Menu veloce: Pagina iniziale | Consultazione | Filtri di selezione | Contenuto
Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 110 del 02 novembre 2018


Materia: Servizi sociali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1545 del 22 ottobre 2018

Finanziamento interventi di contrasto alla povertà educativa rivolti a nuclei familiari in carico ai servizi sociali con minori di età tra i 3 e 11 anni.

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento si intendono finanziare interventi volti ad aiutare i bambini e le bambine di età compresa tra i 3 e 11 anni che vivono all’interno di nuclei familiari vulnerabili in carico ai servizi sociali dei comuni.

L'Assessore Manuela Lanzarin riferisce quanto segue.

La crisi economica ancora in atto ha avuto e sta avendo pesanti effetti anche sul territorio della nostra Regione, che si traducono in un aumento delle disuguaglianze e della povertà. La povertà è un fenomeno complesso che non si limita alla dimensione economica e, proprio per questo, richiede strategie e approcci di intervento ad ampio spettro. Da questa visione deriva un articolato sistema di policies regionali dedicate al contrasto della povertà e la decisione di dedicare un finanziamento specifico alla povertà educativa.

Il Rapporto statistico 2018 della Regione del Veneto e il DEFR 2019-2021 offrono una definizione e un’analisi di questa dimensione del fenomeno molto significative. La povertà educativa, dice il Rapporto: “impedisce a bambini e adolescenti di acquisire le competenze per avere nel presente, e in futuro da grandi, una buona qualità di vita. Si manifesta nella privazione delle competenze cognitive, ma si traduce in una più ampia deprivazione di competenze anche non cognitive, come lo sviluppo delle capacità emotive, di relazione, di crescita personale, di scoperta del sé e del mondo”. Esso riporta anche la definizione di Save the Children che la considera “il processo che limita il diritto dei minori a un’educazione e li priva dell’opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”.

Sempre il Rapporto su citato ricorda che l’ISTAT, oltre a mettere sotto i riflettori la multidimensionalità e la complessità della povertà educativa, ha da poco sviluppato l’Indice di Povertà Educative (IPE) proprio per misurare la mancanza di opportunità per la fascia più giovane della popolazione. Questo indice si compone di 4 dimensioni specifiche che tengono conto della complessità di questo fenomeno: “Relazioni primarie e abilità cognitive”, “Attitudine alla resilienza”, “Partecipazione sociale e al sistema di formazione”, “Vita confortevole, sana e sicura”.

Anche il DEFR Veneto 2019-2021 richiama l’attenzione sulla stretta connessione tra povertà economica e povertà educativa, rilevando che il 21% dei minori in Italia si confronta con diverse tipologie di privazioni come ad esempio: “non poter indossare abiti nuovi (7,8% in Veneto vs Italia 10,2%), non poter fare una vacanza di una settimana lontano da casa (15,8% in Veneto e 25,9% in Italia), ma neanche partecipare alla gita scolastica o praticare sport o altre attività extrascolastiche per motivi economici (6,1% Veneto, 17,3% Italia)”.

Sempre il DEFR, proponendo una lettura comparata del contesto Italia con quello europeo, richiama l’attenzione su come il nostro paese presenti “livelli più alti di povertà o esclusione sociale sia per la popolazione nel complesso sia per i minori: per quest’ultimi il rischio è del 33,2% (interessando oltre 3,2 milioni di bambini e ragazzi), quasi 7 punti percentuali in più rispetto alla media europea. Il rischio di povertà o esclusione per bambini e ragazzi con meno di 18 anni è di 3,6 punti superiore a quello per gli adulti, un distacco maggiore che in altri Paesi europei”.

Seppur venga evidenziato come, in confronto alle medie nazionali “il disagio per i minori nel Veneto è tra i più bassi (21,1% nel 2016)”, il DEFR ribadisce che comunque questo target è più vulnerabile e a rischio: “Nel complesso sono oltre 165 mila i bambini e i ragazzi veneti sotto i 18 anni a rischio povertà o esclusione sociale, il 35% in più rispetto al 2009.”.

I parametri su indicati richiamano l’attenzione non solo sulle deprivazioni ma anche sui rischi nella crescita psico-fisica e della totalità della persona che riguardano la vita dei bambini di oggi, che saranno gli adulti e i cittadini di domani.

Da più fonti viene sottolineato come la condizione sociale di partenza costituisca una discriminante (sia in termini positivi che negativi, definita nel rapporto ISTAT 2018 ‘dote familiare’). Infatti, sempre il rapporto ISTAT sottolinea come crescere in una famiglia con un basso status sociale, economico e/o in termini di stimoli relazionali può limitare o precludere un cambiamento positivo rispetto allo status sociale di provenienza. Anche nel DEFR si ribadisce l’importanza di non sottovalutare il processo di trasmissione della povertà da una generazione all’altra “visto che i bambini che crescono in povertà hanno una più alta probabilità di rimanere poveri anche da adulti”.

Tutto ciò premesso e considerate le peculiarità di questo fenomeno, l’iniziativa regionale di contrasto alla povertà educativa si colloca in un contesto di interventi, in tema di povertà, già articolato, facendo in particolare riferimento al modello costruito per l’attivazione del ReI e all’importanza data al sostegno alla genitorialità nel Piano nazionale e in quello regionale per il contrasto alla povertà.

Si ravvisa dunque l’opportunità di riconoscere agli Ambiti territoriali della Regione un finanziamento di Euro 500.000,00. Risorse da destinare ai bambini e alle bambine di età compresa fra 3 e 11 anni che fanno parte di nuclei familiari in carico ai servizi sociali per offrire l’accesso ad attività e/o servizi sperimentali di sostegno alla genitorialità, nel quadro di progettualità di attivazione sociale.

Nell’Allegato A, parte integrante ed essenziale del presente atto, sono indicate le disposizioni attuative contenenti in particolare i criteri per l’individuazione dei beneficiari e i criteri per la ripartizione dei fondi.

Le risorse a disposizione ammontano dunque a Euro 500.000,00 e trovano copertura sullo stanziamento del capitolo 103383 “Fondo nazionale per le Politiche sociali – Interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale – Trasferimenti correnti (art. 20, L. 8/11/2000, n. 328 – art.80, co. 17, L.23/12/2000, n. 388)” del Bilancio regionale di previsione 2018 - 2020. Gli interventi di cui al presente atto afferiscono al Decreto interministeriale del 23 novembre 2017, Macro Livello 5 - Misure di inclusione sociale – Sostegno al reddito.

Si precisa infine che l’obbligazione di spesa per un importo massimo complessivo di Euro 500.000,00 sarà assunta con successivo atto del Direttore della Direzione Servizi Sociali.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTI gli artt. n. 20 della L. 328/2000 e n. 80 della L. 388/2000;

VISTO il Decreto Interministeriale 23 novembre 2017;

VISTA la DGR N. 71/CR del 26/06/2018;

VISTA la legge regionale 29 novembre 2001, n. 39, artt. 42 e 44;

VISTO l’art. 2 co. 2 della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

delibera

1. di approvare, per le motivazioni espresse in premessa, l’Allegato A, parte integrante ed essenziale del presente atto, in cui sono indicate le disposizioni attuative contenenti in particolare le modalità di accesso alla misura;

2. di dare atto che la spesa prevista dal presente provvedimento pari a Euro 500.000,00 trova copertura sullo stanziamento del capitolo 103383 “Fondo nazionale per le Politiche sociali – Interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale – Trasferimenti correnti (art. 20, L. 8.11.2000, n. 328 – art.80, co. 17, L.23/12/2000, n. 388” del bilancio regionale di previsione 2018-2020, per l’esercizio 2018, che presenta la sufficiente disponibilità;

3. di determinare in Euro 500.000,00 l’importo massimo dell’obbligazione di spesa a cui provvederà con proprio atto il Direttore della Direzione Servizi Sociali;

4. di dare atto che la spesa di cui al precedente punto 4 trova copertura nell’accertamento in entrata n. 2558/2018, disposto con DDR n. 51 del 21.06.2018 ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i. a valere sul capitolo di entrata 001623 “Assegnazione del Fondo nazionale per le Politiche sociali – risorse indistinte (art. 20, L. 8.11.2000, n. 328 –art. 80, co. 17, L. 23.12.2000, n. 388)” (reversale n. 10022);

5. di dare atto che la spesa di cui si prevede l’impegno con il presente atto non rientra nelle tipologie soggette a limitazioni ai sensi della L. R. 1/2011 e non ha natura di debito commerciale;

6. di incaricare la Direzione Servizi Sociali dell’esecuzione del presente atto;

7. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi degli articoli 26 e 27 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;

8. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

1545_AllegatoA_380516.pdf

Torna indietro