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Materia: Servizi sociali
Deliberazione della Giunta Regionale n. 152 del 16 febbraio 2018
Approvazione in via sperimentale delle azioni per la presa in carico delle persone con disabilità ultrasessantacinquenni.
Il provvedimento approva misure specifiche finalizzate alla presa in carico delle persone con disabilità ultrasessantacinquenni nell’ambito delle modalità assistenziali, residenziali e semiresidenziali, previste dalla programmazione regionale.
L'Assessore Manuela Lanzarin riferisce quanto segue.
Gli interventi posti in atto dalla programmazione regionale nell’ambito della disabilità trovano il loro fondamento strategico nell’obiettivo di favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità, valorizzando il concorso delle forme di sussidiarietà provenienti dal “terzo settore”. Procedendo da tale visione, gli sviluppi nelle modalità di attuazione degli obiettivi prescritti dalla programmazione regionale hanno trovato riscontro e fondamento ulteriori nei principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (New York 13/12/2006, ratificata dall’Italia con legge 3/3/2009, n. 18), allo scopo di perseguire la “piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società” delle medesime persone ed, in particolare, “l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza”. Inoltre, la recente legge n. 112 del 22/6/2016 recante “disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” (Dopo di noi), in attuazione dei principi testé richiamati, ha introdotto strumenti innovativi che prevedono una presenza attiva e responsabile della persona con disabilità e della sua famiglia nella definizione e nel sostegno economico degli interventi volti a “l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza delle persone con disabilità grave”.
Il filo conduttore nella concreta attuazione dei predetti principi risiede nella consapevolezza che l’elemento di maggior successo per affrontare il tema della qualità della vita della persona con disabilità riguarda il processo di valutazione dei bisogni e delle abilità e di definizione del progetto personalizzato, nel quale la componente tecnico-specialistica deve tener conto dell’autovalutazione della persona con disabilità e della sua famiglia, al fine di condividere la scelta, tra quelli possibili, degli interventi e sostegni di maggiore efficacia. Inoltre, con speciale riguardo ai percorsi di inclusione, altro fattore di successo concerne la costruzione nel tessuto sociale di reti di sostegni nel cui ambito la declinazione degli interventi deve necessariamente integrare l’insieme dei supporti specifici (servizi della rete formale) con le risorse personali, familiari e del contesto sociale di riferimento (servizi della rete informale). Invero, molteplici esperienze hanno dimostrato come, in tal modo, sia possibile superare il concetto di mera tutela e assistenza, promuovendo l’apertura dei servizi a nuove relazioni nel contesto territoriale con evidenti apporti e contributi reciproci nell’ambito di percorsi mirati non solo al mantenimento e/o sviluppo delle capacità residue delle persone con disabilità, ma anche a cogliere le opportunità per valorizzare e rendere tali capacità utili alla vita quotidiana della comunità di riferimento, concorrendo così a rendere palesi i meriti e la dignità intrinseca di queste persone ed a favorire ulteriori sviluppi nella direzione di una maggiore coesione sociale.
In questo contesto si apre la tematica della relazione tra invecchiamento e disabilità la cui rilevanza e peculiarità sono state, da tempo, considerate anche a livello internazionale sia attraverso la Convenzione ONU (2006) richiamata, sia nell’ambito del Piano d’azione del Consiglio d’Europa per le persone con disabilità 2006-2015. Tali documenti, nello specifico dell’invecchiamento delle persone con disabilità, riconoscono che il fenomeno pone inevitabilmente nuove sfide alla società per la presa in cura di queste persone e affermano il principio di prevedere “accomodamenti ragionevoli in funzione dell’età”.
Nel merito si osserva come l’invecchiamento, grazie ai progressi della medicina e delle tecniche di assistenza e tutela, interessi, al pari della popolazione generale, anche le persone con disabilità. Peraltro, a fronte di questo risultato in sé positivo si deve tener conto della maggiore vulnerabilità a cui vanno incontro queste persone con l’avanzare dell’età. Invero, rispetto ai deficit specifici della loro condizione di origine si combinano quelli tipici della terza età; inoltre, rispetto alle modalità di presa in cura, la loro condizione è fortemente dipendente dall’invecchiamento dei caregiver familiari che risultano sempre meno in grado di sostenerli da soli a domicilio, in tal senso la stessa legge n. 112 del 2016 riconosce la necessità di interventi specifici a favore delle persone con disabilità “prive di sostegno familiare in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l’adeguato sostegno genitoriale, nonché in vista del venir meno del sostegno familiare, attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l'esistenza in vita dei genitori” (articolo 1).
Le implicazioni di tali fattori sul piano degli interventi socio-sanitari e di assistenza e tutela richiedono una adeguata e specifica presa in carico della persona con disabilità che invecchia, secondo un approccio preventivo e di lungo termine che per ciascuna di esse ne riconsideri l’intero progetto esistenziale, prefigurando possibili scelte future coerenti rispetto alla prospettiva di questa particolare fase della vita. Scelte non riferite unicamente a risposte precostituite e attivabili solo al compimento del sessantacinquesimo anno di età, ma concepite nel quadro di percorsi di anticipazione e accompagnamento. A tal fine occorre garantire che l’accesso alle misure a favore delle persone con disabilità “over 65” sia considerato sulla base di una valutazione del bisogno bio-psico-sociale e attraverso la definizione di un progetto personalizzato necessario alla ricomposizione delle risorse disponibili, sia formali che informali, in un setting assistenziale appropriato rispetto agli specifici bisogni di queste persone. Pertanto, in coerenza con i principi di “autonomia individuale” e “accomodamento ragionevole” affermati dalla Convenzione ONU richiamata e nell’ottica della qualità della vita, l’autodeterminazione e il coinvolgimento consapevole delle persone con disabilità e dei loro familiari nella definizione condivisa del progetto personalizzato, deve concepirsi e svilupparsi sulla base di pertinenti valutazioni tecnico-specialistiche, tenendo conto, per quanto possibile e nelle forme e modalità più compatibili, anche sul piano delle risorse, delle esigenze della persona, nel quadro del progetto di vita esteso alla considerazione delle mutate necessità legate al processo di invecchiamento.
Attualmente nel Veneto le persone con disabilità “over 65” prese in carico dalla rete dei servizi sono 943, di cui 590 in regime residenziale, 114 in regime semiresidenziale e 239 con impegnativa di cura domiciliare (230 ICDF e 9 ICDP). Su un piano prospettico, la coorte delle persone con disabilità aventi età compresa tra 55 e 65 anni prese in carico dalla rete dei servizi somma 2.008 individui, di cui 1.659 in regime residenziale o semiresidenziale e 449 con ICD (314 ICDF e 135 ICDP). Per contro, nell’ambito dei Centri di Servizi per persone non autosufficienti gli assistiti presentano un’età media di 85 anni e bisogni assistenziali caratterizzati da case mix complessi e con prevalenza di più patologie croniche. Si tratta di evidenze che attestano, da un lato, l’entità e la progressione del fenomeno dell’invecchiamento delle persone con disabilità nella nostra regione e, dall’altro, come questo fenomeno stia originando situazioni di convivenza negli stessi contesti assistenziali di tipologie di assistiti eterogenee per età e necessità di cura. In particolare, per quanto riguarda le persone con disabilità i quadri evolutivi dei loro bisogni legati all’età non determinano ancora situazioni di gravità, clinica e funzionale, paragonabili a quelle degli anziani non autosufficienti assistiti nei Centri di Servizi. Per converso, nell’ambito delle unità di offerta per persone con disabilità, rispetto agli assistiti più giovani, coloro che invecchiano tendono a presentare regressioni nelle capacità e nelle abilità e comportamenti non compatibili con l’organizzazione delle attività educativo-abilitative programmate. Sotto altro profilo, a ciò si sovrappongono le differenze nella regolamentazione dei servizi a favore delle persone con disabilità e delle persone anziane non autosufficienti, con riguardo in particolare a: modalità di accesso, requisiti e standard di autorizzazione ed accreditamento e compartecipazione alla spesa.
Alla luce di quanto sopra appare opportuno prevedere un intervento specifico per le persone con disabilità che abbiano compiuto i sessantacinque anni di età che affronti con urgenza le questioni evidenziate e, più in generale, le nuove sfide poste dal processo di invecchiamento in atto nel settore della disabilità, anche attraverso la sperimentazione di forme e modalità innovative e flessibili che puntino ad ottimizzare i livelli di efficacia e di efficienza della risposta assistenziale. Pertanto, con l’odierno provvedimento si propongono le seguenti misure specifiche per tale tipologia di assistiti da applicare in via sperimentale per un anno dalla data del presente provvedimento:
Con riferimento ai casi di cui ai punti precedenti le aziende ULSS individuano le risorse finanziarie per far fronte al relativo fabbisogno annuale nel quadro delle dotazioni previste per la “residenzialità per non autosufficienti” e la “residenzialità disabili” in sede di riparto del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
delibera
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