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Materia: Enti regionali o a partecipazione regionale
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1081 del 31 luglio 2018
Assemblea ordinaria e straordinaria della società Veneto Acque S.p.A. del 02.08.2018 alle ore 11:30.
Partecipazione all’assemblea ordinaria e straordinaria della società Veneto Acque S.p.A. del 02.08.2018 alle ore 11:30 avente all’ordine del giorno, per la Parte Ordinaria, l’approvazione del bilancio chiuso al 31.12.2017, del Piano industriale 2018-2027 e del Budget 2018, la formulazione di indirizzi per la gestione del SAVEC (Schema Acquedottistico del Veneto Centrale) e le deliberazioni relative al compenso dell’Organo Amministrativo, mentre per la Parte Straordinaria, la riduzione volontaria del capitale sociale per perdite.
Il Vicepresidente Gianluca Forcolin riferisce quanto segue.
Con note 14.06.2018 prot. 246, 09.07.2018 prot. 291 e 19.07.2018 prot. 314, è stata comunicata la convocazione dell'Assemblea ordinaria e straordinaria della società Veneto Acque S.p.A., di cui la Regione detiene il 100% del capitale sociale, da tenersi presso gli uffici di Venezia-Mestre, via Torino, 180, il 02.08.2018, alle ore 11:30, per discutere e deliberare sul seguente:
ORDINE DEL GIORNO
Parte Ordinaria:
Parte Straordinaria:
Considerato che il primo punto all’ordine del giorno è l’approvazione del bilancio di esercizio 2017, si rappresenta che, secondo quanto previsto dalla lett. H-I della DGR 2951/2010 come modificata dalla DGR 258/2013 ed infine dalla DGR 2101/2014 avente ad oggetto “Modifiche e integrazioni alle direttive indirizzate alle società partecipate con la DGR 258/2013”, l’organo amministrativo della società è tenuto ad illustrare in modo dettagliato, all’interno della relazione al bilancio consuntivo, l’applicazione e il rispetto di una serie di direttive fornite dalla Giunta regionale.
Al fine di agevolare tale adempimento, gli uffici regionali hanno trasmesso a tutte le società partecipate apposita tabella da compilare.
La lettera citata prevede, inoltre, che nel provvedimento della Giunta regionale regolante la partecipazione del rappresentante regionale all’assemblea societaria di approvazione del bilancio venga riportata la situazione della società rispetto alle direttive impartite e vengano formulate le opportune osservazioni.
Pertanto, al fine del controllo sul rispetto delle direttive regionali si deve fare riferimento a quanto riportato nella nota integrativa e nella tabella compilata inserita nella documentazione di bilancio Allegato A, dalla quale si possono ricavare le informazioni di seguito rappresentate.
Veneto Acque S.p.A. in materia di acquisizione di lavori, forniture e servizi applica le disposizioni del codice degli appalti e, con Determinazione dell’Amministratore Unico n. 5/18 del 18.02.2018, ha aggiornato il proprio regolamento per le acquisizioni in economia.
Per quanto riguarda il reclutamento del personale, la Società ha adottato un proprio regolamento con Determinazione dell’Amministratore Unico n. 5/18 del 18.02.2018.
La Società nel 2017 ha sostenuto un costo complessivo per il personale pari a € 529.488,00 ed era stato pari ad € 1.144.199,00 nel 2016, a fronte di un valore medio del costo per il triennio 2011-2013 pari a € 1.125.443,00, come desumibile da precedente documentazione trasmessa dalla Società e agli atti dell’Amministrazione regionale.
Il personale a tempo indeterminato ammonta a n. 7 unità. Il relativo costo per il 2017 è stato pari a € 414.381,00, mentre nel 2016 è stato di € 354.144,00.
Il Costo del personale a tempo determinato, con convenzioni e Co.Co.Pro. nel 2017 è stato pari a € 137.580,00, mentre nel 2016 è stato pari a € 790.055,00 e pari a € 421.884,00 nel 2009.
Il costo per studi ed incarichi di consulenza nel 2017 è stato pari a € 42.902,00, nel 2016 è stato di € 70.910,00, mentre nel 2009 ammontava ad € 179.453,00. La previsione di costo per incarichi di consulenza per il 2018 è pari a € 100.000,00 motivata dalla necessità di ricorrere a incarichi esterni per la messa in funzione del SAVEC. Sul punto, si invita la Società a contenere detto costo nel limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009.
Il costo per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappresentanza, è stato di € 440,00, mentre non sono stati sostenuti costi per sponsorizzazioni.
Per quanto riguarda le spese per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi, esse nell’anno 2017 sono ammontate ad € 25.345,00 mentre nel 2011 erano pari a € 18.969,00. Le direttive sul punto prevedono che le società partecipate totalmente o in via maggioritaria dalla Regione, a partire dall’anno 2013, debbano ridurre tali spese del 50% rispetto a quelle effettuate nell’anno 2011. La Società, nel 2017, ha effettuato la dismissione di un’autovettura e la sostituzione di una seconda con un veicolo dotato di cilindrata inferiore, adattando il parco auto alle attività di cantiere in corso, con ciò superando il limite predetto. Tuttavia, la possibilità di deroga ai limiti di cui alla direttiva è prevista in virtù di contratti pluriennali in essere ed inoltre sono esclusi dall’ambito di applicazione i mezzi necessari per l’espletamento dei servizi di sorveglianza, sicurezza pubblica, attività ispettiva, pubblica incolumità, controllo e monitoraggio a tutela della salute pubblica, obbligatori per legge.
Per quanto riguarda il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001, la Società dichiara di aver provveduto ad effettuare gli aggiornamenti conseguenti alle novità introdotte in materia dalla L. 190/2012.
Per quanto riguarda il monitoraggio dell’applicazione dell’art. 1, commi da 471 a 475, L. 147/2013, la Società dichiara di non aver riscontrato casi di superamento dei limiti ivi indicati.
Si propone, pertanto, di prendere atto di quanto dichiarato dalla Società nei documenti di bilancio, Allegato A, in merito al rispetto delle direttive regionali di cui alla DGR 2101/2014, a cui si rimanda per ogni ulteriore dettaglio.
Si ricorda, infine che, ai sensi dell’art. 2, L.R. 39/2013, contestualmente all’esame del bilancio delle società, la Regione deve esaminare la proposta volta al contenimento delle spese di funzionamento presentata dagli amministratori, la cui condivisione è condizione per l’erogazione di finanziamenti e di contributi alla Società.
La Società, a tal proposito, con nota 26.06.2018 prot. 258/2018, (agli atti prot. reg. 243839/2018) ha rappresentato di aver raggiunto l’obiettivo di contenimento delle spese di funzionamento per il 2017 rappresentato dalla riduzione del parco delle autovetture aziendali, procedendo all’alienazione di due vetture obsolete, sostituite con l’acquisizione di un’autovettura di cilindrata inferiore e dalla riduzione del costo per consulenze del 20% rispetto al 2016, con un importo nel 2017 pari a € 42.902,00.
Inoltre, la Società rappresenta di aver conseguito l’obiettivo specifico assegnatole, ai sensi dell’art. 19, comma 5, D.Lgs. 175/2016, di ridurre il costo complessivo del personale in maniera tale da portarlo nel triennio 2017-2019 al di sotto del valore medio dell’analogo costo per il triennio 2011-2013 (€ 1.125.443,00), in quanto nel 2017 è stato pari a € 529.488,00.
Con riferimento alla previsione in merito alle spese di funzionamento per il triennio 2018-2020 la Società prevede di sostituire un’autovettura con una di cilindrata inferiore e mantenere un costo complessivo del personale per ciascuna annualità 2018, 2019 e 2020, al di sotto del valore medio dell’analogo costo per il triennio 2011-2013, nonché un contenimento delle spese per consulenze rispetto all’anno 2009, che non dovranno comunque superare il 50% di detto parametro di riferimento per ciascuna delle annualità 2018, 2019 e 2020.
Si propone, pertanto, di condividere la proposta di contenimento delle spese di funzionamento formulata dalla Società per l’anno 2018, fornendo quale obiettivo specifico alla Società, ai sensi dell’art. 19, comma 5, D.Lgs. 175/2016, quello di mantenere il costo complessivo del personale nel triennio 2018-2020 al di sotto del valore medio dell’analogo costo per il triennio 2011-2013 e di mantenere le spese per consulenze previste per ciascuna delle annualità 2018, 2019 e 2020 ad un valore non superiore al 50% del costo sostenuto per il 2009, pari a € 179.453,00.
A tal proposito si propone di incaricare la Direzione Partecipazioni Societarie ed Enti regionali di pubblicare, ai sensi dell’art. 19, comma 7, D.Lgs. 175/2016 e dell’art. 8, D.Lgs. 33/2013, il presente provvedimento nella Sezione “Amministrazione Trasparente” del sito internet della Regione del Veneto.
Sempre in relazione al primo punto all’ordine del giorno, dalla documentazione trasmessa dalla Società e composta di bilancio al 31.12.2017, nota integrativa, tabella sul rispetto delle direttive regionali, relazione del Collegio Sindacale e del Revisore Legale, Allegato A, si evince che Veneto Acque S.p.A. ha chiuso l’esercizio con un utile d’esercizio di € 86.550,00.
Da un’analisi dei prospetti di bilancio, si evidenzia che il “Valore della produzione” ha registrato un decremento, attestandosi su un valore di € 7.021.798,00, rispetto al 2016 quando era stato pari a € 14.126.353,00. Tale variazione è riconducibile principalmente al decremento della voce “Altri ricavi e proventi”, passata da € 9.690.047,00 a € 2.832.088,00.
I “Costi della produzione” sono anch’essi diminuiti passando da € 8.511.910,00 del 2016 a € 4.568.270,00 del 2017. Tale variazione va attribuita principalmente alla diminuzione dei costi del personale che sono passati da € 1.071.119,00 del 2016 a € 529.488,00 del 2017, dei “Costi per servizi” passati da € 4.127.194,00 del 2016 a € 3.795.726,00 del 2017, degli accantonamenti per rischi che sono stati nulli nel 2017 mentre nel 2016 erano pari ad € 875.000,00, e degli oneri diversi di gestione che sono passati da € 2.380.002,00 del 2016 a € 194.062,00 del 2017.
La differenza tra “Valore e Costo della Produzione” registra quindi un saldo positivo di € 2.453.528,00 in diminuzione rispetto all’esercizio precedente quando era stato pari a € 5.614.443,00.
Il saldo negativo dei “Proventi e Oneri finanziari” ammonta a € - 2.315.876,00 nel 2017, mentre era pari a € - 2.304.643,00 nel 2016.
Il risultato prima delle imposte è pari ad € 137.652,00 nel 2017, in diminuzione rispetto agli € 3.309.800,00 dell’esercizio precedente.
Per quanto concerne, l’andamento patrimoniale-finanziario, si evidenzia che le “Immobilizzazioni” sono cresciute rispetto al 2016, raggiungendo il valore di € 165.237.794,00, con un incremento rispetto all’esercizio precedente, quando erano pari a € 161.714.673,00.
L’“Attivo circolante”, pari ad € 5.835.115,00 registra una variazione negativa rispetto all’esercizio precedente quando ammontava a € 12.673.170,00; tale risultato è attribuibile sia alla diminuzione delle “Disponibilità liquide” passate da € 6.809.519,00 a € 3.635.034,00, sia dei “Crediti” passati da € 5.825.086,00 a € 2.061.720,00.
Il Patrimonio netto si attesta ad € 27.513.341,00. I “Debiti” sono pari a € 67.037.884,00; tra questi si rilevano, in particolare, debiti esigibili entro l’esercizio successivo pari a € 3.244.123,00 ed oltre l’esercizio successivo per € 63.793.761,00, relativi principalmente al mutuo ipotecario acceso dalla Società per l’acquisto degli uffici della sede sociale ed alle tranche del finanziamento erogato dalla Banca Europea degli Investimenti.
Il positivo risultato di esercizio 2017 è principalmente imputabile al parziale rilascio del fondo rischi per cause in corso, a seguito della positiva evoluzione riguardante alcuni contenziosi in capo alla società. Va detto, tuttavia, che, al netto di tale partita straordinaria, la gestione caratteristica, che quindi esclude gli altri ricavi e proventi, avrebbe determinato una perdita di esercizio.
In attesa della piena operatività delle infrastrutture acquedottistiche realizzate, ipotizzabile nell'ambito dell'esercizio 2019, i ricavi generati dalla valorizzazione sperimentale delle reti, non sono in grado di servire il debito e di coprire le spese di struttura. Il risultato è dunque positivamente influenzato dal contributo di funzionamento da parte della Regione del Veneto.
In merito all’attività svolta dalla Società dalla relazione sulla gestione, incorporata nella nota integrativa, emerge che l'anno 2017 è stato caratterizzato dalla prosecuzione del vettoriamento sperimentale di risorse idriche di terzi attraverso una parte dell'infrastruttura acquedottistica dello schema SAVEC (Schema Acquedottistico del Veneto Centrale). Sono stati effettuati ulteriori interventi di lavaggio delle condotte e si è concretizzata l'installazione di un impianto di clorazione.
Le opere di captazione, denominate derivazione dalle falde del Medio Brenta, sono state suddivise in due stralci esecutivi: si evidenzia il completamento e l’avvio del collaudo del primo stralcio (pozzi, rilevati e protezioni arginali e condotte di interconnessione) e l’acquisizione dei progetto esecutivo, oltre al raggiungimento di circa il 10% di stato di avanzamento lavori per il secondo stralcio (serbatoio di accumulo ed interconnessione).
La Società ha altresì consegnato alla Regione il progetto di fattibilità tecnico-economica del tratto di collegamento tra Lonigo (VI) e Piazzola sul Brenta (PD), che rappresenta la connessione del SAVEC con il centro acquedottistico contaminato da PFAS, in esito alle attività di coordinamento con i Consigli di Bacino ed i Soggetti Gestori di cui alla DGR 385/2017, rimanendo in attesa delle successive determinazioni delle Autorità Competenti in ordine ai finanziamenti ed alla prosecuzione delle attività.
Per ciò che attiene le attività in campo ambientale, si segnala nell'ambito della commessa “Vinyls”, il completamento della rete fognaria e lo smaltimento dei rifiuti in area “CV 24”.
In relazione alla discarica in località Sant'Elena di Robegano, in comune di Salzano, la Società ha ottenuto l'approvazione del progetto di messa in sicurezza da parte del Commissario Straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, oltre all'assicurazione delle relative fonti di finanziamento.
Il bilancio al 31.12.2017 che viene proposto all’approvazione dei soci contiene, inoltre, la correzione di un errore di contabilizzazione di contributi in conto impianti, a seguito della variazione dei principi contabili, rilevato dall’attuale amministrazione della Società. Sul punto, in particolare, la Società ha richiesto un parere pro veritate ad un esperto, il Prof. Paolo Collini, Ordinario di Economia Aziendale a Venezia e Rettore dell’Università di Trento, formulato in data 19.04.2018.
Nel periodo 2002-2016 la Società ha ricevuto, nell'ambito della concessione in essere, contributi in conto impianti per complessivi € 97.702.123,00 finalizzati alla costruzione delle opere del SAVEC. La modalità di contabilizzazione di questi contributi è stata la seguente: iscrizione nelle Altre Riserve di Patrimonio netto per il periodo 2002-2010 (€ 96.702.123,00) e iscrizione di Risconti Passivi per il periodo 2011-2014 (€ 1.000.000,00).
Il principio contabile di riferimento (OIC 16 - Immobilizzazioni Materiali) consentiva, fino al 31.12.2004, la contabilizzazione dei contributi in conto impianti nelle Altre Riserve del Patrimonio Netto. Successivamente a tale data, il novellato principio contabile consentiva solamente due opzioni: (i) iscrizione di Risconti Passivi oppure (ii) abbattimento diretto del costo dei cespiti. Tali modalità di contabilizzazione sono ancora previste dalla versione attualmente in vigore dell'OIC 16, rispettivamente al par. 88 lettera a) (metodo “indiretto”) e al par. 88, lettera b) (metodo “diretto”).
Le conclusioni del citato parere evidenziano la configurabilità, ai sensi dell'OIC 29 (par. 44-58), di un’impropria contabilizzazione da parte della Società relativamente ai contributi erogati nel periodo 2005-2010 (€ 67.381.815,00). Tali contributi infatti avrebbero dovuto essere contabilizzati come risconti passivi (in coerenza con la corretta contabilizzazione tenuta nel periodo 2011-2014) e non a Patrimonio Netto.
Da un punto di vista fiscale, i contributi sono destinati a concorrere alla formazione del reddito nell'arco temporale segnato dal procedimento di ammortamento, coerentemente con il reddito civilistico. Si rende quindi necessario iscrivere un fondo imposte differite relativamente ai contributi correttamente contabilizzati a Patrimonio Netto in quanto erogati prima del 31.12.2004.
Sulla base del parere, seguendo quanto disposto dall’OIC 29 (Cambiamenti di principi contabili, cambiamenti di stime contabili, correzione di errori, fatti intervenuti dopo la chiusura dell'esercizio), la Società ha contabilizzato la correzione dell’errore contabile sul saldo di apertura del patrimonio netto dell'esercizio 2017 (ovvero l'esercizio in cui si è individuato l'errore) (OIC 29, par. 48). Ha, inoltre, rideterminato, al fini comparativi, i saldi di apertura di attività, passività e patrimonio netto dell’esercizio 2016, applicando il principio contabile corretto in maniera retroattiva (OIC 29, par. 49). L'OIC 29 (par. 55) richiede, oltre che di descrivere l’errore contabile commesso, di indicare l’ammontare della correzione operata per ciascuna voce di bilancio. La Società rappresenta che la correzione dell’errore contabile non transita a Conto Economico (OIC 29, par. 48).
In conclusione, la correzione dell'errore contabile, implementata dalla Società seguendo quanto disposto dall'OIC 29 (par. 44-58 …<> - par. 48-) è stata rilevata iscrivendo la voce utili (perdite) portate a nuovo al 31.12.2017 per € - 12.573.207.
La Relazione del Revisore legale al bilancio al 31.12.2017 esprime un giudizio di conformità del Bilancio al 31.12.2017 ai principi contabili e alle norme applicate, nonché dichiara che lo stesso fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria, del risultato economico e dei flussi di cassa della Società. Inoltre il Revisore formula un richiamo d’informativa relativamente:
Il Collegio Sindacale nella propria relazione al bilancio al 31.12.2017, redatta ai sensi dell’art. 2429 comma 2, c.c., tenuto conto delle risultanze dell’attività svolta dal Revisore Legale, propone all’assemblea di approvare la proposta di bilancio d’esercizio al 31.12.2017, come redatto dall’Amministratore Unico della Società, invitando la stessa a tener presenti gli effetti espressi nella propria relazione e in quella del Revisore Legale. Il Collegio non ha nulla da osservare in merito alla proposta di destinazione del risultato d’esercizio.
Tutto ciò rappresentato, in relazione al primo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria, si propone, di approvare, nel suo complesso, per quanto a conoscenza del Socio Regione del Veneto, il bilancio di esercizio al 31.12.2017, Allegato A e la proposta formulata dall’Amministrazione Unico della Società di destinare l’utile di € 86.550,00, per € 4.328,00 a riserva legale e per € 82.222,00 a parziale copertura delle perdite portate a nuovo, invitando nel contempo la Società a tener conto dei richiami del Collegio Sindacale e del Revisore Legale espressi nelle proprie relazioni.
Si propone, inoltre, di incaricare l’Amministratore Unico della Società di effettuare gli opportuni approfondimenti relativi ad eventuali profili legali connessi alla contabilizzazione dei contributi negli anni passati e di relazionare al Socio in merito entro 60 giorni dall’Assemblea.
Si fa presente inoltre che la Società ha predisposto, secondo quanto richiesto dall’art. 6, D.Lgs. 175/2016, la Relazione sul governo societario, comprensiva del programma di valutazione del rischio aziendale, riportata nell’Allegato B. Con riferimento agli ulteriori strumenti di governo societario la Società rappresenta di operare sulla base di concessioni o affidamenti della Regione del Veneto, nel rispetto della disciplina dell’in house providing, e di non fornire beni o servizi sul mercato. La stessa dichiara di acquisire beni, servizi e forniture in conformità a quanto prevede la disciplina in materia di contratti pubblici di cui al D.Lgs. 50/2016 e per tali ragioni non ritiene necessaria l'adozione di regolamenti di cui all’art. 6, comma 4, lett. a), D.Lgs. 175/2016.
Con riferimento all’istituzione di un “ufficio di controllo interno”, la Società dichiara di essere dotata di un Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 e di un collegio sindacale composto da n. 3 membri. Nel 2017, la revisione legale, precedentemente tra le competenze del Collegio Sindacale, è stata affidata ad un revisore. Inoltre, l'organizzazione societaria è stata ridefinita con deliberazione del C.d.A. del 31.01.2017 e con l’attribuzione di procure speciali al Responsabile legale e al Responsabile tecnico. In ragione di tali evidenze e del fatto che l'organico sociale si pone al di sotto delle dieci unità, Veneto Acque dichiara di non ritenere indispensabile l’istituzione di un ulteriore ufficio di controllo interno.
Con riferimento all’adozione di “Codici di condotta”, la Società dichiara di non intrattenere rapporti con consumatori. La struttura e le dimensioni della Società, unitamente al fatto che essa è soggetta alla direzione e coordinamento della Regione Veneto ed al rispetto delle direttive di questa, non giustificano per il momento la necessità di aderire a codici di condotta collettivi o di adottarne di propri.
Con riferimento ai "Programmi di responsabilità sociale d’impresa, in conformità alle raccomandazioni della Commissione dell’Unione europea", la Società ritiene opportuno esaminare l'eventuale adozione di tali programmi una volta avviata la gestione a regime delle infrastrutture in fase di realizzazione.
Con riferimento al programma di valutazione del rischio di crisi aziendale la Società, sulla base delle analisi svolte, ritiene che il rischio di crisi aziendale sia relativamente limitato.
Si propone, pertanto, di prendere atto di quanto riportato dalla Società nella Relazione sul governo societario, comprensiva del programma di valutazione del rischio aziendale, Allegato B.
In merito al secondo punto all’ordine del giorno, si rappresenta che, ai sensi dell’art 13 dello statuto, l’Assemblea ordinaria approva il business plan pluriennale oltre al budget annuale, predisposti dall’organo amministrativo della Società.
In proposito, si evidenzia che la Società, con nota 27.06.2018 prot. reg. 243839, ha trasmesso il budget per l’anno 2018, Allegato C, che prevede di chiudersi con un risultato positivo per € 42.235,00.
Con riferimento alle attività previste nel 2018, la Società rappresenta di essere prossima all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per procedere al prelievo di risorsa idrica dal Campo Pozzi di Camazzole. I lavori per la realizzazione dello stesso potranno essere completati soltanto nel 2019, ciò nonostante Veneto Acque ha approntato modalità tecniche di esercizio provvisorio degli impianti che consentono l'avvio della produzione idrica già a partire dai prossimi mesi del corrente anno, nelle more del completamento del serbatoio e dei relativi collegamenti.
La Società ha avuto modo di preventivare con un certo grado di approssimazione l’entità degli oneri che si troverebbe a dover sostenere con l’avvio della gestione del primo anello del SAVEC, considerando due modelli gestionali, quali la società “patrimoniale” e la società “grossista”.
Veneto Acque, nel frattempo, ha intensificato gli approfondimenti con i Consigli di Bacino e con i Gestori dei S.I.I. interessati all’utilizzo dell'infrastruttura, giungendo ad individuare un nuovo modello gestionale, alternativo ai precedenti, che appare maggiormente compatibile con il sistema tariffario vigente. In sintesi, allo stato attuale, si potrebbe ipotizzare la cessione degli impianti pro quota ai Gestori del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), al netto del valore rappresentato dai contributi ricevuti dalla Regione del Veneto, previa valutazione di fattibilità giuridico-economica.
Allo scopo, la Società ha in programma, in stretto contatto con i Consigli di Bacino, una serie di analisi tecnico-economiche e giuridiche per concretizzare l'ipotesi in campo, di cui tra l'altro deve essere valutata la compatibilità con la concessione e con il contratto di finanziamento BEI.
Da una prima istruttoria condotta da Veneto Acque s.p.a., la cessione delle infrastrutture consentirebbe di evitare l'impatto sul conto economico degli oneri finanziari legati al predetto finanziamento, degli ammortamenti e degli oneri di gestione dell’opera, liberando la Società dal rischio di oscillazione dei ricavi. Veneto Acque potrebbe così concentrarsi sulle marginalità garantite dalle attività in campo ambientale, sull'ulteriore estensione della rete acquedottistica, a servizio della Regione del Veneto.
In questa prospettiva, l'anno 2018 rappresenta per Veneto Acque, un esercizio cruciale in cui perfezionare - effettuate le dovute verifiche con le Amministrazioni e le Società coinvolte - i negozi giuridici di trasferimento delle infrastrutture e di gestione delle stesse, assicurando il permanere di un coordinamento in capo alla Società per conto della Regione del Veneto.
Nella proposta di budget 2018, Veneto Acque ha considerato il mantenimento dei ricavi dalle convenzioni provvisorie in essere a tutto il primo semestre 2018, per circa € 260.000,00. Nel secondo semestre la Società dovrebbe trovarsi nella condizione di poter produrre autonomamente risorse idriche, che potrebbe convogliare e distribuire in un quadro sperimentale e di regolazione funzionale sino al 31.12.2018, data in cui subentrerebbe la gestione delle Società del S.I.I. cessionarie.
Ciò non comporterebbe l'avvio degli ammortamenti, potendo invece consentire la generazione di un margine per la Società, che potrebbe essere nelle condizioni di cedere circa 5 mln. di mc. d’acqua a 22 euro/cent a mc., a fronte di costi di gestione previsti in circa 9,5 euro/cent al mc.
La Società, inoltre, sottolinea un fabbisogno finanziario per circa 4,5 mln di euro, riconducibile alla natura del tutto particolare dell'esercizio considerato, che si pone a cavallo tra il completamento delle opere e la loro ipotizzata eventuale cessione. Tale evidenza impone l'approfondimento delle analisi già avviate con le competenti strutture regionali, al fine di individuare le misure ritenute più opportune per far fronte a possibili tensioni di liquidità.
Infatti, con riferimento alle Opere di derivazione dalle falde del Medio Brenta e al Serbatoio di accumulo, nonché alle opere di interconnessione, a seguito del sostanziale completamento delle opere presso il campo pozzi, la Società prevede un avanzamento degli interventi relativi all'appalto per il serbatoio per circa 4,2 mln. di euro.
La Società prevede, al fine di consentire l’avvio della produzione idrica e l’ipotizzata cessione delle infrastrutture, un incremento dei costi per consulenze sino a circa € 100.000,00, in ragione dei complessi ed articolati approfondimenti richiesti per la cessione delle opere e la regolamentazione dei rapporti con i cessionari, oltre a circa ulteriori € 280.000,00 per lavori di finitura e per servizi necessari alla messa in funzione delle condotte e degli impianti.
E' prevista la sospensione dell’iter di approvazione delle opere di sviluppo della rete MOSAV nel Polesine.
Per quanto riguarda la messa in sicurezza delle fonti idropotabili contaminate da PFAS, a fronte del completamento nel 2017 delle attività assegnate a Veneto Acque S.p.A. dalla DGR 385/2017 per l'individuazione di soluzioni progettuali dirette all'approvvigionamento di nuove fonti idriche verso le aree contaminate da PFAS di Lonigo (VI), la Società è in attesa di ricevere disposizioni da parte del Socio Unico circa la formalizzazione di ulteriori affidamenti ed il relativo finanziamento. Per tali ragioni, nel Budget 2018 non si è per ora dato corso all’inserimento di tali attività, salvo la rappresentazione di alcuni costi minori.
Le attività riguardanti le bonifiche ambientali affidate dalla Regione Veneto nell'area di Vinyls con DGR 287/2016 e 2277/2014 ammontano complessivamente ad € 2.136.390,80. La Società prevede nel 2018 lo slittamento di alcune attività preventivate per la fine del 2017, che sono tuttavia condizionate in parte dall'esito delle risultanze analitiche in fase di implementazione nell'area, nonché dall'esatta identificazione dei quantitativi residui dei rifiuti da smaltire. Ad ogni buon conto, ad oggi risulta preventivabile la realizzazione di interventi del valore di circa € 150.000,00.
Con riferimento alla bonifica della discarica di Sant'Elena di Robegano, appare risolta l'incertezza precedentemente segnalata in relazione al commissariamento del sito, e pertanto la Società prevede nel 2018, oltre alla redazione del progetto di messa in sicurezza, anche la realizzazione di parte dell'intervento, per un valore di circa 0,8 milioni di euro.
Per quanto riguarda i “marginamenti”, con DGR 1986/2017, la Società ha beneficiato dell'assegnazione in house degli interventi di messa in sicurezza di alcuni tratti di marginamento non completati presso le macroisole "Fusina" e "Nuovo Petrolchimico'' a Venezia-Porto Marghera. La DGR citata ha previsto una prima “tranche” di corrispettivo pari a circa 4,7 mln. di euro. Nel 2018 si prevede un avanzamento degli interventi per circa 0,4 mln. di euro.
Passando ad analizzare le principali voci del budget 2018 di Veneto Acque s.p.a., che prevede di chiudere con un risultato positivo di € 42.235,00, si evidenzia che il Valore della Produzione è previsto pari ad € 5.520.500,00 complessivi, ed è composto da Ricavi delle vendite e delle prestazioni per € 2.870.500,00, di cui prestazioni nei confronti della Regione del Veneto per € 1.485.000,00 per attività estranee alla Concessione MOSAV. Gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono previsti pari a € 250.000,00 ed inoltre sono previsti contributi da parte della Regione del Veneto per € 2.400.000,00 relativi al contributo per le spese di funzionamento della Società per l’anno 2018.
Per quanto riguarda i Costi della produzione, si segnalano Costi per servizi pari a € 2.408.850,00, Costi per il personale pari a € 530.000,00, Oneri diversi di gestione pari a € 102.000,00 e Ammortamenti pari a € 45.315,00.
Gli oneri della gestione finanziaria sono pari a € - 2.266.000,00. Il risultato ante imposte è stimato in € 163.235,00, mentre le imposte sono stimate in € 121.000,00.
Alla luce di quanto sopra esposto, si propone di approvare, nel suo complesso, per quanto a conoscenza del Socio Regione del Veneto, il programma operativo di attività e il relativo budget per il 2018, Allegato C, che prevede di chiudersi con un utile di € 42.235,00, invitando nel contempo la Società a mantenere costantemente monitorati gli equilibri economico-finanziari e a rispettare le direttive regionali di cui alla DGR 2101/2014.
Sempre con riferimento al medesimo punto all’ordine del giorno, la Società ha presentato con nota 11.07.2018 prot. 295/2018, il Piano industriale 2018-2027, Allegato D.
Detto documento rappresenta il raggiungimento di una fase di sviluppo importante per la Società, iniziata già lo scorso anno, quando, su input dell’Amministrazione Regionale, giusta DGR 838/2017 di partecipazione all’assemblea dei soci del 16.06.2017 era stato richiesto al nuovo organo amministrativo della Società di predisporre un piano economico-finanziario al fine di consentire alla società stessa di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario anche nel prossimo futuro.
La Società, nell’assemblea del 05.10.2017, giusta DGR 1553/2017, presentava al Socio Unico una “Ipotesi per un piano economico finanziario, un modello gestionale e per l’adeguamento della Concessione , volta ad avviare un percorso per valutare i possibili scenari di gestione dell’infrastruttura idrica una volta che la stessa sarebbe stata ultimata.
Il Piano Industriale 2018-2027 rappresenta, quindi, uno sviluppo del documento precedente, nel quale la Società evidenzia, in un arco temporale pluriennale, le possibili linee di attività, nonché i diversi modelli di gestione della infrastruttura idrica ed i relativi impatti economico-finanziari.
Ora, nel rinviare all’analisi del documento, Allegato D, qualsiasi approfondimento di dettaglio, si rappresentano, in sintesi, i tre modelli di business alternativi di gestione, a regime, del SAVEC.
La prima ipotesi è rappresentata dalla gestione diretta, da parte della Società, dell’infrastruttura idrica, ovvero il c.d. modello del “grossista”, nel quale Veneto Acque cede quantitativi idrici ai Gestori del servizio idrico integrato (GSII) collegati alla rete, in relazione alle loro necessità. Il modello gestionale sconta il problema della determinazione della tariffa idrica a mc, che i GSII potrebbero essere disponibili a corrispondere, tra l'altro in una dimensione tariffaria che tende sempre più a circoscrivere gli spazi per tali tipi di gestione.
Per poter implementare detto scenario, sono stati adottati i seguenti assunti di base:
In chiave ottimistica, la Società ha ipotizzato la stabilità della domanda e la disponibilità dei GSII all'acquisto al prezzo e per i volumi indicati.
In ogni caso, si deve evidenziare che l'art. 20 della Concessione, pone a carico della Regione la differenza tra i quantitativi idrici venduti e la quantità potenzialmente cedibile. Nondimeno, avendo ipotizzato l'assorbimento totale almeno della produzione attualmente autorizzata (500 l/s su un limite tecnico di 950 l/s) non si è proceduto a inserire importi a carico della Concedente a titolo di contributo in conto gestione. In tal senso, si è data una lettura particolarmente restrittiva della Convenzione che porta, come si avrà modo di vedere, ad un persistente scenario di forte squilibrio, per il quale sarebbe comunque richiesto un costante intervento del Socio Unico.
Per altro, l'ipotesi, come anticipato, presuppone come stabile la domanda e il prezzo convenzionalmente fissato, dovendosi non solo ritenere molto probabile l'oscillazione al ribasso della domanda, ma anche la difficoltà di imposizione di tale prezzo ed anche la possibile non riconoscibilità di tali condizioni nel sistema tariffario del servizio idrico.
La seconda ipotesi di gestione è rappresentata dalla “cessione patrimoniale”, la quale prevede il trasferimento del SAVEC pro-quota ai soggetti gestori del SII, secondo criteri adeguati alle previsioni di assorbimento di risorsa idrica manifestati dagli stessi. In questo contesto, l'attenzione è stata posta sulla necessità di adeguare significativamente la Concessione in essere, prevedendo l'attribuzione del diritto di gestire il SAVEC da parte dei predetti GSII, in modo tale da legittimare il trasferimento patrimoniale in questione. A fronte di tale subentro nella concessione, i GSII sarebbero chiamati a corrispondere a Veneto Acque un indennizzo, parametrato sul costo storico del SAVEC al netto dei contributi pubblici ricevuti. Poiché tale valore è sostanzialmente pari all'importo del finanziamento acceso con la Banca Europea degli Investimenti ed erogato alla stessa, i GSII dovrebbero accollarsi il predetto mutuo e l'onere di corrispondere la quota capitale all’Istituto finanziatore.
Ne conseguirebbe, la possibilità per i GSII di contabilizzare nel proprio patrimonio netto il valore pro quota del SAVEC, circostanza che determinerebbe il riconoscimento nella tariffa del S.I.I. delle componenti sufficienti a sostenere gli oneri assunti. Nel contesto appena illustrato, nella situazione patrimoniale di Veneto Acque nell’esercizio 2019 si assisterebbe alla estromissione del SAVEC e al corrispondente accollo da parte dei GSII del valore residuo del finanziamento BEI.
Quanto sopra libererebbe Veneto Acque dal peso del debito, nonché dei conseguenti oneri finanziari e degli ammortamenti in conto economico. Sotto il profilo strettamente gestionale, inoltre, questa scelta consentirebbe alla Società di concentrare le proprie risorse sullo sviluppo della rete e sulle attività in campo ambientale. Veneto Acque si riserverebbe un'attività di "alta sorveglianza" sulla gestione dei GSII, rispondente ad esigenze di coordinamento e di supervisione di un’infrastruttura di concezione regionale e sovra ambito territoriale.
Tale attività, per la quale il Protocollo d'Intenti tra Veneto Acque e i GSII prevede una valorizzazione, è stata forfettizzata in € 50.000,00 per anno. Le proiezioni effettuate su questo scenario non prevedono criticità significative sotto il profilo finanziario, mentre negli ultimi anni considerati dal Piano Industriale (dal 2024 al 2027), sarebbe necessario che la Società ponesse in essere una politica di riequilibrio economico.
Pur avendo operato alcune proiezioni di scenario sulla tariffa di cui potrebbero beneficiare i GSII a seguito dell'attribuzione patrimoniale, il modello gestionale proposto dovrà essere sottoposto alle valutazioni di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e all'effettiva sostenibilità dell'assunzione dello stock di indebitamento da parte dei GSII.
Peraltro, vi è la necessità che la stessa BEI acconsenta tale operazione, poiché essa appalesa uno scenario attualmente non contemplato nel contratto che regola il finanziamento in questione.
Tuttavia, la Società ritiene di sottoporre al Socio Unico una terza ipotesi, identificabile all'art. 19 degli schemi regolatori del Metodo Tariffario Idrico 2016-2019, rubricato "valorizzazione delle immobilizzazioni di terzi". In buona sostanza, la proposta allo studio prevede la permanenza in capo a Veneto Acque della patrimonializzazione del SAVEC e del finanziamento BEI.
La gestione delle opere tuttavia verrebbe attribuita ai GSII, che corrisponderebbero alla Società un canone in misura fissa, così abbattendo il rischio di volatilità della domanda. L’onere per il canone dovuto a Veneto Acque potrebbe poi essere ripartito internamente tra i GSII sulla base della capacità produttiva del sistema che ciascuno di essi intende riservarsi.
La determinazione del canone è stata simulata utilizzando criteri prudenziali, ovvero, in analogia a quanto prevede la regolamentazione tariffaria del S.I.I., individuando la tariffa che potrebbe inserire a ricavo il GSII che avesse realizzato il SAVEC, ivi compresa la fissazione del periodo di ammortamento previsto in trentacinque anni.
La tariffa come sopra individuata, di cui potrebbero beneficiare i GSII a fronte della messa in disponibilità del SAVEC e delle risorse idriche da esso prodotte, potrebbe quindi consentire loro di corrispondere alla Società un canone che, se considerato globalmente nel Piano Industriale, induce a ritenere sostanzialmente in equilibrio economico e finanziario l'operazione.
Più nel dettaglio, sul versante economico lo scenario in oggetto consentirebbe a Veneto Acque di ottenere un risultato economico positivo (Utile d'esercizio) in ciascuno degli esercizi coperti dal Piano Industriale. Sotto il profilo finanziario, tuttavia, rispetto allo scenario di cessione del SAVEC ai gestori che contempla l'estromissione dell'opera con conseguente accollo del debito e incasso di una somma pari a circa 7 mln di euro, è evidenziabile una contenuta sofferenza di cassa concentrata nei primi anni (2019-2023), che tuttavia potrebbe trovare copertura con l'accensione di un apposito finanziamento a medio termine nel 2019.
Al fine di dotare Veneto Acque di un ammontare di liquidità sufficiente a garantire il regolare svolgimento della gestione, il Piano prevede l'accensione di un finanziamento pari a 4 mln di euro che potrebbe progressivamente scendere a 1 mln di euro nel 2023 per estinguersi integralmente nel 2024, esercizio nel quale l'azienda risulterebbe autonoma sotto il profilo finanziario.
L'ipotesi descritta avrebbe il pregio di non essere condizionata dall'assenso da parte di BEI all’operazione, poiché vi sarebbe il mantenimento delle attuali condizioni regolanti il rimborso del finanziamento in capo alla Società, mentre i GSII vedrebbero riconosciuto in tariffa l'esborso a titolo di canone da corrispondere a Veneto Acque.
All'evidenza, lo scenario è anche qui condizionato dall'approvazione di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). A riguardo, le analisi in corso evidenziano, che se l'opera fosse stata realizzata direttamente dai GSII, il peso sugli utenti che corrispondono la tariffa sarebbe stato sensibilmente superiore rispetto a quanto avverrebbe con la soluzione proposta. Vi si aggiunga il fatto che gli stessi GSII (e per essi gli utenti) hanno la possibilità di disporre immediatamente di un’opera di grande portata, senza aver sopportato il rischio di costruzione, che è invece gravato su Veneto Acque.
Pertanto, in relazione al secondo punto della parte ordinaria, si propone di prendere atto del Piano Industriale 2018-2027, Allegato D, rinviando ogni eventuale determinazione al successivo punto all’ordine del giorno.
Con riferimento al terzo punto della parte ordinaria, relativo agli indirizzi per la gestione del SAVEC, richiamando quanto illustrato nel Piano Industriale 2018-2027, Allegato D, già descritto al punto precedente, si fa presente che l’Amministratore Unico della Società chiede al Socio Unico di conferire alla Società un mandato per:
Secondo l’Amministratore Unico, l'esito positivo delle attività sopra indicate garantirebbe la stabilizzazione dell'orizzonte di business della Società Veneto Acque che sarebbe in grado, con progressivo disimpegno dal contributo di funzionamento, di implementare il proprio ruolo di braccio operativo al servizio della Regione del Veneto nella risoluzione di criticità ambientali quali la contaminazione da PFAS, la bonifica di discariche e la protezione della Laguna di Venezia dalle acque di falda inquinate.
La Direzione Difesa del Suolo, ha formulato con nota prot. n. 304065 del 19.07.2018 agli atti dell’Amministrazione Regionale, il proprio parere in merito ai punti posti all’ordine del giorno. La struttura regionale, in particolare, si è espressa in merio alle valutazioni in ordine al Piano industriale e agli indirizzi per la gestione del SAVEC. In particolare, stante l’impossibilità di percorrere allo stato attuale la prima ipotesi, ovvero il modello della Società “grossista” in quanto sarebbe compromessa la sostenibilità economico-finanziaria in caso di volatilità della domanda o dei parametri di tariffa, sono ritenute percorribili le ipotesi della “cessione patrimoniale” e del “canone”, le quali consentirebbero maggiori garanzie alla Società in termini di equilibrio prospettico. La Struttura Regionale conclude il proprio parere chiedendo alla Società di effettuare maggiori approfondimenti in merito agli aspetti tecnico-economici dei modelli di gestione, verificandone anche la sostenibilità con i soggetti gestori e i Consigli di Bacino, sottoponendo successivamente i risultati alla Regione, per le opportune decisioni di competenza.
Pertanto, con riferimento al terzo punto all’ordine del giorno, si propone di dare mandato all’Amministratore Unico della Società, in collaborazione con le strutture regionali competenti e con i vari soggetti coinvolti, di effettuare i necessari approfondimenti in merito all’identificazione del modello gestionale preferibile, tra quello della “cessione patrimoniale” e quello del “canone”, al fine di garantire l’equilibrio economico finanziario prospettico e la compatibilità con il quadro regolatorio, con gli aspetti legati alla concessione e al suo eventuale trasferimento ai GSII, nonché con gli aspetti relativi al trasferimento del finanziamento BEI a prescindere dalla garanzia regionale.
In riferimento al quarto punto all’ordine del giorno, relativo al compenso dell’Organo Amministrativo e alle deliberazioni inerenti e conseguenti, si rappresenta che l’attuale organo amministrativo è stato nominato nel corso dell’assemblea del 16.06.2017, giusta DGR 838/2017 per il triennio 2017-2019.
Detta assemblea ha, inoltre, stabilito un’indennità annua lorda pari ad € 15.300,00 ed inoltre di riconoscere il diritto al rimborso delle spese sostenute e documentate per l’esercizio del mandato e per l’espletamento delle funzioni assegnate nella misura massima prevista dall’art. 7, comma 1 bis, L.R. 39/2013.
Ora, tenuto conto di quanto già illustrato nel presente provvedimento in relazione all’intensificarsi delle attività gestionali da parte dell’organo amministrativo collegate all’entrata in funzione del SAVEC, ivi comprese le trattative con i soggetti gestori del Servizio Idrico al fine di addivenire ad un modello gestionale societario sostenibile, nonché del fatto che l’attuale struttura organizzativa di Veneto Acque è sprovvista della figura del direttore generale, da qualche tempo cessata, si propone di rideterminare il compenso annuo lordo onnicomprensivo spettante all’organo amministrativo in € 20.000,00 annui, da considerarsi pro quota per l’annualità 2018 e interamente per le successive annualità fino alla fine del mandato, riconoscendo, inoltre, il diritto al rimborso delle spese sostenute e documentate per l’esercizio del mandato e per l’espletamento delle funzioni assegnate nella misura massima prevista dall’art. 7, comma 1 bis, L.R. 39/2013.
Con riferimento alla Parte Straordinaria, l’Assemblea dei soci è chiamata a deliberare la riduzione volontaria del capitale sociale per perdite. In proposito, si evidenzia che la Società, con nota 10.07.2018 prot. 294/2018 (prot. reg. 292143 del 10.07.2018) ha trasmesso la Relazione dell’Amministratore Unico sul punto ed il parere pro veritate dell’esperto incaricato, già sopra citato, Allegato E al presente provvedimento.
Richiamando integralmente quanto espresso in merito alla correzione dell’errore contabile, intervenuta nel bilancio al 31.12.2017 e già sopra illustrata con riferimento alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno della parte ordinaria, si rappresenta che la correzione dell'errore contabile, implementata dalla Società seguendo quanto disposto dall'OIC 29 (par. 44-58 …<> - par. 48-) è stata rilevata iscrivendo la voce utili (perdite) portate a nuovo al 31.12.2017 per € - 12.573.207.
Nella citata relazione l’Amministratore Unico rappresenta che il codice civile norma la riduzione del capitale sociale agli art. 2445 e 2446. La fattispecie di riduzione volontaria del capitale sociale per perdite posta all’ordine del giorno assembleare non configura pienamente la riduzione volontaria di capitale sociale regolata dall'art. 2445 del codice civile, poiché la Società riporta perdite portate a nuovo e quindi la riduzione non andrebbe a beneficio dei soci (né tramite liberazione dei soci dall'obbligo dei versamenti ancora dovuti, né mediante rimborso del capitale ai soci). Non si configura, tuttavia, nemmeno l'ipotesi di cui all'art. 2446 del codice civile, poiché l'ammontare delle perdite non eccede il terzo dei capitale sociale.
La riduzione di capitale sociale che l'Amministratore Unico invita l'Assemblea ad approvare, quale riduzione volontaria per perdite, per le motivazioni suddette, è pari - dopo la destinazione dell'utile 2017 in parte a riserva legale (€ 4.382,00) e in parte a parziale copertura delle perdite portate a nuovo (€ 82.222,00) - a:
Perdite portate a nuovo al 31.12.2017
€
12.573.207
Azzeramento Altre Riserve
2
Utilizzo utile 2017 destinato a parziale copertura delle perdite portate a nuovo
-82.222
Utilizzo utile 2017 destinato a riserva legale
-4.328
Riduzione del Capitale Sociale
12.486.659.
Il capitale sociale risultante a seguito della deliberazione assembleare diverrebbe dunque pari ad € 27.513.341,00.
Si propone, pertanto, con riferimento al primo punto all’ordine del giorno della Parte Straordinaria, tenuto conto di quanto esposto nella Relazione dell’Amministratore Unico e nel parere pro veritate dell’esperto incaricato relativamente alla riduzione del capitale sociale, Allegato E, di deliberare la riduzione volontaria del capitale sociale per perdite come proposta dall’Amministratore Unico della Società.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTO il D.Lgs. 19.08.2016, n. 175 “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” e s.m.i.;
VISTA la L.R. 10.04.1998, n. 12, “Acquisizione della Delta Po spa”;
VISTO l’art. 2, comma 2, L.R. 31.12.2012, n. 54 “Legge regionale per l'ordinamento e le attribuzioni delle strutture della Giunta regionale in attuazione della legge regionale statutaria 17.04.2012, n. 1 "Statuto del Veneto"”;
VISTA la L.R. 24.12.2013, n. 39 “Norme in materia di società regionali”;
VISTA la DGR 10.11.2014, n. 2101 “Modifiche ed integrazioni alle direttive indirizzate alle società partecipate con la DGR 258/2013.”;
VISTO lo statuto di Veneto Acque S.p.A.;
VISTE le note di convocazione dell'Assemblea ordinaria dei Soci della Veneto Acque S.p.A.;
VISTO il bilancio chiuso al 31.12.2017, la nota integrativa, la tabella di controllo del rispetto delle direttive della Giunta regionale, la relazione del Collegio Sindacale e la relazione del Revisore Legale, Allegato A;
VISTA la relazione sul governo societario, comprensiva del programma di valutazione del rischio di crisi aziendale, Allegato B;
VISTO il programma operativo di attività e il relativo budget per il 2018, Allegato C;
VISTO il Piano Industriale 2018-2027, Allegato D;
VISTA la Relazione dell’Amministratore Unico ed il parere pro veritate dell’esperto incaricato, Allegato E;
VISTO il parere della Direzione Difesa del Suolo prot. n. 304065 del 19.07.2018 agli atti dell’Amministrazione Regionale;
CONSIDERATO che ai sensi dell’art. 61, comma 3 dello Statuto del Veneto, il Presidente della Giunta regionale o suo delegato, parteciperà all’assemblea;
delibera
Allegati (omissis)
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