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Materia: Cultura e beni culturali
Deliberazione della Giunta Regionale n. 187 del 22 febbraio 2019
"L'Arte delle Perle di Vetro". Condivisione del percorso di candidatura alla Lista Rappresentativa istituita dalla Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.
Con il presente provvedimento si esprime condivisione e si offre supporto istituzionale alla candidatura dell’Arte delle Perle di Vetro, storica tradizione veneziana, alla Lista Rappresentativa istituita dalla Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.
L'Assessore Cristiano Corazzari riferisce quanto segue.
La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, approvata dall’Unesco nel 2003 e ratificata dall’Italia nel 2007, sancisce l’importanza delle forme intangibili della cultura, radicate nella storia e nel tessuto sociale dei Paesi, come risorse fondamentali di identità e diversità culturale. Al pari dei Siti culturali e naturali della Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, esse vanno preservate e tutelate come Patrimonio universale e trasmesse come parte viva del passato alle generazioni che verranno.
La Convenzione rappresenta dunque un’estensione del concetto di “patrimonio” e ha un rapporto di complementarità organica con quella del 1972 sul Patrimonio Culturale e Naturale. I beni immateriali si affiancano così a quelli materiali: mentre questi ultimi definiscono cose tangibili, per esempio il centro storico di una città, un complesso archeologico o architettonico, un monumento, un luogo naturale, etc., i primi rappresentano antichi saperi, usanze e tradizioni che non hanno una codificazione scritta, ma sono tramandate oralmente nel corso delle generazioni. L’Unesco si è posto il problema di salvaguardare questi beni per evitarne la scomparsa, allo stesso modo di come è stato fatto per i beni materiali.
L’art. 2 della Convenzione definisce così i patrimoni culturali immateriali: “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how - come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi - che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”.
Il Patrimonio Immateriale sottoposto alla tutela dell’Unesco si declina in tre Liste: Urgent Safeguarding List/Lista del Patrimonio Immateriale che necessita di urgente tutela, concentrata sulla impellenza delle misure di conservazione e protezione dei beni; Representative List/Lista Rappresentativa, che evidenzia i caratteri di esemplarità dei beni; Register of Best Safeguarding Practices/Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia, a proporre casi di eccellenza nella salvaguardia del patrimonio intangibile. Per ciascuna delle liste sono stabiliti determinati criteri, che indicano i requisiti indispensabili per una qualsiasi candidatura. Le proposte di candidatura del patrimonio immateriale seguono un iter per molti versi analogo a quello del Patrimonio Culturale, con alcune variazioni dovute proprio alla particolare natura non tangibile di questi beni.
A oggi, gli elementi riguardanti l’Italia tutelati come Patrimonio Immateriale sono complessivamente nove: l’Opera dei pupi siciliani, il Canto a tenore sardo, il Saper fare liutario di Cremona, la Dieta mediterranea, elemento “transnazionale” comprendente oltre all’Italia anche Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo, le Feste delle Grandi Macchine a Spalla, la Vite ad alberello di Pantelleria, l’Arte della Falconeria, l’Arte dei muretti a secco, insieme a Cipro, Croazia, Grecia, Francia, Slovenia, Spagna e Svizzera, e l’Arte dei pizzaiuoli napoletani.
Nel Veneto, e più precisamente nella città di Venezia, esiste una particolare tradizione manifatturiera storica che senza dubbio possiede i caratteri di esemplarità cui la Convenzione Unesco fa riferimento, individuando un patrimonio immateriale di notevole significato e importanza. Per secoli infatti, fin dal tardo Medioevo, Venezia fu la sede di una lavorazione che ebbe immenso successo in tutto il mondo, quella delle perle di vetro, sapere tradizionale artigianale tramandato di generazione in generazione, ininterrottamente, da ormai oltre settecento anni. Enormi quantità di perle furono prodotte nella città lagunare, dove si trovavano le imprese che perpetuavano quest’arte, e da qui attraversarono gli oceani e percorsero i continenti, impiegate addirittura come merce di scambio, in luogo del denaro, per acquistare materie anche preziose, come oro, avorio, pellicce e altri beni esotici di lusso.
Il periodo aureo per la produzione delle perle di vetro va dalla metà dell’Ottocento al 1920 circa; in quell’epoca dall’abilità e dall’esperienza degli artigiani veneziani nacquero produzioni di grande bellezza, destinate a diventare famosissime nel mondo del collezionismo e dell’antiquariato; dopo la prima guerra mondiale, con il progressivo dissolversi del colonialismo, le perle di scambio, sostituite dal denaro, persero la loro originaria funzione, per divenire sempre più oggetti d’arte, gioielli e ornamenti personali, mentre le tecniche di lavorazione si facevano in tal senso via via più raffinate, a creare manufatti di pregio, talora piccoli capolavori di vetro, conosciuti in tutto il mondo.
Due interi Sestieri veneziani sono legati alla pratica dell’Arte delle Perle di Vetro: Cannaregio è riconosciuto da tutti gli abitanti del territorio veneziano come il luogo delle “perlere”, le perlaie, mentre Castello è il luogo delle “impiraresse”, le infilatrici di perline; l’isola di Murano è invece identificata collettivamente come la sede delle fornaci in cui si realizzano le bacchette di vetro che, a loro volta, sono indispensabili per creare le perle di vetro. Ancora oggi, a Venezia, termini quali “perlera”, “perler”, “impiraressa”, “molatore” fanno parte del linguaggio quotidiano, così come gli oggetti e gli strumenti che queste figure professionali usano per creare le loro perle di vetro. I manufatti realizzati, espressione dell’ingegno e della creatività umana, ma anche di una storia comune, sono largamente indossati dagli abitanti del territorio e, molto spesso, vengono tramandati come un bene carico di memorie e affetti.
Nel corso dei secoli, di generazione in generazione, fino a giungere ai giorni nostri, quest’arte, sentita dagli abitanti del territorio come un valore identitario e culturale condiviso, si è arricchita di conoscenze, invenzioni e innovazioni tecniche, ha promosso il dialogo interculturale, ha contribuito ad accrescere la creatività e ha favorito le dinamiche di interazione sociale.
Il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane ha assunto e promosso l’iniziativa di avviare un percorso di candidatura alla Lista Rappresentativa istituita dalla Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. Il processo si configura come una proposta binazionale, con l’Italia capofila, sotto il coordinamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e la partecipazione in partenariato della Francia, un Paese in cui esiste una tradizione artigianale diffusa che si rivela per molti aspetti vicina e affine a quella veneziana, nata proprio grazie all’esportazione del sapere artigianale sviluppatosi in Laguna.
La candidatura risulta attualmente in procinto di essere formalizzata, con la presentazione del Dossier e della documentazione richiesta, entro il 31 marzo prossimo. Si tratta della prima e al momento unica proposta di candidatura alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale Unesco che riguardi il territorio veneto.
Sostengono il progetto e vi partecipano numerose Istituzioni e Soggetti pubblici e privati, quali il Comune di Venezia, la Fondazione Musei Civici Veneziani, il Comune di Dolo, l’Università Ca’ Foscari, l’Istituto Universitario di Architettura - Iuav, l’Accademia di Belle Arti, l’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti, l’Ateneo Veneto, la Camera di Commercio di Venezia, Confartigianato Venezia, la Fondazione Cini, la Scuola del Vetro Abate Zanetti, il Liceo Guggenheim, l’Associazione Veneziani nel Mondo e molti altri soggetti della società civile per vari aspetti interessati alla tematica.
La richiesta di iscrizione alla Lista Rappresentativa dei beni immateriali Unesco mira a moltiplicare nel territorio veneziano le azioni di salvaguardia, già peraltro intraprese dal Comitato, che si articolano fondamentalmente nei seguenti filoni: azioni di trasmissione formale per l’apprendimento dei saperi artigianali correlati alle perle di vetro, mediante corsi e stage nelle scuole e negli istituti d’arte; azioni di trasmissione informale, tramite apprendimento diretto dai detentori del saper fare, con laboratori di creazione e design di perle di vetro; ricerca e documentazione sugli aspetti immateriali dell’arte delle perle di vetro; promozione del saper fare presso il pubblico tramite laboratori e attività didattiche; azioni congiunte tra le due comunità, italiana e francese, come l’organizzazione di un festival internazionale con esposizioni, conferenze, workshop, sfilate e concorsi tematici.
La Regione del Veneto, responsabile del governo di un territorio che può vantare diversi contesti iscritti nella Lista Unesco del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale, è da tempo attiva nel sostenere, promuovere e valorizzare le proprie realtà riconosciute a livello internazionale, anche nell’ambito del Tavolo di Coordinamento dei Siti Unesco del Veneto, istituito con Deliberazione di Giunta regionale n. 2867 del 12 settembre 2006; in diverse occasioni ha espresso la propria condivisione e dato il proprio supporto a processi di candidatura relativi a beni e aspetti d’eccellenza del territorio. Va altresì sottolineato che la Regione del Veneto è stata tra le prime a rapportarsi con le varie tematiche afferenti i beni culturali immateriali, affrontando già dalla fine degli anni novanta campagne catalografiche, partecipando, con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla definizione delle modalità di rilevazione, sperimentazione e archiviazione dei dati, elaborando programmi di gestione e distribuzione in rete delle informazioni, proponendo forme di valorizzazione e divulgazione del patrimonio delle tradizioni orali, sostenendo iniziative di formazione e promuovendo occasioni di incontro e scambio dedicate nello specifico agli operatori del settore.
Per queste ragioni si ritiene che la proposta di candidatura dell’Arte delle Perle di Vetro alla Lista Rappresentativa istituita dalla Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale possa avere il pieno supporto istituzionale della Regione del Veneto.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTO l’articolo 2, comma 2, della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 54, come modificato dalla Legge regionale n. 14 del 17.05.2016;
VISTA la Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, conclusa a Parigi il 17 ottobre 2003, entrata in vigore il 20 aprile 2006 e ratificata dall’Italia il 24 ottobre 2007;
VISTA la propria Deliberazione n. 2867 del 12 settembre 2006 “Siti Unesco del Veneto. Istituzione di un Tavolo di Coordinamento Regionale”;
VISTA la documentazione agli atti;
delibera
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