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Materia: Servizi sociali
Deliberazione della Giunta Regionale n. 3825 del 27 novembre 2007
Approvazione dei Progetti Sperimentali finalizzati alla realizzazione delle indicazioni presenti all'articolo 1, comma 1250 e comma 1251, lettere b) e c), della Legge 27 dicembre 2006, n. 296. Intesa della Conferenza Unificata del 20 settembre 2007.
(La parte di testo racchiusa fra parentesi quadre, che si riporta per completezza di informazione, non compare nel Bur cartaceo, ndr) [L'Assessore alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, riferisce quanto segue.
E' stata approvata in data 20 settembre 2007, in sede di Conferenza Unificata, l'intesa concernente l'attivazione di interventi, iniziative ed azioni finalizzati alla realizzazione delle indicazioni presenti all'articolo 1, comma 1250 e comma 1251, lettere b) e c), della Legge 27 dicembre 2006, n. 296;
la Regione del Veneto da tempo è impegnata a promuovere una politica che sostiene la centralità della famiglia e l'importanza delle funzioni da essa svolte, fondamentali per la promozione del benessere della persona e della comunità, i cui parametri di riferimento possono essere così riassunti:
- famiglia quale "soggetto sociale " "capitale sociale" non friutore passivo delle politiche, ma attore di cambiamento, capace di definire non solo i propri bisogni, ma anche quelli della comunità, capace inoltre di individuare le possibili modalità di risposta degli stessi; soggetto "competente" delle reti di relazione della comunità e capace di attivarle;
- necessità di realizzare interventi di promozione, di supporto ed integrazione della famiglia, oltre a quelli di sostituzione, in applicazione implicita ed esplicita del principio di sussidiarietà, anche attraverso l'integrazione e la collaborazione fra i soggetti pubblici e privati che operano nel territorio.
La promozione di una politica che riconosce la centralità della famiglia, ha maturato negli anni la consapevolezza della necessità di introdurre riforme organizzative dei servizi ed opportunità alla famiglia, finalizzate a valorizzare le relazioni, il lavoro di cura, la solidarietà e a sostenere i progetti di vita delle persone nell'ambito di contesti familiari e sociali di riferimento, ad alleggerire il carico di fatica che sulle famiglie, ed al loro interno sulle donne, grava soprattutto in presenza di particolari fasi del ciclo di vita e condizioni (presenza di figli, presenza di persone non autosufficienti, scarse risorse economiche e relazionali..).
Tali riforme organizzative hanno riguardato, da una parte, i servizi socio-sanitari che nel territorio si rivolgono alla famiglia nella sua interezza, ossia i Consultori Familiari, e dall'altra parte iniziative ed opportunità progettuali a favore della famiglia, come ad esempio i prestiti sull'onore a tasso zero, nonchè i contributi economici alle famiglie che si avvalgono di assistenti familiari nella cura di un congiunto in condizioni di non autosufficienza.
La riorganizzazione dei Consultori Familiari, istituiti con Legge nazionale 405/77 e Legge Regionale 28/77, è stata determinata con l'approvazione dell'Atto di Indirizzo ed Organizzazione dei Consultori familiari Pubblici, DGR n. 392 del 11.02.05 e DGR n. 389 del 11.02.05, con l'intento di puntualizzare alcuni passaggi fondamentali della Legge Regionale e di introdurre aspetti progettuali innovativi rispondenti ai nuovi bisogni sociali emergenti, quali l'adeguamento degli orari di apertura al pubblico, in sintonia con i bisogni della famiglia di conciliare i tempi di vita con i tempi della città; il potenziamento delle attività di promozione della salute; l'attivazione in consultorio di uno spazio dedicato alla mediazione familiare ed uno spazio neutro, in cui le coppie separate o in via di separazione possono sperimentare nuove modalità relazionali funzionali al ruolo genitoriale ed incontrare i figli; l'attivazione /potenziamento dello spazio giovani; la ricollocazione delle prestazioni ostetrico-ginecologiche nell'ambito di specifici programmi consultoriali; la realizzazione di protocolli d'intesa tra servizi pubblici e privati del territorio; la specializzazione delle equipes in aree in espansione, come la genitorialità sia biologica che sociale, l'adolescenza, la tutela minorile, le separazione e divorzi, la mediazione familiare, la mediazione culturale; l'attivazione di una formazione e aggiornamento continuo del personale.
Per quanto riguarda le assistenti familiari per le persone non autosufficienti, le iniziative regionali attivate possono essere ricomprese in due grandi filoni:
- l'avvio, con DGR n. 39/2006 , dei Piani Locali per la Domiciliarità, approvati dalle Conferenze dei Sindaci e parti integranti dei Piani di Zona, quali strumenti di pianificazione locale concertata tra più soggetti, istituzionali e non, delle diverse azioni per l'assistenza e il benessere delle persone non autosufficienti e per favorire la loro permanenza nel contesto familiare e sociale di vita;
- l'assegnazione a partire dal 2002, di contributi economici alle famiglie che si avvalgono di una assistente familiare nella cura di un congiunto non autosufficiente, a condizione della regolarizzazione del rapporto di lavoro e tenuto conto della situazione economica familiare. Dal 2007 detto contributo è confluito nell'assegno di cura, di cui alla DGR 4135/2006, come specifica maggiorazione dello stesso.
Sulla scorta di quanto determinato dalla Legge 328/2000, con DGR n. 387/2005 e 1792/2005 " Interventi in favore delle famiglie per l'assolvimento dei compiti genitoriali e nella formazione di giovani famiglie: prestiti sull'onore a tasso zero" è stato approvato un progetto sperimentale della durata di tre anni, quale ulteriore iniziativa di sostegno alla famiglia ed alle coppie in via di formazione, destinando la somma di 6 milioni di euro.
Le linee di indirizzo su esposte coincidono con le indicazioni determinate dall'intesa del 20 settembre 2007, e vengono sviluppate nei tre progetti sperimentali predisposti, di cui all'Allegato A, Allegato B ed Allegato C, aventi come obiettivi :
- la sperimentazione di iniziative per l'abbattimento dei costi di servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro;
- la riorganizzazione dei consultori familiari per potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie;
- la sperimentazione di interventi per la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari.
Si rende necessario, pertanto, approvare:
a) il Progetto "Sperimentazione di iniziative per l'abbattimento dei costi di servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro" (Allegato A), il cui costo complessivo è pari ad € 3.458.000,00 a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Familiari e ad € 1.000.000,00 a valere sul capitolo di spesa 61231 del Bilancio di Previsione della Regione del Veneto per l'esercizio 2007;
b) il Progetto sulla riorganizzazione dei Consultori familiari per potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie (Allegato B), per la cui realizzazione si stabilisce un costo complessivo di € 3.000.000,00 a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Familiari e di € 1.500.000,00 a valere sui capitoli di spesa 100933 e 100018 del Bilancio di Previsione Regionale per l'esercizio 2007;
c) il Progetto "Sperimentazione di interventi per la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari" (Allegato C) per cui si stabilisce un costo complessivo di € 600.000,00 a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Familiari e di € 200.000,00 a valere sul capitolo di spesa 100559 del Bilancio di Previsione Regionale per l'esercizio 2007, delegando il Dirigente Regionale per i Servizi Sociali della Regione del Veneto all'assunzione del relativo impegno di spesa con apposito provvedimento.
Acquisito il parere favorevole del Presidente dell'Anci in rappresentanza dei Comuni del Veneto, come da Intesa della Conferenza Unificata del 20 settembre 2007.
Il relatore conclude la propria relazione sottoponendo all'approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
Udito il Relatore, incaricato dell'istruzione dell'argomento in questione, ai sensi dell'art. 33, comma II dello Statuto, il quale da atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale;
delibera
2. di individuare quale soggetto Responsabile dell'attuazione complessiva dei progetti di cui al punto 1. il Dirigente Regionale per i Servizi Sociali della Regione del Veneto;
3. di dare atto che per l'attuazione dei tre Progetti:
4. di disporre la trasmissione del presente provvedimento, al Ministero delle Politiche Familiari per ogni adempimento conseguente.
(seguono allegati)
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