Menu veloce: Pagina iniziale | Consultazione | Filtri di selezione | Contenuto
Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 99 del 02 ottobre 2018


Materia: Ambiente e beni ambientali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1352 del 18 settembre 2018

Messa in sicurezza delle fonti idropotabili contaminate da sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS). Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto. Assegnazione alla Società Veneto Acque S.p.A. della progettazione e dell'esecuzione della Condotta di adduzione primaria Piazzola sul Brenta (PD) - Brendola (VI) e del coordinamento tecnico degli ulteriori interventi.

Note per la trasparenza

Facendo seguito alla precedente D.G.R. n. 385/2017, la presente deliberazione prende atto dell’individuazione degli interventi necessari alla sostituzione delle fonti idropotabili contaminate da PFAS, assegnando alla società Veneto Acque S.p.A. la progettazione e l’esecuzione della Condotta di adduzione primaria Piazzola sul Brenta (PD)-Brendola (VI), nonché il coordinamento tecnico degli ulteriori interventi ricompresi tra quelli prioritari per l’approvvigionamento delle zone contaminate da PFAS, non inclusi tra le opere emergenziali da realizzarsi da parte del Commissario delegato nominato dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale. Si assegna inoltre l’importo di € 1,5 milioni alla Società Veneto Acque S.p.A. per il sostegno all’attività di progettazione, direzione lavori e coordinamento sicurezza.

Estremi dei principali atti istruttori:
D.G.R. n. 1688 del 16.06.2000;
D.G.R. n. 2332 del 14.09.2001;
D.G.R. n. 385 del 28.03.2017;
Delibera del Consiglio dei Ministri del 21.03.2018.

L'Assessore Gianpaolo E. Bottacin riferisce quanto segue.

Con comunicazioni prot n. 37689/TRI del 29.05.2013 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e prot. n. 10774 del 10.05.2013 del Ministero della Salute, le Strutture regionali competenti in materia di Ambiente e Sanità hanno appreso della presenza anomala di sostanze perfluoro – alchiliche (PFAS) in diversi corpi idrici superficiali ed in alcuni punti di erogazione pubblici delle acque potabili nella provincia di Vicenza e comuni limitrofi. In particolare le informazioni circa la presenza degli inquinanti in questione sono state desunte dalla relazione dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR del 25 marzo 2013. Le Autorità Ministeriali di cui sopra hanno quindi richiesto di effettuare gli accertamenti necessari per l’individuazione delle fonti di immissione delle sostanze in parola e l’attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque.

In seguito alle informazioni pervenute, la Regione del Veneto ha immediatamente attivato un tavolo di confronto con tutti i soggetti aventi competenza sulla distribuzione delle acque potabili e sulla tutela della salute. In particolare sono stati coinvolti i Gestori del servizio idrico integrato interessati dal problema in oggetto, invitandoli a porre in essere tutte le necessarie attività a tutela della qualità della risorsa distribuita: campagne analitiche, individuazione eventuali fonti di approvvigionamento alternative, dotazione degli apprestamenti tecnologici atti a ridurre significativamente la presenza di sostanze indesiderate nelle acque di rete.

Sono state quindi prontamente attivate azioni di tutela della salute pubblica, mediante installazione da parte dei Gestori della rete idrica di idonei dispositivi di filtraggio, dismissione di pozzi prelevanti acqua da falda contaminata, e conseguenti opere di interconnessione per abbattere le concentrazioni riscontrate e addurre l’acqua da fonti maggiormente sicure. ARPAV ha inoltre provveduto ad individuare la fonte di pressione principale dell’inquinamento, identificandola con lo stabilimento della Società Miteni S.p.A. di Trissino (VI).

A seguito delle misure tempestivamente adottate dai Gestori del servizio idrico interessati, su sollecito dell’Amministrazione regionale, è stata registrata, nella zona interessata, una significativa riduzione della concentrazione delle sostanze in parola nelle acque potabili ad uso umano erogate mediante rete acquedottistica, con valori che già dal mese di settembre 2013 risultavano al di sotto dei livelli di performance indicati dall’Istituto Superiore di Sanità, individuati con propria nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014, in difetto dell'indicazione da parte delle Autorità Ministeriali di appositi limiti.

Con la D.G.R. n. 168 del 20.02.2014 la Giunta regionale ha preso atto dei valori di performance indicati dall’Istituto Superiore di Sanità relativamente alle concentrazioni dei composti PFAS nelle acque potabili, ed ha incaricato le Strutture regionali competenti all’adempimento di quanto suggerito dal medesimo Istituto.

Con D.G.R. n. 2133 del 23.12.2016 sono state individuate, tra l’altro, le aree di maggior esposizione sanitaria con riferimento all’inquinamento delle acque erogate dalla rete pubblica.

Con D.G.R. n. 1591 del 03.10.2017, la Giunta regionale ha stabilito di avviare, nell’ambito dei Comuni elencati nella Tabella 2 dell’Allegato A della D.G.R. n. 2133 del 23.12.2016, d’intesa con il Consiglio di Bacino “Veronese”, il Consiglio di Bacino “Valle del Chiampo”, il Consiglio di Bacino “Bacchiglione” e con i Gestori del servizio idrico integrato: Acque Veronesi S.c.ar.l., Acque del Chiampo S.p.A., Medio Chiampo S.p.A., Acque Vicentine S.p.A. (ora Viacqua S.p.A.), Centro Veneto Servizi S.p.A. (ora Acquevenete S.p.A.), una serie articolata di interventi, coordinata dalla Direzione Difesa del Suolo, finalizzata a sperimentare, nell’arco temporale di sei mesi, tecnologie di trattamento per le riduzioni dei carichi inquinanti sulle risorse idriche captate (in forza delle misure di controllo sulle emissioni delle contaminazioni ambientali), con l’obiettivo di perseguire, per l’acqua destinata al consumo umano degli indicatori di performance (obiettivo) per la somma dei parametri “PFOA + PFOS” ≤ 40 ng/l, mantenendo comunque l’obiettivo tendenziale delle virtuale assenza delle sostanze citate.

In seguito a tali disposizioni i Gestori del servizio idrico competenti per i Comuni rientranti nella c.d. “Zona rossa” hanno provveduto ad implementare i sistemi di filtrazione e ad abbattere ulteriormente le concentrazioni di tali composti nell’acqua potabile per i Comuni sopra citati.

Ad oggi i dispositivi di filtraggio dell’acqua potabile consentono di rispettare i livelli di performance stabiliti dall’Istituto Superiore di Sanità per le acque potabili e, nella zona di massima esposizione sanitaria, di rispettare anche gli indicatori di performance stabiliti dalla citata D.G.R. n. 1591 del 03.10.2017, permettendo di fornire acqua potabile alla cittadinanza con un sufficiente grado di sicurezza. E’ tuttavia noto che il mantenimento di tali livelli di performance nelle acque potabili comporta, per contro, la necessità di una frequente sostituzione dei filtri installati presso le centrali di produzione, con un costo gestionale che si riflette necessariamente in misura non trascurabile sugli importi delle tariffe riscosse dall’utenza. Inoltre, pur mantenendo estremamente limitate le concentrazioni dei composti PFAS nell’acqua erogata nella zona di massima esposizione sanitaria (c.d. “Zona rossa”), le fonti di attingimento dell’acqua grezza continuano ad essere alimentate da falda contaminata; non è infatti tecnicamente possibile intervenire con azioni di disinquinamento direttamente sulla risorsa sotterranea di falda a causa della complessità del sistema idrogeologico e dell’elevatissima entità del volume idrico in gioco. Va infine considerato che l’estensione dell’inquinamento della falda sotterranea nella zona della Valle del Chiampo e nella parte meridionale delle provincie di Padova e Vicenza non permette di ipotizzare a breve termine una diminuzione significativa delle concentrazioni di PFAS su larga scala nelle acque sotterranee.

E’ pertanto assodato che il trattamento mediante filtraggio dell’acqua prelevata dalla falda sotterranea nelle zone contaminate non può costituire una soluzione definitiva per la messa in sicurezza della rete acquedottistica dei Comuni interessati da inquinamento da PFAS, specialmente per quelli soggetti alla maggior esposizione in termini sanitari; risulta parimenti imprescindibile la fornitura di risorsa idrica di qualità garantita alla fonte. La soluzione unicamente perseguibile al fine della messa in sicurezza della fornitura idropotabile risulta pertanto quella che consente l’approvvigionamento della risorsa da altre zone regionali, ove essa è disponibile con qualità garantita ed in misura tale da poter soddisfare il fabbisogno delle aree interessate. L’azione regionale si è quindi orientata anche verso la realizzazione di nuove condotte adduttrici di adeguata dimensione e lunghezza, che permettano di interconnettere fonti idriche regionali di qualità garantita, con le reti acquedottistiche dei Comuni interessati dall’inquinamento.

Relativamente alla pianificazione regionale in materia acquedottistica, in ottemperanza alle disposizioni della L.R. 27.03.1998, n. 5, la Giunta regionale, con D.G.R. n. 1688 del 16.06.2000, ha approvato il Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MOSAV), con il quale sono stati individuati gli schemi di massima delle principali strutture acquedottistiche necessarie ad assicurare il corretto approvvigionamento idropotabile nell’intero territorio regionale, nonché i criteri e metodi per la salvaguardia delle risorse idriche, la protezione e la ricarica delle falde. Il MOSAV ha sostituito il precedente Piano Guida per gli Acquedotti del Basso Veneto, perseguendo le stesse finalità nella fornitura di acqua potabile alle aree svantaggiate del territorio regionale. Parte integrante del MOSAV è lo Schema acquedottistico del Veneto Centrale (SAVEC), con il quale si prevede l’interconnessione degli acquedotti alimentati dalle falde del Medio Brenta, dalle falde e dalle acque superficiali del Sile, dalle acque superficiali dell’Adige e del Po in un unico schema che massimizzi l’utilizzo delle acque di falda pedemontana, di produzione più economica e di migliore qualità.

La progettazione definitiva ed esecutiva, la realizzazione e la gestione delle opere ricadenti nel SAVEC sono affidate alla Società Veneto Acque S.p.A., interamente di proprietà regionale, mediante la concessione regolata da apposita convenzione, approvata con D.G.R. n. 2332 del 14.09.2001 e aggiornata in data 01.06.2005 in seguito al Decreto del Dirigente della Direzione Geologia e Ciclo dell’Acqua n. 135 del 03.05.2005, successivamente modificata con D.G.R. n. 851 del 03.04.2007 e con D.G.R. n. 1031 del 23.03.2010. Veneto Acque S.p.A. provvede pertanto alla progettazione e realizzazione delle opere inerenti la pianificazione acquedottistica sovra-ambito ed ha maturato una esperienza significativa ed un elevato livello di specializzazione nel settore della progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture acquedottistiche.

In ragione di tali aspetti, con D.G.R. n. 385 del 28.03.2017, la Giunta regionale ha affidato alla Società Veneto Acque S.p.A. il coordinamento tecnico degli interventi volti alla progettazione e realizzazione delle opere di interconnessione acquedottistica necessarie per l’approvvigionamento di acqua potabile di buona qualità alle aree attualmente soggette da inquinamento da sostanze PFAS nella rete acquedottistica

In esito agli incontri propedeutici attuati tra le Strutture regionali competenti in materia di servizio idrico integrato, i Gestori del servizio idrico interessati al fenomeno di inquinamento da PFAS e la stessa Società regionale Veneto Acque S.p.A., e alla successiva attività di coordinamento svolta dalla Società in ottemperanza alla citata D.G.R. n. 385 del 28.03.2017, è stata ritenuta fattibile e condivisa la realizzazione di condotte acquedottistiche di diametro adeguato, di valenza intercomunale o sovra ambito, in conformità alle disposizioni del MOSAV approvato con la citata D.G.R. n. 1688 del 16.06.2000.

Alla luce della pianificazione regionale vigente e a seguito di valutazioni approfondite tra i tecnici dei Gestori del servizio idrico integrato interessati e di Veneto Acque S.p.A., sono state individuate e confermate tre direttrici principali di intervento:

  • direttrice Est – Ovest con risorsa idrica da addurre dalla disponibilità del prelievo di competenza regionale in Comune di Carmignano di Brenta (Loc. Camazzole), ovvero da altri prelievi disponibili lungo tale direttrice, per consegnarla, mediante la realizzazione di una nuova condotta adduttrice, alla centrale idrica di Madonna di Lonigo in sostituzione dell’utilizzo della risorsa proveniente dal campo pozzi di Almisano;
  • direttrice Sud – Nord con risorsa idrica da addurre da risorse provenienti dalle disponibilità presenti e programmate, sia mediante realizzazione di nuovi tratti di condotte adduttrici, sia mediante l’utilizzo di infrastrutture già presenti sul territorio, atte ad interconnettere la rete di distribuzione esistente rifornita dal campo pozzi di Almisano;
  • direttrice Ovest – Est, con risorsa idrica da addurre da nuovi prelievi, mediante la realizzazione di una nuova condotta adduttrice fino alla centrale idrica di Madonna di Lonigo.

Le sopracitate direttrici sono state sviluppate ipotizzandone la realizzazione per stralci, con due diversi gradi di priorità: primario (priorità 1) e secondario (priorità 2). Nell’approfondimento delle soluzioni di intervento si è verificata altresì la coerenza delle stesse con la programmazione regionale del MOSAV, prediligendo la scelta di interventi in linea con tale programmazione.

Gli elaborati tecnici con riferimento alle tre direttrici sopra menzionate, predisposti dalla Società regionale e dai Gestori del servizio idrico integrato, coordinati dalla stessa Veneto Acque S.p.A., sono stati portati all'attenzione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed illustrati nel quadro di alcuni incontri di approfondimento.

Complessivamente, l’insieme delle opere individuate come “priorità 1” e “priorità 2”, utili al completo ripristino e miglioramento della rete di adduzione della risorsa idropotabile in termini quantitativi e qualitativi da Veneto Acque S.p.A., con il supporto dei Consigli di Bacino e dei Gestori, sono state stimate in € 208 milioni.

In coordinamento tra i Consigli di Bacino interessati, i rispettivi Gestori del servizio idrico integrato, la Società Veneto Acque S.p.A., la Direzione Difesa del Suolo ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si è proceduto ad approfondire la valutazione tecnica ed economica relativamente agli interventi individuati come “priorità 1”, dell’importo di € 120,8 milioni; essi vengono elencati nell’Allegato A alla presente deliberazione. Tale elenco rappresenta sinteticamente il risultato dell’attività di coordinamento svolta dalla Società regionale Veneto Acque S.p.A. in ottemperanza alla D.G.R. n. 385 del 28.03.2017.

Con note del 19.09.2017, del 18.12.2017, del 10.01.2018, del 06.02.2018, del 05.03.2018 e del 07.03.2018 la Direzione Difesa del Suolo ha presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il piano degli interventi di “priorità 1”, dell’importo complessivo di € 120,8 milioni, chiedendo che lo stesso fosse finanziato per € 80 milioni, a valere sulla disponibilità del Fondo di sviluppo e coesione del Piano Operativo Ambiente di cui alla Delibera del CIPE n. 55/2016, potendo rimanere l’importo complementare, pari ad € 40,8 milioni coperto, per € 39,3 milioni, con le risorse dei Piani d’Ambito dei Consigli di Bacino territorialmente competenti e della Società Veneto Acque, e per € 1,5 milioni con uno stanziamento a carico della Regione Veneto.

Inoltre, con nota prot. n. 391656 del 19.09.2017, il Presidente della Giunta regionale ha richiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri l’emanazione della deliberazione dello Stato di Emergenza, comportante la gestione in forma commissariale in riferimento alla realizzazione delle opere emergenziali all’interno dell’elenco degli interventi individuati come “priorità 1”, nonché lo sblocco dei fondi statali (€ 80 milioni) necessari a contribuire alla realizzazione dei nuovi acquedotti.

Con Delibera del Consiglio dei Ministri del 21 marzo 2018 (GU n.79 del 5-4-2018), facendo seguito alla richiesta della Regione Veneto, è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.

In tale contesto il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, con OCDPC n. 519 del 28 maggio 2018, ha inteso individuare il Commissario straordinario per l’attuazione degli interventi emergenziali, il cui importo complessivo è quantificato in € 56,8 milioni, ricompresi in quelli individuati come “priorità 1”.

L’opera di maggiore complessità tra quelle individuate in “priorità 1”, è la Condotta di adduzione primaria DN 1000 tra Piazzola sul Brenta (PD) e Madonna di Lonigo (VI), a sua volta divisa in due stralci: un primo stralcio rientrante tra le opere emergenziali, di competenza del Commissario delegato, relativo alla tratta Brendola – Madonna di Lonigo (identificata come Tratta A7-A9), ed un secondo stralcio relativo alla tratta Piazzola sul Brenta – Brendola (identificata come Tratta A1-A7), di lunghezza 32 km e di importo stimato in € 41,8 milioni. Non solo la predetta direttrice è coerente con la programmazione regionale del MOSAV, ma vi è una indiscutibile capacità della stessa di intercettare importanti portate di risorsa idrica nel suo percorso, attingendo la principalmente la portata dal campo pozzi di Camazzole di Carmignano di Brenta, che Veneto Acque S.p.A. ha già realizzato nell'ambito del SAVEC. In tal modo l’opera consente di raggiungere anche l'obiettivo di interconnettere le aree contaminate da PFAS con lo stesso SAVEC, a tutto vantaggio della sicurezza e della ridondanza degli approvvigionamenti, perseguendo le finalità della pianificazione regionale di settore. La tratta Piazzola sul Brenta – Brendola, allacciandosi allo stralcio Lonigo – Brendola (Tratta A7-A9) ricompreso tra le opere di competenza del Commissario delegato, consente di implementare la fornitura idrica alle aree contaminate da sostanze PFAS e dare completezza al sistema di approvvigionamento mediante interconnessione delle fonti strategiche regionali.

Relativamente alla progettazione e alla realizzazione della tratta Piazzola sul Brenta – Brendola, la Società regionale Veneto Acque S.p.A. appare il soggetto maggiormente idoneo a svolgere tali attività, in ragione del carattere sovra ambito di tale condotta, al pari delle altre adduttrici del SAVEC già oggetto di convenzione con la Società, considerato altresì che l’oggetto sociale della medesima Società riguarda la specifica progettazione e realizzazione di opere acquedottistiche di valenza regionale. La Società è inoltre dotata del know-how tecnico - amministrativo idoneo. Si ricorda inoltre che, ai sensi degli art. 5 e 192 del D.Lgs. n. 50/2016, Veneto Acque S.p.A. è società in house totalmente partecipata dalla Regione Veneto, che esercita sulla stessa un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi. Si evidenzia altresì che oltre l’80% delle attività della Società è effettuata nello svolgimento dei compiti ad essa affidati dall’amministrazione controllante e che lo statuto della Società stessa non prevede la presenza di soci privati.

In data 08.02.2018 la Regione Veneto ha presentato domanda per l'iscrizione nell'elenco delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti nei confronti di proprie società in house, ai sensi degli art. 5 e 192 del D.lgs. n. 50/2016. Fino alla definizione dell'istruttoria da parte di A.N.A.C., le Linee Guida n. 7, approvate con Delibera n. 235 del 15.02.2017, stabiliscono, all'art. 5.3 che “la domanda di iscrizione consente alle amministrazioni aggiudicatrici e agli enti aggiudicatori di effettuare sotto la propria responsabilità affidamenti diretti dei contratti all’organismo in house, così come prescritto dall’art. 5, comma 1, del Codice”.

In esito a quanto fin qui rappresentato, si propone pertanto l'assegnazione alla Veneto Acque S.p.A., Società in house della Regione del Veneto, della progettazione e dell’esecuzione della Condotta di adduzione primaria Piazzola sul Brenta – Brendola (Tratta A1-A7), nonché dell'attività di supporto alla competente Direzione regionale Difesa del Suolo, relativamente al coordinamento tecnico degli ulteriori interventi indicati come “priorità 1”, non ricompresi tra quelli a carico del Commissario delegato.

Veneto Acque S.p.A. ha trasmesso agli Uffici regionali il quadro economico relativo ai costi di progettazione, direzione lavori e coordinamento per la sicurezza per la tratta acquedottistica di cui sopra. Alla luce dei costi proposti, l'assegnazione appare economicamente congrua ai sensi dell'art. 192 del D.lgs. n. 50/2016, nonché in considerazione della competenza maturata nel settore specifico attraverso la progettazione e realizzazione del SAVEC ed in ragione del positivo espletamento delle attività di cui alla D.G.R. n. 385/2017.

Per l’adempimento delle attività di progettazione, coordinamento sicurezza e direzione lavori della Condotta di adduzione Piazzola sul Brenta – Brendola (Tratta A1-A7), si propone di destinare lo stanziamento regionale di € 1,5 milioni, previsto come cofinanziamento del piano complessivo degli interventi individuati come “priorità 1”.

Con riguardo alla copertura delle risorse necessarie, l'art. 39 della L.R. 29.12.2017, n. 45 ha stanziato per l'anno 2018 la somma di € 1,5 milioni sul capitolo n. 103624 per azioni regionali finalizzate al superamento dell’emergenza sanitaria connessa con la presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle fonti di approvvigionamento idropotabile. Tali risorse si propone pertanto siano assegnate alla Società Veneto Acque S.p.A. L’importo di cui sopra costituisce la quota di contribuzione regionale, condivisa con le Autorità ministeriali, nell’ambito degli interventi previsti come “priorità 1”.

E’ fatto obbligo a Veneto Acque S.p.A. di rendicontare alla Regione Veneto, al termine delle singole fasi di progettazione e al termine dei lavori, le spese tecniche sostenute per le attività di progettazione, coordinamento sicurezza e direzione lavori della tratta di cui sopra. Qualora le spese sostenute per tali attività, computate al termine dell’intervento, risultassero inferiori alla somma erogata, la Società provvederà alla restituzione alla Regione Veneto della quota parte non spesa.

La Società regionale procederà alle fasi successive alla redazione della progettazione definitiva, previo nulla osta da emettersi con provvedimento del Direttore della Direzione Difesa del Suolo.

Le opere realizzate, affidate in concessione a Veneto Acque S.p.A., potranno essere oggetto di convenzione con i Gestori del servizio idrico integrato territorialmente competenti, al fine della successiva assunzione a proprio patrimonio, nel rispetto della regolamentazione del servizio idrico integrato e sulla base di ulteriori accordi in proposito da stipularsi con i Soggetti interessati.

Gli ulteriori interventi elencati come “priorità 1”, di cui alla Tabella in Allegato A, non rientranti tra gli interventi emergenziali di competenza del Commissario delegato, saranno realizzati dai Gestori del servizio idrico integrato territorialmente competenti, nel quadro della pianificazione dei rispettivi Consigli di Bacino e con il coordinamento tecnico di Veneto Acque S.p.A.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTE la D.G.R. n. 1688 del 16.06.2000; la D.G.R. n. 2332 del 14.09.2001; la D.G.R. n. 851 del 03.04.2007; la D.G.R. n. 1031 del 23.03.2010; la D.G.R. n. 168 del 20.02.2014 e la D.G.R. n. 1517 del 29.10.2015; la D.G.R. n. 2133 del 23.12.2016; la D.G.R. n. 385 del 28.03.2017 e la D.G.R. n. 1591 del 03.10.2017;

VISTI i D.Lgs n. 152 del 2006 e n. 50 del 2016;

VISTO l'art. 39 l.r. n. 45 del 29.12.2017, recante “Collegato alla legge di stabilità regionale 2018”;

VISTE le Linee Guida ANAC n. 7, approvate con Delibera n. 235 del 15.02.2017;

VISTA la Delibera del Consiglio dei Ministri del 21 marzo 2018 (GU n.79 del 5-4-2018);

VISTA l’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 519 del 28 maggio 2018;

VISTO l’art. 2, comma 2, della legge regionale 31.12.2012, n. 54;

delibera

  1. di dare atto che le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
  2. di fare propri i risultati dell’attività di coordinamento tecnico svolta dalla Società regionale Veneto Acque S.p.A. in ottemperanza alla Deliberazione della Giunta regionale n. 385 del 28.03.2017 e finalizzata all’individuazione delle opere di interconnessione acquedottistica necessarie per l’approvvigionamento di acqua potabile di buona qualità alle aree attualmente soggette da inquinamento da sostanze PFAS nella rete acquedottistica, esplicitate nell’Allegato A al presente provvedimento;
  3. di affidare in house ex art. 5 e 192 del D.lgs. n. 50/2016 alla Società regionale Veneto Acque S.p.A. la progettazione e l’esecuzione della Condotta di adduzione primaria Piazzola sul Brenta – Brendola (Tratta A1-A7) ai sensi dell'art. 23 del D.lgs. n. 50/2016, comprese le attività di direzione lavori e coordinamento della sicurezza, nonché l'attività di supporto alla competente Direzione Regionale Difesa del Suolo per il coordinamento tecnico degli ulteriori interventi indicati nella tabella di cui all’Allegato A, non ricompresi tra quelli emergenziali di competenza del Commissario delegato;
  4. di stabilire che per lo svolgimento delle attività di progettazione, coordinamento sicurezza e direzione lavori relativamente all’intervento di cui al precedente punto 3) è assegnato alla Società Veneto Acque S.p.A. l’importo di € 1.500.000,00, al cui impegno di spesa provvederà il Direttore della Direzione Difesa del Suolo disponendo la copertura a carico dei fondi stanziati sul capitolo n. 103624 del bilancio di previsione 2018-2020 “Azioni regionali finalizzate al superamento dell’emergenza sanitaria connessa con la presenza di sostanze perfluoro – alchiliche (PFAS)”;
  5. di dare atto che lo stanziamento di cui al precedente punto rappresenta la quota di cofinanziamento regionale per la realizzazione del piano degli interventi previsti come “priorità 1” di cui all’Allegato A al presente provvedimento;
  6. di stabilire che l’importo di cui sopra sarà erogato in un’unica soluzione ed è fatto obbligo a Veneto Acque S.p.A. di rendicontare alla Regione Veneto, al termine delle singole fasi di progettazione e al termine dei lavori, le spese tecniche sostenute per le attività di progettazione, coordinamento sicurezza e direzione lavori della tratta di cui sopra, ivi comprese le attività realizzate con personale interno della medesima Società. Qualora le spese sostenute per tali attività, computate al termine dell’intervento, risultassero inferiori alla somma erogata, la Società provvederà alla restituzione alla Regione Veneto della quota parte non spesa;
  7. di stabilire che Veneto Acque S.p.A. procederà alle fasi successive alla redazione della progettazione definitiva previo nulla osta da emettersi con provvedimento del Direttore della Direzione Difesa del Suolo;
  8. di incaricare il Direttore della Direzione Difesa del Suolo dell’attuazione del presente atto;
  9. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;
  10. di dare atto che avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale o ricorso straordinario al Capo dello Stato rispettivamente entro 60 e 120 giorni dalla notifica;
  11. di trasmettere il presente atto alla Società regionale Veneto Acque S.p.A., al Ministero della Tutela dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Commissario delegato per i primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza della contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), al Consiglio di Bacino “Veronese”, al Consiglio di Bacino “Valle del Chiampo”, al Consiglio di Bacino “Bacchiglione”, al Consiglio di Bacino “Brenta”, alla Società Acque Veronesi S.c.ar.l., alla Società Acque del Chiampo S.p.A., alla Società Medio Chiampo S.p.A., alla Società Viacqua S.p.A., alla Società Etra S.p.A. e alla Società Acquevenete S.p.A.;
  12. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

1352_AllegatoA_378315.pdf

Torna indietro