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Bur n. 48 del 16 aprile 2024


Materia: Protezione civile e calamità naturali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 343 del 04 aprile 2024

Approvazione dell'Accordo Quadro tra la Regione del Veneto e l'Università degli studi di Padova ai sensi dell'articolo 4, comma 2, decreto legislativo n. 1/2018 e dell'articolo 2, comma 4 della legge regionale n. 13/2022, inerente alla creazione di un tavolo tecnico di supporto alle attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi e alla gestione delle emergenze in territorio veneto. L.R. 13/2022.

Note per la trasparenza

Approvazione dell’Accordo Quadro tra la Regione del Veneto e l’Università degli studi di Padova, per la creazione di un tavolo tecnico di supporto alle attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi e alla gestione delle emergenze in territorio veneto, al fine di conseguire la massima efficienza ed efficacia operativa nell'ambito dei contesti emergenziali, della previsione, prevenzione e gestione dei rischi naturali e antropici.

L'Assessore Gianpaolo E. Bottacin riferisce quanto segue.

La Regione del Veneto è un territorio complesso, che deve gestire al suo interno una molteplicità di rischi connessi ad un territorio molto vario, e che spaziano dal rischio idrogeologico ed idraulico, inclusi aspetti  relativi ai bacini montani, di pianura e ai sistemi lagunari, il tema dell’erosione costiera e dell’intrusione del cuneo salino; temi di instabilità di pendii e subsidenza; il problema sismico, caratterizzato da intensità dell’azione significative in alcune aree della regione; problematiche connesse al rischio meteorologico e alle sue interazioni con tutti i rischi anzidetti, oggi intensificato per effetto dei cambiamenti climatici che stanno portando a conseguenze quali la siccità ed eventi meteorologici estremi; il tutto nel contesto di un territorio fortemente antropizzato ed industrializzato, con problematiche connesse quindi all’alta esposizione e alla possibilità di perdita di beni culturali, di incidenti industriali, di abbandono dei rifiuti pericolosi e inquinamento.

Il Decreto Legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 (Codice della protezione civile), definisce il Servizio nazionale della Protezione Civile, di seguito Servizio nazionale, quale servizio di pubblica utilità che esercita la funzione di protezione civile costituita dall’insieme delle competenze e delle attività volte a tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo, individuando all’art. 2, c.1 le principali attività volte alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, alla gestione delle emergenze e al loro superamento e, contestualmente, prevedendo ai sensi dell’art. 4, c. 2, del medesimo D.Lgs. n. 1/ 2018, che le componenti del Servizio nazionale possono stipulare convenzioni con le strutture operative, i soggetti concorrenti o con altri soggetti pubblici che svolgono funzioni utili per le finalità di protezione civile.

L’art. 11 del D. Lgs. n. 1/2018 conferisce alle Regioni, nell’esercizio delle rispettive potestà legislative e amministrative, la disciplina e l’organizzazione dei sistemi di protezione civile nell’ambito dei rispettivi territori, assicurando lo svolgimento delle attività di protezione civile di cui all’art. 2 del Codice ed in particolare le modalità di predisposizione ed attuazione delle attività volte alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, alla gestione delle emergenze ed al coordinamento delle stesse, fermo restando le competenze del Prefetto ai sensi dell’art. 9 e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ai sensi dell’art. 10, dell’attuazione degli interventi urgenti ed dello svolgimento dei servizi di emergenza in caso di emergenze, assicurandone l’integrazione con gli interventi messi in atto dai Comuni, sulla base del relativo piano di protezione civile.

Per il perseguimento delle attività sopracitate, la Regione del Veneto intende stabilire con l’Università degli Studi di Padova collaborazioni attive e continuative al fine di sviluppare le necessarie sinergie su discipline inerenti la valutazione dei rischi, l’identificazione degli scenari di rischio possibili, il monitoraggio, la valutazione dell’efficacia di strategie alternative di mitigazione dei rischi, le attività di formazione e diffusione della conoscenza e della cultura della protezione civile; finanche il supporto tecnico-scientifico, nelle forme e modalità possibili, alla gestione delle emergenze e al loro superamento.

L’Università degli Studi di Padova, organismo di diritto pubblico legittimato alla sottoscrizione di accordi ai sensi dell’art. 15, l. 241/1990, rappresenta un eccellente polo di formazione e ricerca, fortemente integrato con realtà produttive e con le pubbliche amministrazioni operanti a livello territoriale e nazionale, inclusi centri di competenza del Dipartimento di Protezione Civile, (ad esempio ReLUIS, Cima, etc.) ed in particolare è in possesso di competenze particolarmente qualificate e di alto profilo scientifico, su specifici temi di ricerca connessi alla valutazione dei rischi naturali ed antropici, alla elaborazione di scenari di rischio possibili, al monitoraggio, alla valutazione dell’efficacia di strategie alternative di mitigazione dei rischi e di adattamento ai rischi climatici. La collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, mediante le proprie strumentazioni, tecnologie e competenze tecnico-scientifiche rappresenta da tempo un valido supporto della Regione nello svolgimento delle attività di protezione civile, stante soprattutto la specificità delle tematiche da trattare.

La Legge regionale 1 giugno 2022, n. 13, all’art. 2 consente alla Regione di perseguire le finalità di cui sopra attivando previo accordo, strumenti di collaborazione e coordinamento con i soggetti pubblici e privati, che esercitano nel territorio regionale compiti anche operativi di protezione civile, con la possibilità di acquisire altresì i servizi, le forniture e le attrezzature necessarie. All’art. 3 della citata legge regionale è previsto inoltre che la Regione effettui Studi, indagini e ricerche finalizzati alle attività di previsione, prevenzione, monitoraggio, soccorso e gestione dell’emergenza, anche mediante convenzioni con università e centri di ricerca.

Sulla base delle citate positive esperienze di collaborazione a livello regionale, è stato predisposto uno schema di Accordo Quadro, della durata di 5 anni, di cui all’Allegato A, allo scopo di definire forme di collaborazione tra la Regione del Veneto e l’Università degli Studi di Padova, ciascuno nell’ambito delle proprie attività istituzionali e competenze, per lo svolgimento di attività di studio e ricerca, valutazione, monitoraggio, formazione e comunicazione su specifici temi, quali:

  • il rischio metereologico e idrologico. Le attività in questo ambito riguardano, ma non sono limitate, alla previsione stagionale di eventi siccitosi, la gestione delle crisi legate alla disponibilità della riscorsa idrica, la definizione di strategie di adattamento; lo studio delle ondate di calore; le scienze dell’idrologia e dell'atmosfera per lo studio e la previsione di eventi climatici estremi; l’analisi e la modellazione numerica e probabilistica di precipitazioni ordinarie ed estreme, anche e soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici.
  • il rischio idraulico, idrogeologico e di frana. Le attività in questo ambito riguardano, ma non sono limitate a, l’analisi della pericolosità idraulica lungo l’intero reticolo idrografico; lo studio della traiettoria evolutiva dei corsi d’acqua e la dinamica dei sedimenti; la pericolosità geomorfologica e l’evoluzione eco-morfodinamica di sistemi fluviali ed estuarini; il rischio di alluvione nei vari comparti dei bacini idrografici (montano, pedemontano e di pianura); la caratterizzazione e analisi delle problematiche idrauliche, geomorfologiche e geotecniche della città di Venezia e dell’ecosistema lagunare e costiero; le tecniche di monitoraggio di versante e di canale per varie strutture geotecniche e per la gestione dei rischi da frana; la previsione e la modellazione di colate detritiche; la gestione dei rischi valanghivi e la loro correlata interazione sia con i disturbi naturali e antropici, sia con la gestione selvicolturale dei boschi di protezione.
  • il rischio sismico. Le attività in questo ambito riguardano, ma non sono limitate a, gli studi geologici, sismologici, sperimentali e numerici della sorgente sismica; il monitoraggio tramite reti diffuse per la valutazione sperimentale degli effetti di sito, la microzonazione sismica, la sismologia osservazionale e l’accoppiamento terreno-struttura; l’identificazione e digitalizzazione di tassonomie del costruito; l’analisi di vulnerabilità di strutture ed infrastrutture e il monitoraggio puntuale e diffuso; l’analisi di rischio sismico di classi di strutture o intere aree urbanizzate con integrazione di telerilevamento e intelligenza artificiale; l’analisi di rischio sismico di sistemi infrastrutturali e lifelines; la valutazione di strategie e soluzioni di mitigazione del rischio sismico a livello territoriale, di rete e di singola struttura/infrastruttura, e i metodi per la prioritizzazione.
  • il rischio chimico, ambientale e industriale. Le attività in questo ambito riguardano, ma non sono limitate a, le metodologie e approcci modellistici per l’analisi dei rischi negli impianti RIR; l’analisi multirischio dei fenomeni NaTech e per bioraffinerie, idrogeno blu e green, nuovi vettori energetici; lo sviluppo di metodologie per la previsione e di sistemi di prevenzione; la caratterizzazione chimica degli inquinanti; l’analisi del rischio in impianti di trattamento di rifiuti e modellazione delle conseguenze di incendi e dispersione di inquinanti; i trattamenti dei rifiuti speciali e tecniche di decontaminazione degli ecosistemi; l’analisi di rischio conseguenti alla diffusione di inquinanti in aria acqua e suolo; le problematiche connesse alla salute della popolazione.
  • il rischio di incendi boschivi. Le attività in questo ambito riguardano, ma non sono limitate a, la mappatura degli incendi attraverso immagini satellitari; la simulazione della propagazione degli incendi per l’aggiornamento di piani antincendio; la mappatura delle specie arboree basata su immagini satellitari e Machine Learning; gli scenari di rischio in zone costruite; lo studio e sviluppo di modelli sostenibili di gestione integrata degli incendi, includendo l’analisi di possibili scenari futuri, compresi i cambiamenti climatici e le politiche generali; l’identificazione di innovazioni a livello tecnologico, sociale, sanitario/di sicurezza, amministrativo, ecologico ed economico.

Vengono inoltre trattati trasversalmente i temi relativi:

  • agli aspetti psicosociali e di comunicazione, che in particolare si sviluppano secondo linee di attività inerenti il supporto agli interventi della Protezione Civile con competenze psicologiche specifiche in fase di emergenza e post emergenziale; la formazione degli operatori che lavorano in emergenza per renderli più efficaci nell’intervento; gli interventi di prevenzione primaria nei luoghi di lavoro e nelle scuole attraverso una psicoeducazione mirata; la valutazione di sintomi, condizioni subcliniche e cliniche emergenti nei singoli e nelle popolazioni, in seguito all’esposizione a fattori di rischio e/o pericolo individuale, sociale, ambientale, con attuazione di interventi nel breve e nel lungo termine; gli interventi focali sul post traumatic stress disorder (PTSD).
  • alla valutazione degli impatti e delle conseguenze economiche. In questo campo le attività comprendono la stima degli effetti socio-economici dei disastri naturali; il ruolo delle politiche, anche fiscali, finalizzate a favorire l’adattamento al cambiamento climatico; l’analisi delle misure utili al contenimento del danno economico; i modelli AHP e i metodi di supporto alle decisioni multicriterio per la prioritizzazione di interventi di mitigazione, applicati ad aree soggette a rischio idrogeologico, sismico, e ad altri rischi; la valutazione della disponibilità della popolazione a pagare per ridurre il rischio; la riduzione dell’impronta d’acqua nei prodotti e nei processi, ai fini di controllare l’aumento del consumo globale e favorire l’adattamento al cambiamento climatico.
  • ai rischi collegati al patrimonio culturale. In questo campo le attività comprendono lo sviluppo di strumenti e metodologie per l’acquisizione della conoscenza; la digitalizzazione ad altissima definizione, includendo il rilievo, il building information modelling, la costruzione di digital twins; le indagini in sito e le tecniche di monitoraggio terrestre, interferometria satellitare e rilievo con droni; data analysis mediante tecniche di intelligenza artificiale; la modellazione ed analisi materica e strutturale; la gestione e archiviazione avanzata dei dati per la visualizzazione e l'elaborazione immersiva; l’identificazione di strategie di conservazione e valorizzazione dei beni culturali; le valutazioni di esposizione e di rischio nei confronti dei rischi naturali (alluvioni, terremoti, frane, incendi), alcuni dei quali esacerbati dai cambiamenti climatici in corso, e antropici (turismo di massa, spopolamento, conflitti, etc.).

Dato atto che la Regione del Veneto e l’Università degli Studi di Padova nel rispetto delle rispettive competenze, condividono lo scopo di definire gli interventi e la struttura organizzativa necessaria per lo svolgimento di attività di studio e ricerca, valutazione, monitoraggio, formazione nonché per fronteggiare gli eventi calamitosi, concordando modalità operative da attivare in caso di emergenza, si propone l’approvazione dello schema di Accordo Quadro di cui all’Allegato A, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

Tale Accordo Quadro prevede inoltre la costituzione di un Tavolo Tecnico di supporto alle attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi e alla gestione delle emergenze in territorio veneto.

Ai sensi dell’art. 3 dello schema di Accordo Quadro, il referente regionale del Tavolo Tecnico sarà nominato dal Presidente della Giunta regionale.

Nell’ambito del presente schema di Accordo Quadro, la Regione e l’Università degli Studi di Padova opereranno mediante la predisposizione e l’approvazione di singoli accordi attuativi, convenzioni o protocolli d’intesa in relazione ai contenuti e agli obiettivi sopra citati.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTA la L. 07 agosto 1990, n. 241;

VISTO il D. Lgs 2 gennaio 2018, n. 1;

VISTA la L. R. 1giugno 2022, n. 13.

delibera

  1. di approvare le premesse quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
  1. di approvare lo schema di Accordo Quadro ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 2 gennaio 2018, n. 1 tra la Regione del Veneto e l’Università degli Studi di Padova, inerente l’attività di studio e ricerca, valutazione, monitoraggio, formazione e comunicazione su specifici temi connessi ai rischi naturali ed antropici, inclusi lo studio dei sistemi socio/ecologici e lo sviluppo delle strategie di adattamento climatico, ivi compresa la creazione di un Tavolo Tecnico di supporto alle attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi e alla gestione delle emergenze in territorio veneto, di cui all’Allegato A, parte integrante e sostanziale del presente al presente provvedimento;
  1. di stabilire che la Regione del Veneto e l’Università degli Studi di Padova opereranno mediante la  predisposizione e l’approvazione di singoli accordi attuativi, convenzioni o protocolli d’intesa in relazione ai contenuti e agli obiettivi di cui in premessa;
  1. di incaricare della sottoscrizione dell’Accordo Quadro della durata di 5 anni, di cui al punto 2, il Presidente della Giunta regionale o suo delegato;
  1. di dare atto che il referente regionale del Tavolo Tecnico sarà nominato dal Presidente della Giunta regionale;
  1. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
  1. di incaricare il Direttore della Direzione Protezione civile, Sicurezza e Polizia locale dell’esecuzione del presente atto, ivi compresa la possibilità di apportare modifiche non sostanziali allo schema di Accordo Quadro di cui all’Allegato A, nell’interesse dell’Amministrazione regionale;
  1. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33;
  1. di pubblicare il presente atto nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_343_24_AllegatoA_528140.pdf

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