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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 111 del 06 novembre 2018


Materia: Servizi sociali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1546 del 22 ottobre 2018

Finanziamento interventi per il sostegno all'abitare rivolti a fasce socialmente deboli in carico ai servizi sociali - Sostegno all'Abitare - SoA.

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento si intendono finanziare interventi volti ad aiutare le fasce più vulnerabili della popolazione nella sostenibilità economica delle spese relative all’abitare, all’interno di un progetto personalizzato di presa in carico.

L'Assessore Manuela Lanzarin riferisce quanto segue.

In questi ultimi anni la crisi economica ha avuto pesanti effetti anche sul territorio della nostra Regione. Come descritto nel Documento di Economia e Finanza Regionale – DEFR 2019-2021 (DGR n. 71/CR del 26/06/2018)) in Veneto risulta a rischio povertà o esclusione sociale il 17,9 % della popolazione, a rischio povertà relativa il 12,2% e in una condizione di grave deprivazione materiale il 5% della popolazione. Si riscontra inoltre che il 6,7 % delle persone vive in famiglie con bassa intensità lavorativa.

I dati indicano inoltre un aumento delle diseguaglianze. Infatti, come sottolinea sempre il DEFR, ad un aumento del reddito per le famiglie più ricche corrisponde un aumento della percentuale delle famiglie a rischio povertà, per cui “il 40% più povero della popolazione vede diminuire il proprio reddito familiare pro capite del 2,8%, rispetto a una variazione positiva per la popolazione complessiva (+6,1%)”. Infine si pone l’accento da un lato sulla stretta connessione tra il rischio di povertà materiale e l’esclusione sociale e dall’altro su come il trovarsi in determinate categorie ‘vulnerabili’ (per esempio le donne sole con figli a carico, gli anziani senza reti forti di sostegno, i minori in famiglie in difficoltà socio-economiche e/o i minori stranieri non accompagnati, i giovani con un basso livello d’istruzione o in condizioni lavorative e/o abitative precarie) richieda un intervento multidimensionale, che miri alla  riattivazione della persona e a una sua piena inclusione sociale.

Considerando nello specifico la dimensione abitativa emerge che i problemi  ad essa legati  sono andati estendendosi: “la grave deprivazione abitativa coinvolge l’8,7% della popolazione, circa 431mila persone, che vivono in una casa inadeguata perché sovraffollata e con problemi di vario tipo. Sono soprattutto famiglie che sono in affitto e in abitazioni datate, giovani e coppie con figli a carico, famiglie formate da un solo genitore e persone con basso titolo di studio. La percentuale di persone in grave deprivazione abitativa sale al 21,3% per le persone a rischio povertà, che più spesso soffrono problemi abitativi: il 39,4% vive in case che hanno gravi carenze strutturali, come il tetto, le finestre, le porte danneggiate o presenza di umidità (vs 28,5% per la popolazione complessiva), o che hanno scarsa luminosità (rispettivamente 11% vs 5,1%). La condizione di sovraffollamento interessa quasi un terzo delle famiglie povere, 10 punti percentuali in più rispetto alla popolazione, con conseguenze negative sulla qualità della vita per la mancanza di spazi adeguati, la ridotta privacy, le precarie condizioni di igiene e la minore possibilità di riposare bene. Anche riuscire a riscaldare in modo adeguato la casa può diventare un problema. Tra le forme più gravi di precarietà abitativa vi è il rischio di perdere l’alloggio a causa di uno sfratto: nel 2016 sono 3.842 i provvedimenti di sfratto emessi in Veneto, 1 ogni 537 famiglie residenti, e nel 94% dei casi è per morosità. L’edilizia residenziale pubblica soddisfa solo una minima parte delle esigenze abitative per le famiglie in difficoltà economica. Sono 38.413 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti dalle Ater nel 2016 e accolgono 72.192 cittadini”.

Il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale è un tema centrale e urgente a tutti i livelli istituzionali. La programmazione nazionale ha avviato un percorso di profondo cambiamento a livello normativo e operativo in questa materia introducendo, con il D.Lgs. n. 147/2017, una misura nazionale per il contrasto alla povertà definita “Reddito di Inclusione” (ReI). La Regione del Veneto, in attuazione di quanto previsto a livello nazionale ed in particolare all’art. 14 del decreto succitato,  ha adottato il Piano Regionale per il contrasto alla povertà al fine di affrontare le sfide che i bisogni emergenti pongono con una visione integrata delle politiche.

Alla luce di tali atti, con specifico riferimento alla dimensione del disagio abitativo, la Regione Veneto intende affrontare tale tematica dedicando un’attenzione particolare alla prevenzione secondo un approccio integrato. Si intende pertanto istituire in via sperimentale per l’anno 2018-2019 una nuova misura di sostegno all’abitare, denominata SoA.

L’obiettivo di questo intervento è duplice: da un alto sostenere le amministrazioni comunali che già fanno fronte con proprie risorse alle problematiche legate alla casa (dall’affitto, ai mutui, alla spesa per le bollette) e dall’altro offrire ai residenti di tutta la Regione la possibilità di avere un sostegno utile a prevenire l’instaurarsi di una crisi abitativa/situazione problematica tale da tradursi anche nell’attivazione di procedimenti giudiziari. Anche questa misura intende implementare il principio dell’empowerment della persona e delle istituzioni, al fine di attivare e diffondere modelli di welfare sostenibili e generativi con cui mettere in moto e in circolo le risorse già presenti.

Tutto ciò premesso e considerati i bisogni pressanti relativamente all’abitare, si intende offrire in via sperimentale agli ambiti territoriali, individuati per la gestione del PON “Inclusione” FSE - Avviso n.3/2016 e corrispondenti ai 21 territori afferenti ai 21 Comitati dei sindaci di distretto delle Aziende ULSS, la possibilità di erogare contributi per il sostegno all’abitare rivolti a soggetti e nuclei familiari socialmente deboli in carico ai servizi sociali.

Per definire questo intervento, si intende mutuare il modello costruito con la  misura regionale R.I.A (Reddito di Inclusione Attiva).

Ricordiamo qui di seguito, brevemente, alcune informazioni su questa misura che si declina in due tipologie di interventi - sostegno al reddito e inserimento lavorativo - e che si colloca nel quadro degli interventi a sostegno della persona e dei nuclei familiari socialmente deboli in modo complementare al ReI. Finanziato dal 2013 e giunto alla IV edizione, il R.I.A. adotta un metodo che riconosce centralità alla persona e alle singole soggettività, prevedendo a livello operativo, l’attivazione di progetti personalizzati che portano un valore aggiunto anche alle comunità in termini di relazioni, legami, competenze e risorse (funzionali anche alla prevenzione). Tutto questo ha determinato un progressivo rafforzamento del lavoro in rete e di rete tra servizi, in cui gli enti del Terzo Settore giocano un ruolo centrale, prezioso per i territori stessi e per l’avvio di altre misure di sostegno.

La definizione di questo contributo specifico, oggetto del presente atto, seguirà il modello sperimentato positivamente con la misura del R.I.A e quindi costituirà parte integrante del progetto personalizzato relativo alla persona presa in carico. Quanto ai requisiti per l’individuazione dei beneficiari della misura si rimanda all’Allegato A parte integrante del presente atto, prevedendo per l’anno 2018 - 2019 un fondo di Euro 1.800.000,00. Nell’Allegato B, parte integrante anch’esso del presente atto sono contenute le disposizioni attuative in merito ai criteri per la ripartizione dei fondi, le modalità di erogazione, rendicontazione e monitoraggio.

A tale riguardo, si è svolta un’ indagine esplorativa con i 7 comuni capoluogo di provincia già capofila del progetto R.I.A. per raccogliere osservazioni in merito a questa sperimentazione. L’ente capofila di ogni Ambito territoriale sarà chiamato a raccogliere la manifestazione di interesse dei comuni interessati alla sperimentazione, entro e non oltre 30 giorni dalla data di adozione del presente atto. L’iniziativa in oggetto si concluderà il 29 febbraio 2020. Il fondo sarà erogato agli enti capofila dei 21 Ambiti territoriali e sarà ripartito in proporzione al totale della popolazione residente in ciascun Ambito, secondo i dati ISTAT al 01.01.2018. Successivamente l’ente capofila di ogni Ambito distribuirà le risorse sulla base della popolazione residente dei comuni che aderiranno all’iniziativa riservando una quota massima pari al 15% da destinare a quei Comuni con un maggior fabbisogno abitativo, secondo quanto riportato nell’Allegato A del DDR n. 163 del 30/12/2015. Le risorse totali a disposizione pari dunque a Euro 1.800.000,00 trovano copertura sullo stanziamento del capitolo 103383 “Fondo nazionale per le Politiche sociali – Interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale – Trasferimenti correnti (art. 20, L. 8/11/2000, n. 328 – art.80, co. 17, L.23/12/2000, n. 388)” del Bilancio regionale di previsione 2018 - 2020. Gli interventi di cui al presente atto afferiscono al Decreto interministeriale del 23 novembre 2017, Macro Livello 5 - Misure di inclusione sociale – Sostegno al reddito. Si precisa infine che l’ obbligazione di spesa per un importo massimo di complessivi Euro 1.800.000,00 sarà assunta con successivo atto dal Direttore della Direzione Servizi Sociali.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTI gli artt. n. 20 della L. 328/2000 e n. 80 della L. 388/2000;

VISTO il Decreto Legislativo 15 settembre 2017, n. 147;

VISTO il Decreto Interministeriale 23 novembre 2017;

VISTA la DGR n. 71/cr del 26/06/2018

VISTA la legge regionale 29 novembre 2001, n. 39, artt. 42 e 44;

VISTO l’art. 2 co. 2 della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

delibera

  1. di approvare, per le motivazioni espresse in premessa, il finanziamento di contributi per il sostegno all’abitare per persone e nuclei familiari socialmente deboli, in carico ai servizi sociali, favorendo una sperimentazione sull’intero territorio regionale;
  2. di approvare l’Allegato A, parte integrante ed essenziale del presente atto, in cui sono indicati gli obiettivi e i criteri di accesso;
  3. di approvare l’Allegato B, parte integrate del presente documento, in cui sono contenute le disposizioni attuative in merito ai criteri per la ripartizione dei fondi, le modalità di erogazione, rendicontazione e monitoraggio;
  4. di determinare in Euro 1.800.000,00 l’importo massimo dell’obbligazione di spesa a cui provvederà con successivo atto il Direttore della Direzione Servizi Sociali;
  5. di dare atto che la spesa di cui al precedente punto 4 trova copertura nell’accertamento in entrata n. 2558 del 2018, disposto con DDR n. 51 del 21.06.2018 ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i. a valere sul capitolo di entrata 001623 “Assegnazione del Fondo nazionale per le Politiche sociali – risorse indistinte (art. 20, L. 8.11.2000, n. 328 –art. 80, co. 17, L. 23.12.2000, n. 388)” (reversale n. 10022);
  6. di dare atto che la spesa di cui si prevede l’impegno con il presente atto non rientra nelle tipologie soggette a limitazioni ai sensi della L. R. 1/2011 e non ha natura di debito commerciale;
  7. di incaricare la Direzione Servizi Sociali dell’esecuzione del presente atto;
  8. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi degli articoli 26 e 27 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;
  9. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

1546_AllegatoA_380537.pdf
1546_AllegatoB_380537.pdf

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