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Materia: Programmi e progetti (comunitari, nazionali e regionali)
Deliberazione della Giunta Regionale n. 745 del 16 giugno 2020
Riprogrammazione dei Programmi Operativi 2014-2020 della Regione del Veneto POR FSE e POR FESR in risposta all'emergenza COVID-19.
Con la presente deliberazione si dispone la riprogrammazione dei Programmi Operativi 2014-2020 della Regione del Veneto POR FSE e POR FESR, allo scopo di rispondere alle problematiche sanitarie, economiche e sociali determinate dall’attuale emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del virus COVID-19.
Il Presidente Luca Zaia riferisce quanto segue.
L’Unione europea, prendendo atto delle gravi conseguenze dell’epidemia di COVID – 19, ha recentemente introdotto modifiche sostanziali alla normativa che disciplina l’utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) attraverso il Regolamento (UE) 2020/460 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020, che autorizza interventi in campo sanitario e sul finanziamento capitale circolante delle PMI, precedentemente non previsti, e il Regolamento (UE) 2020/558 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020, che introduce ulteriori e importanti elementi di flessibilità nelle procedure di riprogrammazione dei POR e consente l’aumento al 100% del tasso di cofinanziamento delle spese certificate alla Commissione europea nel periodo 1 luglio 2020 – 30 giugno 2021.
Queste modifiche regolamentari sono state accompagnate da note esplicative delle Direzioni generali della Commissione europea (DG Regio e DG Empl), che sollecitano l’adesione alle misure proposte per far fronte alla situazione di grave difficoltà soprattutto del nostro Paese, affermando la piena disponibilità dei Servizi della Commissione europea ad accelerare le procedure di esame e approvazione delle modifiche dei POR che verranno proposte.
Nel pacchetto generale di misure Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+) attivate dall’Unione europea per l’emergenza sanitaria e a sostegno delle economie dell'UE e dei diversi Stati membri duramente colpiti dalla crisi, rientra anche l'adozione di norme maggiormente flessibili in materia di aiuti di Stato. La Comunicazione della Commissione "Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 "C(2020) 1863 del 19 marzo 2020 (successivamente modificata ed estesa dalla Comunicazione C(2020) 2215 del 03/04/2020 e dalla Comunicazione C(2020) 3156 del 08/05/2020) è volta a consentire agli Stati membri di adottare misure di sostegno al tessuto economico in deroga alla disciplina ordinaria sugli Aiuti di Stato. La Comunicazione segue ed integra le prime indicazioni fornite dalla Commissione nella Comunicazione "Risposta economica coordinata all'emergenza COVID-19" COM(2020) 112 del 13 marzo 2020. Il Quadro temporaneo, che prevede misure quali gli aiuti sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili, agevolazioni fiscali o di pagamenti, garanzie pubbliche sui prestiti, l’applicazione di tassi di interesse agevolati, cesserà di essere applicabile il 31 dicembre 2020, tranne che per la disciplina sugli aiuti di Stato alla ricapitalizzazione delle imprese non finanziarie, che sarà efficace sino al 1° luglio 2021.
Sulla base di tale strumento, lo Stato italiano ha provveduto a notificare il regime quadro per gli aiuti anticrisi SA.57021 approvato con decisione della CE C(2020) 3482 del 21/05/2020.
Tanto le modifiche dei Regolamenti vigenti sui fondi SIE che l’introduzione del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, allargano le possibilità di intervento nazionale e regionale, consentendo da una parte l’utilizzazione per l’emergenza delle risorse ancora non spese dei POR, dall’altra ampliando sensibilmente sia gli ambiti che la capacità di intervento, rispetto alle attuali possibilità offerte dalla normativa sugli Aiuti di Stato.
A livello nazionale i principali provvedimenti normativi in materia sanitaria, economica e sociale del Governo sono rappresentati dai Decreti Leggi 17 marzo 2020, n. 18, successivamente convertito con modificazioni, dalla legge 24 aprile, n. 27, cosiddetto Decreto “Cura Italia”, che introduce misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese, il DL 8 aprile 2020, n. 23, Decreto “Liquidità”, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2020, n. 40, che emana misure urgenti in materia di accesso al credito, di salute e di lavoro oltre a stabilire proroghe di termini amministrativi e processuali, e infine il DL 19 maggio 2020, n. 34, Decreto “Rilancio”, entrato in vigore il 19 maggio 2020, che al Capo XI disciplina l’utilizzo dei fondi della politica di coesione e in particolare agli artt. 241 e 242 stabilisce alcune condizioni per le riprogrammazioni dei Programmi Operativi nazionali e regionali dei fondi SIE 2014-2020, prevedendo anche uno specifico accordo tra il Ministro per il Sud e la coesione territoriale e le Amministrazioni titolari dei Programmi.
Su tale processo di riprogrammazione si innesta la possibilità di destinare a diverse tipologie di misure anche le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) anch'esso in fase di riprogrammazione.
Inoltre, a partire dal mese di aprile 2020, in una serie di incontri preliminari, il Ministro per il Sud e per la coesione territoriale ha presentato e discusso con le Regioni e le relative Autorità di Gestione dei POR FESR e FSE una proposta di Accordo tra Stato e Regioni che fissa regole comuni per tale riprogrammazione dei POR, allo scopo di massimizzare la risposta al COVID-19 mobilizzando tutte le risorse disponibili intorno a cinque priorità:
Tale Accordo, che sarà oggetto di uno specifico provvedimento della Giunta regionale, si caratterizza per l’impegno della Regione nel destinare una quota di risorse dei POR del ciclo di programmazione 2014-2020 a copertura di spese emergenziali anticipate da parte dello Stato con ricaduta sul territorio regionale e a copertura di specifiche misure regionali attuate in risposta alla pandemia, in cambio delle quali, allo scopo di garantire la continuità delle iniziative e la realizzazione degli interventi già previsti e in parte già finanziati, viene attribuita all’Amministrazione regionale una equivalente quota di risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC), in parte derivanti da assegnazioni alla Regione nelle programmazioni precedenti e attualmente non impegnate, in parte come nuove assegnazioni.
Con la pubblicazione del DL 19 maggio 2020, n. 34 Decreto “Rilancio” si sono poste le premesse per la piena applicazione di tale Accordo tra Stato e Regioni.
In sintesi:
In sede di Accordo andrà quindi assicurata la coerenza tra le norme del citato Decreto e le previsioni della bozza di Accordo sottoposta al vaglio delle Regioni.
A livello regionale, per quanto riguarda i fondi dei Programmi POR FSE e FESR 2014-2020, con propria Deliberazione n. 404 del 31 marzo 2020 la Giunta regionale aveva, approvato alcune linee di indirizzo per la modifica della programmazione regionale relative all’utilizzazione delle risorse ancora disponibili sui POR FSE e FESR del Veneto per il periodo 2014 – 2020.
In particolare, la citata Deliberazione rinviava a specifici provvedimenti della Giunta regionale la definizione delle priorità di investimento, della platea dei destinatari e delle azioni con l’identificazione delle risorse della politica di coesione e delle coperture a cofinanziamento necessarie.
Il lungo periodo di lock-down ha acuito le criticità sanitarie, economiche e sociali già evidenziate nella prima fase dell’emergenza, rendendo ancora maggiori le esigenze e le richieste di intervento da parte del sistema sanitario, delle imprese e delle persone, rendendo ancora più evidente la necessità di mobilitare tutte le risorse disponibili per una risposta il più possibile ampia ed efficace all’emergenza. Le misure di contenimento previste dal DL 23 febbraio 2020, n. 6, e confermate e ampliate dai successivi provvedimenti nazionali, che hanno disposto la chiusura di tutte le attività commerciali, esclusi gli esercizi commerciali per l'acquisto dei beni di prima necessità, la sospensione delle manifestazioni, iniziative e eventi di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, dei viaggi d'istruzione organizzati dalle istituzioni scolastiche nel periodo dell’anno in cui tipicamente vengono organizzati, la chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, hanno penalizzato enormemente imprese, dipendenti, professionisti e collaboratori dei settori della cultura, del turismo e del commercio al dettaglio.
Settori questi che di fatto nella prima fase del lock-down, tra il 23 febbraio e il 3 maggio (data di riapertura di alcune attività), si sono fermati, come dimostrato anche dai dati elaborati da Veneto Lavoro, in merito all’andamento della situazione occupazionale dei lavoratori dipendenti in Veneto (Misure/93 - Emergenza COVID-19. L’impatto sul lavoro dipendente in Veneto (23 febbraio-17 maggio 2020), che evidenziano l’assenza di assunzioni nel settore della cultura, che continua ad essere fortemente in crisi nonostante la riapertura, -86% di assunzioni nei servizi turistici, in particolare nel comparto della ristorazione e della ricettività, -65% di assunzioni per il settore del commercio al dettaglio. Dall’analisi della situazione occupazionale dell’intero periodo, tra il 23 febbraio e il 31 maggio, emerge come nel complesso si è passati da una riduzione del -61% nella fase iniziale (tra il 23 febbraio e il 3 maggio) al -34% fra 4 e 31 maggio.
Nonostante il recupero in atto per effetto della riapertura di alcune attività, le situazioni di maggior criticità caratterizzano ancora il comparto dei servizi dove mediamente le assunzioni a maggio segnano ancora un -46% sui livelli del 2019, in particolare il comparto dei servizi turistici, del commercio e dell’editoria e dell’istruzione (privata), settori quest’ultimi dove permane un vero e proprio “blocco” della domanda di lavoro, (Misure/94 - Emergenza COVID-19. L’impatto sul lavoro dipendente in Veneto (23 febbraio-31 maggio 2020).
La sospensione dei servizi educativi dell'infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, oltre a tale impatto sul mercato del lavoro, ha determinato un forte disagio alle famiglie che si sono ritrovate sole nell’affrontare il carico di cura di figli minori e parenti non autosufficienti e al sistema dell’offerta privato che affianca e completa la rete pubblica dei servizi all’infanzia, servizi scolastici e altri servizi educativi-assistenziali e socio-assistenziali che si trovano in situazioni di crisi per la mancata corresponsione delle rette/quote da parte delle famiglie a causa dell’interruzione repentina dell’erogazione delle proprie prestazioni per effetto dei provvedimenti di contenimento del coronavirus e che, in fase di ripresa delle attività dovranno adeguare le tipologie di servizi offerti e le modalità di erogazione sulla base delle norme dei protocolli di sicurezza previsti, con il rischio di ribaltare sulle famiglie le perdite maturate in questi mesi e i maggiori costi di gestione derivanti dalle misure di distanziamento e sanificazione.
Con il completamento del quadro normativo e dispositivo dell’Unione europea e nazionale come sopra descritto, si è ora in grado di poter effettivamente sviluppare un maggior numero di interventi in risposta alle esigenze urgenti delle persone, delle famiglie e delle attività economiche maggiormente colpite dalla crisi, riuscendo anche a differenziare la strumentazione a seconda dei diversi contesti e soggetti.
Da questo punto di vista, va quindi valutata positivamente la proposta del Governo di Accordo per una migliore utilizzazione delle risorse UE disponibili sui POR 2014-2020. Se le motivazioni governative sono evidentemente di ordine finanziario, potendo grazie all’Accordo e in un tempo relativamente breve, immettere quante più risorse europee nel sistema, riducendo così gli oneri di finanza pubblica, per la Regione i vantaggi finanziari, ma soprattutto economici e sociali sono del tutto evidenti, al di là dei maggiori oneri per la complessità dei meccanismi di gestione amministrativa e finanziaria che l’adesione all’Accordo indubbiamente comporta.
E’ infatti possibile, aderendo all’Accordo:
Le risorse che si possono mobilitare per la risposta all’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia COVID-19 risultano complessivamente pari a 253,7 Milioni di euro coperte fino a 119,7 Milioni di euro dal POR FSE e fino a 134 Milioni di euro dal POR FESR.
Per quanto riguarda il POR FSE, le risorse che la Regione ha ritenuto di mettere a disposizione nell’Accordo derivano da:
Per quanto riguarda il POR FESR, le risorse che la Regione ha ritenuto di mettere a disposizione nell’Accordo derivano da:
In adesione all’Accordo, le risorse per l’emergenza COVID-19, si suddividono in quelle destinate ad attivare misure di intervento regionali e in quelle anticipate dalla Stato per spese attribuibili alla nostra Regione in campo sanitario, di protezione civile, economico e sociale.
Le misure regionali attivate con il POR FSE riguardano:
Le misure regionali attivate con il POR FESR riguardano:
Al fine di dare risposta a eventuali diverse esigenze emergenziali del territorio Veneto, con successivi provvedimenti della Regione del Veneto, la ripartizione delle risorse rispetto a quanto qui sopra riportato potrà subire modifiche. In ogni caso l’ammontare complessivo delle risorse riservate per misure regionali a valere sui due POR FSE e FESR è pari a 186,67 Milioni di euro.
Le misure nazionali attivate con il POR FSE riguardano:
Le misure nazionali attivate con il POR FESR riguardano:
Per una parte di tali interventi è necessario procedere alla modifica dei rispettivi POR, in quanto tali interventi di natura emergenziale, per le loro caratteristiche, non erano stati previsti all’interno delle azioni attivabili nei programmi.
Stante l’urgenza di attivare quanto prima le azioni individuate, si autorizzano quindi le Autorità di Gestione ad avviare le necessarie consultazioni con i rispettivi Comitati di Sorveglianza e, successivamente, a presentare alla Commissione europea le richieste di modifica dei POR FESR e FSE 2014-2020.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTA la Comunicazione COM(2020) 112 del 13 marzo 2020;
VISTA la DGR n. 404 del 31 marzo 2020;
VISTO il Regolamento (UE) 2020/460 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020;
VISTO il Regolamento (UE) 2020/558 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020;
VISTO il Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 di cui alla Comunicazione C(2020) 1863 del 19 marzo 2020 e successive modificazioni e integrazioni di cui alle Comunicazioni C(2020) 2215 del 03/04/2020 e C(2020) 3156 del 08/05/2020;
VISTO il DL 17 marzo 2020, n.18, convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27;
VISTO il DL 8 aprile 2020, n.23, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2020, n. 40;
VISTO il DL 19 maggio 2020, n. 34;
VISTO l’esito della ricognizione effettuata sulle disponibilità di risorse “libere” dei Programmi POR FSE e FESR del Veneto 2014 - 2020, cioè delle risorse che risultano attualmente formalmente ancora non impegnate o la cui destinazione non è già stabilita in maniera vincolante in base a disposizioni regolamentari, a condizioni fissate nei Programmi o comunque in provvedimenti assunti dalla Giunta regionale vincolanti verso terzi;
RITENUTO necessario incaricare le rispettive Autorità di gestione dei POR di avviare quanto prima le procedure necessarie per l’attuazione dei provvedimenti necessari a stanziare le risorse per far fronte all’emergenza COVID – 19 individuate in premessa;
RAVVISATA l’opportunità di accogliere la proposta del relatore facendo proprio quanto esposto in premessa;
VISTO l’art. 2, comma 2, della L.R. n. 54 del 31/12/2012, come modificata con L.R. n. 14 del 17/05/2016;
delibera
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