandosi di un comprensorio densamente abitato e sede di importanti attività industriali e agricole, si può facilmente intuire la gravità del danno potenziale.

Tutti gli studi condotti hanno individuato soluzioni che in via principale affidavano ad una combinazione di opere di laminazione nel medio corso del fiume con la sistemazione fluviale del basso corso finalizzata ad incrementare la portata massima convogliabile verso mare.

Il Piano Stralcio per la Sicurezza Idraulica del Medio e Basso Corso del fiume Piave (PSSI), predisposto dall'Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave Brenta e Bacchiglione – ora Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali - nei primi anni 2000 e approvato con DPCM in data 02.10.2009, pur considerando l'invaso di Falzè la soluzione di maggiore efficacia idraulica, con varie considerazioni indica come da realizzarsi le casse d'espansione in prossimità dell'abitato di Spresiano da 5 a 25 milioni di mc, in corrispondenza delle grave di Papadopoli da 45 a 65 milioni di mc, in corrispondenza dell'abitato di Ponte di Piave da 12 a 38 milioni di mc ed in corrispondenza delle grave di Ciano da 26 a 38 milioni di mc.

Il confronto tra le quattro soluzioni all’interno del PSSI, basato su criteri di costo, efficacia, cantierabilità e impatto, ha portato ad assegnare un giudizio qualitativo complessivo di preferibilità alta per Ponte di Piave, medio-alta per Ciano, medio-bassa per Spresiano e bassa per le grave di Papadopoli. Peraltro lo stesso Piano in alcuni punti indica come preferenziale la collocazione presso le Grave di Ciano rispetto al criterio costo Ponte alta, Ciano medio/alta, Spresiano medio/bassa, Papadopoli bassa; rispetto al criterio efficacia Papadopoli alta, Ciano e Ponte medio/alta, Spresiano medio/bassa; rispetto al criterio cantierabilità Ciano alta, Ponte medio/alta, Spresiano e Papadopoli medio/bassa. Tali indicazioni del PSSI sono quindi da ritenersi indicative, anche per la mancanza di studi di fattibilità dettagliati sui siti individuati. In tale contesto va inoltre considerata l’urgenza richiesta negli interventi e il fatto che localizzando la prima cassa di espansione a Ponte di Piave in questo sito, resterebbero irrisolti i problemi della sicurezza del tratto a monte della stessa Ponte di Piave, dove sono state registrate in passato rotte arginali.

Il successivo Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione, redatto dall’Autorità di Bacino e approvato con DPCM in data 21.11.2013, per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del Piave ribadisce la necessità di interventi strutturali e non strutturali, come l’utilizzo dei serbatoi di Pieve di Cadore e S. Croce per finalità antipiena, la manutenzione e successiva ricalibratura dell’alveo del tratto terminale con l’obiettivo di far transitare, da Ponte di Piave al mare, una portata massima di 3000 m3/s con il franco arginale di 1 m, contro gli attuali 2400 m3/s con annullamento del franco. Tale Piano prevede come necessari e inderogabili interventi per la laminazione delle piene mediante casse di espansione attraverso una successione di interventi, prendendo in considerazione le localizzazioni di Grave di Ciano, Ponte di Piave e Falzè, con l’obiettivo complessivo di invasare 70 – 80 milioni di m3.

Il più recente contributo, rivolto alla risoluzione delle problematiche del fiume Piave, lo ha dato il Piano delle azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico, predisposto ai sensi dell'art. 1 comma 3 lettera g) dell'O.P.C.M. n. 3906 del 13.11.2010 dal Segretario Generale dell’Autorità di Bacino quale soggetto attuatore per la pianificazione, che nella relazione di sintesi, per ciò che riguarda il bacino del fiume Piave, rileva come fra il progetto di Piano Stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del Piave e la sua approvazione definitiva sono trascorsi ben 10 anni (2000-2010), evidenzia l'evoluzione delle tecniche di ricostruzione della risposta idrologica e rileva la necessità di rivedere la programmazione e la tipologia delle opere di invaso temporaneo da prevedere a monte del tratto terminale canalizzato del fiume, ciò in esito agli studi di approfondimento già effettuati circa le problematiche geologiche e geotecniche dello sbarramento di Falzè, la cui realizzazione, secondo il Piano in questione, dovrebbe essere riconsiderata seppur con quota di massima di ritenuta inferiore a quella a suo tempo proposta.

Tale Piano, comunque, da una prima rielaborazione, conferma che il volume da invasare per ridurre la portata di piena al valore di 3.000 m3/s risulterebbe dell’ordine di 70-80 milioni di m3 e indica che, nel frattempo, tra gli invasi di laminazione previsti una posizione di priorità va riservata alle casse di espansione realizzabili nelle Grave di Ciano con un volume di accumulo, dell’ordine di 30-40 milioni di m3. Inoltre evidenzia la necessità di svolgere studi di approfondimento sul tratto arginato, al fine di meglio comprenderne la capacità di deflusso, con l’obiettivo di prevedere interventi a carico del tratto arginato in grado di far transitare una portata di 3000 – 3200 m3.

L’Autorità di Distretto Alpi Orientali ha poi anche predisposto il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni 2015-2021 (PGRA, 2016), che ha previsto puntuali azioni atte a determinare la reale scabrezza e la capacità di portata del tratto di valle, in coerenza con le indicazioni del piano ex O.P.C.M. n. 3906. Al riguardo il MATTM con Decreto direttoriale n. 506/STA del 30.11.2016 ha finanziato, in relazione alle predette opere di mitigazione previste nel PGRA, il progetto denominato sinteticamente “Riqualificazione fluviale del tratto terminale del fiume Piave nella tratta compresa tra Ponte di Piave” individuando l’Autorità di bacino Distrettuale delle Alpi Orientali quale soggetto beneficiario ed attuatore. Il progetto assomma un’importante componente sperimentale, volta a determinare la scabrezza del tratto terminale del fiume Piave, prodromica alla definizione della massima portata transitabile ed anche utile a definire la componente di lavori da svolgere nel tratto terminale per a massimizzare la sua capacità di portata.

Come detto, l'O.P.C.M. n. 3906 del 13.11.2010, a fronte di una esigenza stimata in 70-80 milioni di m3 di invaso, indica un primo intervento, riguardante le casse di laminazione di Ciano, che permette al loro completamento di raggiungere un valore di 30-40 milioni di m3. Volume che è da considerare un tassello essenziale nel sistema coordinato delle opere per migliorare la sicurezza del Piave, così come delineato dalla pianificazione dell’Autorità di Distretto. Consentendo di intervenire significativamente nella laminazione delle piene e apportando un primo importante miglioramento della sicurezza idraulica dei territori attraversati dal fiume Piave, anche nel tratto tra Ciano e Ponte di Piave, sede di rotte arginali storiche.

In sintesi quindi, da tutta questa attività di pianificazione che ha visto come principali attori l’Autorità di Bacino e il Ministero dell’Ambiente, emerge che una ragionevole sicurezza è ottenibile con un sistema integrato di opere, che comprende casse di laminazione variamente ubicate nel medio corso del fiume (con una capacità di invaso complessiva di 70-80 milioni di m3) e miglioramento della capacità di deflusso del basso corso del fiume sino ad almeno 3000 m3/s.

Le casse di laminazione in località Ciano consentono quindi un primo intervento che risulta essere significativo in termini di volume invasato (stimato in 30-40 milioni di m3) e quindi in grado di incidere significativamente nella laminazione delle piene e di apportare un sostanziale miglioramento della sicurezza idraulica dei territori attraversati dal fiume Piave. Ciò diversamente da altri interventi di laminazione quali quello di Spresiano che prevede una laminazione di soli 10-15 milioni di m3.

Inoltre consente di realizzare una protezione idraulica dei territori attraversati dal Piave anche nel tratto tra Ciano e Ponte di Piave, tratto anch’esso sede di rotte arginali storiche, obiettivo non conseguibile con una ipotesi alternativa di realizzazione di casse a Ponte di Piave, che, per inciso, avrebbe anche l’ulteriore inconveniente di canalizzare il Piave nel tratto Ponte di Piave-Zenson con addirittura una riduzione della capacità di portata dell’alveo venendo meno il contributo al deflusso delle sezioni golenali.

L’opera in argomento è sicuramente indispensabile e urgente per contribuire alla sicurezza del territorio e della sua popolazione, che vede esposto a rischio diretto circa 80.000 persone, ma come detto, non è sufficiente a garantire la sicurezza per le piene centenarie o maggiori, quindi andrà affiancata anche da altre iniziative sia di laminazione delle piene, sia di sistemazione fluviale del basso corso del Piave per convogliare con maggiore efficacia la portata residua di piena.

E’ stata quindi inserita una scheda istruttoria dell’intervento nel database ReNDIS con codice 051R231/G1 per l’intervento per l’importo di 55,3 mln di Euro, con lo scopo di favorire l’efficace avanzamento delle attività progettuali delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e provvede a rendere le stesse immediatamente cantierabili, così come richiesto del DPCM 14 luglio 2016 relativo alle modalità di funzionamento del «Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico».

La valutazione dell’intervento da parte dell’Autorità di Bacino, all’interno del sistema RENDIS, riporta la <<… priorità alla progettazione delle casse di Ciano, tenendo conto che tali opere dovranno successivamente interagire con ulteriori sistemi di laminazione, al fine di ottenere una capacità di laminazione complessiva compatibile con un evento caratterizzato da tempo di ritorno almeno centenario. Tali sistemi andranno individuati una volta stabilita l’effettiva capacità di portata della tratta terminale del f. Piave. Nel contesto della progettualità va inoltre ulteriormente approfondita la questione del miglioramento dell’assetto idromorfologico del corso d’acqua, in esito agli elementi progettuali di carattere definitivo. Nelle successive fasi di progettazione dovranno essere valutati il pericolo e rischio residuo post-opera e dovrà essere posta particolare attenzione nell'elaborazione del piano manutenzione dell'opera e delle sue parti come previsto dall'art. 38 DPR 5 10 2010>>.

In base a queste considerazioni, la Regione del Veneto ha chiesto di utilizzare parte delle risorse del fondo di progettazione per sviluppare il progetto cantierabile dell’intervento con codice ReNDIS 051R231/G1 dell’importo di 55,3 mln di Euro, quale lotto complessivo il cui importo è stimato pari a 130 mln di Euro.

Con Decreto Direttoriale del MATTM n. 505 del 22.11.2017 è stato approvato il primo stralcio di interventi contro il dissesto idrogeologico a valere sulle disponibilità del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico ex art. 55 L.28.12.2015, n. 22, comprendente l’intervento denominato “Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano” - Comune di Crocetta del Montello (TV), dell’importo di 55.300.000,00 Euro, finanziandone la progettazione per Euro 1.651.700,00 cod. Rendis 05IR231/G. Con lo stesso decreto ministeriale è stato anche individuato il Presidente della Regione, nella qualità di Commissario straordinario Delegato per il Rischio Idrogeologico nel Veneto, quale Soggetto responsabile dell’attuazione degli interventi.

Con il Decreto n. 21 del 28.05.2018 il Commissario straordinario ha nominato il responsabile della Struttura di Progetto “Gestione post Emergenze connesse ad eventi calamitosi e altre attività commissariali” - ora Direzione Gestione post emergenze connesse ad eventi calamitosi ed altre attività commissariali - quale Soggetto Attuatore per la progettazione degli interventi di cui al Decreto del Direttore generale per la Salvaguardia del territorio e delle Acque del MATTM del 22.11.2017 e ha disposto che detto Soggetto Attuatore per le attività di progettazione degli interventi, per le procedure di affidamento della progettazione, nonché per ogni altra attività di carattere tecnico amministrativo connessa alla progettazione, ivi inclusi servizi e forniture, possa avvalersi, tra gli altri, delle Strutture e degli Uffici regionali.

Con il Decreto n. 23 in data 08.06.2018, il Soggetto Attuatore del Commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nel Veneto ha individuato la Direzione regionale Difesa del Suolo quale Soggetto esecutore della progettazione e di ogni altro servizio connesso alla progettazione medesima e il suo Direttore quale responsabile del procedimento per l’intervento in parola.

La corrispondenza che è seguita da parte di alcuni Comuni interessati dall’intervento, in particolare quello di Crocetta del Montello, e da alcune associazioni del territorio, ha posto l’attenzione alle problematiche ambientali e ai potenziali impatti che l’opera potrebbe determinare e, in particolare, la grande preoccupazione per l’impatto sui siti Natura 2000 presenti nell’area. Tali preoccupazioni sono state raccolte esaminate e dibattute in due incontri organizzati dalla Prefettura di Venezia in data 09.12.2019 e presso la Prefettura di Treviso in data 19.02.2020 alla presenza dei Comuni rivieraschi e delle Autorità competenti.

Nell’incontro di dicembre 2019 il Prefetto di Venezia ha sintetizzato l’esito del dibattito evidenziando che <<la situazione va affrontata in tempi stretti perché il Piave è pericoloso da tempo e ora si dispone di una soluzione che risolverebbe buona parte del problema, cui seguiranno altri utili interventi in altre zone lungo l’asta del fiume, La situazione va seguita congiuntamente da Stato, regione, Comuni, Province e Autorità tecniche per cui andrà istituito in Prefettura a Venezia o a Treviso un tavolo formato da Enti, che hanno precise responsabilità al riguardo, per seguire nella massima trasparenza tutto il procedimento….>> .

Nel secondo incontro di febbraio 2020, il Prefetto di Treviso <<nel prendere atto che il Piano stralcio è stato il risultato di compartecipazione e che serviranno più bacini di laminazione e sarà necessario iniziare dal bacino presso le grave di Ciano a Crocetta del Montello in quanto è l’intervento più “robusto”, conclude che è necessario dare inizio alle attività al più presto per preservare l’incolumità pubblica anche perché il progetto è stato finanziato dal Ministero. …. Auspica, infine, che le comunità locali siano coinvolte per dare il loro contributo all’attività di progettazione>> (estratto dal verbale Prefettura di Treviso prot. n. 42377 del 30.04.2020).

In entrambi i due incontri tutti i Comuni presenti si sono espressi a favore ad esclusione di quello di Crocetta e successivamente molti Comuni rivieraschi hanno altresì prodotto degli ordini del giorno in tal senso. Nell’ambito di tali riunioni al Comune di Crocetta è stato inoltre chiesto di suggerire soluzioni alternative di pari efficacia idraulica supportate da tecnici accademici, ma ad un anno di distanza non è pervenuto nulla.

Con nota prot. 5723 del 26.03.2020 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nel ribadire che << …l’esigenza di messa in sicurezza dell’intera asta fluviale del Piave appare urgente e non procrastinabile al fine di garantire la salvaguardia della popolazione… Considerate altresì le preoccupazioni delle realtà territoriali in merito al potenziale impatto ambientale delle opere…>> suggerisce di valutare l’opportunità di avvalersi dello strumento del “Contratto di Fiume” finalizzato alla realizzazione di una programmazione negoziata degli interventi nell’ottica di garantire una corretta gestione delle risorse idriche, la valorizzazione sui territori fluviali, la salvaguardia dal rischio idraulico e lo sviluppo delle aree coinvolte <<….assicurando il massimo coinvolgimento, oltre che dei soggetti istituzionali territoriali, anche i comitati e…le realtà associative, al fine di pervenire alla più ampia partecipazione e condivisione delle decisioni>> ritenendo utile <<… l’adozione di efficaci azioni compensative e di mitigazione degli impatti delle opere al fine del loro migliore inserimento nel contesto ambientale>>.

Con nota prot. 136262 del 27.03.2020 questa Amministrazione ha suggerito il coordinamento del Contratto di fiume da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale, organismo che dipende direttamente dal Ministero dell’Ambiente, il cui supporto offre garanzia di massima efficacia. Le attività del Contratto di fiume non sono ancora avviate, ma, al riguardo, l’allora Sottosegretario di Stato all’Ambiente con nota n. 54080 in data 22.12.2020 indirizzata al Comune di San Donà, ha precisato come “occorra procedere speditamente alla definizione della progettazione per avviare prima possibile le opere programmate” e come lo strumento del “Contratto di fiume”, possa essere utilizzato quale percorso parallelo per coinvolgere tutti i soggetti interessati, istituzionali e non, alla problematica ponendo un termine definito all’espressione dei suoi orientamenti.

Sulla base di quanto sopra, si dà atto che agli Uffici della Direzione Difesa del Suolo compete la predisposizione degli atti di gara per l’affidamento dei servizi di progettazione dell’intervento, la predisposizione e l’approvazione di tutte le fasi di progettazione previste dall’art. 23 del D.Lgs. 50/2016, relative all’intervento denominato “Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano” -  Comune di Crocetta del Montello (TV)", dell’importo di 55.300.000,00 Euro - cod. Rendis 05IR231/G -CUP H67C17000070001, fino alla sua cantierabilità.

Tale attività di progettazione, una volta avviata, dovrà essere svolta tenendo conto degli esiti del coinvolgimento dei soggetti interessati al fine di ottenere il migliore inserimento possibile dell’opera nel contesto locale. Al riguardo, in relazione alle caratteristiche e finalità dell’opera, si dovrà tener conto dell’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e delle indicazioni fornite nel documento comunitario “Gestione dei siti Natura 2000 – Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat)” nonché nelle Linee Guida nazionali per la Valutazione di Incidenza, di cui all’Intesa in Conferenza Stato-Regioni - Repertorio 165/CSR, come da indicazioni del Ministero Ambiente e Tutela del territorio e del Mare di cui alla nota registro ufficiale U. 0000320.10-01-2020 (acquisita in atti con prot. 11398 del 10/01/2020).

Peraltro, considerata la complessità dell’intervento in argomento, che vuole laminare significativi volumi durante le imponenti piene del fiume Piave, si ravvisa l’opportunità che per le fasi di supervisione e controllo delle elaborazioni progettuali venga fornito un supporto scientifico ed esperto alla Direzione Difesa del Suolo, da parte del Dipartimento ICEA dell’Università degli Studi di Padova nell’ambito della collaborazione di carattere generale già attivata da questa Amministrazione con la stessa Università degli Studi di Padova con la DGR 876 del 30.06.2020 per lo sviluppo di attività negli ambiti di tipo geologico-idrogeologico, geomorfologico, geografico, geodetico-cartografico, idraulico, agrario, forestale, energetico ed ambientale.

Si propone pertanto di approvare l’Allegato A al presente provvedimento di cui forma parte integrante, contenente lo schema di convenzione regolante i rapporti con l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento ICEA, delegandone la sottoscrizione al Dirigente pro tempore della Direzione Difesa del Suolo.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTO il D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i.;

VISTO il D.Lgs. 18 aprile 2016 n. 50;

VISTA la Direttiva 92/43/CEE “Habitat”;

VISTO il D.P.R. n. 357/1991;

VISTA la DGR n. 876 /2020;

VISTO l'art. 2, comma 2 della LR n. 54/2012 e smi;

delibera

  1. di approvare, quale parte integrante e sostanziale del presente atto, quanto riportato in premessa;
     
  2. di dare atto che con Decreto Direttoriale del MATTM n. 505 del 22.11.2017 è stato approvato il primo stralcio di interventi contro il dissesto idrogeologico a valere sulle disponibilità del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico ex art. 55 L.28.12.2015, n. 22, finanziando per Euro 1.651.700,00 l’intervento denominato “Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano” - Comune di Crocetta del Montello (TV), dell’importo di 55.300.000,00 Euro;
     
  3. di dare atto che il responsabile della Direzione Gestione post emergenze connesse ad eventi calamitosi ed altre attività commissariali è il Soggetto Attuatore per la progettazione dell’intervento di cui trattasi;
     
  4. di dare atto che con Decreto n. 23 in data 08.06.2018, il Soggetto Attuatore del Commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nel Veneto ha individuato la Direzione regionale Difesa del Suolo quale Soggetto esecutore della progettazione e di ogni altro servizio connesso alla progettazione medesima e il suo Direttore quale responsabile del procedimento per l’intervento in parola;
     
  5. di dare atto che agli Uffici delle Direzione Difesa del Suolo compete la predisposizione degli atti di gara per l’affidamento dei servizi di progettazione dell’intervento in parola, la predisposizione e l’approvazione di tutte le fasi di progettazione previste dall’art. 23 del D.Lgs. 50/2016, fino alla sua cantierabilità;
     
  6. di approvare l'Allegato A al presente provvedimento di cui forma parte integrante, contenente lo schema di convenzione regolante i rapporti con l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento ICEA, per lo svolgimento, nell’ambito della convenzione già in atto con l’Università degli Studi di Padova in forza della DGR 876 del 30.06.2020, di un supporto scientifico ed esperto alla Direzione Difesa del Suolo nelle fasi di supervisione e controllo delle elaborazioni progettuali;
     
  7. di delegare la sottoscrizione della convenzione di cui al punto precedente al Dirigente pro tempore della Direzione Difesa del Suolo;
     
  8. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
     
  9. di demandare al Direttore pro tempore della struttura competente in materia di Difesa del Suolo l’attuazione del presente provvedimento;
     
  10. di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_302_21_AllegatoA_443599.pdf

Torna indietro