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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 140 del 20 ottobre 2023


Materia: Veterinaria e zootecnia

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1204 del 05 ottobre 2023

Accordo di collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Lombardia, la Regione del Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ai fini del monitoraggio genetico dell'Orso bruno sull'arco alpino (art. 1 comma 2 L.R. 9 dicembre 1993, n. 50).

Note per la trasparenza

A seguito della scadenza del precedente Accordo di cui alla DGR n. 456 del 14 aprile 2020, con il presente provvedimento si approva l’Accordo di collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Lombardia, la Regione del Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ai fini del monitoraggio genetico dell’Orso bruno sull’arco alpino per una durata di tre anni. Il presente provvedimento non prevede oneri economici a carico del Bilancio regionale.

L'Assessore Cristiano Corazzari riferisce quanto segue.

L’articolo 1, comma 2 della Legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio” affida alla Regione la promozione e l’attuazione di studi sull’ambiente e sulla fauna selvatica e l’adozione di opportune iniziative atte allo sviluppo delle conoscenze ecologiche e biologiche del settore.

In materia faunistica si è andato sviluppando negli ultimi anni un acceso e complesso dibattito e confronto sulle problematiche poste dal ritorno, sull’arco alpino, dei grandi carnivori ed in particolare dell’orso bruno e del lupo. Trattasi di una dinamica che deve essere opportunamente assecondata nel rispetto dei regimi di protezione sanciti a livello comunitario e nazionale per dette specie, in un contesto gestionale connotato:

  • da trasparenza conoscitiva a beneficio della collettività (che deve essere sensibilizzata sul significato ecologico di detta presenza e sulla sussistenza, accanto alle problematiche gestionali, di opportunità di valorizzazione dell’immagine dei territori che ospitano le specie in questione);
     
  • dall’apprestamento di idonee strategie amministrative ed operative atte a prevenire/risolvere gli impatti che possono derivare dalla presenza di detti carnivori, che si connotano per una dinamica di espansione numerica e territoriale destinata a consolidarsi nel medio-lungo periodo.

L’orso bruno (Ursus arctos) ai sensi del DPR n. 357/1997, che recepisce la Direttiva Habitat, è una specie di interesse unionale prioritaria. Tale DPR ha introdotto l’obbligo, per le Regioni e le Province autonome, di adottare idonee misure per garantire il monitoraggio dello stato di conservazione di questa specie.

Il Piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno delle Alpi Centro-orientali, denominato PACOBACE, approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2008 e aggiornato nel 2015, prevede che i parametri della popolazione alpina siano costantemente monitorati, in forma coordinata tra le Regioni e le Province autonome, mediante tecniche genetiche non invasive.

Per quanto riguarda le presenze dell'orso in Veneto, sono attualmente rappresentate da individui maschi in fase di dispersione dalla vicina popolazione stabile del Trentino, che si stima essere composta da circa 73-92 esemplari, piccoli dell'anno esclusi, a fine 2021 (fonte del dato: Provincia Autonoma di Trento – Rapporto Grandi Carnivori 2021- https://grandicarnivori.provincia.tn.it/) e che origina dal progetto di ripopolamento LIFE Ursus -1997/2001 messo in atto per dare continuità alla relitta popolazione alpina di orso bruno, e da quella della Slovenia, dove è presente una popolazione stabile in continuità con quella dinarico-balcanica stimata in diverse migliaia di individui. Infatti, considerando gli spostamenti più lunghi effettuati da giovani maschi, la popolazione di orso delle Alpi centrali si è distribuita nel 2022 su un’area teorica di 41.317 kmq.

Fin dalla fine degli anni ’90 il territorio regionale veneto è stato sporadicamente interessato dalla presenza di alcuni soggetti, presenze che con gli anni si sono fatte sempre più frequenti e prolungate, pur trattandosi comunque di singoli esemplari (per lo più maschi giovani) in fase di dispersione, che possono frequentare un territorio per periodi più o meno lunghi, anche di alcuni anni, senza peraltro stabilirvisi permanentemente.

La gestione della popolazione alpina di orso, a tutt’oggi prevalentemente in capo alla Provincia Autonoma di Trento, si caratterizza comunque da sempre per il forte coordinamento tra la stessa Provincia Autonoma e le Regioni del Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano, interessate progressivamente negli anni dall’espansione della popolazione di orso al di fuori del territorio trentino, coordinamento sancito nel Piano d’Azione per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro-orientali (PACOBACE), ratificato per quanto di competenza della Regione del Veneto con DGR n. 2131 del 29.07.2008 e approvato con Decreto del Direttore generale della Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 1810 del 5 novembre 2008.

Per le suddette finalità risulta pertanto opportuno stipulare un accordo di collaborazione tra gli enti locali che ospitano la popolazione di orso bruno sulle Alpi Centro Orientali e gli istituti scientifici competenti in materia di genetica di popolazione della specie. Nello specifico ISPRA fornirà supporto tecnico scientifico alla Fondazione Edmund Mach (FEM) che eseguirà le analisi genetiche dei reperti biologici conferiti dalle amministrazioni locali che effettuano il monitoraggio sul campo. I dati genetici confluiranno nella banca dati genetica nazionale gestita da ISPRA e costituiranno il presupposto conoscitivo su cui basare le azioni di conservazione, ma anche di gestione, della popolazione a livello di Arco alpino.

La stretta collaborazione tra le suddette Amministrazioni si realizza anche nell’ambito del monitoraggio della specie, con il coinvolgimento e coordinamento dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, confluito dal 2009 nell’ISPRA, presso il quale Istituto è detenuta la banca dati genetica della popolazione alpina, collaborazione che è stata formalizzata e attuata negli anni sulla base di accordi di collaborazione interistituzionale.

A tale proposito e al fine di garantire il proseguimento del monitoraggio genetico coordinato della popolazione alpina di orso, con DGR n. 456 del 14 aprile 2020, da ultimo, si era provveduto ad approvare lo schema di Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto, la Regione Lombardia, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Bolzano, la Provincia Autonoma di Trento, la Fondazione Edmund Mach e l'ISPRA ai fini del monitoraggio genetico dell'orso bruno sull'arco alpino (art. 1 comma 2 L.R. 9 dicembre 1993, n. 50).

Tutto ciò premesso, considerata la scadenza del precedente e richiamato Accordo di cui alla DGR n. 456/2020, con il presente atto si provvede ad approvare l’Accordo di collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Lombardia, la Regione del Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ai fini del monitoraggio genetico dell’orso bruno sull’arco alpino per una durata di tre anni, come riportato nell’Allegato A, facente parte integrante del presente provvedimento.

In particolare, per quanto riguarda il Veneto, sembra non sia ancora stata documentata la presenza di femmine, la cui dispersione dal territorio di origine è invece molto limitata, come parimenti non sono mai stati registrati eventi di riproduzione; pertanto, considerata la situazione attuale, il numero di campioni biologici attribuiti a orso bruno raccolti in Veneto sarà, molto probabilmente, contenuto fino a cinque campioni. Considerato il numero così ridotto di campioni, come riportato nell'Allegato A, si ritiene opportuno avvalersi della collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia per le loro eventuali analisi genetiche, considerata anche la popolazione interregionale di orso bruno.

La Fondazione Edmund Mach continua gli scopi e l'attività dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige, fondato dalla Dieta del Tirolo il 12 gennaio 1874, e del Centro di ecologia alpina (istituito con la legge provinciale n. 17 del 31 agosto 1992) ed è una prestigiosa istituzione che ha conseguito negli anni importanti traguardi a livello internazionale nella formazione, nella ricerca e nel trasferimento tecnologico in campo agricolo, agroalimentare e ambientale.

La Fondazione, infatti, è una vera e propria cittadella dell’agricoltura che si estende su un campus di circa 14 ettari con aule, serre, laboratori, uffici e 70 ettari di area verde, a 16 chilometri a nord di Trento, nel comune di San Michele all’Adige.

Per le attività che sono in capo alla Regione del Veneto derivanti dall’Accordo di cui trattasi non è previsto alcun onere economico.

Si affida al Direttore della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria ogni successivo adempimento relativo all’attuazione dello stesso, e in particolare:

  • la sottoscrizione digitale dell’accordo per conto della Regione del Veneto;
     
  • l’attuazione delle parti di competenza della Regione del Veneto dell’accordo, secondo le tempistiche e le modalità specificate nello stesso, tutti i necessari correlati procedimenti amministrativi e l’adozione dei necessari decreti dirigenziali, anche ai fini dell’approvazione di modifiche non sostanziali dell’Accordo concordate tra le Parti.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

RICHIAMATA la Legge 157/1992;

VISTO l’art. 1 comma 2 della L. R. 50/1993;

VISTA la DGR n. 2131 del 29.07.2008 di ratifica da parte della Regione del Veneto del Piano d’Azione per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro-orientali (PACOBACE);

RICHIAMATA la DGR n. 311 del 18.03.2015 concernente l’autorizzazione alla partecipazione della  Regione del Veneto al Progetto LIFE 13 NAT/SI/000550 LIFE DINALP BEAR “Population level management and conservation of brown bears in northern Dinaric Mountains and in the Alps”;

VISTO l'art. 2 comma 2 della L.R. n. 54/2012;

VISTA la DGR n. n. 456 del 14 aprile 2020 concernente l’approvazione dell’Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto, la Regione Lombardia, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Bolzano, la Provincia Autonoma di Trento, la Fondazione Edmund Mach e l'ISPRA ai fini del monitoraggio genetico dell'orso bruno sull'arco alpino;

VISTO l’art. 15 c. 1 della legge 7 agosto 1990, n. 241,

delibera

  1. di approvare le premesse quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
  2. di approvare l’Accordo di collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Lombardia, la Regione del Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ai fini dello svolgimento del monitoraggio genetico dell’Orso bruno sull’arco alpino per una durata di tre anni, nei termini di cui all’Allegato A, facente parte integrante del presente provvedimento;
  3. di affidare al Direttore della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria ogni successivo adempimento ai fini dell’attuazione dell’Accordo di cui al punto 2, e in particolare:
    1. la sottoscrizione digitale dell’accordo per conto della Regione del Veneto;
    2. l’attuazione delle parti di competenza della Regione del Veneto dell’accordo, secondo le tempistiche e le modalità specificate nello stesso, tutti i necessari correlati procedimenti amministrativi e l’adozione dei necessari decreti dirigenziali, anche ai fini dell’approvazione di modifiche non sostanziali dell’Accordo concordate tra le Parti;
  4. di incaricare il Direttore della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria dell'esecuzione del presente provvedimento;
  5. di dare atto che il presente provvedimento non comporta spesa a carico del Bilancio regionale;
  6. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi degli articoli 23 del D.Lgs. 14 marzo 2013, n.33;
  7. di pubblicare il presente atto nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_1204_23_AllegatoA_513934.pdf

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