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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 81 del 14 agosto 2018


Materia: Sanità e igiene pubblica

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1019 del 17 luglio 2018

Recepimento Accordo Conferenza Unificata Rep. Atti n. 81/CU del 27/07/2017 "Piano nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti". Approvazione del Piano regionale di prevenzione ed indicazioni per la redazione dei piani locali.

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento, nel recepire l’Accordo Rep. Atti n. 81/CU del 27 luglio 2017, si approva il Piano regionale di prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti e si delinea il percorso per la redazione dei piani locali.

L'Assessore Luca Coletto riferisce quanto segue.

Con DPCM emanato in data 01/04/2008 avente ad oggetto "Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di Sanità Penitenziaria”, sono state disciplinate le modalità, i criteri e le procedure per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, delle risorse finanziarie, dei rapporti di lavoro, delle attrezzature, arredi e beni strumentali relativi alla Sanità Penitenziaria, demandando alle Regioni l'espletamento delle funzioni trasferite. I relativi allegati A e C  definiscono nel dettaglio le azioni necessarie a realizzare la presa in carico sanitaria negli istituti penitenziari (Allegato A) e il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Allegato C). L’allegato A riserva, inoltre, un’attenzione specifica al tema della presa in carico dei nuovi giunti e della prevenzione del rischio suicidario.

La Conferenza Unificata nella seduta del 19 gennaio 2012 ha approvato il documento “Linee di indirizzo per la riduzione del rischio autolesivo e suicidario dei detenuti, degli internati e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale” (Rep. Atti n. 5/CU del 19/01/2012), che impegna le Regioni e le Province autonome a definire specifici indirizzi operative da sperimentare in almeno un Istituto Penitenziario per adulti e uno per minorenni del proprio territorio.

La Regione del Veneto, con DGR n. 2722 del 24 dicembre 2012, ha recepito l’Accordo sopra menzionato e ha definito il programma operativo da applicarsi in tutti gli Istituti Penitenziari del Veneto e le seguenti azioni prioritarie:

  • una ricognizione dell'esistente in ciascun Istituto/servizio penitenziario e/o minorile, in termini di disposizioni normative e pratiche già in atto;
  • lo sviluppo di specifiche modalità operative ed organizzative di intervento nei confronti del disagio capaci, sulla base delle competenze e delle responsabilità attribuite dalla normativa vigente alle Amministrazioni coinvolte, di individuare sia le aree di coordinamento sia le specifiche attività che ciascuna di esse dovrà mettere in atto;
  • il monitoraggio e la valutazione delle procedure stesse, anche attraverso l'utilizzo di strumenti per la verifica dell'applicazione (es: audit, monitoraggio della diffusione e della conoscenza delle procedure, ecc. ).

Considerata la necessità di superare la fase di sperimentazione prevista dall’Accordo del 2012 e di aggiornarne ed ampliare i contenuti allo scopo di costituire una rete integrata di interventi tra il livello nazionale, regionale e locale, la Conferenze Unificata, nella seduta del 27  luglio 2017 (Rep. Atti n. 81/CU), ha approvato il documento “Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti”. 

Il Piano Nazionale è finalizzato a realizzare in tutti gli Istituti Penitenziari attività che, con continuità ed uniformità, posseggano le seguenti caratteristiche:

  • piena condivisione del complesso degli interventi da parte del Servizio Sanitario Nazionale e dell’Amministrazione della Giustizia, coerente con l’evidenza che i comportamenti e le scelte autolesive e suicidarie sono prevalentemente da inquadrare come eventi derivanti dalle comuni condizioni di vita e non necessariamente da condizioni di patologia, rispetto ai quali le predette Amministrazioni concorrono in tutte le fasi degli interventi per le rispettive competenze;
  • implementazione di definite e dedicate organizzazioni funzionali a livello centrale, regionale e locale, costantemente integrate nelle professionalità e negli obiettivi;
  • regolare monitoraggio degli interventi (in particolare sul piano della valutazione di processo) e degli esiti, condiviso e aggregabile a livello regionale e centrale, con miglioramento della qualità dei dati, con preferenziale modalità di rilevazione basata su di un sistema informativo informatizzato concordato dalle due parti sanitaria e penitenziaria e dotato di un buon livello di specificità; il tutto per consentire tra l’altro un’appropriata definizione di caso e un’adeguata differenziazione tra gli eventi critici;
  • definizione di caso opportunamente condivisa e idonea a soddisfare adeguatamente i criteri di riferimento dei diversi attori interessati all’analisi e alla gestione del fenomeno suicidio, con particolare riferimento alla separazione dei comportamenti e delle scelte autolesive da quelle suicidarie, in quanto prevalentemente si tratta di fenomeni diversi tra loro e non necessariamente collegati o collegabili;
  • costante definizione e aggiornamento di protocolli operativi locali, tra il singolo Istituto Penitenziario e la competente Azienda Sanitaria;
  • esclusione di ogni forma di iniziale, prevalente e/o non mediato coinvolgimento dei servizi sanitari specialistici della salute mentale nelle attività, al fine di prevenire il frequente rischio di erronea riconduzione – interpretativa e operativa – dei comportamenti e delle scelte autolesive e suicidarie nell’ambito di condizioni patologiche psichiatriche.

L’architettura organizzativa del Piano Nazionale prevede tre livelli istituzionali con specifiche azioni e responsabilità di seguito sintetizzate:

  • il livello centrale costituito dal Tavolo di Consultazione Permanente per la sanità penitenziaria, con i seguenti compiti: elaborare ed aggiornare il Piano nazionale, generare una rete diffusa di referenti sul territorio nazionale, raccogliere e sistematizzare le buone prassi, indirizzare la formazione dei referenti regionali e monitorare l’andamento delle attività di prevenzione;
  • il livello regionale comprende gli Osservatori regionali permanenti per la sanità penitenziaria, con il compito di elaborare il Piano regionale e definire le indicazioni utili alla redazione dei piani locali, garantire la formazione degli operatori locali, diffondere le buone prassi al livello centrale;
  • il livello locale comprende l’attività congiunta delle Direzione di ciascun Istituto Penitenziario e le Aziende Ulss interessate; ad esso è affidato il compito di redigere, conformemente alle direttive del livello centrale e regionale, il piano locale di prevenzione che ha natura tecnico operativa.

Per la definizione del Piano regionale di prevenzione delle condotte suicidarie in ambito penitenziario adulto, l’Osservatorio regionale permanente per la salute in carcere, nella seduta del 15 febbraio 2018,  ha indicato  la necessità di costituire un gruppo di lavoro con componenti delle Amministrazioni coinvolte (Regione, Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria, Aziende Ulss e Direzioni Istituti).

Il Gruppo di lavoro si è ripetutamente  incontrato  ed ha elaborato il Piano regionale, in coerenza con le indicazioni del Piano nazionale, e con importanti riferimenti alle "Linee guida per la prevenzione del rischio suicidario e autolesivo in carcere" redatte dal Provveditorato del Triveneto.

Tale Piano è comprensivo di ogni indicazione  utile per la redazione dei piani locali di prevenzione.  Nel corso della riunione tenutasi il giorno 14 giugno 2018, il documento è stato portato all’attenzione dell’Osservatorio regionale che ha contestualmente condiviso le seguenti indicazioni:

  • Istituire un apposito Gruppo di lavoro interistituzionale, nominato con decreto del Direttore Generale dell'Area Sanità e Sociale,  composto da rappresentanti designati dall’Amministrazione Penitenziaria, da rappresentanti della Direzione Programmazione Sanitaria-LEA dell'Area Sanità e Sociale e dai Responsabili Unità Operative Sanità Penitenziaria delle Aziende Ulss, il quale elaborerà entro 90 giorni dal citato decreto, uno schema tipo di piano locale.
  • Trasmettere lo schema tipo di piano locale,  con nota congiunta Regione/Provveditorato Amministrazione Penitenziaria, ai rispettivi livelli locali, i quali,  dopo averne apportato eventuali  adeguamenti in considerazione della specificità dell’Istituto,  dovranno sottoscriverlo ed inviarlo  agli uffici regionali competenti ed al Provveditorato dell’ Amministrazione Penitenziaria.

La Regione, come stabilito nel Piano Nazionale, infatti, coordina, segue e verifica la redazione e l’aggiornamento dei Piani operativi locali, promuovendone la periodica valutazione.

Per l’implementazione effettiva del Piano di prevenzione  è necessaria una conoscenza approfondita del fenomeno e, a tal fine, è essenziale istituire un sistema di monitoraggio permanente a livello locale, regionale e nazionale.

La Regione è chiamata a trasmettere specifici report annuali al Tavolo di Consultazione permanente (livello centrale) e, a sua volta, procederà  alle verifiche necessarie nei confronti del livello locale.

La Regione, inoltre, per il tramite dell’Osservatorio ha il compito di raccogliere le buone prassi preventive ritenute più efficaci e trasmettere al Tavolo di consultazione permanente.

Il Piano Nazionale dedica un capitolo specifico alla formazione degli operatori, demandando alle Regioni l’organizzazione delle attività  necessariamente concordate e svolte congiuntamente dalle Aziende Ulss e dall’Amministrazione Penitenziaria.

Con il presente provvedimento si propone di recepire l’Accordo Stato-Regioni sopra citato che viene unito in Allegato A e di approvare il Piano regionale di prevenzione delle condotte suicidarie negli Istituti Penitenziari per adulti in Allegato B.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

  • Visto l'art. 2, comma 2 della Legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;
  • Vista la DGR n. 2722 del 24 dicembre 2012;
  • Visto l’Accordo della Conferenze Unificata, approvato nella seduta del 27  luglio 2017 (Rep. Atti n. 81/CU), “Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti”;

delibera

  1. di recepire l'Accordo approvato in sede di Conferenza Unificata il 27 luglio 2017 – Rep 81/CU “Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti”, all’Allegato A;
  2. di approvare il Piano regionale “Linee di indirizzo regionale per la prevenzione del rischio suicidario e autolesivo per gli istituti penitenziari del Veneto”, in Allegato B;
  3. di istituire un apposito Gruppo di lavoro interistituzionale, nominato con decreto del Direttore Generale dell'Area Sanità e Sociale,  composto da rappresentanti designati dall’Amministrazione Penitenziaria, da rappresentanti della Direzione Programmazione Sanitaria-LEA dell'Area Sanità e Sociale e dai Responsabili Unità Operative Sanità Penitenziaria delle Aziende Ulss, il quale elaborerà entro 90 giorni dal citato decreto, uno schema tipo di piano locale;
  4. di stabilire che lo schema di cui al punto 3. verrà trasmesso, con nota congiunta Regione/Provveditorato Amministrazione Penitenziaria, ai rispettivi livelli locali, i quali, dopo averne apportato eventuali  adeguamenti in considerazione della specificità dell’Istituto, dovranno sottoscriverlo ed inviarlo agli uffici regionali competenti ed al Provveditorato dell'Amministrazione Penitenziaria;
  5. di prevedere l’attivazione di un monitoraggio periodico del piano regionale e dei piani locali, come stabilito nel Piano Nazionale;
  6. di prevedere l’attivazione di attività di formazione, come stabilito nel Piano Nazionale;
  7. di incaricare l’Unità Organizzativa Salute mentale e sanità penitenziaria afferente alla Direzione Programmazione Sanitaria – LEA dell’esecuzione del presente atto e di ogni successivo adempimento consequenziale;
  8. di dare atto che il presente provvedimento non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
  9. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

1019_AllegatoA_374836.pdf
1019_AllegatoB_374836.pdf

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