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Scarica versione stampabile Deliberazione del Consiglio Regionale

Bur n. 123 del 03 dicembre 2004


Materia: Sport e tempo libero

Deliberazione del Consiglio Regionale n. 52 del 03 novembre 2004

Piano triennale per lo sport. Indirizzi, obiettivi, priorità da perseguire nel triennio 2004/2006. Legge regionale 5 aprile 1993, n. 12, articolo 5, comma 1: "Norme in materia di sport e tempo libero". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 144).

Il Consiglio Regionale del Veneto

(omissis)

delibera

di approvare ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge regionale 5 aprile 1993, n. 12, il documento, allegato al presente provvedimento, contenente gli indirizzi, gli obiettivi e le priorità settoriali e territoriali nel settore dello sport da perseguire nel triennio 2004-2006.


"ALLEGATO ALLA DELIBERAZIONE CONSILIARE N. 52 DEL 3 NOVEMBRE 2004 Sport e tempo libero piano triennale 2004-2006. Parte prima Scenari Premessa Lo sport moderno si manifesta sempre più come un vasto fenomeno di massa che coinvolge, a vario titolo, milioni di cittadini, grazie al progressivo sviluppo spontaneo della domanda di partecipazione e dell'offerta in termini di nuovi spazi e nuove opportunità per la pratica sportiva, e ciò in relazione anche alla diversificazione della tipologia delle attività svolte (sport per tutti, sport amatoriale, sport professionistico, sport agonistico, sport terapeutico o per la tutela della salute, ecc.). Esso si qualifica come potente fattore di richiamo e, nell'era della globalizzazione, uno dei metalinguaggi della comunicazione planetaria, attraverso il quale vengono veicolati messaggi e valori al pari della musica. Anche l'Europa assume a pieno titolo questa tematica nei diritti fondamentali dell'Unione, riconoscendo l'alta funzione del fenomeno sportivo e l'influenza notevole che esso produce sullo stesso sviluppo delle attività economiche, dell'integrazione e della coesione sociale, dell'educazione dei giovani. E' anche per questo che occorre farsi portatori di un nuovo corso aperto a concetti e metodi adeguati al nuovo posto che lo sport occupa attualmente nella società. Un approccio europeo La pratica e l'organizzazione dello sport nei diversi Paesi dell'Unione, pur manifestando differenze tra i diversi sistemi esistenti, evidenziano caratteristiche comuni che hanno spinto le Istituzioni Comunitarie a parlare di un approccio europeo alla gestione dello sport, a partire da valutazione ed analisi condivise ed al riconoscimento di concezioni e principi comuni che ispirano un ripensamento di politiche pubbliche in termini di forte riferimento alle dimensione europea. Così, anche in ragione delle diverse valenze sociali e della funzione educativa e di progresso civile dello sport, il 2004 è stato proclamato Anno Europeo dell'educazione attraverso lo sport.(1) Già nel 1992 la Carta Europea dello Sport ha indicato alcuni importanti obiettivi(2): - Incentivare e sviluppare lo spirito ed il movimento del volontariato, in particolare l'azione delle organizzazioni sportive volontarie; - Adottare le misure necessarie per garantire a tutti i giovani la possibilità di beneficiare di programmi di educazione fisica per sviluppare le loro attitudini sportive di base; - Garantire a ciascuno la possibilità di praticare sport e di partecipare ad attività fisiche ricreative in un ambiente sicuro e sano; - Garantire la possibilità di migliorare il livello di prestazione a chiunque possieda le capacità necessarie, per realizzare il proprio potenziale di sviluppo personale e raggiungere livelli di eccellenza pubblicamente conosciuti; - Sviluppare le basi morali ed etiche dello sport e proteggere lo sport da pratiche scorrette. Con la dichiarazione di Amsterdam nel 1997 è stato affermato esplicitamente che lo sport è simbolo di cultura e identità regionale, nazionale ed europea. Con la proclamazione del 2004 Anno Europeo dell'educazione attraverso lo sport l'Unione intende incoraggiare il settore educativo e le organizzazioni sportive a cooperare per valorizzare le funzioni di educazione e di integrazione sociale dello sport, sottolineare l'importanza delle attività di volontariato nello sport e nell'ambito dell'istruzione non formale ed incoraggiare le scuole ad attribuire una maggior importanza alle attività sportive nei programmi e negli scambi scolastici. Oggi, a livello europeo è stato raggiunto un importante risultato: la proposta di Costituzione Europea (art. 182) riconosce per la prima volta nei Trattati la funzione sociale ed educativa dello sport, per cui ci si attendono azioni di sostegno del settore, quale fattore strategico di integrazione sociale e non solo attenzione allo sport spettacolare con il suo poderoso circuito di interessi economici. La cultura dello sport acquista così diritto di cittadinanza nell'Unione Europea. Attribuire rilevanza al diritto allo sport, elevandolo al rango dei principi costituzionali vuol dire riconoscere il ruolo eminente che lo sport riveste nella società europea e fornire le garanzie affinché tale diritto sia effettivamente e sostanzialmente disponibile per tutti i cittadini. Lo sport come partecipazione Lo sviluppo dello sport in Italia è andato via via evolvendosi lungo due direttrici, da un lato verso la spettacolarizzazione mediatica delle attività di tipo agonistico e dall'altro verso l'ampliamento dei numero di fruitori fino a raggiungere dimensioni estremamente rilevanti. In termini quantitativi i dati relativi allo sport ed in particolare alla partecipazione sportiva assumono un grande rilievo. Le rapide trasformazioni socio-economiche e le mutazioni demografiche, la necessità e l'esigenza di fruire della dimensione naturalistico-distensiva hanno comportato una diversificazione della domanda di pratica sportiva che si presenta oggi con differenti obiettivi e con la ricerca di diverse forme di soddisfazione. La partecipazione sportiva in tutta Europa è molto elevata, interessando più o meno un cittadino ogni due. Lo sport interessa due cittadini su tre in Italia e in ambito veneto tre cittadini su quattro. In Italia, su circa 55 milioni e 600 mila persone di tre anni e più, sono oltre 16 milioni e 700 mila le persone che nel 2000 dichiarano di praticare uno o più sport con continuità o saltuariamente, pari al 30% della popolazione. Un ulteriore 31,2% (17 milioni e 500 mila persone) svolge autonomamente una qualche attività fisica nel tempo libero. Pertanto, in una concezione allargata del termine sport adottata in ambito europeo, comprendente anche le attività fisiche del tempo libero, sono infatti oltre 34 milioni i cittadini italiani attivi sul piano fisico-sportivo, pari al 61,2% della popolazione e secondo tale concezione nel Veneto risulta attiva una percentuale del 75,6%. I non praticanti nel Veneto sono pari al 24,1% (il 38,4% in Italia).(3) Le persone che abitualmente praticano sport diminuiscono man mano che si scende da nord verso sud. Il Nord-est è la ripartizione geografica con la quota più alta di sportivi e di persone che svolgono con continuità o saltuariamente attività sportiva (38%) mentre i sedentari prevalgono al sud e nelle isole. Al nord, inoltre, non solo è più diffusa la pratica sportiva, ma si praticano anche più sport e più assiduamente, con prevalenza all'aperto. Nel Veneto i praticanti abituali raggiungono il 39,0% (il 26,7% in modo continuativo, il 12,3% in modo saltuario), superando quindi notevolmente la media nazionale (dopo il Trentino-Alto Adige). (Vd. Grafico 1 a fine sezione) A partire dagli anni '80 si è verificato un incremento delle persone che praticano sport, che interessa tutte le età, sia per la presenza di nuove forme di attività libera sia per l'offerta di servizi privati non connessi alle organizzazioni sportive. Si è così assistito ad un radicale mutamento della mappa della partecipazione sportiva, delle motivazioni, dei soggetti, ad una rinnovata domanda spesso disomogenea dilatatasi al di là dei luoghi e delle forme tradizionali. Si tratta in effetti di un settore di attività in continuo aumento, largamente diffuso tra i giovani ed in particolare tra gli studenti. Non mancano però le persone che con più di 75 anni praticano uno sport vero e proprio (in Italia il 2,3% pratica sport, con una percentuale del 3,6% per i maschi). Se si considera la pratica di attività fisica (del tipo andare in bicicletta, fare passeggiate, ecc..), questa invece aumenta al crescere dell'età (in questa fascia di età la percentuale sale fino al 24,7%).(4) L'età è uno dei principali fattori che influenzano la pratica sportiva tra gli stessi giovani. Se lo sport coinvolge attivamente nel Veneto il 65,3% dei giovani tra i 15 e i 19 anni, tale percentuale scende al 59,6% nei giovani tra i 25 e 29 anni.(5) L'analisi di genere evidenzia la maggiore propensione alla pratica sportiva degli uomini (37,8%), anche se l'incremento di praticanti registrato negli ultimi anni è dovuto alla crescita della partecipazione femminile (22,7%), confermando la tendenza alla diminuzione della distanza tra i livelli di pratica maschile e femminile. Anche nel Veneto lo sport agonistico viene praticato maggiormente dai maschi, mentre la situazione si inverte se si considera il genere di chi pratica attività fisiche e sport per passatempo (33,6% contro 28,8%).(6) Non è possibile d'altra parte ignorare gli ostacoli che spesso le donne incontrano nel tentativo di conciliare la famiglia ed il lavoro con la possibilità di dedicare parte del proprio tempo ad un'attività sportiva o fisica.(7) Nel 2000 in Italia lo sport più diffuso è il calcio (praticato dal 25,7% degli sportivi), seguito dalla ginnastica-danza (22,9%), dal nuoto (21,4%) e dagli sport invernali (12,7%). La ginnastica e la danza risultano essere maggiormente diffuse fra le donne, così come il nuoto e la pallavolo. Alcuni sport si configurano come prettamente maschili (caccia e pesca in assoluto, calcio, calcetto ma anche ciclismo e tennis).(8) In Veneto la maggior partecipazione si ritrova all'interno non di una disciplina sportiva vera e propria, bensì di una modalità di praticare sport: la palestra (frequentata soprattutto dalle donne). Seguono il nuoto e la pallanuoto, il calcio, gli sporti invernali ed il ciclismo. Nella media, gli sport di squadra sono preferiti dai maschi. Lo sport femminile sembra rimanere una questione decisamente "personale". Il trend della partecipazione femminile italiana alle Olimpiadi, ad esempio, risulta non regolare e ricco di spigolature. In ogni caso il medagliere italiano dà conto del notevole progresso dello sport femminile degli ultimi anni. Emerge negli ultimi anni un crescente interesse per gli sport all'aria aperta, associando la pratica sportiva ad una rinnovata attenzione per il patrimonio ambientale e culturale. Scaturiscono nuove forme di fare sport: lo sport diventa un motivo per conoscere l'ambiente, la storia ed in generale le tradizioni culturali dei luoghi frequentati. Ne sono l'esempio le numerose gare podistiche organizzate nelle città d'arte e nei centri storici, le maratone stracittadine con lunghi percorsi in collina o in campagna. I percorsi vita, le piste ciclabili, le aree di verde attrezzato sono tipologie di impianti che, soprattutto nelle grandi città, meglio rispondono alla crescente domanda di attività motoria ed alla sempre più diffusa sensibilità ecologica, spesso collegata allo sviluppo dell'agriturismo quale nuova modalità di impiego del tempo libero. Lo sport è praticato prevalentemente per passione, per svago, per stare in mezzo alla natura o per mantenersi in forma. Le motivazioni variano sensibilmente al variare dell'età. Fra i motivi per cui si pratica sport vi è anche la diminuzione dello stress e gli aspetti socializzanti, che prevalgono nel Nord-est ed in particolare nel Veneto (rispettivamente 38,8% e 27,4% contro il 26,0% ed il 20,7% in Italia). Per contro, i motivi prevalenti per cui non si pratica sport è la mancanza di tempo che affligge più che altrove il Veneto e in generale il Nord-est, motivazione che non viene indicata soltanto dagli adulti, ma anche dai più giovani. Sembra dunque che il tempo sia diventato una risorsa scarsa non solo per gli adulti ma anche per le giovani generazioni. Altri ostacoli sono la mancanza di interesse, i motivi economici o di salute, la mancanza di impianti o la difficoltà a raggiungerli. La non pratica aumenta con l'aumentare dell'età e si concentra soprattutto nell'età adulta e, ancor più, in quella anziana. La mancanza di tempo viene indicata comunque come motivo principale dell'interruzione e dell'abbandono della pratica. Sembra che l'interruzione della pratica derivi da una trasformazione di status, ovvero che, con l'entrata nell'età adulta e la conseguente assunzione di un modello di vita diverso da quello che fino ad allora si era condotto, si abbia sempre meno tempo a disposizione, e che quello che ne soffra principalmente fino ad essere sacrificato del tutto è il tempo che prima si dedicava all'attività sportiva. In primo luogo occorre osservare che bisogni e richieste sono strettamente correlate all'età del soggetto. In via molto generale, nei bambini prevale la necessità di una educazione motoria di carattere ludico, a volte con connotati preagonistici. I ragazzi sono portati a praticare attività agonistiche; la fascia sopra i vent'anni svolge soprattutto attività agonistica, in parte di livello amatoriale; sopra i trent'anni l'agonismo viene di solito abbandonato a favore di attività amatoriali o di attività fisica di mantenimento. La salute appare del resto il motivo principale per cui si svolgono attività fisiche. Vi sono comunque sport dove l'agonismo inizia molto presto o può continuare con risultati di rilievo anche in età avanzata ovvero soggetti che praticano attività sportiva per tutta la vita e soggetti che abbandonano lo sport già in età adolescenziale. Tra i fattori che incidono su tale abbandono è da annoverare la non adeguata considerazione delle attività motorie nelle scuole. L'Italia è ultima tra i Paesi europei per il numero di ore dedicate all'educazione fisica, per quanto appaia assai diffusa la pratica di attività giuoco/sport in età prescolare e scolare. Anche l'avviamento precoce allo sport agonistico può produrre, in fase adolescenziale, esperienze negative vissute come fallimentari che possono produrre atteggiamenti di rinuncia. Le strutture per lo sport Nella pratica quotidiana le attività motorie e sportive risultano tutt'altra cosa rispetto allo sport agonistico e si svolgono in un sistema quasi capillarmente diffuso di impianti, spesso a carattere polifunzionale, il cui sviluppo e miglioramento va sostenuto proprio in funzione della domanda localmente espressa. Quanto al numero degli impianti sportivi esistenti in Italia, i dati certi riferiti agli spazi di attività fanno riferimento all'ultimo censimento del CONI del 1996 che riportano circa 145 mila spazi di cui un 9,5% pare non risulti funzionante. Incaricato dal Ministero per i Beni Culturali di avviare una indagine a livello nazionale sullo stato dell'impiantistica, in collaborazione con il CONI e le Regioni, il C.N.E.L. ha recentemente raccolto una serie di dati, sulla cui base ha stimato (secondo proiezioni sui dati disponibili) in circa 148.880 il numero complessivo di spazi esistenti, la maggior parte dislocati in Lombardia (17,13), in Piemonte (11,96%), nel Veneto (9,01%), in Emilia-Romagna (8,75%) e nel Lazio (8,31%). Dati recenti derivanti dal censimento realizzato dalla Regione, indicano l'effettiva esistenza nel Veneto di circa 12.000 spazi di attività sportiva. Complessivamente il maggior numero è dato dai campi da calcio (18,67%), dalle palestre (16,38%), dai campi da tennis (16%). Diffuso è il gioco delle bocce (10,29%). (Vd. Grafico 2 a fine sezione)

Spazi di attività sportiva nel Veneto (*)
Tipologia spazi BL PD RO TV VE VI VR Totale
Calcio 112 484 134 407 253 375 454 2.219
Palestre (attività varie) 82 438 99 358 264 265 440 1.946
Tennis 133 318 77 288 393 276 418 1.903
Bocce 138 162 22 264 233 159 244 1.222
Attività all'aperto (polivalenti) 31 209 45 160 66 151 147 809
Atletica leggera 37 87 6 142 148 36 93 549
Attività natatorie 16 113 14 49 48 44 142 426
Calcetto 9 64 16 41 39 39 52 260
Altri spazi 302 493 67 391 438 333 529 2.553
Totale Veneto 860 2368 480 2100 1882 1678 2519 11.887
(*) funzionanti e aperti al pubblico. Dati marzo 2003 (Banca Dati Regione Veneto). É interessante notare come sia aumentato, al 2002, il numero degli spazi sportivi nel Veneto rispetto a quelli rilevati nell'ultimo censimento CONI:
Province Spazi al 1996 Spazi realizzati dal 1997 al 2002 Totale spazi %
Belluno 827 33 860 7,23
Padova 2.305 63 2.368 19,92
Rovigo 452 28 480 4,04
Treviso 2.24 76 2.100 17,66
Venezia 1.831 51 1.882 15,83
Vicenza 1.584 94 1.678 14,12
Verona 2.445 74 2.519 21,20
TOTALE 11.468 419 11.887 100,00
La buona parte del patrimonio sportivo esistente sul territorio regionale è proprietà degli Enti Locali, comprese le palestre scolastiche che a volte rappresentano nei piccoli Comuni l'unico presidio per fare attività fisica accanto ai piccoli impianti parrocchiali. (9) I vari aspetti che interessano lo sport In un universo sempre più ricco e composito si delineano tre principali articolazioni della pratica sportiva: sport spettacolo, sport olimpico e sport per tutti che a loro volta abbracciano contesti culturali, sociali ed economici diversi con alla base logiche e interessi spesso lontani. La nostra attenzione peraltro si rivolge alla domanda culturale e sociale che allo sport si indirizza e che costituisce la fetta più grande di tale universo e che considera lo sport uno strumento formidabile per operare nella direzione del proprio benessere e di quello della collettività. Lo sport può infatti considerarsi un fenomeno sociale che ha visto il progressivo coinvolgimento anche di segmenti della società finora ai margini di tale attività per motivi sociali, economici, demografici (lavoratori, donne, bambini, anziani, disabili, immigrati). Si delinea così, accanto alla figura tradizionale dell'atleta e del professionista che partecipa a competizioni, una nuova figura di "sportivo" che pratica più o meno abitualmente in strutture organizzate o, autonomamente, attività motorie con motivazione e finalità le più diverse. La diffusione dello sport a livello di massa ha peraltro certamente contribuito di fare di questo fenomeno una straordinaria forza economica e finanziaria connessa con tutta l'attività produttiva del Paese (industria specializzata, turismo sportivo, editoria, diritti televisivi, pubblicità, sponsor, scommesse, occupazione). Sport spettacolo, sport olimpico, sport agonistico, sport e ambiente, sport scolastico, sport amatoriale, sport dilettantistico, sport per tutti, sono solo alcuni dei modi per denominare e circoscrivere una fetta dell'universo sportivo che finiscono per influenzarsi e sostenersi reciprocamente. Se infatti la logica del profitto caratterizza in modo sistematico lo sport spettacolo, non deve però ritenersi estranea agli altri universi sportivi, così come i valori etici e morali che si impongono su pratiche motorie e sportive ispirano eventi e manifestazioni spettacolari di livello nazionale e internazionale. Diversi sono anche i modelli di riferimento: sport come benessere, sport come natura-ambiente, sport come professione o attività agonistica, sport come impresa, sport come passione, sport come competizione con se stessi, sport come investimento, sport come volontariato. Un ulteriore aspetto certamente non secondario riguarda la salute. I benefici dell'attività fisica sulla salute delle persone sono ampiamente dimostrati dalla letteratura scientifica. Un'attività sportiva praticata in maniera costante fin dall'età giovanile è auspicabile in quanto premessa per continuare un'attività motoria anche negli anni successivi. Infatti la pratica sportiva nella terza età riveste una notevole importanza sia per il mantenimento di una buona qualità di vita generale, sia per la prevenzione e la cura di determinate malattie. Questo si può raggiungere solo attraverso la regolarità e la continuità dell'allenamento in quanto i benefici durevoli si ottengono solo se l'attività fisica diventa uno stile di vita quotidiano. Che lo sport migliori la qualità della vita anche dei disabili è ugualmente riconosciuto, e gli effetti positivi dell'esercizio fisico sono infatti ampiamente documentati. Gli attori Le problematiche e le sfide che l'evoluzione dei sistemi sportivi propone non solo agli attori più diretti ma all'intera società, coinvolgono un insieme di soggetti collettivi e di interessi organizzati che va ben oltre i tradizionali addetti ai lavori. Si tratta di un mondo variegato: atleti professionisti, popolazione praticante e fruitrice, spettatori, mondo imprenditoriale, mondo dello spettacolo e della comunicazione, associazionismo e volontariato, insegnanti e alunni, istituzioni centrali e periferiche, a cui si ricollegano interessi diversi e livelli differenziati di responsabilità. Non esiste una netta linea di confine fra le varie attività: vi sono società sportive dilettantistiche che organizzano manifestazioni amatoriali, società di enti di promozione iscritte a campionati federali, palestre private affiliate ad enti di promozione ed impegnate in iniziative di sport per tutti. C'è chi opera perseguendo un legittimo scopo di lucro, inserendosi in un mercato attualmente in piena espansione e chi organizza la pratica sportiva perseguendo fini diversi da quelli del raggiungimento di un profitto. Quest'ultimo è il caso dell'associazionismo sportivo, sia quello del CONI e delle sue Federazioni, sia quello legato agli Enti di Promozione e importante si conferma il contributo del mondo dell'associazionismo e del volontariato sia nella promozione della pratica motoria e sportiva sia nella gestione delle strutture. Al contrario di quanto avviene per le società professionistiche o per i privati, le società sportive sono comunità aperte, radicate nel territorio, regolate da un patto associativo che ne definisce le finalità, i ruoli e la struttura organizzativa, alle quali possono partecipare tutti coloro che ne condividono obiettivi e metodi di lavoro. Si stima che in Italia vi siano circa 100 mila nuclei sportivi organizzati, oltre 65 mila società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali e circa 45 mila agli Enti di promozione sportiva. Alle competizioni sportive ufficiali o non ufficiali (gare, tornei, campionati organizzati da circoli, scuole, parrocchie) hanno partecipato nel 2000 oltre 6 milioni e 400 mila iscritti. Nel Veneto le società sportive associate alle Federazioni CONI od agli Enti di promozione sportiva sono stimate intorno a 11.000 unità, con oltre 1.200.000 tesserati: si tratta di un ricco tessuto associativo che garantisce una attiva presenza ed un grande contributo alla formazione, alla diffusione, allo sviluppo della cultura sportiva. Le dinamiche della popolazione(10) I cambiamenti che hanno investito il settore dello sport hanno prodotto elementi di novità così da porre tutti i soggetti istituzionali e associativi di fronte alla necessità di ripensare il proprio approccio con la realtà dello sport. I primi dati relativi al Veneto indicano, al 2001, residenti 4.490.586 persone, con una densità di 244,2 abitanti per kmq a fronte di 186,9 della penisola. La più densamente popolata è la provincia di Padova, seguita da quella di Venezia, tenuto conto della minore estensione del territorio. Le classi d'età più basse (fino ai 10 anni) hanno mantenuto pressoché uguale nel tempo la loro incidenza sul totale. Le classi comprese tra i 10 e i 30 anni hanno invece visto ridursi fortemente il loro ammontare mentre tra i 30 e i 39 anni come le classi tra i 40 e i 64 anni hanno registrato una notevole espansione. La popolazione anziana è in regolare espansione e gli indici di vecchiaia sono superiori a quelli nazionali. Il numero di persone con un'età di almeno 65 anni tende a crescere progressivamente, ed in parte compensa il calo delle nascite. L'analisi della struttura della popolazione per età e per sesso evidenzia l'aumento della quota di popolazione oltre i 65 anni sul totale della popolazione. Aumenta anche la popolazione dei "grandi vecchi"" ossia di coloro che hanno 80 anni e più (attualmente oltre il 4% della popolazione, ma il peso di questa fascia di età sarà sempre maggiore). La tendenza ad un sempre maggiore invecchiamento della popolazione è oramai un dato certo, con inevitabili conseguenze e cambiamenti sulla domanda dei servizi se è vero, come si stima, che già nel 2006 un abitante su 5 avrà un'età superiore ai 64 anni e nell'arco di tempo 2000/2050 la popolazione di oltre 65 anni raddoppierà passando da 801.417 a 1.593.238 unità. Questa crescente fascia di persone anziane, comprenderà sempre più persone in qualche modo "attive", che mantengono ancora un elevato grado di efficienza fisica e nella misura in cui sarà motivata a farlo privilegerà i valori e dimensioni non connessi alla competitività, quali i valori della salute, del contatto con la natura, anche attraverso la pratica di attività motorie non organizzate. Verso forme non organizzate di pratica motoria potrebbe indirizzarsi anche la domanda proveniente dalla popolazione straniera ed extracomunitaria. La presenza degli stranieri registra una crescita forte e costante (3,1% sul totale dei residenti al 2000, superiore al corrispondente valore dell'Italia pari al 2,5%) e all'incidenza della quota degli extracomunitari residenti si devono i processi di crescita della presenza straniera intervenuta nell'ultimo decennio. In questo ambito lo sport può diventare mezzo di integrazione sociale e di promozione della tolleranza. Questa evoluzione ha condotto ad una profonda modificazione della struttura della popolazione, riscontrabile peraltro in tutto il Paese e in gran parte degli altri paesi europei.(11) Lo sport come settore di attività economica Una crescente caratterizzazione commerciale dello sport sta emergendo in quasi tutti i Paesi europei. Le ragioni fondamentali di questa tendenza sono per lo più legate alla comparsa di nuovi attori e di segmenti di praticanti sportivi (disabili, anziani) e l'emergere di nuovi bisogni legati al miglioramento delle condizioni di vita (tempo libero, salute, divertimento, educazione). Innanzitutto vanno ricordati gli indubbi effetti che in chiave di efficienza economica possono risultare, allo scopo di favorire il turismo, dalla presenza di adeguate strutture sportive sul territorio. Anche gli eventi sportivi sono in grado di generare interesse per il sistema turistico, attrarre flussi turistici, massimizzare l'utilizzo degli impianti, richiamare l'attenzione su particolari sport, migliorarne e rafforzarne l'immagine. Lo sport sta diventando sempre più un elemento complementare della vacanza tradizionale e va considerato come un'occasione per fare turismo così come il turismo offre sempre più occasioni per fare sport. In questo senso rientrano ampiamente gli sport invernali, molto diffusi nel Veneto, che alimentano l'imprenditorialità turistica in montagna, come le altre attività sportive praticate da tutti coloro che amano l'alpinismo e le sue specialità (arrampicate su roccia, su ghiaccio, scialpinismo).Anche il settore del volontariato, in continua espansione nel Veneto, caratterizza fortemente la struttura del sistema sportivo e fornisce al movimento associativo sportivo la possibilità di sopravvivere. Nel settore sport rientrano le attività economiche di stretto carattere sportivo, mentre in un'accezione più ampia si includono quelle attività di servizio necessarie alla pratica sportiva o da essa generate. Si possono pertanto distinguere le attività economiche sportive in senso stretto e le attività economiche connesse o collegate allo sport. Nel primo caso di tratta di attività che includono la gestione degli impianti e l'organizzazione e la promozione delle attività sportive, compreso lo sport agonistico.(12) Nel secondo caso, i gruppi di attività economiche connesse allo sport, più significativi per volume di attività o per prospettive di sviluppo futuro, possono essere individuati: - nelle imprese specializzate nella costruzione di impianti sportivi, mercato per molto tempo rimasto fortemente dipendente dalle commesse pubbliche, sviluppatosi in modo considerevole parallelamente al processo di diversificazione delle attività; - nelle imprese manifatturiere e di distribuzione di articoli e beni sportivi, mercato molto competitivo, che conosce un forte impatto tecnologico;(13) - nei media specializzati, settore che sta registrando una rapida diffusione; nel settore dell'insegnamento, che tende a diventare sempre più professionalizzante con l'apertura delle nuove facoltà e corsi di laurea in scienze motorie; - nelle imprese che offrono servizi per il benessere e la salute attraverso lo sport, settore che sta conoscendo una notevole espansione. Lo sport, nelle sue varie forme, costituisce una fonte importante di opportunità di impiego come generatore di professioni dello sport o ad esso collegate, ovvero come addetti al settore. Per pochi, dotati e motivati, l'ambiente sportivo può essere un obiettivo di vita o quanto meno di un periodo della vita. Per altri, ugualmente appassionati, può diventare un'alternativa lavorativa per il futuro. Grande è infatti lo spazio che si apre oggi soprattutto nei servizi alla persona che la società può da un lato permettersi per il suo maggior benessere. L'allenatore, il mister di palestra, il conduttore di gruppi per il tempo libero, il curatore di piccole squadre amatoriali, da semplici volontari possono diventare veri e propri lavoratori, remunerati e gratificati. Così lo sport non solo qualifica il vivere sociale, ma risulta anche una importante realtà economica che presenta ampi spazi per un ulteriore sviluppo futuro dell'occupazione e delle attività imprenditoriali. La valenza economica dello sport è pure legata alle nuove professioni sportive che stanno crescendo e che fanno intravvedere una potenzialità del settore nel creare nuova occupazione anche nell'indotto. Si vanno affermando nuove specializzazioni e quindi nuove figure professionali, come quelle che si occupano della gestione degli impianti e degli eventi sportivi, della fornitura di servizi, della gestione delle società sportive. Si parla, anche nello sport, di esperti di comunicazione, di gestori delle sponsorizzazioni, di organizzatori di eventi sportivi, di psicologi dello sport, di formatori. Tutta una serie di nuove professioni che per ora sono patrimonio dello sport professionistico, ma che in futuro dovranno interessare anche l'associazionismo.(14) Turismo sportivo Oltre al valore intrinseco che hanno la promozione e la pratica sportiva per le singole persone, la filiera turismo-ambiente-cultura-sport segna un valore aggiunto generalizzato.(15) Secondo i dati relativi alle presenze turistiche nel Veneto, la stagione 2001 ha registrato un confortante prolungamento del trend espansivo in atto da alcuni anni. Un aumento che si è praticamente spalmato su tutte le principali strutture ricettive, con valori in crescita mediamente più elevati nel settore extralberghiero. I dati rafforzano per il turismo veneto una posizione di grande rilievo in ambito nazionale, ed i risultati economici confermano come il turismo continui a qualificarsi come la più grande industria del Veneto. In via generale, invece, le modalità di consumo turistico sono cambiate. Rispetto alla tradizionale vacanza estiva, oggi si tende con crescente frequenza ad utilizzare i periodi di ferie in diversi periodi dell'anno e nelle forme di turismo le più disparate; si moltiplicano le opzioni di impiego del tempo libero e si diversificano le esigenze ed i comportamenti. Aumenta il numero di coloro che hanno possibilità di recarsi in vacanza e aumentano anche i viaggi dei pensionati, un gruppo con sempre maggiori capacità di spesa.(16) Il turismo sportivo rappresenta un segmento nuovo con notevoli potenzialità di mercato ed elemento interessante per diversificare l'offerta turistica tradizionale. Acquista sempre più rilevanza il turismo verde e attivo legato all'ambiente ed alla natura, lo sport invernale, il cicloturismo e l'escursionismo, il trekking, la ricerca della particolarità specifica della vacanza e delle occasioni di svago. Dall'Austria si chiede in particolare ecoturismo e turismo verde, dal Sud America sport invernali, dal l'Australia calcio, hockey e i grandi eventi (F1) richiesti anche dal Giappone e dal Nord America insieme a terme e vacanze attive, dalla Danimarca cicloturismo, golf, attività sportive en plein air, dalla Germania terme e benessere, natura e turismo ecologico, golf, nautica, dall'Olanda vacanza attiva e turismo verde, montagna estiva e invernale, dai Paesi Nordici un'offerta turistica integrata, dalla Polonia benessere-relax e montagna, dal Regno Unito e Irlanda vacanza sportiva con livelli sempre più alti per nuovi passatempi sportivi, escursionismo, montagna estiva, terme, vela, surf, mountain bike, dall'Ungheria sci, dalla Svizzera vacanze all'aria aperta ed escursionismo.(17) Se una delle strategie per contribuire alla maggior attenzione positiva verso il Veneto è quella di promuovere l'immagine in ambiti anche al di fuori del mondo turistico, sembrano adeguati anche per la diffusione della pratica del turismo sportivo i suggerimenti (17) che valgono per la promozione della domanda turistica e di nuovi modelli di vacanza: - intensificare i rapporti con la stampa, rendere le informazioni visibili e in tempo reale per stimolare la domanda(18), considerato che il numero di utenti internet che fanno viaggi virtuali o usano il web per pianificare i loro viaggi sono in continuo aumento; - accrescere la competitività attraverso il miglioramento della qualità e l'ampliamento della gamma di servizi, ampliando la conoscenza per quelli poco conosciuti; - cogliere i mutamenti del mercato e fornire servizi nuovi, che possano soddisfare le accresciute esigenze; - realizzare eventi che segnano momenti forti della promozione di immagine, misurandone le azioni più significative per migliorare le manifestazioni successive e intervenire con azioni migliorative; - raggiungere l'immagine di una regione capace di suscitare emozioni e quindi meritevole di essere visitata più volte, rendendo il Veneto una meta attraente non solo per l'arte, il sole e il mare, ma anche come luogo ideale per fare sport. Educare attraverso lo sport La rilevanza sociale ed economica del fenomeno sportivo implica una forte azione per preservare e sviluppare i valori tradizionali e più genuini dello sport ed al tempo stesso a coglierne in positivo le potenzialità. Sovente i principi sani della competizione sportiva sono messi in discussione e spesso lo sport dà di sé immagini drammatiche. Il danno maggiore che deriva dal doping si consuma sul piano etico con l'illusoria convinzione che il raggiungimento del successo personale debba passare per vie diverse dall'impegno, dal sacrificio, dalle regole codificate. Quanto alla violenza, essa è legata allo sport come nella vita. Nessuna disciplina ne è esente anche se il calcio, a causa della sua popolarità ed alla capacità di richiamare folle negli stadi, annovera i casi più eclatanti. Questi aspetti deteriori derivano da carenze nella diffusione dell'educazione sportiva, e cioè educazione al confronto leale, riconoscimento del valore altrui, consapevolezza dei propri mezzi fisici e dei propri limiti, condivisione dei risultati sia positivi o negativi, nel rispetto delle regole, delle diversità fisiche e culturali. Ma anche talune manifestazioni dell'evoluzione dello sport moderno (doping, frode sportiva, violenza negli stadi, esasperata spettacolarità) mettono in luce elementi di criticità dell'attuale sistema che rischiano di portare ad un indebolimento della sua funzione educativa, culturale e sociale e ad un progressivo scadimento, se non abbandono, dei valori fondamentali e degli ideali che stanno alla base della pratica sportiva. Se si intende riportare nello sport i suoi valori educativi di civiltà e fratellanza, la scuola è l'istituzione educativa che rappresenta un terreno di investimento privilegiato. Soprattutto occorre guardare ai giovani come una opportunità e non come un problema. Attraverso le istituzioni scolastiche si possono favorire le attività sportive, sviluppare iniziative di educazione alla salute e contro l'uso del doping, della pratica dello sport tra i giovani che ancora non la praticano e tra i disabili, favorire esperienze educative e l'acquisizione di sani stili di vita come forte contrasto al disagio e all'abbandono sportivo e che possono rappresentare momenti di crescita umana, civile e sociale. L'esperienza motoria vissuta sotto forma ludica fin dalla prima infanzia, inoltre, rappresenta il primo passo verso una educazione al movimento che negli anni si evolverà verso una vera e propria educazione alla pratica dello sport, quando gli adolescenti diventeranno cittadini inseriti a pieno nel processo produttivo.(19) In questo, sia l'istituzione scolastica sia le realtà dell'associazionismo che operano in favore dei portatori di handicap per il loro recupero sociale e per la loro integrazione nel tessuto socio-ambientale, si qualificano quali soggetti i più idonei per sostenere lo sviluppo di una terapia riabilitativa che attraverso il recupero delle difficoltà possa esaltare le potenzialità di ciascun soggetto portatore di disabilità.(20) Parte seconda Il Triennio 2001-2003 L'intervento regionale in favore dello sport Il settore ha sofferto, negli ultimi anni, di una mancata valorizzazione ed evoluzione positiva da un lato a causa delle risorse sempre più ridotte e non adeguate all'importanza che nella regione riveste lo sport in considerazione del numero degli impianti sportivi e degli addetti, dall'altro per l'incertezza del quadro legislativo sia nazionale che regionale che ancora non ha raggiunto il definitivo traguardo. Il settore sta vivendo un momento di trasformazione, sia per la nuova attenzione rivolta allo sport in sede nazionale che per la prospettiva di revisione della legislazione regionale alla luce del decentramento e delle recenti modifiche costituzionali. La normativa regionale in materia è operante ormai da quasi un decennio, e risente della mutata realtà. Non è tuttavia mancata in questi anni la presenza della Regione nel settore sportivo, attraverso l'attuazione degli interventi delle seguenti leggi regionali di settore, che si sono sostanziati in due grandi filoni di intervento, l'attività sportiva e l'impiantistica, diretti in particolare a: Legge Regionale 5 aprile 1993, n. 12: - promuovere le attività sportive e ricreative dei giovani, dei portatori di handicap, degli anziani; - sostenere l'organizzazione delle manifestazioni sportive, sia di natura promozionale che agonistica; - favorire la partecipazione ai giochi della gioventù e studenteschi e a quelli organizzati nell'ambito di Alpe Adria, momenti oramai fondamentali e occasioni di scambio, di incontro e di confronto tra i giovani; - concorrere alla realizzazione, al completamento ed alla messa a norma degli impianti sportivi; - aggiornare il censimento degli impianti sportivi in collaborazione con il CONI ed implementare il sistema di monitoraggio sul loro stato di conservazione, così da determinare le priorità di intervento della Regione; - realizzare la carta tecnica degli itinerari e delle aree attrezzate per lo sport ed il tempo libero nonché modelli progettuali per l'impiantistica sportiva in collaborazione con il CONI; - sostenere la formazione superiore universitaria; Legge Regionale 16 aprile 1992, n. 16: - favorire la preparazione di atleti nelle apposite scuole, promuovendo la qualificazione e l'aggiornamento degli operatori sportivi (nelle discipline specifiche dello sci e dell'alpinismo); Legge Regionale 27 gennaio 1999, n. 5: - sostenere la diffusione della voga veneta (ora delegata alla Provincia di Venezia ai sensi della L.R. 13 aprile 2001, n. 11); Legge Regionale 30 luglio 1999, n. 27: - contribuire per la realizzazione di un autodromo in Veneto; Legge Regionale 28 gennaio 2000, n. 4: - istituire un riconoscimento denominato "ducato veneto al merito sportivo"; Legge Regionale 14 agosto 2003, n, 17: - intervenire a sostegno dell'accesso alla pratica sportiva delle persone con disabilità; collaborando con gli Enti Locali, gli organismi statali e regionali, le società e le organizzazioni sportive per il raggiungimento di tali obiettivi. Lo sport ha caratterizzato, per le sue implicazioni, un largo ventaglio di interventi nei settori strategici che qualificano le politiche regionali: - le politiche sociali: in particolare con l'intervento in favore dei giovani, dei disabili, degli anziani; - le politiche sanitarie: con la gratuità delle prestazioni relative alle certificazioni di idoneità alla pratica di attività sportiva dei giovani al di sotto dei 18 anni, quale livello essenziale di assistenza a carico della Regione definito con DGR n. 2227 del 9.8.2002; - le politiche per l'istruzione: attraverso il sostegno alle iniziative che si sono svolte in ambito scolastico; - le politiche della prevenzione: con la vigilanza sugli aspetti igienico-sanitari nei luoghi della pratica sportiva; - le politiche della formazione: in particolare con la disciplina delle professioni di maestro di sci e guida alpina, oltre che con la preparazione degli atleti, la qualificazione degli operatori sportivi, il sostegno ai corsi di laurea in scienze motorie presso le Università venete - le politiche dei lavori pubblici e della mobilità: concernenti l'impiantistica sportiva ed il settore specifico della sicurezza sulle piste da sci; - le politiche del turismo: per la promozione coordinata delle risorse sul territorio. Si possono individuare ulteriori settori di intervento che hanno interessato lo sport, come le attività collegate al sistema statistico, la comunicazione (patrocini) e, per quanto in misura limitata, i programmi comunitari FESR e INTERREG. Il ruolo delle istituzioni e dell'associazionismo La Regione ha realizzato le politiche per lo sport in senso stretto attraverso le proprie strutture o indirettamente, con la collaborazione di Enti Locali, del CONI, delle Federazioni sportive e degli Enti di promozione sportiva, delle Società ed Associazioni sportive, di altri soggetti senza scopo di lucro (associazioni, enti morali, di culto), delle Università e delle Istituzioni scolastiche. I Comuni hanno svolto un grande ruolo di sostegno delle attività motorie a livello locale in quanto proprietari della maggior parte del patrimonio impiantistico sportivo. Essi si sono posti come interlocutori della Regione soprattutto con riguardo agli interventi finanziari in favore dell'impiantistica sportiva e per la rilevazione dei dati ai fini dell'aggiornamento del censimento regionale. Sotto quest'ultimo aspetto è stata sperimentata una nuova modalità operativa di colloquio sviluppata in ambiente WEB, per alimentare la banca dati regionale direttamente da parte dei Comuni. Il riordino del CONI e la costituzione della CONI Servizi S.p.a., attuati sulla base del D.Leg.vo 23 luglio 1999 n. 242 e del successivo D.L. 8 luglio 2002 n. 138, non hanno ancora risolto i problemi conosciuti dal Comitato Olimpico a causa della sensibile diminuzione delle entrate derivanti dal totocalcio. E' comunque riconosciuto il ruolo primario del CONI e delle sue Federazioni, quali referenti per le varie discipline sportive ed in generale per il settore. E' proseguita nel triennio la collaborazione con il Comitato Regionale per lo sviluppo del progetto che ha visto la Regione impegnata a seguito della convenzione stipulata nel 1999. Il progetto è articolato in quattro sottoprogetti: il censimento degli impianti sportivi, il censimento delle società e dei tesserati, l'elaborazione di modelli progettuali di impianti sportivi, la predisposizione di carte tecniche dei percorsi attrezzati. Anche gli Enti di Promozione Sportiva, attraverso i vari Comitati Provinciali, i vari Enti ed Associazioni senza scopo di lucro affiliati al CONI o agli E.P.S. riconosciuti dal CONI, hanno dimostrato di operare largamente nella regione, svolgendo un valido ruolo come organizzatori e promotori di eventi sportivi e dell'associazionismo sportivo in generale. Il fattore originale del sistema sportivo italiano è la società sportiva, basata sul volontariato. E se le società sportive e il volontariato raccolgono i principali meriti dei successi dello sport, è altrettanto vero che ne sopportano direttamente i maggiori oneri. La trasformazione degli I.S.E.F. in Facoltà e Corsi di Laurea e di Diploma in Scienze Motorie è stata disciplinata con il D.Leg.vo 8 maggio 1998, n. 178. Il passaggio è avvenuto in maniera positiva ed i corsi si sono attivati con piani di studi ben individuati ed autonomi. Le Università coinvolte sono quelle di Padova e Verona. Per quanto riguarda Padova, la Regione ha scelto di entrare, quale partecipante per un quinquennio, nel Consorzio appositamente costituito assieme al Comune, alla Provincia e all'Università. Per Verona, invece, dove già esiste un Consorzio a sostegno dell'Università, si è scelta la strada dell'aiuto finanziario nella stessa misura concessa all'Università patavina. Quanto all'intervento dello Stato, nel 2001 e nel 2003 si è sostanziato nei benefici per l'impiantistica sportiva, con la riassegnazione delle provvidenze rinvenienti dalla revoca dei finanziamenti non utilizzati a suo tempo stanziati per i Mondiali di Calcio '90 (Legge 65/1987), autorizzando la Cassa Depositi e Prestiti e l'Istituto di Credito Sportivo a concedere i mutui ai soggetti individuati dalla Regione. Lo stato di attuazione del processo di delega Con riferimento alla L.R. 13 aprile 2001, n. 11, l'intero processo di delega, previsto dall'art. 149, comma 1, non è ancora stato portato a compimento. Con il trasferimento alle Province di una parte delle competenze riguardanti l'attività sportiva, dovrà essere rivisto l'operato della Regione: il sostegno diretto nel settore verrà perciò riservato a manifestazioni di elevato contenuto agonistico o spettacolare e di rilevanza regionale, nazionale, internazionale. Diventerà invece sostanziale il ruolo programmatorio regionale, che dovrà indirizzare l'attività provinciale verso obiettivi di ampio respiro, fornendo alle Province gli strumenti idonei per dare attuazione alle competenze conferite. E' stata inoltre approvata dalla Giunta Regionale la nuova normativa che andrà a sostituire la legge regionale n. 16 del 16 aprile 1992, in materia di ordinamento delle professioni di maestro di sci e di guida alpina, che inquadra in due diversi contesti i maestri di sci e le guide adeguando il dettato alle novità introdotte a livello europeo e precisando ulteriormente le competenze _ oggi completamente in capo alla Regione - da delegare alle Province secondo quanto previsto dal comma 2) del succitato art. 149. E' invece stata completata nel 2002 la delega alla Provincia di Venezia di tutte le funzioni amministrative concernenti i contributi per il sostegno, la salvaguardia e la diffusione della voga veneta, di cui alla L.R. 27 gennaio 1999, n. 5. A conclusione di una serie di accordi, la Provincia ha infatti chiesto il trasferimento delle risorse finanziarie stanziate in bilancio necessarie per svolgere adeguatamente le funzioni conferite di cui al comma 3) dell'art. 149. Gli strumenti della programmazione Il Piano Triennale per lo Sport per il triennio 2001-2003, approvato dal Consiglio Regionale con provvedimento n. 30 del 12 luglio 2001, ha definito le linee di indirizzo, priorità e modalità attuative della L.R. n. 12/1993. Tale documento di programmazione ha suddiviso l'azione regionale in due principali settori: attività ed impianti. Per quanto riguarda l'attività, risulta evidente come essa costituisca un grande settore cui fanno capo la quasi totalità delle aree previste dalla legge regionale. I contributi sono stati destinati a finanziare quasi ogni aspetto dell'attività sportiva diverso dagli impianti. I campi di intervento sono particolarmente ampi e variegati e spaziano dalla possibilità di agevolare i corsi di avviamento allo sport e i corsi di qualificazione per operatori sportivi, alla possibilità di finanziare manifestazioni, studi, ricerche. Il sostegno è rivolto in particolare alla promozione della pratica motorio-sportiva dei giovani, ma anche di quelle rivolte agli anziani e ai disabili, per i quali, tenuto conto della non elevata offerta sportiva in ambito regionale, le possibilità di svolgere attività sportiva appaiono ridotte. Non manca l'intervento nell'ambito dei giochi scolastici e studenteschi e di quelli promossi dalla Comunità Alpe Adria. Il contributo è stato assegnato a titolo di incentivo all'iniziativa o a sostegno in proporzione alla spesa. Nel primo caso si è operato a favore di corsi, convegni, studi, ricerche, attività per anziani mentre le sovvenzioni in proporzione alla spesa sono state in genere riservate alle manifestazioni di rilevanza promozionale ed alle iniziative riguardanti i disabili. Il Piano Triennale ha altresì definito la percentuale di distribuzione dei fondi per area di intervento, in relazione ai predetti obiettivi:
AREE DI INTERVENTO E OBIETTIVI Finanziamento medio 2001-2003 Media prevista dal Piano Triennale
Promozione attività sportiva giovanile E' stata favorita la pratica sportiva tra i giovani in età non superiore ai 16 anni, rivolgendosi alla fase formativa dei giovani stessi ovvero attraverso l'organizzazione di manifestazioni sportive ad essi riservate. 37,54% 38%
Promozione organizzazione manifestazioni sportive Si sono promosse ed incentivate le manifestazioni sportive aventi contenuto agonistico e/o spettacolare. 37,32% 37%
Promozione attività motoria ricreativa per anziani Si è sostenuta la pratica sportiva ricreativa tra gli anziani attraverso contributi per l'organizzazione di corsi riservati a persone di età non inferiore ai 60 anni 3,78% 3%
Formazione operatori sportivi Si sono sostenute le iniziative miranti alla formazione e all'aggiornamento di insegnanti, allenatori e tecnici, dirigenti sportivi, arbitri e giudici di gara. In questo settore sono comprese anche le iniziative che divulgano la cultura ed i valori dello sport (studi, convegni, ecc.). 5,01% 8%
Promozione attività motoria ricreativa per disabili Si è sostenuto lo sviluppo della pratica sportiva da parte delle persone disabili, al fine di favorirne la piena integrazione sociale nonché il benessere psicofisico. E' previsto l'intervento anche per l'acquisto di attrezzature sportive. 13,74% 11%
Altri interventi (giochi studenteschi, Alpe Adria) Sono state promosse e sostenute le attività sportive che hanno coinvolto atleti in età scolare nonché la partecipazione ai giochi Alpe Adria, quali occasioni importanti di scambio, di incontro e di confronto tra i giovani. 2,62% 3%
TOTALE FINANZIAMENTI SETTORE ATTIVITA' L.R. 12/1993 100% 100%
Come si può notare, per alcune aree le percentuali sono sostanzialmente rispettate; per altre lo scarto deriva dall'innalzamento, nel 2003, della quota destinata agli interventi in favore delle persone con disabilità in occasione dell'Anno Europeo del disabile. (Vd. Tabella n. 1 a fine sezione) Per quanto riguarda quest'ultimo ambito, con recente legge regionale (n. 17 del 14.8.2003), che avrà applicazione dal 2004, si sono volute regolamentare le agevolazioni destinate ai portatori di disabilità con apposita normativa e con propria dotazione finanziaria, che consentirà alle società che curano gli interessi dei disabili in materia di sport di poter far conto su risorse ad esse sicuramente riservate, sottraendo tale fascia di attività sportiva dalle incertezze delle assegnazioni di fondi legate al fatto di essere state sinora inserite in una legge di portata generale. Quanto alla dimensione finanziaria e territoriale, al numero delle iniziative finanziate, al fabbisogno espresso, si rinvia alle apposite allegate tabelle (Vd. Tabelle 2, 3 e 4 a fine sezione), dalle quali si può rilevare che il numero delle iniziative finanziate nel triennio ammonta a 1.836, per una spesa di Euro 48.148.987,00 dichiarata a preventivo e per un totale di risorse assegnate pari a Euro 4.747.649,00.- (il 9,86% della spesa). Sono state naturalmente le associazioni che hanno beneficiato in maggior misura (oltre il 60%) dei contributi regionali rispetto ad altri destinatari mentre, per quanto riguarda la tipologia, per la maggior parte si è intervenuti nell'organizzazione di manifestazioni, per le quali si è registrato un più alto numero di richieste (sia per gli interventi dell'area d) sia per quelli finanziati ai sensi dell'art. 5 comma 2 lett. B). L'altro settore riguarda l'impiantistica sportiva: messa a norma, ristrutturazione, ampliamento, completamento, costruzione. Il rispetto delle prescrizioni della legge regionale viene garantito dall'utilizzo degli indici elaborati sulla base delle rilevazioni dei dati del censimento degli impianti sportivi attraverso l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo ai singoli interventi in graduatoria. La graduale riduzione e l'attuale limitatezza delle risorse non ha consentito di intervenire in maniera adeguata ai principi conclamati ed alla valenza e potenzialità di questo settore. Già da anni i finanziamenti sono destinati esclusivamente al completamento ed alla messa a norma, trascurando la realizzazione di nuovi impianti pur richiesti. I finanziamenti sono stati indirizzati in favore delle tipologie di impianto relative agli sport maggiormente diffusi sul territorio regionale, relativamente alle quali perviene il maggior numero di domande di intervento, individuate nelle seguenti (tra le quali prevalgono i finanziamenti alle palestre e ai campi di calcio): - campi da calcio; - palestre; - campi da tennis; - impianti polivalenti; - impianti bocciofili; - impianti di atletica; - altri impianti. In allegato si riporta la tabella che indica come nel triennio il fabbisogno espresso relativo al costo delle opere esposto dai richiedenti ai fini della concessione del contributo regionale (ammessi e non ammessi) abbia raggiunto la cifra di Euro 75.358.070,54, il numero degli interventi finanziati sia stato solo di 117 e l'importo dei contributi assegnati pari Euro 4.307.616,00 pari al 5,71% della spesa. (Vd. Tabella n.5 a fine sezione). Complessivamente risulta di 1953 il totale degli interventi (pratica + impianti) del triennio 2001-2003 per un ammontare finanziario di Euro 9.055.255,00. La suddivisione per area provinciale fa emergere una netta prevalenza della provincia di Venezia in ordine ai finanziamenti sia per la pratica sportiva che per gli impianti, seguita dalla provincia di Verona per la pratica e di Vicenza e Padova per l'impiantistica. (Vd. Tabella n. 6 a fine sezione). É evidente come in via generale il grado di copertura della domanda di finanziamenti sia per la pratica sportiva che per l'impiantistica risulti molto basso nonostante il lieve trend positivo delle disponibilità rispetto al 2001, anno che segna il minimo storico delle risorse dedicate allo sport dall'entrata in vigore della L.R. 12/1993 a causa della progressiva riduzione degli stanziamenti nel corso degli anni. Il livello di contribuzione inoltre si abbassa ancor di più per effetto delle revoche (a causa di non riconoscimento della documentazione di spesa, della mancata presentazione della rendicontazione e, per quanto riguarda l'impiantistica, dalle rinunce a causa della bassa percentuale di finanziamento rispetto alla spesa prevista). Oltre ai finanziamenti regionali autonomi, nel 2001 sono state assegnate le risorse statali relative alle iniziative non realizzate e pertanto resesi disponibili provenienti dalla Legge 65/1987 lett. C) per un importo di oltre 25 miliardi di lire. Nel 2003 da parte del Ministero sono state assegnate alle Regioni le ulteriori risorse per un importo di Euro 19.131.000,00 derivanti dai programmi non realizzati riferiti alla lett. B). Il documento di programmazione annuale, approvato dalla Giunta Regionale, ha stabilito l'ammontare complessivo degli interventi, sulla cui base sono definite le graduatorie delle domande ammissibili ed assegnati i contributi. Esso ha ripreso e specificato i contenuti del piano triennale calati in un orizzonte temporale commisurato all'esercizio finanziario. Il Piano Annuale è stato sottoposto al parere della Consulta Regionale per lo Sport, costituita ai sensi della L.R. n. 12/1993. La convenzione Regione-CONI rappresenta un ulteriore strumento di lavoro. Con questo progetto la Regione si è proposta di dotarsi degli opportuni strumenti per la programmazione dei propri interventi, per fornire agli amministratori locali le conoscenze indispensabili alle determinazioni da assumere ed agli sportivi un servizio sempre più attento alle loro necessità ed aspettative. La convenzione è stata approvata ancora nel 1999 e rinnovata nel 2002 per l'aggiornamento ed il completamento di quanto già raggiunto allo scopo di ottenerne dati ed elementi aggiuntivi. Il progetto, articolato in quattro sezioni, ha assunto la seguente configurazione: - censimento dell'impiantistica sportiva, al fine di disporre un quadro preciso e georeferenziato dal punto di vista dell'offerta, che consentirà di valutare le criticità e identificare le priorità di intervento; - rilevazione sistematica delle società sportive e dei praticanti, il cui censimento consentirà di evidenziare le priorità di intervento dal punto di vista della domanda. Il progetto interesserà nella fase iniziale soltanto gli iscritti alle Federazioni e sarà esteso in seguito agli Enti di Promozione sportiva; - definizione aggiornata dei modelli progettuali di impianti sportivi a costo programmato, vale a dire schemi costruttivi di strutture destinate allo sport, che tengono conto di tutti i riferimenti tecnici (disegni, prezzi, norme, ecc..) per la realizzazione delle principali tipologie di impianto (palestre, piscine, campi a manto erboso, polivalenti, tennis, bocce), da mettere a disposizione degli amministratori pubblici e dei professionisti; - elaborazione delle carte tecniche in formato vettoriale, dei percorsi attrezzati che possono essere utilizzati per soddisfare le esigenze di quegli utenti interessati a praticare attività sportiva "a cielo aperto". Queste carte individuano le aree in ambiente naturale che intendono soddisfare le esigenze connesse ad attività sportive che si sono maggiormente affermate nel corso degli anni, quali l'alpinismo, la caccia, la canoa, l'orientamento, la pesca sportiva, l'escursionismo, ecc.. Quanto al censimento degli impianti sportivi, nel corso del triennio l'iniziativa è stata riproposta a tutti i Comuni veneti ed è tuttora in corso la verifica delle anomalie per garantire la veridicità dei dati. La novità maggiore è rappresentata dalla possibilità offerta ai Comuni di collegarsi tramite internet al server della Regione, di scaricare e di stampare i dati di competenza, di inviare nuovamente questi ultimi certificandoli corretti alla Regione. Quella della rilevazione degli impianti è sentita come necessità diffusa su tutto il territorio e che ha trovato recente conferma a livello nazionale con l'incarico affidato al CNEL da parte del Ministero per i Beni Culturali di effettuare il censimento degli impianti sportivi in Italia, a dimostrazione del fatto che il percorso effettuato dal Veneto è stato lungimirante. Il Protocollo con la Scuola - Considerata l'esigenza di sostenere le istituzioni scolastiche nell'attuazione di iniziative volte a migliorare l'offerta formativa, sviluppare le opportunità di accesso alla pratica sportiva, la pratica motoria in ambiente naturale e iniziative di educazione alla salute, è stato approvato nel corso del 2003 il Protocollo d'Intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale, sulla base del quale si potranno adottare interventi utili a favorire la pratica di discipline sportive ed incentivare le occasioni di partecipazione sportiva, sensibilizzando altresì gli istituti educativi e le organizzazioni sportive sulla necessità di cooperare per sviluppare l'educazione attraverso lo sport. La nuova legislazione in materia di sport Tutta la normativa riguardante lo sport è stata oggetto di rivisitazione nel corso del 2002 e 2003 per il suo adeguamento al nuovo quadro legislativo nazionale che vede la potestà legislativa delle Regioni in materia di sport non più confinata alla sola promozione di attività sportive, bensì consente un intervento più incisivo sul territorio nel settore dello sport e del tempo libero. Anzitutto sono stati proposti due nuovi disegni di legge riguardanti l'ordinamento delle professioni di maestro di sci e di guida alpina, che andranno a sostituire la legge regionale 16 aprile 1992, n. 16 disciplinando separatamente i due settori. L'anno europeo delle persone con disabilità 2003 ha fornito l'occasione per approvare la nuova legge regionale n. 17/2003 destinata a sostenere lo sviluppo delle attività sportive delle persone svantaggiate e per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Si è altresì aperta la concreta possibilità di rivedere la legge regionale 5 aprile 1993, n. 12 "Norme in materia di sport e tempo libero", creando i presupposti per una nuova legislazione in armonia con le attuali esigenze provenienti dal mondo delle autonomie locali e dello sport veneto e che consentirà alle organizzazioni di settore un respiro più ampio e maggiori possibilità di incidere sullo sviluppo dell'uso attivo del tempo libero. Tabelle attività triennio 2001-2003 Tab.1 Interventi per area Tab. 2 Pratica sportiva Tab. 3 Riepilogo pratica sportiva per enti/provincia Tab. 4 Media contributi triennio Tab. 5 Impianti Tab. 6 Riepilogo per provincia pratica e impianti Parte terza Il nuovo Triennio 2004-2006 1. Gli obiettivi del triennio La dimensione e la rilevanza sociale del fenomeno sportivo, le condizioni economiche ed i bisogni dei cittadini fanno emergere, nel quadro di una nuova e più vasta domanda di diritti, anche il diritto allo sport inteso come diritto della persona al benessere fisico, alla salute, alla gestione del proprio tempo libero, allo svago. L'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport che apre il triennio sarà un'occasione di conoscenza e di analisi particolarmente importante per un approccio europeo allo sport e per guidare il settore verso traguardi ambiziosi, mobilitandosi intorno ai suoi valori anche dopo il 2004, affinché perduri la dimensione educativa e sociale dello sport. Lo sport non è più solamente un fenomeno di massa, ma una azione radicata nel costume quotidiano di vita del cittadino. In questo senso acquista significato l'istituzione della "Giornata nazionale dello sport" che si terrà, secondo la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 2003, la prima domenica di giugno di ogni anno. Per i suoi valori intrinseci sul piano sociale, culturale, sanitario, educativo e della solidarietà, riconosciuti a livello internazionale, lo sport contribuisce all'organizzazione di una società fondata sulla centralità dell'essere umano, sulla solidarietà, sulla cooperazione ed essere quindi annoverato tra i settori guida della crescita. Si dovranno pertanto perseguire gli obiettivi della politica sportiva favorendo l'integrazione con gli interventi relativi alle politiche educative, formative, culturali, dell'associazionismo, dell'occupazione e della salute nonché con quelle turistiche ed economiche, con l'obiettivo di recuperare risorse da impiegare in un unico sistema che ne esalti e rafforzi le potenzialità. 1.1 L'ambito di azione regionale Se lo sport ha assunto una vasta dimensione sociale ed economica, è opportuno guardare al futuro affinché questa crescita non venga lasciata alla spontanea evoluzione della domanda e dell'offerta, bensì possa essere agevolata sotto diversi profili e innanzitutto: 1.1.1 quello delle infrastrutture e degli impianti, compresi quelli di base, anche sotto l'aspetto della gestione più efficiente, migliorandone il livello di funzionalità e la qualità dei servizi, sviluppando la conoscenza del fabbisogno attraverso il costante monitoraggio, quale principale riferimento per la programmazione di settore; 1.1.2 quello della promozione dello sport, dell'educazione e della formazione, continuando a sostenere l'impegno degli operatori per l'incentivazione delle attività sportive e ricreative, per favorire e consentire nella pratica sportiva la valorizzazione dei percorsi culturali e sociali individuali ed organizzati; 1.1.3 quello dello sviluppo e dell'organizzazione della domanda e dell'offerta in termini sempre più coerenti con i valori fondamentali dello sport e con i parametri di un ordinato sviluppo del sistema economico e sociale della regione, in una visione d'insieme e secondo un processo non occasionale di concertazione tra i vari attori istituzionali e sociali, a ciascun livello di intervento. 1.2 Sono quindi obiettivi del piano: 1.2.1 il riequilibrio domanda/offerta per l'utilizzo e l'adeguamento del sistema di spazi, impianti ed attrezzature, migliorando e sostenendo l'efficienza del patrimonio impiantistico, in particolare di quello scolastico, nonché la diffusione di strutture e attrezzature sportive in spazi naturali compatibili con l'ambiente; 1.2.2 la ricerca di sinergie, di momenti di confronto e di concertazione tra i principali soggetti che operano nello sport, attraverso la valorizzazione di progetti finalizzati alla promozione della pratica sportiva del cittadino di ogni età, per cui la diffusione della pratica sportiva e motorio ricreativa si trasformi in necessità quotidiana, abitudine di vita; 1.2.3 l'incentivazione della pratica sportiva nelle scuole attraverso la promozione di iniziative e protocolli tra associazionismo e scuola per sviluppare la consapevolezza dell'importanza dello sport nel processo di educazione e di evoluzione dell'individuo, per favorire occasioni di aggregazione giovanile, per ridurne l'abbandono e la rinuncia; 1.2.4 l'individuazione di un approccio organico per una pratica corretta e diffusa dell'attività motoria dell'anziano e delle categorie svantaggiate, in particolare per i disabili, sostenendo il nuovo modo di vivere e praticare lo sport in ambiente naturale; 1.2.5 la promozione di iniziative culturali per contrastare la diffusione dell'utilizzo di sostanze dopanti assunte senza alcun controllo, attraverso una azione informativa e formativa che attivi un processo educativo ispirato a contenere gli eccessi e ridimensionare le connotazioni che questo fenomeno ha assunto; 1.2.6 la formazione, la qualificazione e l'aggiornamento degli operatori professionali nel settore delle attività motorie, al fine di migliorare i servizi prestati alle persone, con la promozione di iniziative idonee all'acquisizione di capacità in grado di rispondere alle esigenze di un'utenza sempre più differenziata; 1.2.7 l'istituzione dell'osservatorio sul sistema sportivo, quale strumento di conoscenza, valutazione e sostegno della programmazione sportiva. 1.3 Fra le priorità si pongono alcune azioni volte alla promozione della vita attiva presso gruppi specifici di popolazione, in particolare: 1.3.1 il sostegno ai progetti di sperimentazione e diffusione della pratica sportiva in età scolare, affinché si possa segnare una svolta per l'ingresso dell'attività sportiva nella scuola in maniera stabile; 1.3.2 la diffusione di strutture e attrezzature sportive, che consentano in particolare un'attività sportiva "a cielo aperto", per rispondere sia alla richiesta della popolazione sia per la promozione del turismo sportivo; 1.3.3 il sostegno a progetti e iniziative di sensibilizzazione, di educazione, di informazione che esalti il valore ed i valori dello sport e per la diffusione ed il corretto esercizio delle attività sportive; 1.3.4 il completamento del processo di attribuzione delle funzioni amministrative alle Province, in applicazione dei principi di sussidiarietà e di concertazione, dando spazio all'esigenza di costruire gli interventi direttamente sul territorio, mettendo in luce la funzione e l'apporto determinante delle realtà locali istituzionali; 1.3.5 l'elaborazione di analisi conoscitive sulla base di dati e indicatori sui principali fenomeni sociali ed economici che interessano il mondo dello sport. 2. Il decentramento La dimensione locale risulta elemento imprescindibile per cogliere i bisogni e per dare risposte più flessibili, coerenti e fra loro integrate. Ai sensi dell'art. 149, co. 1, della L.R. 11/2001 e dell'art. 2, co. 4, della L.R. 17/2003, sono funzioni delle Province: a) incentivazione in ordine alla promozione delle attività sportive e fisico-motorie; b) formazione ed aggiornamento professionale degli operatori sportivi; c) incentivazioni delle manifestazioni provinciali e locali. Nelle more dell'approvazione della nuova legge regionale sullo sport, che definirà compiutamente l'ambito, si individuano obiettivi che in coerenza con le competenze sopracitate, sviluppano la nuova azione nel campo dello sport alla luce del principio di leale collaborazione e di coordinamento. Ciò premesso, gli interventi di competenza delle Province che attuano le indicate funzioni e che sono compresi per affinità o complementarietà, sono i seguenti: a) il sostegno alle iniziative per l'avviamento allo sport dei giovani; b) la promozione della pratica sportiva delle persone con disabilità, ivi compresa la dotazione di attrezzature sportive; c) la promozione dell'attività motoria degli anziani; d) il sostegno all'organizzazione di manifestazioni, attività ed eventi di livello provinciale e locale; e) l'incentivazione dei corsi di formazione, aggiornamento e qualificazione per gli operatori sportivi; f) il sostegno alle iniziative realizzate dalle scuole ricadenti sul proprio territorio e legate alla funzione di coordinamento tra istituzioni locali; g) il sostegno all'organizzazione di ricerche, seminari e convegni, e organizzazione diretta degli stessi, finalizzato alla promozione, all'avviamento allo sport e alla miglior formazione degli operatori. Pur non escludendo il concorso degli Enti Locali a sostegno delle manifestazioni di interesse regionale ricadenti sul proprio territorio, la Regione pertanto si riserva le corrispondenti azioni che esigono l'unitario esercizio a livello regionale, così come gli interventi per l'impiantistica. E' altresì competenza delle Province la promozione di convenzioni con Comuni, Istituzioni scolastiche, Associazioni e società sportive per l'utilizzo e la gestione degli impianti. Le Province promuoveranno la loro attività nell'ambito della programmazione locale, elaborando un piano provinciale quale strumento di programmazione territoriale sulla base delle linee del presente piano, assicurando il concorso dei Comuni, delle Comunità montane, degli altri soggetti istituzionali, dell'associazionismo sportivo. Le risorse per l'esercizio delle funzioni attribuite sono stabilite dalla Regione avuta a base la media del triennio 2001-2003 (Vd. Tabella 4 a fine sezione seconda), sulla base dei criteri che saranno oggetto di discussione con le Amministrazioni provinciali. 3. L'impiantistica sportiva Se all'interno del quadro normativo sono previste iniziative atte a promuovere la diffusione delle attività sportive, occorre riconoscere come anche la situazione del patrimonio impiantistico debba andare incontro a quelle che sono le esigenze connesse ad un tale tipo di domanda; occorre altresì garantire il funzionamento e l'efficienza del patrimonio impiantistico nonché il suo pieno utilizzo, assicurando per tutte le fasce di età il pieno diritto ad una pratica motoria. I dati del censimento degli impianti hanno dimostrato come la dotazione impiantistica del Veneto sia sufficiente, superiore alla media nazionale. Nondimeno si rilevano carenze abbastanza diffuse soprattutto per la messa a norma. Pertanto l'adeguamento alle normative di igiene, sicurezza ed eliminazione delle barriere architettoniche è assunto come fattore di priorità nell'assegnazione dei contributi, mentre il completamento degli impianti sportivi è ritenuto prioritario nei confronti degli interventi di nuova costruzione. Le nuove costruzioni dovranno rispondere ad assolute carenze. A tal fine sarà completato l'aggiornamento del censimento della situazione impiantistica sportiva, con l'implementazione del sistema informativo relativo al monitoraggio sulle strutture e sugli attori per definire il quadro della domanda. Si presenta anche la necessità di realizzare e potenziare una nuova tipologia di impianti legati alle nuove discipline emerse a livello di massa (sport all'aria aperta), ivi compresi gli impianti per lo sport di orientamento, nonché quelli legati ai nuovi stili di vita (turismo sportivo, benessere fisico) che riguardano tutte le fasce della popolazione. Lo sviluppo sostenibile, l'alleanza tra lo sport e la cultura ambientalista, una nuova funzione educativa della pratica sportiva potranno essere punti chiave dell'identità dello sport negli anni futuri. Occorrerà pertanto non trascurare il recupero delle aree sportive dismesse e degradate ed in generale il recupero dell'impiantistica sportiva esistente, quindi interventi qualitativi, attraverso la possibilità di acquisizione di impianti in disuso, la ristrutturazione finalizzata all'erogazione di attività polivalenti in funzione delle esigenze del territorio, considerato che, rispetto agli impianti tradizionali, la tendenza che emerge è quella di un impianto sportivo che da monodisciplinare è divenuto polidisciplinare e ora polifunzionale, al quale si collega il sistema infrastrutturale di supporto. 3.1 Una particolare attenzione sarà pertanto data: 3.1.1 all'adeguamento, messa a norma e completamento di palestre e progetti di edilizia scolastica sportiva, il cui uso è aperto alla collettività, in un'ottica di integrazione delle risorse esistenti sul territorio, per consentire una maggior diffusione della pratica sportiva tra la generalità dei cittadini; 3.1.2 agli impianti collocati in spazi naturali in grado di soddisfare le esigenze di quegli utenti che praticano attività sportiva al di fuori degli schemi tradizionali. Attraverso il recupero di strade dismesse, argini, aste dei fiumi, carrarecce, in collaborazione con le Amministrazioni locali, si potranno individuare e realizzare percorsi lungo i quali muoversi e praticare attività motoria passando, ad esempio, dai pattini alla bike, al cavallo, alla canoa, al jogging, ecc.- 3.1.3 agli interventi strutturali sul patrimonio di impiantistica sportiva, che potranno trovare copertura innanzitutto con riferimento ad eventuali risorse aggiuntive; In questo panorama andranno ricercate nuove risorse attingendo a fonti ulteriori rispetto alle risorse proprie, con particolare riferimento ai fondi comunitari, promovendo interventi di coordinamento tra i settori che, per le loro implicazioni, interessano lo sport. Andrà sostenuto il ruolo importante che i Comuni esercitano per la promozione delle attività sportive. Da parte degli Enti locali dovrà essere posta attenzione al problema del raggiungimento degli impianti sportivi, in modo da rispondere alle esigenze sportive dei cittadini nelle aree di rispettiva competenza. Anche la scuola potrà svolgere un ruolo determinante per il pieno utilizzo degli impianti sportivi scolastici. La disciplina delle modalità di affidamento della gestione degli impianti sportivi in esercizio da parte degli EE.LL. che non intendano gestirli direttamente sarà oggetto di apposita disciplina, sentita la Conferenza Permanente Regione-Autonomie Locali di cui alla L.R. n. 20/1997. 4. La convenzione con il CONI regionale Una stretta sinergia con il CONI Regionale, in un quadro di più ampia intesa, dovrà portare alla conclusione del progetto di cui alla convenzione vigente per il periodo 2002-2004 e prevedere il suo ulteriore sviluppo nel triennio successivo. 4.1 Gli ambiti riguarderanno: 4.1.1 Il censimento degli impianti sportivi con la validazione dei suoi dati e la verifica di tutte le anomalie presenti nel data base, affinché si possa arrivare alla elaborazione del nuovo Atlante dell'impiantistica sportiva. Le nuove tecnologie hanno radicalmente modificato le modalità di rilievo e di raccolta dei dati. Pertanto il sistema sarà strutturato per la creazione e gestione della banca dati in modo aperto e flessibile, capace di elaborare dati aggiornati ed aggiornabili a supporto della documentazione e delle informazioni territoriali. La gestione degli aggiornamenti sarà messa a sistema con controllo della qualità dei dati e certificazione degli stessi prima che questi entrino nel ciclo di utilizzo; 4.1.2 Il censimento delle società, dei tesserati ed il loro andamento, delle professionalità, per definire il quadro della domanda con riferimento alla situazione dei praticanti e dell'utenza potenziale, le cui esigenze sono in stretta relazione con le caratteristiche anagrafiche e sociali della popolazione; 4.1.3 La carta tecnica delle aree attrezzate, che riguarda l'elaborazione _ in collaborazione con gli Enti Locali - delle mappe relative ai percorsi in ambiente naturale che si prestano ad attività sportiva quali palestre "a cielo aperto". Le carte tecniche potranno costituire una sorta di "piano guida" per quanto concerne queste particolari tipologie di attività e di impianti, con l'individuazione delle caratteristiche standard e delle strutture accessorie; 4.1.4 Il costante aggiornamento dei modelli progettuali relativi alle principali tipologie di impianti sportivi, modelli che hanno una finalità più tecnica, indirizzata soprattutto ai professionisti ed agli amministratori pubblici e che riportano i particolari costruttivi delle più diffuse tipologie di impianto, quale supporto e guida alla progettazione; 4.1.5 Dovrà essere infine messa a punto l'informazione "geografica" e consentire che gli strumenti di conoscenza del territorio possano essere disponibili ai diversi livelli istituzionali a supporto degli interventi di gestione, di monitoraggio e di pianificazione del territorio, idonei a favorire l'uso razionale ed efficiente delle risorse finanziarie. Con la georeferenziazione (che può definirsi l'identificazione di un oggetto all'interno di una mappa, attraverso l'assegnazione di alcune coordinate geografiche) si potranno collocare gli spazi sportivi sul territorio per coglierne le relazioni con gli altri elementi ed oggetti che insistono nello stesso ambito geografico. 5. Il monitoraggio sul sistema sportivo (Osservatorio) La realtà veneta ha vissuto negli ultimi anni una profonda trasformazione nel modo in cui viene concepita e praticata l'attività sportiva, una trasformazione derivante da numerosi fattori fra i quali occorre ricordare i rapidi mutamenti di carattere socio-economico, le modificazioni verificatesi nella struttura e nella composizione della popolazione. La previsione di istituire un Osservatorio regionale sul fenomeno sportivo non può prescindere dunque da una preliminare analisi di quelli che possono essere definiti come gli elementi caratterizzanti, dal punto di vista sociale e demografico, del territorio regionale. Ciò per garantire la disponibilità di informazioni statistiche validate e necessarie al processo di programmazione, controllo, monitoraggio e valutazione delle politiche regionali: un quadro di controllo della programmazione ("cruscotto") che fornirà informazioni e analisi aggiornate, anche per incrementare la comunicazione e la collaborazione tra le amministrazioni ed aumentare l'informazione ai cittadini. L'esperienza del Veneto nell'organizzazione della rilevazione statistica degli impianti sportivi ha avuto recentemente un'evoluzione che ha portato a sviluppare nell'ambito del Sistema statistico regionale analisi comparate ed elaborazioni in relazione ad altri fenomeni di interesse per la programmazione degli interventi quali popolazione, turismo, uso del suolo. Studi specifici inerenti tali elaborazioni saranno disponibili in rete. Le aree che saranno interessate da una sistematica rilevazione dei dati riguarderanno gli impianti sportivi, le società ed i tesserati, i calendari delle iniziative riguardanti lo sport e la carta tecnica dei percorsi attrezzati che individua e segnala quei tratti di territorio aventi le caratteristiche di palestre "a cielo aperto". Le attività motorio-ricreative e la domanda latente ad esse connessa che si indirizza verso lo sport non organizzato e non competitivo, rappresentano un'area tematica ancora inesplorata e ciò paradossalmente in un momento in cui esse sembrerebbero riscuotere una maggior attenzione. Questa assenza di esplorazione fornisce l'opportunità di misurarsi e di mettere in luce dimensioni e aspetti finora nascosti, attraverso la realizzazione di un monitoraggio del fenomeno, così come sembra ugualmente utile indagare sul modo in cui l'attività motoria e sportiva viene vissuta nel mondo dei giovani e degli anziani. 5.1 L'Osservatorio, che opererà in stretta collaborazione con il CONI Regionale, avrà quindi i seguenti obiettivi essenziali: 5.1.1 l'analisi della domanda sociale di pratica sportiva, ivi compresa la domanda latente, ovvero quella che si indirizza verso lo sport non organizzato e non competitivo; 5.1.2 l'individuazione delle tendenze in atto nella società regionale, ovvero le principali dinamiche sociali e culturali che incidono più direttamente sugli atteggiamenti e sui comportamenti, per conoscere l'evoluzione degli stili di vita ed i rapporti fra tempo di lavoro e tempo libero; 5.1.3 la georeferenziazione delle strutture sportive sul territorio, avvalendosi della carta tecnica, allargando le informazioni disponibili della banca dati del censimento dell'impiantistica sino a comprendere notizie di carattere turistico e culturale che potrebbero essere utili all'utenza. 6. Manifestazioni ed eventi Le manifestazioni costituiscono un utile momento promozionale dell'immagine sportiva del Veneto non solo quando riguardano manifestazioni ad alto contenuto agonistico, ma svolgono una importante funzione per la diffusione della pratica regolare di attività fisica e sportiva come fattore di salute e di sviluppo sociale, nell'ottica di una più generale cultura relativa all'adozione di corretti stili di vita. Per l'importante ruolo che le manifestazioni e gli eventi sportivi sono in grado di svolgere, ne sarà sostenuta l'organizzazione, contribuendo in particolare alla valorizzazione di quelle iniziative di particolare rilievo, caratterizzate da elevata qualità sportiva ed organizzativa. Proseguirà, con la collaborazione del CONI Regionale, la partecipazione ai Giochi della Comunità Alpe Adria, quale importante appuntamento per numerosi giovani provenienti da diverse regioni, che permette loro di vivere la socialità e le emozioni di un grande evento. Nel 2004, a seguito delle Olimpiadi estive di Atene, potranno essere promosse iniziative nei confronti di coloro che hanno dato il proprio contributo ed il proprio entusiasmo per il successo dei Giochi, per la propria squadra, per il proprio Paese. Un altro particolare evento è rappresentato dai Mondiali di Ciclismo su strada che si terranno nel Veneto sempre nel 2004. Il passaggio della Fiamma Olimpica nel territorio veneto in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino dal 10 al 26 febbraio 2006, insieme ad altre manifestazioni di grande interesse, potranno assumere una importanza particolare di promozione dell'immagine della nostra regione, oltre che di promozione dei Valori Olimpici dei Giochi. In questo senso la Regione potrà attivarsi sin dal 2004 per sostenere l'assegnazione nel Veneto dei campionati mondiali di Bridge 2006 e dei campionati europei di tennis tavolo per disabili 2005 denominati Table-Tennis Eur. Champion Ship. 7. Tutela della salute e Antidoping Il cittadino che vuole praticare attività sportiva agonistica è attualmente obbligato dal D.M. 18.2.1982 ad avere la certificazione di idoneità che può ottenere solo dopo l'esecuzione di visita medica e di alcune indagini strumentali stabilite dal D.M. stesso. Tale prestazione viene oggi fornita gratuitamente dal Servizio Sanitario Regionale ai minori di 18 anni, mentre è prevista la partecipazione finanziaria alla spesa sanitaria da parte degli utenti maggiorenni. La promozione della salute non è peraltro appannaggio esclusivo dell'ambito sanitario, ma si collega allo sviluppo di corretti stili di vita. Accanto alla certificazione di idoneità si potranno quindi elaborare progetti per soddisfare il bisogno di movimento, interagire con il territorio per il recupero delle capacità delle persone fisicamente svantaggiate, concertare una linea di azione volta a promuovere programmi di movimento per tutti, in considerazione degli indubbi benefici sullo stato di salute della popolazione. La promozione di sani stili di vita, il rispetto delle regole ed il rispetto dell'altro, la salvaguardia della salute degli atleti saranno i motivi per divulgare la cultura del "no grazie" nei confronti del doping nelle attività sportive. Si tratterà pertanto di diffondere i principi etici per la pratica dello sport senza doping, elaborando e sviluppando programmi di educazione e di prevenzione attraverso puntuali iniziative informative, culturali e formative tese alla promozione della pratica sportiva senza doping e senza violenza e per affermare un'idea di sport dove salute e sicurezza siano i valori primari. 8. Disabilità Un campo di azione peculiare è rappresentato dall'attività fisica e sportiva da parte delle persone disabili, le quali, attraverso lo sport, possono ritrovare nuovi stimoli e motivazioni, nuove opportunità per la socializzazione e la piena integrazione nella vita civile, per cui il sostegno delle relative attività rappresenta un obiettivo di particolare rilievo sociale. Si rende necessario diffondere la consapevolezza delle valenze terapeutiche e dei benefici sociali che l'educazione sportiva offre e far sì che siano incentivate le iniziative e le pratiche sportive che vedono partecipi i soggetti diversamente abili e che siano potenziate le attrezzature e le strutture all'uopo destinate. In questo senso la L.R. n. 17/2003 costituisce uno strumento operativo di tipo settoriale, volto a promuovere ed aumentare la pratica sportiva dei disabili. Le nuove previsioni legislative consentiranno di intervenire in questo settore in modo nuovo e più incisivo, per l'organizzazione di manifestazioni riservate ai portatori di handicap incentivandone l'avvicinamento allo sport, per la partecipazione degli atleti disabili ai campionati, per l'acquisto di attrezzature sportive, per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli impianti. La gestione di questi interventi seguirà le procedure stabilite dalla stessa legge regionale per quanto riguarda l'azione regionale e le linee stabilite dal presente piano per quanto riguarda la competenza delle Province. 9. Scuola e sport Un panorama assai ampio e ricco si apre davanti ad una riflessione su quello che è il connubio "scuola e sport" e di certo gli stimoli ad operare per una loro sinergia sono notevoli. La realtà esterna alla scuola, il territorio, dovrà acquistare sempre più significato e quindi sempre maggiore capacità di educare, nella misura in cui la scuola sa cogliere le opportunità che provengono dal mondo esterno. Così tutte le opportunità presenti sul territorio potranno diventare uno strumento di arricchimento per la comunità scolastica. In questo senso la Regione promuoverà le opportune iniziative per incentivare l'avviamento alla pratica sportiva nelle scuole attraverso un incremento delle attività motorie e sportive praticate, in collaborazione con le federazioni sportive, enti di promozione sportiva e società ed associazioni loro affiliate, proseguendo anche successivamente all'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport 2004 le azioni presso le istituzioni scolastiche finalizzate a valorizzare la complementarietà tra il processo educativo caratteristico della scuola e quello altrettanto educativo delle attività praticate in orario extra-scolatico. La scuola potrà attivare le necessarie collaborazioni con i soggetti istituzionali ed associativi, conciliando l'impegno delle società sportive locali con le esigenze della pratica sportiva scolastica grazie ai principi di flessibilità introdotti dall'autonomia che consentono di incentivare, nell'ambito del piano dell'offerta formativa, l'attività di pratica sportiva a livello curriculare. La Regione, attraverso il CONI e gli EPS, potrà inoltre offrire alla scuola il proprio contributo per utilizzare la cultura dello sport come strumento integrato ai programmi scolastici anche attraverso la produzione di materiali didattici. Con la costituzione di un tavolo territoriale e di un comitato ristretto per la definizione delle azioni da intraprendere, nell'ambito del Protocollo d'Intesa sottoscritto tra la Regione e l'Ufficio Scolastico Regionale, potrà migliorare la programmazione degli interventi finanziari regionali relativi ai giochi sportivi studenteschi e alle iniziative educative presso le scuole atte a sviluppare la pratica sportiva fra i giovani, coordinandole all'interno di un contesto di nuove relazioni istituzionali, sia per la gestione ottimale delle risorse e delle strutture esistenti sul territorio, sia per ampliare le occasioni di partecipazione sportiva e di educazione attraverso lo sport. 10. Formazione e Occupazione Un altro aspetto strategico riguarda la formazione, il cui panorama oggi appare frammentato e sostanzialmente inadeguato per corrispondere alla domanda di sport sempre più articolata. Si ritiene di non poter più trattare della qualità dell'educazione al movimento ed allo sport senza parlare di qualità della formazione degli operatori e di qualità dell'insegnamento. Ne consegue la necessità di ripensare e rigenerare la dimensione della formazione degli operatori e dei relativi curricoli attraverso progetti, programmi, percorsi di adeguata qualità con la collaborazione della più ampia gamma di agenzie formative pubbliche e private e dell'associazionismo. Si tratta di sostenere e sviluppare corsi di formazione per corrispondere alle necessità dei partecipanti a tutti i livelli dello sport e del tempo libero, concepiti sia per gli operatori volontari che per quelli professionisti (dirigenti, allenatori, gestori, medici, ecc..), creando un sistema capace di rendersi visibile e apprezzabile per le azioni di trasformazione del contesto sportivo che esso stesso sarà capace di produrre e realizzare, anche promovendo Centri di eccellenza. L'intervento regionale dovrebbe essere subordinato al fabbisogno formativo degli Enti richiedenti, che dovranno presentare progetti mirati, corredati da programmi e criteri di selezione e valutazione. Occorre altresì attivare intese e collaborazioni al fine di verificare l'adeguatezza dei curricoli alle richieste di professionalità nell'ambito motorio del mondo della scuola e fuori della scuola, raccordando mondo accademico e mondo del lavoro per non creare illusioni sul piano occupazionale delle figure professionali sportive. Nell'ambito degli interventi in favore delle istituzioni educative e formative, si continuerà a sostenere i risultati scolastici ed agonistici dello Sky College di Falcade, luogo in cui si coniuga sport e scuola attraverso programmi concepiti non solo per creare atleti ma anche manager dello sport, operatori del turismo sportivo, gestori di libere imprese, con una cultura di base spendibile in ogni campo futuro e quindi con sicure prospettive di impiego. 11. L'informazione Nella società dell'informazione dove lo sport ha acquisito, come mai era accaduto in passato, un ruolo centrale per le implicazioni di ordine economico legate al mondo sportivo professionistico, occorre operare attraverso un progetto di più ampio respiro capace di coinvolgere tutti i soggetti dello sport e della comunicazione, che sostenga e moltiplichi i momenti legati alla promozione dei valori positivi dell'immagine sportiva, utilizzando gli opportuni canali comunicativi per promuovere azioni informative. Pertanto nell'ambito dell'attività dell'Osservatorio sarà garantita una particolare attenzione alle esigenze degli utenti, rendendo visibili le informazioni consentite dall'evoluzione degli strumenti tecnici di analisi e mettendo a disposizione in internet i risultati dei progetti elaborati. Nella prospettiva di uno sviluppo del turismo sportivo, lo sport potrà utilmente trovare spazio nelle rassegne turistiche per la promozione dell'immagine del Veneto, incentivandone l'attrazione con adeguato materiale promo-pubblicitario. 12. Collaborazioni Nel corso del recente passato e sino ad oggi si sono gettate le basi per ampliare le forme di collaborazione, attivando rapporti nei settori della sanità, della promozione dello sport nelle scuole, nella formazione dei tecnici e dei dirigenti. Occorre ora sviluppare questo modo di vedere l'evoluzione dello sport nella nostra regione mettendo a regime il sistema dei tavoli, della concertazione e della partecipazione, per far uscire lo sport dal suo cono d'ombra e rivalutarne le funzioni. Non mancherà pertanto il necessario coordinamento per la promozione dello sport fra le amministrazioni ed i diversi organismi pubblici e privati interessati, tenendo conto dei vari settori quali l'istruzione, la salute, i servizi sociali, la tutela dell'ambiente, i servizi per il tempo libero, in modo tale che lo sport faccia integralmente parte dello sviluppo socio culturale. In questo senso un ruolo particolarmente attivo sarà chiesto alla Consulta regionale per lo sport, la quale potrà operare anche attraverso gruppi di lavoro. 13. Validità del presente piano Gli indirizzi previsti dal presente Piano Triennale valgono per l'attuazione delle leggi regionali di settore e nello specifico: - L.R. n. 12/1993 concernente " Norme in materia di sport e tempo libero" e successive modifiche e integrazioni; - L.R. n. 17/29003 concernente "Norme per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva delle persone con disabilità". Essi valgono in quanto applicabili, quali elementi di indirizzo e priorità, per l'attuazione delle leggi regionali di settore che possono in qualche misura interessare lo sport. 14. Criteri e modalità per la selezione delle iniziative e per l'erogazione dei contributi Le domande di contributo, presentate dai soggetti previsti dalla normativa vigente, saranno formulate per mezzo dell'apposita modulistica predisposta dalla struttura regionale competente e disponibile nel sito internet della Regione. La Giunta Regionale stabilisce annualmente l'ammontare complessivo degli interventi per le singole aree e per il raggiungimento degli obiettivi del presente piano, approvando le modalità per la formulazione delle graduatorie, l'assegnazione e la rendicontazione dei contributi. Per l'anno 2004 valgono i criteri sono stabiliti nel piano triennale 2001-2003. Per quanto riguarda la pratica sportiva, in via generale il concorso finanziario regionale dovrebbe essere concesso per un ammontare non inferiore al 30% della spesa prevista. Annualmente la partecipazione finanziaria regionale è consentita per una sola iniziativa promossa dal medesimo richiedente per ogni singola area/graduatoria. Tali limiti _ che potranno essere definiti annualmente dalla Giunta Regionale in relazione al fabbisogno ed alle risorse disponibili - non trovano applicazione per la partecipazione all'attività promossa nell'ambito della Comunità Alpe Adria o nei casi di straordinaria rilevanza qualora l'intervento finanziario regionale risultasse indispensabile per garantire la realizzazione di eventi di elevata qualità. Per quanto riguarda l'impiantistica, saranno utilizzati gli indici elaborati sulla base delle rilevazioni dei dati del censimento degli impianti sportivi. Tale metodologia sarà ulteriormente validata dal progetto riguardante l'aggiornamento degli stessi indici. Circa le modalità di assegnazione dei contributi, in conto capitale od in conto interessi, si ritiene opportuno consentire, come in passato, la definizione della modalità applicativa con il provvedimento annuale di programmazione. Per il 2004, in deroga alle previsioni vigenti, nel caso di assegnazione di risorse in conto interessi non valgono i limiti di spesa previsti dal Piano Triennale 2001-2003. Con il trasferimento delle funzioni alle Province, il quadro delle attribuzioni Regione/Province viene così definito:"

(1) Nella dichiarazione n. 29 il Trattato di Amsterdam (1997) ha riconosciuto la rilevanza sociale dello sport, in particolare nella funzione di formazione di identità e di riunire la gente, sottolineando il ruolo importante delle associazioni sportive. Partendo da tale presupposto l'U.E. ha sviluppato alcune azioni nel settore dello sport, sostenendo progetti che promuovono l'integrazione dei giovani attraverso le attività sportive, la lotta contro il doping ed una campagna di informazione scolastica sui valori etici sportivi e sull'ideale olimpico. Nel 1998 la Commissione ha riconosciuto che lo sport non è solo un'attività economica, ma anche un elemento dell'identità europea, attribuendo allo sport cinque funzioni: educativa, sanitaria, sociale, culturale e ludica. Il Consiglio Europeo di Nizza nel 2000 ha riconosciuto lo sport come strumento educativo, veicolo di valori positivi e momento di scambio interculturale. I valori educativi dello sport, già rappresentati a Nizza, confermando altre precedenti dichiarazioni ed in particolare la risoluzione del Parlamento Europeo del 13 giugno 1997, sono stati riconosciuti dal Consiglio dell'Unione Europea con la Posizione Comune (CE) n. 59/2002 definita il 14 ottobre 2002 in vista dell'adozione della decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio per istituire l'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport 2004 (decisione adottata il 6.2.2003). (2) Carta Europea dello Sport, Consiglio d'Europa _ 7^ Conferenza dei Ministri europei responsabili dello sport _ Rodi, 1992. Essa riprende ed amplia i principi già adottati nella "Carta Europea dello Sort per tutti" approvata dal Consiglio d'Europa nel 1976, principi poi recepiti nella Carta internazionale per l'Educazione Fisica e lo Sport adottata dalla Conferenza Generale dell'Unesco nel 1978 a Parigi. Un Rapporto del 1997 indica le iniziative promosse nei vari Paesi europei in applicazione della Carta: Un buon accesso agli impianti e alle attività sportive per i disabili costituisce una priorità in molti paesi. Per i disabili alcuni paesi prevedono l'accesso gratuito: Bulgaria, Lettonia e Romania. Altri Paesi segnalano iniziative particolari in questo campo. In Lettonia esiste un'iniziativa per l'introduzione a scuola di test per stimolare l'interesse degli scolari per lo sviluppo della loro condizione fisica e per la loro partecipazione sportiva. In Grecia la legislazione ha imposto studi d'impatto sull'ambiente per gli impianti sportivi prima dell'ottenimento di una concessione edilizia. In Svizzera i progetti di costruzione e di organizzazione di manifestazioni importanti possono essere realizzati solo in stretta collaborazione con gli organismi responsabili della pianificazione del territorio e della salvaguardia dell'ambiente. In Islanda la preoccupazione per l'ambiente è tale che non è necessario alcun provvedimento. (Rapporto 1997 sulle iniziative promosse nei vari Paesi d'Europa in applicazione della Carta Europea dello Sport). (3) ISTAT, Sport e attività fisiche, Roma, 2002, in Indagine Multiscopo condotta dall'ISTAT nel 2000 "I cittadini e il tempo libero", da cui sono tratti i dati relativi alla situazione italiama. La rilevazione è stata realizzata su un campione composto da circa 20 mila famiglie, rivolgendo l'attenzione sulla pratica sportiva con carattere di continuità o saltuarietà nel tempo libero della popolazione di 3 anni e più, escludendo coloro che partecipano al mondo dello sport per ragioni professionali. (4) Una consistente percentuale pratica attività fisica attraverso passeggiate, la bicicletta, gite in montagna, caccia e pesca, giocando a bocce, facendo ginnastica anche riabilitativa o giochi tradizionali. (5) Fondazione Corazzin, I giovani e lo sport nel Veneto, Venezia, 2002. Indagine, da cui sono tratti i dati relativi al Veneto, realizzata per conto della Commissione Pari Opportunità della Regione del Veneto. La popolazione oggetto di campione rappresentativo è stata scelta tra giovani residenti di età compresa fra i 15 ed i 29 anni. (6) Le donne sono sempre più sportive, come conferma il CENSIS, ed hanno raddoppiato negli ultimi vent'anni la loro partecipazione. Le sportive italiane si concentrano soprattutto su alcune discipline: la ginnastica, l'attrezzistica e la danza (43,3% di praticanti), il nuovo, la pallanuoto e i tuffi (29%), lo sci e gli altri sporti invernali (11,9%) e la pallavolo (10%). (7) In Finlandia, fin dal 1996, uno dei criteri seguiti per la concessione dei finanziamenti dello Stato è il significato sociale dello sport e, in questo contesto, la parità dei sessi è un fattore importante. La promozione della parità significa che uomini e donne devono essere rappresentati negli organismi delle associazioni sportive in proporzione al numero dei tesserati presenti. Se non si raggiunge la parità, i finanziamenti annui possono essere soppressi. Analogamente si opera in Svezia e in Islanda, dove è stata istituita una Commissione Speciale per i problemi dello sport femminile. In Slovacchia sono le donne più attive degli uomini nel movimento Sport per Tutti (cfr sopra, Rapporto 1997 sulle iniziative promosse nei vari Paesi d'Europa). (8) La pratica degli sport sulla sabbia negli anni si è espansa a macchia d'olio, coinvolgendo un numero di persone sempre maggiore e proponendo una varietà illimitata di discipline. Non si tratta solo di partite a calcio o a pallavolo sulla spiaggia, che fanno parte del costume e delle abitudini popolari. Oltre al calcio ed al beach volley, sono nati più o meno recentemente il: beach soccer, footvolley, beach tennis, beach basket, beach handball, beach rugby. Esiste da alcuni anni anche il rugby subacqueo. (9) Per "spazio" di attività si intende uno spazio conformato in modo da consentire la pratica di una o più discipline sportive; per "impianto sportivo" un insieme di uno o più spazi di attività dello stesso tipo o di tipo diverso, aventi in comune elementi accessori o servizi; per "complesso sportivo" un insieme di uno o più impianti sportivi continui aventi in comune elementi costitutivi, spazi accessori e/o servizi (Istat, Coni, Ics, 1991). La polifunzionalità è data dalla presenza di più spazi di attività serviti da unici servizi o dalla possibilità di praticare diverse discipline sportive nello stesso spazio. (10) Fonte Unità di Progetto Statistica _ I numeri del Veneto anno 2002 (11) La popolazione europea (dati Eurostat 2000) conta 377.508.000 abitanti, un tasso di incremento migratorio del 2,5% contro il 5,7% del Veneto ed un tasso di disoccupazione al 2001 del 7,6% contro il 3,5% del Veneto (fonte Istat). (12) L'indotto economico di un evento considera sia le spese per l'organizzazione dell'evento stesso (organizzative, logistiche, per allestimenti, per investimenti degli sponsor, per la promozione) sia le spese dei partecipanti (vitto e alloggio, trasporto, per regalistica, spese connesse all'evento e culturali). L'impatto economico della Venice Marathon sull'economica della provincia di Venezia nel 2002 è stato di 5.772.000 euro. I partecipanti e gli accompagnatori che hanno pernottato a Venezia e provincia sono stati 9.930; coloro che non hanno pernottato sono stati 4.850. (Da "L'indotto economico della 17° Venice Marathon" by StageUp.com) (13) L'industria dell'abbigliamento e dell'articolo sportivo comprende nel Veneto circa 750 aziende con oltre 30.000 addetti, cifre che collocano la nostra Regione al primo posto in Italia con il 5% del giro d'affari complessivo. (14) Il volume e l'importanza dell'occupazione nel settore dello sport è stato studiato dall'EOSE (European Observatoire for Sport Employment) per conto della DG X della Commissione Europea. Il testo del Rapporto "Sport and Employment in Europe", dal quale sono tratte le informazioni che seguono, è del 1999. Il numero degli occupati in Italia nel 1998 nel settore sport è di circa 55 mila addetti, e registra un trend significativo se comparato a quello registrato in altri comparti economici nazionali, pur collocando il nostro Paese in una posizione di retroguardia tra i paesi europei. (15) Alcuni studi effettuati nel 1991 (Collins) hanno dimostrato come i turisti attratti dagli eventi sportivi sia o quelli che coprono distanze più lunghe, soggiornano per un tempo maggiore nelle località di destinazione e, soprattutto, spendono somme più alte al giorno rispetto agli altri tipi di turista. (Da Il Sole 24 Ore Sport, 14.11.2003) Il turismo sportivo nel 2002 in Italia ha generato un giro d'affari pari a 3,8 miliardi di euro; quello sportivo è un segmento che vale il 5,4% del fatturato annuale del turismo italiano e perciò di assoluto pregio. Oltre nove dei 27 milioni di sportivi italiani hanno effettuato complessivamente 30 milioni di pernottamenti alberghieri (un terzo dei quali relativi allo sci), il 21,5% di tutti i pernottamenti degli italiani negli alberghi del nostro Paese. Nel 2002 il 15,6% del 24,5 milioni di "sportivi spettatori" ha speso un miliardo di euro per le trasferte al seguito delle squadre o degli atleti del cuore. (Da Il Sole 24 Ore Sport, 13.5.2003) (16) L'Europa si rivela una meta di vacanze molto preferita e l'Italia è una delle destinazioni più appetite, che suscita un crescente interesse soprattutto dei turisti che vanno alla ricerca della qualità, della cultura, della natura. Sul totale delle destinazioni dei turisti stranieri in Italia nel 2001, il Veneto risulta al top, annoverando tra l'altro il 24,1% di presenze australiane, il 19,9% canadesi, il 16,4% francesi, il 29,4% danesi, il 18,4% giapponesi, il 18,9% inglesi e il 15,1% irlandesi, il 17% olandesi, il 19,6% portoghesi e 24,3% spagnole, il 16,4% svizzere, il 14,7% belghe, il 19,8% statunitensi, il 21,5% tedesche. (Fonte U.P. Statistica _ Regione del Veneto) (17) dal Rapporto ENIT 2002 (18) Sono 5.400 i minuti dedicati allo sport nei telegiornali serali Rai e Mediaset nel 2002. Alla cronaca giudiziaria sono stati dedicati 5.266. Ai conflitti internazionali 5.048. La TV sembra avere riscoperto altri sport oltre il calcio e in prima fila ci sono basket e volley. (In Specchio, La Stampa, 14.6.2003) (19) L'Italia è il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l'educazione fisica nella scuola. In tutti i Paesi l'insegnamento è obbligatorio, ma ciò che differenzia in maniera sostanziale è l'età degli alunni ai quali viene impartito l'insegnamento. L'Italia presenta una assoluta carenza nella fascia di età degli alunni che va dai 3 ai 10 anni, cioè l'arco che comprende la scuola materna ed elementare. In Belgio, Rep. Ceca, Francia, Ungheria, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia, Svizzera e Malta l'insegnamento dell'attività motoria inizia nella scuola materna; negli altri Paesi a partire dal primo anno delle elementari con l'eccezione della Polonia dove si comincia dalla seconda elementare. (Da Il Sole 24 Ore Sport, 14.11.2003) (20) Il diritto di praticare lo sport nella scuola riguarda tutti, compresi i disabili. Le attività sportive nelle quali in particolare gli alunni disabili potrebbero gareggiare sono sette e vi possono prendere parte sia i disabili mentali sia quelli fisici. Con adeguato supporto organizzativo, si può gareggiare nel calcio, nella ginnastica artistica, nel nuoto e nella pallacanestro, ma anche nella canoa, tennistavolo, tiro con l'arco, tiro a segno, equitazione, judo e scherma in carrozzina. L'atletica leggera prevede la possibilità di partecipare a varie gare, mentre negli sport invernali per gli studenti ipovedenti e ciechi assoluti che gareggiano nello sci alpino sono previsti tracciati con pendenze adeguate. Si tratta di attività sportive che gli studenti disabili potrebbero praticare quotidianamente e non solo in occasione dei Giochi della gioventù.

(segue allegato)

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