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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 52 del 17 aprile 2020


Materia: Servizi sociali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 442 del 07 aprile 2020

Finanziamento misure finalizzate all'inclusione e al reinserimento sociale e/o lavorativo: Reddito di Inclusione Attiva (R.I.A), Sostegno all'abitare (S.o.A.) e Povertà educativa (P.E.). Prosecuzione delle progettualità e adozione di nuove disposizioni per far fronte all'emergenza del virus Covid-19.

Note per la trasparenza

Con il presente atto si intende garantire la prosecuzione del finanziamento delle misure: Reddito di Inclusione Attiva (R.I.A), Sostegno all’abitare (S.o.A.) e Povertà educativa (P.E.) nonché adottare nuove disposizioni per far fronte all’emergenza del virus Covid-19.

L'Assessore Manuela Lanzarin riferisce quanto segue.

La Regione del Veneto è stata colpita dalla recente emergenza sanitaria del virus Covid-19 che ha investito tutto il sistema sanitario regionale mettendolo a dura prova: i dati raccolti sono in continua evoluzione pertanto non è ancora possibile stabilire con certezza se il picco è stato raggiunto, ma dietro i numeri ci sono persone con il loro vissuto familiare e la loro storia. La risposta della Regione è stata immediata per evitare il tracollo delle strutture sanitarie, permettendo di contenere la diffusione del virus, a prezzo di limitazioni relative agli spostamenti delle persone e all’apertura degli esercizi commerciali, individuati come potenziali centri di aggregazione e veicolazione del virus.

Inoltre, il senso di solidarietà e la consueta generosità che caratterizzano la popolazione veneta non si sono fatte attendere. Nell’immane sforzo di fronteggiare l’epidemia, i Comuni, singolarmente od organizzati a livello di Ambito attraverso i servizi sociali, hanno attivato meccanismi di risposta alla cittadinanza come per esempio, per la spesa e la consegna di farmaci a domicilio alle persone più fragili (soprattutto anziani, facendo anzi rilevare casi non conosciuti precedentemente), per il sostegno attraverso gli sportelli sociali e per il supporto psicologico alle persone in isolamento. Tutto questo anche grazie all’estesa rete del Terzo Settore e delle reti di prossimità, che stanno svolgendo un ruolo prezioso grazie all’enorme sforzo di tutti i volontari messi in campo per far fronte all’emergenza, e che saranno ancora più indispensabili un domani, non appena la fase emergenziale lascerà il posto al ritorno alla normalità, con conseguenze purtroppo pesanti a livello sociale, lavorativo ed economico.

La crisi che stiamo vivendo e che vivremo prossimamente è diversa da quella economica del 2008, poiché colpisce anche i settori relativi ai servizi alla persona, il sociale, l’educazione, la cultura; tutte attività che si fondano sulle relazioni e sul rapporto con il prossimo, ed è evidente che ci vorrà molto più tempo per ristabilire un equilibrio, dato anche il forte isolamento che pervade questo momento storico.

A fianco dell’emergenza sanitaria stanno infatti già emergendo bisogni nuovi, come il numero crescente di persone confinate a casa perché positive al virus e che necessitano di assistenza, o quelle persone già dimesse che a loro volta devono accudire un congiunto non autosufficiente, così come anche i casi di minorenni o maggiorenni incapaci di provvedere a loro stessi, o i casi più in generale di persone disabili, che si trovano ad essere assistite da parenti, per malattia o decesso dei genitori. Si evidenziano nuovi compiti per i servizi sociali per monitorare le situazioni di fragilità, in particolare le famiglie con minori già a rischio di povertà educativa, le donne vittime di violenza, le persone senza dimora e tutte quelle condizioni di fragilità che nell’attuale emergenza rischiano di scivolare in condizione di maggior disagio. Si pensi poi alla fascia dei lavoratori che hanno visto bloccati i loro contratti di assunzione o hanno subito una conseguente riduzione di lavoro. Persone non conosciute e non prese in carico dai servizi comunali poiché abituate a far fronte alle situazioni difficili con propri sacrifici e mezzi, ma che adesso, con la perdita del lavoro stagionale/part-time/di cura servizi alla persona, hanno visto ridursi drasticamente le proprie entrate economiche.  Tra queste vi sono ad esempio anche i lavoratori stagionali nel ramo del turismo e della ristorazione, gli operai agricoli, le badanti, i lavoratori dello spettacolo e delle fiere, gli ambulanti, le piccole partita IVA, gli artigiani. Secondo l’Osservatorio Mercato del Lavoro, l’impatto dell’emergenza nel corso di un mese ha determinato una perdita aggiuntiva netta di posizioni di lavoro dipendente pari almeno a 15.000-20.000 unità, corrispondenti all’incirca allo 0,7-0,8% dell’occupazione dipendente.

I servizi sociali, in linea anche con la Circolare n. 1/2020 del 27/03/2020 della Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, sono chiamati ora più che mai ad intervenire oltre ai meccanismi e ai servizi abituali, assicurando continuità nell’erogazione dei servizi, al fine di mantenere la massima coesione sociale ed evitare lo scivolamento delle persone/famiglie danneggiate dall’emergenza verso la zona grigia della povertà.

La Regione del Veneto, dal canto suo, già nelle scorse annualità aveva posto l’accento sulla mutata condizione di fragilità di alcune fasce sociali e sulla necessità di prevedere forme innovative di risposta per i “nuovi vulnerabili”. Ora è ormai evidente che tale situazione andrà aggravandosi. Di fronte a questo mutamento socioeconomico è obsoleto, dunque, pensare che i meccanismi di risposta usuali possano funzionare senza un loro ripensamento.  Lo scenario che si sta aprendo impone infatti di considerare in modo nuovo: il lavoro, le relazioni familiari e amicali, il rapporto con i nostri anziani, i malati e le persone più bisognose, ripensando a nuove forme per stare insieme e fare comunità. E’ necessario inoltre, ora più che mai, rafforzare l’integrazione con le altre misure o progetti regionali e locali (Empori Solidali, STACCO, NA.Ve, progetti comunali) e sviluppare meccanismi di risposta congiunti fra le politiche sociali, socio-sanitarie, lavorative e le nuove reti comunitarie.  Importante è poi il lavoro di rete con il Terzo Settore: in questi giorni è stato per esempio straordinario il coordinamento con la Croce Rossa, la Protezione Civile e il volontariato, per la crescita del welfare sociale e l’attivazione di meccanismi di risposta alla cittadinanza anche attraverso le COC.

Per quanto riguarda i minori, con la chiusura forzata delle scuole, aumenta il numero di bambini e ragazzi a rischio di maggiore esclusione sociale. Da recenti rapporti di “Alleanza per la povertà” e “Investing in Children” infatti, i bambini e ragazzi impossibilitati ad andare a scuola e a svolgere attività formative, sportive o culturali, vedono ridursi l’accesso alle più basiche opportunità di inclusione sociale. I bambini e ragazzi che vivono in famiglie a basso reddito sono ovviamente più penalizzati, in quanto non hanno sempre in famiglia persone che possano seguirli o aiutarli nello svolgimento della didattica online. Oltre all’esclusione sociale è forte il rischio che permangano forme di povertà educativa. In Veneto l’incidenza della povertà relativa minorile (0-17 anni) è del 14,8%, ma a questo si deve aggiungere che la povertà educativa cresce insieme alla povertà materiale in un circolo vizioso.

Tutto questo ci porta a considerare come le misure e gli interventi adottati in questi anni dalla Regione del Veneto siano in linea con quanto decritto, a partire dalle finalità dettate dal Piano nazionale di contrasto alla povertà e dal Piano regionale di contrasto alla povertà (DGR n. 1504 del 2018), in particolare per quanto riguarda un approccio di rete con altri settori che metta al centro il nucleo familiare nella sua interezza, e soprattutto, interrogandosi su come sia meglio intercettare e far emergere le nuove forme di disagio prima che queste sfocino in una vera e propria forma di povertà. A tale riguardo, l’avvento del Reddito di Cittadinanza (D.L. n. 4 del 22/01/2019 convertito in L. n. 26 del 28/03/2019) ha determinato un ulteriore sviluppo della collaborazione nel territorio tra i Servizi Sociali, i Centri per l’Impiego, il Terzo Settore e i servizi specialistici per quanto riguarda la presa in carico delle persone beneficiarie in un’ottica integrata.

La Regione del Veneto con la DGR n. 1106 del 30 Luglio 2019 che ha dato prosecuzione al R.I.A., arrivato alla sesta edizione, ha voluto capitalizzare l’esperienza, ormai consolidata in molti territori, orientata a superare una forma di aiuto puramente assistenziale. I punti di forza di questa annualità sono stati l’aver attivato la misura attraverso i 21 Ambiti Territoriali Sociali e il fatto di aver inserito all’interno della stessa misura anche altri interventi come il Sostegno all’Abitare e la Povertà Educativa. Da questo punto di vista gli Ambiti Territoriali Sociali sono strumento primario di ricognizione dei bisogni per assicurare l’ottimizzazione delle risorse provenienti dalle reti istituzionali e non. Da un’analisi dei Piani Operativi del R.I.A. VI e delle risposte ai questionari legati all’emergenza Covid-19, somministrati ai territori nei giorni scorsi, si riscontra come l’organizzazione per Ambiti sia quello che meglio consente di rispondere alle diverse esigenze e come emergano considerazioni riguardo all’emersione di una nuova fascia di vulnerabili e ai fenomeni di calo occupazionale e riduzione quali-quantitativa dei consumi,  insieme all’interconnessione delle componenti casa/lavoro/crisi delle reti primarie. Come modalità operativa, inoltre, molti si avvalgono del Nucleo Operativo di Ambito data anche l’esigenza di avere una visione d’insieme, di creare reti capaci di superare le frammentazioni delle risorse e di rafforzare la collaborazione attiva e già esistente nel territorio con i CpI per l’ambito lavorativo, con le aziende Ulss e con il Terzo Settore.

La misura ha raggiunto, con la DGR n. 1622 del 2017, ben 1.713 beneficiari di cui circa il 20% ha continuato l’esperienza di tirocinio/volontariato presso l’ente in cui ha prestato servizio, come dimostrazione della buona riuscita del progetto personalizzato. Ha visto, inoltre, il coinvolgimento di più di 500 soggetti fra associazioni, parrocchie, fondazioni, forze dell’ordine, cooperative sociali, IPAB, privati e altri organismi di volontariato. I dati del monitoraggio intermedio per la DGR n. 1547 del 2018, analizzati nel corso dell’anno, non fanno, inoltre, che confermare il trend in crescita: a metà progettualità erano stati raggiunti 1.251 beneficiari con il coinvolgimento di oltre 550 associazioni nel territorio.

A seguito dell’insorgere dell’emergenza Covid-19 le attività delle DGR n. 1545, 1546, 1547 e n. 1106 si sono dovute interrompere per quanto riguarda i percorsi di inserimento e sostegno, come riportato dai vari Comuni. La Regione ha quindi fatto fronte alla pressante situazione tramite la DGR n. 342 del 17 Marzo 2020 con cui, a seguito delle disposizioni normative che hanno di fatto limitato gli spostamenti, e al fine  di non interrompere il servizio di assistenza ai nuclei beneficiari, ha ritenuto opportuno garantire l’erogazione del contributo economico anche in assenza del progetto personalizzato; soluzione che ha visto d’accordo molti operatori nel territorio, preoccupati di dover interrompere l’unico aiuto che i nuclei beneficiari ricevevano.

Tutto ciò premesso, si propone di dare continuità alla misura R.I.A. (insieme a S.o.A e P.E.), attraverso i 21 Ambiti Territoriali Sociali, per assicurare un supporto non solo alle fasce storicamente deboli e marginalizzate, ma anche per l’inclusione di nuovi nuclei di beneficiari colpiti dall’emergenza Covid-19 e privi di ammortizzatori sociali, che in mancanza di alcun intervento si troverebbero presto in una situazione di particolare criticità. Data la particolare natura di questa ultima categoria di persone, che spesso non necessita di progetti personalizzati di reinserimento sociale o lavorativo, in quanto si è trovata improvvisamente e repentinamente esclusa dal mondo lavorativo, si prevede, accanto al Fondo destinato al R.I.A./S.o.A./P.E., l’istituzione di un Fondo di emergenza, da cui attingere per l’erogazione di contributi economici, finalizzati a dare un sostegno fino alla ripresa delle condizioni di normalità.

Per quanto sopra esposto si determina in Euro 8.200.000,00 l’importo massimo delle obbligazioni di spesa per l’esercizio 2020, di cui almeno Euro 700.000,00 per la Povertà Educativa e di cui almeno Euro 2.200.000,00 per il Fondo emergenza Covid-19, alla cui assunzione provvederà con propri atti il Direttore della U.O. Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità ed Inclusione Sociale entro il corrente esercizio, disponendo la copertura finanziaria a carico del capitolo 103383 “Fondo nazionale per le politiche sociali – Interventi per soggetti a rischio esclusione sociale – Trasferimenti correnti (Art. 2, L. 8/11/2000, n. 328 – art. 80, co. 17, L.23/12/2000, n. 388)” del Bilancio di previsione 2020-2022. A tal riguardo è stata verificata la effettiva disponibilità delle risorse nel bilancio 2020-2022 e che tale spesa trova copertura nell’accertamento in entrata, disposto con DDR n. 27 del 02/04/2020 ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i. a valere sul capitolo di entrata 1623 “Assegnazione del Fondo nazionale per le Politiche sociali – risorse indistinte (art. 20, L. 8.11.2000, n. 328 –art. 80, co. 17, L. 23.12.2000, n. 388)”. Inoltre, le obbligazioni conseguenti, di natura non commerciale, non rientrano nelle tipologie soggette a limitazioni ai sensi della L.R. n. 1/2011.

Relativamente all’importo stanziato, nell’Allegato A, parte integrante ed essenziale del presente atto, sono indicate le disposizioni attuative contenenti i criteri per l’individuazione dei beneficiari, mentre nell’Allegato B, anch’esso parte integrante ed essenziale del presente atto, sono contenute invece le disposizioni in merito alla ripartizione dei fondi e alle modalità di monitoraggio e rendicontazione.

Si precisa, infine, relativamente alla disciplina del R.I.A, S.o.A. e P.E. che le deroghe previste dalla DGR n. 342 del 17 marzo 2020, si estendono anche al presente atto. 

Si precisa inoltre che le disposizioni del Fondo di emergenza Covid-19 contenute nel presente atto si estendono anche alle DGR n. 1545, 1546, 1547/2018 e n. 1106/2019.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTI gli artt. n. 20 della L. 328/2000 e n. 80 della L. 388/2000;

VISTI il D.lgs n. 126/2014 integrativo e correttivo del D. Lgs. n. 118/2011;

VISTO il Decreto Legislativo 15 settembre 2017, n. 147;

VISTO il Decreto Legislativo n. 4 del 22.01.2019;

VISTO il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 4 settembre 2019;

VISTA la legge regionale 29 novembre 2001, n. 39; 25 novembre 2019, n. 46;

VISTO l’art. 2 co. 2 della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

VISTA la DGR n. 1622 del 20.10.2017;

VISTA la DGR n. 1504 del 16.10.2018;

VISTA la DGR n. 1547 del 22.10.2018;

VISTA la DGR n. 1545 del 22.10.2018;

VISTA la DGR n. 1546 del 22.10.2018;

VISTA la DGR n. 1106 del 30.07.2019;

VISTA la DGR n. 342 del 17.03.2020

delibera

  1. di approvare, per le motivazioni espresse in premessa, la prosecuzione del finanziamento delle progettualità finalizzate all’inclusione e al reinserimento sociale e/o lavorativo delle fasce deboli – Reddito d’Inclusione Attiva, Sostegno all’Abitare, Povertà Educativa di cui alla DGR n. 1106 del 30.07.2019 e l’ adozione di nuove disposizioni per far fronte all’emergenza del virus Covid-19;
  2. di approvare l’Allegato A, parte integrante ed essenziale del presente atto, in cui sono indicati in particolare i criteri per l’individuazione dei beneficiari;
  3. di approvare l’Allegato B, parte integrante ed essenziale del presente atto, in cui sono contenute le disposizioni attuative per il finanziamento e per la ripartizione dei fondi, le modalità di monitoraggio e rendicontazione;
  4. di determinare in Euro 8.200.000,00, di cui almeno Euro 700.000,00 per la Povertà Educativa e di cui almeno Euro 2.200.000,00 per il Fondo emergenza Covid-19, l’importo massimo delle obbligazioni di spesa per la realizzazione delle progettualità di cui sopra sul capitolo di spesa 103383 “Fondo nazionale per le Politiche sociali – Interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale – Trasferimenti correnti (art. 2, L. 8.11.2000, n. 328 – art.80, co. 17, L.23/12/2000, n. 388)” del bilancio regionale di previsione 2020-2022, per l’esercizio 2020, che presenta la sufficiente disponibilità;
  5. di dare atto che la spesa di cui al precedente punto 4 trova copertura nell’accertamento in entrata, disposto con DDR n. 27 del 02/04/2020 ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i. a valere sul capitolo di entrata 1623 “Assegnazione del Fondo nazionale per le Politiche sociali – risorse indistinte (art. 20, L. 8.11.2000, n. 328 –art. 80, co. 17, L. 23.12.2000, n. 388)”;
  6. di dare atto che la spesa di cui si prevede l’impegno con il presente atto non rientra nelle tipologie soggette a limitazioni ai sensi della L.R. 1/2011 e non ha natura di debito commerciale;
  7. di incaricare il Direttore della U.O. Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità ed Inclusione Sociale dell’esecuzione del presente atto;
  8. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi degli articoli 26 e 27 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;
  9. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_442_20_AllegatoA_418270.pdf
Dgr_442_20_AllegatoB_418270.pdf

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