Home » Dettaglio Deliberazione della Giunta Regionale
Materia: Formazione professionale e lavoro
Deliberazione della Giunta Regionale n. 819 del 23 giugno 2020
Programma Operativo Regionale - Fondo Sociale Europeo 2014-2020 - Asse IV Capacità Istituzionale - Ob. specifico 12 - Priorità d'investimento 11.i. Approvazione dell'Avviso Pubblico "Smart Work nella P.A. - Dall'emergenza ad un nuovo modello di organizzazione del lavoro nella P.A." e della Direttiva per la presentazione di proposte progettuali.
Il provvedimento approva l’Avviso pubblico per la presentazione di progetti finalizzati ad accompagnare la Pubblica Amministrazione nella riorganizzazione dei processi lavorativi, affinché si possa concretizzare il passaggio ad una Pubblica Amministrazione davvero smart, rafforzando la cultura digitale dei lavoratori pubblici, implementando le diverse competenze necessarie a fare smart work, ridisegnando processi e spazi fisici, incrementando la dotazione strumentale a supporto.
Si approva, inoltre, la Direttiva che definisce le caratteristiche, le finalità degli interventi e le modalità di presentazione dei progetti e si determina l’ammontare massimo delle correlate obbligazioni di spesa nonché le risorse finanziarie a copertura. Il provvedimento non assume impegni di spesa ma ne avvia la procedura.
L'Assessore Elena Donazzan, di concerto con il Vicepresidente Gianluca Forcolin, riferisce quanto segue.
La Regione del Veneto, nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020, ha inteso adottare un approccio multidimensionale alla modernizzazione e al rafforzamento della capacità amministrativa della Pubblica Amministrazione (PA), agendo sull’evoluzione stessa dei modelli organizzativi e di funzionamento (governance) della PA, sull’aggiornamento delle competenze del proprio capitale umano, nonché sui meccanismi di coinvolgimento della cittadinanza e del sistema produttivo nella definizione delle policies (empowerment).
In questi anni la Regione si è dimostrata in grado di perseguire tali finalità, rispondendo con una molteplicità di iniziative alle esigenze di rafforzamento e di innovazione dedicate alla PA: dagli Avvisi per il finanziamento di progetti in grado di implementare le competenze linguistiche e digitali dei dipendenti pubblici, a quelli per realizzare percorsi di formazione e accompagnamento al cambiamento organizzativo e alla creazione di nuovi servizi, dalla gara d’appalto per la formazione degli stakeholder che operano in sussidiarietà con la PA, alle azioni di sistema per il rafforzamento degli uffici giudiziari. Le diverse iniziative hanno permesso di raggiungere una platea molto vasta di destinatari: dipendenti della PA nei diversi ruoli e livelli, amministratori locali, insegnanti, formatori, magistrati, operatori amministrativi degli uffici giudiziari, per un totale di oltre 15.000 persone.
Dal documento “Verso il Veneto 2030 - Lo sviluppo regionale nell’ambito della politica di coesione 2021-2027 Primo documento di analisi a supporto del confronto partenariale” (consultabile al seguente link: https://programmazione-ue-2021-2027.regione.veneto.it/home) emerge come “appare necessario garantire servizi pubblici interattivi e interoperabili rivolti a cittadini e imprese con l’obiettivo di semplificare le modalità di accesso in chiave telematica, superando l’attuale disomogeneità dei territori che caratterizza sia i servizi che le infrastrutture sulle quali essi poggiano”.
A ciò si unisce la consapevolezza degli utenti che nell’era della platform economy “pretendono” dalla PA quella rapidità e qualità che i big del digitale garantiscono per servizi privati. Segnali positivi si registrano sul fronte dei Servizi digitali pubblici per le aziende, dove l’Italia sale dal 19° al 17° posto con un punteggio di 85/100, perfettamente in linea con la media europea.
Anche in tal senso il Veneto si è contraddistinto con l’implementazione di piattaforme per agevolare l’avvio di nuove imprese (es. SUAP) e per progetti a favore dell’avvio digitale d’impresa. Rispetto al tema dei servizi digitali per i cittadini si evidenzia come la Regione del Veneto si posizioni tra le prime in Italia grazie allo sviluppo di soluzioni innovative che integrano dati sanitari in applicazioni web (es. Sanità a Km0) e con tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning connesse al Fascicolo Sanitario Elettronico per diagnosi nell’ambito clinico-sanitario.
In tema di eGovernment la Regione del Veneto ha avviato peraltro, con la programmazione 2014-2020, e ad integrazione dell’Agenda Digitale, un importante percorso condiviso con il territorio che si sta attuando in linea con le disposizioni nazionali (es. Piano triennale per l’informatica nella PA, Decreto Crescita 2.0, ecc) ed europee (es. Agenda digitale europea). A fare la differenza nell’implementazione di tali servizi sono le infrastrutture attraverso la diffusione della Banda Ultra Larga (BUL)”.
Lo scorso 30 gennaio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia da Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.
Anche la nostra Regione, come del resto tutto il mondo, in questi ultimi due mesi si è trovata a vivere una realtà assolutamente inaspettata, travolta dalle implicazioni sanitarie di una pandemia che ha cambiato radicalmente le nostre modalità di lavoro e di relazione e ha imposto regole di distanziamento sociale necessarie al contenimento dell’epidemia stessa, urgenti ed immediate nella loro attuazione. Il Decreto del Consiglio dei Ministri dello scorso 11 marzo ha fissato le misure di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale, sospendendo tutta una serie di attività economiche (avvio del cosiddetto lockdown) e stabilendo che le pubbliche amministrazioni, fatte salve le attività strettamente necessarie alla gestione dell’emergenza, assicurassero lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative del proprio personale in forma agile, individuando le attività indifferibili da rendere in presenza.
In risposta a tale situazione di emergenza, la Regione del Veneto ha inteso adottare una molteplicità di iniziative che, rispondendo alla finalità generale di rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente, permettono di agire su più livelli: dall’implementazione dello smart work, sia attraverso interventi formativi che di incremento della dotazione strumentale (cui la presente iniziativa intende rispondere), al rafforzamento di specifici settori della PA, per la quale è in fase di approvazione una specifica iniziativa.
Il Decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020, art. 87, convertito in Legge 24 aprile 2020, n. 27, ha disposto che il lavoro agile rappresenti la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni. Le Regioni e le Province autonome hanno provveduto con propri atti regolamentari a introdurre, disciplinare ed incrementare il ricorso al lavoro agile, escludendo solo i dipendenti le cui mansioni fossero strettamente legate all’emergenza epidemiologica in corso.
Anche la Regione del Veneto, sulla scorta della sperimentazione già avviata con il progetto Vela e della normativa nazionale, attraverso la Direzione Organizzazione e Personale, ha adottato 3 provvedimenti amministrativi aventi ad oggetto le misure di implementazione del lavoro agile, disponendo, da ultimo, che fosse proprio questa la modalità ordinaria di prestazione lavorativa.
E’ però evidente che la trasformazione che le PA hanno vissuto in questi due mesi, con il 73,2% del personale che svolgeva la propria attività lavorativa in lavoro agile (secondo il monitoraggio effettuato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), è stata una sperimentazione forzata, basata anche sull'assunzione di responsabilità dei lavoratori, che, nella stringente urgenza del rispetto delle norme di distanziamento sociale, si sono resi disponibili a lavorare con propria strumentazione tecnologica, misurandosi con nuove procedure e attività da remoto e continuando così a fornire risposte a cittadini e imprese senza bloccare i vari processi amministrativi e i diversi servizi offerti.
Quello che si è attuato in questi mesi di emergenza non è però smart work o lavoro agile, bensì “lavoro da remoto”, che non ha avuto il tempo di accompagnarsi anche ad una trasformazione della struttura organizzativa e delle procedure, ma ha il merito di aver permesso l’accelerazione di un processo di trasformazione digitale della PA, che ha lasciato ai diversi soggetti coinvolti un bagaglio di competenze e una responsabilizzazione, che sarebbe un enorme spreco non continuare a supportare per compiere il passaggio a quella PA smart ed innovativa, più volte e da più parti invocata, come necessaria per far fronte alle esigenze di un mondo in continua trasformazione.
Infatti, per rendere il lavoro della PA realmente agile e completamente adeguato a fornire risposte efficaci ed efficienti ai bisogni di cittadini e imprese, è necessario individuare nuovi assetti organizzativi, sostenere l’innovazione con adeguata formazione, attuare la piena digitalizzazione dei processi e potenziare la strumentazione informatica. Come ben evidenziato dagli esperti del Politecnico di Milano (“Lavoro agile per il futuro della PA - Approfondimento delle esperienze più significative di lavoro agile realizzate a livello pubblico e privato sia in ambito nazionale sia internazionale”) la radice profonda dello smart work sta nel superamento di alcuni assunti dell’organizzazione tradizionale e nella loro sostituzione con principi nuovi e più coerenti con le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e le nuove esigenze di individui e organizzazioni. Lo smart work deve essere visto come uno strumento volto al miglioramento dei processi e delle modalità organizzative delle Pubbliche Amministrazioni, che di conseguenza ha un impatto positivo sul livello del servizio erogato al cittadino.
La presente iniziativa si pone all’interno dell’Asse IV - Capacità Istituzionale del POR FSE 2014-2020 - priorità 11.i, e si pone la finalità di accompagnare la PA nella riorganizzazione dei processi lavorativi, affinché si possa concretizzare il passaggio ad una PA davvero smart, rafforzando la cultura digitale dei lavoratori pubblici, implementando le diverse competenze necessarie a fare smart work, ridisegnando processi e spazi fisici, incrementando la dotazione strumentale a supporto. L’assunto di base è che non ci può essere trasformazione digitale che non sia accompagnata anche da una crescita/trasformazione della cultura digitale delle risorse umane coinvolte.
Si propone pertanto di procedere all’approvazione dell’Avviso pubblico “Smart Work nella PA - Dall’emergenza ad un nuovo modello di organizzazione del lavoro”, Allegato A, e della Direttiva di riferimento, Allegato B, entrambi parti integranti e sostanziali del presente provvedimento, per un importo complessivo di Euro 2.000.000,00 a valere sull’Asse IV - Capacità Istituzionale - POR FSE 2014-2020 - Ob. specifico 12 - Priorità d’investimento 11.i - Investimento nella capacità istituzionale e nell'efficacia delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici a livello nazionale, regionale e locale nell'ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona governance.
La copertura finanziaria delle obbligazioni da assumersi in relazione alle attività di cui al presente provvedimento è assicurata dalla dotazione di cui al POR FSE 2014/2020, codice di programma 2014IT05SFOP012 approvato con Decisione Comunitaria C(2014), 9751 final del 12/12/2014, nell’ambito dell’Asse IV - Capacità Istituzionale - Obiettivo Tematico 11 – Priorità d’investimento 11.i – Obiettivo Specifico 12. Nel rispetto del principio della competenza finanziaria potenziata, di cui all’Allegato 4/2 del D.Lgs. 23/06/2011, n. 118 e s.m.i., punto 5.2, lett. c, si prevede che le obbligazioni di spesa, per un importo massimo di complessivi Euro 2.000.000,00, saranno assunte a valere sulle risorse di cui al POR FSE 2014/2020 con iscrizione sul bilancio regionale di previsione 2020-2022, approvato con L.R. n. 46 del 25/11/2019, nei seguenti termini massimi:
Esercizio di imputazione 2020 - Euro 1.400.000,00 di cui:
Esercizio di imputazione 2021 - Euro 600.000,00 di cui :
In caso di finanziamento, il soggetto beneficiario è tenuto agli obblighi informativi previsti dall’art. 35 del Decreto Legge n. 34 del 30/04/2019 (cd. Decreto crescita) convertito in Legge n. 58 del 28/06/2019 che ha modificato l’art. 1, commi da 125 a 129 della Legge n. 124 del 04/08/2017.
Qualora i tempi di esecuzione dei provvedimenti d’impegno di spesa non fossero compatibili con il cronoprogramma sopra esposto, il Direttore della Direzione Formazione e Istruzione potrà prevedere le opportune modifiche.
Le domande di ammissione al finanziamento e i relativi allegati dovranno pervenire con le modalità previste dalla Direttiva (Allegato B), entro e non oltre le ore 13.00 del 30 luglio 2020.
Conformemente alle disposizioni di cui alla DGR n. 670 del 28/04/2015 “Approvazione documento “Testo Unico dei Beneficiari” Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2014-2020”, punto D “Aspetti finanziari” – “Procedure per l’erogazione dei contributi”, con la presente Direttiva si dispone che la gestione finanziaria dei progetti preveda l’erogazione di una prima anticipazione per un importo del 70% del contributo finanziato, anziché del 40%.
Le procedure e i criteri di valutazione dei progetti presentati sono individuati in coerenza con i criteri di selezione già esaminati ed approvati dal Comitato di Sorveglianza nella seduta del 30 giugno 2015 del POR FSE 2014-2020
La valutazione dei progetti che perverranno sarà effettuata da una Commissione di valutazione appositamente nominata dal Direttore della Direzione Formazione e Istruzione con proprio atto.
Si propone di demandare al Direttore della Direzione Formazione e Istruzione l’approvazione di tutta la modulistica relativa alla presente iniziativa, l’assunzione dei decreti di impegno, nonché di definire, qualora necessario, modifiche o integrazioni alle disposizioni per la gestione delle attività e per la procedura di erogazione delle somme.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTI:
delibera
Esercizio di imputazione 2021 - Euro 600.000,00 di cui:
(seguono allegati)
Torna indietro