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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 154 del 19 novembre 2021


Materia: Acque

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1378 del 12 ottobre 2021

Approvazione dello schema di accordo per l'attuazione della Misura M2C4.3 - Investimento 3.3: "Rinaturazione dell'area del Po" prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Note per la trasparenza

La delibera approva lo schema di Accordo di Programma tra Ministero della Transizione ecologica, Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Agenzia Interregionale per il fiume Po e le Regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto per la realizzazione del progetto di rinaturazione dell’area del fiume Po nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato per  357 Mln di euro.

L'Assessore Gianpaolo E. Bottacin riferisce quanto segue.

L’Unione europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU), un programma che prevede, fra gli altri, investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica.

L’anno 2021 è quindi l’anno cruciale per la definizione dei prossimi obiettivi mondiali per la conservazione della biodiversità e, a tal proposito, fondamentale rilevanza rappresenta, anche per il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) divenuto realtà con la recente approvazione da parte dell’Unione europea, con la destinazione di circa il 37% delle misure specifiche indirizzate alla transizione ecologica.

Come noto, il PNRR è il documento che il Governo italiano ha predisposto per illustrare come l’Italia intende investire e gestire i fondi assegnati nell’ambito del programma Next generation Eu e presenta anche un calendario di riforme collegate, finalizzate in parte all’attuazione del piano e in parte alla modernizzazione del Paese.

Il suddetto Piano si articola su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale e raggruppa i progetti di investimento in 16 componenti e 6 Missioni che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento.

Tra le Missioni spicca la Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione ecologica” che discende direttamente dallo European Green Deal e dal doppio obiettivo dell’Unione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto allo scenario del 1990 entro il 2030.

L’accesso ai finanziamenti del Recovery and Resilience Facility (RRF) è condizionato al fatto che i Piani nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) includano misure che concorrano concretamente alla transizione ecologica per il 37% delle risorse e che, in nessun caso, violino il principio del Do Not Significant Harm (DNSH), ossia non arrechino un danno significativo all’ambiente.

La Strategia dell'Unione europea sulla biodiversità per il 2030 (Riportare la natura nella nostra vita) si pone l’obiettivo di redigere un Piano di ripristino della natura per “migliorare lo stato di salute delle zone protette esistenti e nuove e riportare una natura variegata e resiliente in tutti i paesaggi e gli ecosistemi: per far ciò occorre ridurre le pressioni sugli habitat e le specie e assicurare che gli ecosistemi siano sempre usati in modo sostenibile; occorre anche sostenere il risanamento della natura, limitare l'impermeabilizzazione del suolo e l'espansione urbana e contrastare l'inquinamento e le specie esotiche invasive”. Al fine di conseguire gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque, la citata Strategia dell'Unione europea sulla biodiversità per il 2030 prevede di ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030, eliminando principalmente le barriere obsolete e ripristinando le pianure alluvionali.

L’azione di rinaturazione (restoration) è ritenuta fondamentale nelle politiche di gestione e tutela del territorio soprattutto per recuperare le funzioni ecologiche in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici.

Nel PNRR, la Missione 2 intitolata “Rivoluzione Verde e Transizione ecologica”, consiste di 4 Componenti tra cui la C4 “Tutela del territorio e della risorsa idrica” per la sicurezza del territorio, intesa come la mitigazione dei rischi idrogeologici, con interventi di prevenzione, di ripristino e  salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, oltreché di forestazione urbana, azioni intese per rendere il Paese più resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici e per proteggere la natura e le biodiversità.

Nella Missione 2 Componente 4 è prevista la Linea di intervento 3 “Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine” e, in essa, l’Investimento 3.3 “Rinaturazione dell’area del Po” che, in coerenza  con le strategie nazionali e comunitarie, prevede di intervenire su un’area caratterizzata da pressioni antropiche che hanno inciso negativamente su alcuni degli habitat presenti ed hanno aumentato il rischio idrogeologico. La misura mira in particolare a riattivare i processi naturali e a favorire il recupero della biodiversità, garantendo il ripristino del fiume e un uso più efficiente e sostenibile delle risorse idriche, attraverso interventi di riqualificazione consistenti nella riattivazione e riapertura di lanche e rami abbandonati, nella riduzione dell'artificialità dell'alveo con particolare riferimento all’adeguamento dei “pennelli di navigazione”, nella riforestazione diffusa naturalistica e nel contenimento di specie vegetali alloctone invasive.

Il progetto “Rinaturazione dell’area del Po” è quindi finalizzato alla riqualificazione fluviale, al ripristino dei servizi ecosistemici, alla regolazione del ciclo idrologico, all’attenuazione dei picchi di piena e alla riduzione delle sollecitazioni idrodinamiche in corrispondenza degli argini maestri in froldo, perseguendo obiettivi di riqualificazione dell’ecosistema fluviale integrati con la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico.

Detto progetto è, in sintesi, articolato in una serie di “interventi integrati per ridurre il rischio idrogeologico e per il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità (…)”, di cui all’art. 7, comma 2, del Decreto Legge 12 settembre, n. 133, convertito con modificazioni dalla Legge 11 novembre 2014, n. 164 e in attuazione delle misure programmate dal Piano di Gestione del Rischio Alluvioni ai sensi della Direttiva 2007/60/CE e dal Piano di Gestione delle Acque ai sensi della Direttiva 2000/60/CE del distretto idrografico del fiume Po.

Attesa la rilevanza dell’iniziativa, il MiTE ha presentato la scheda progetto del PNRR per la Missione 2, Componente 4, Linea di intervento 3, Investimento 3.3 “Rinaturazione dell’area del Po”, su proposta formulata nel febbraio 2021 dall’Associazione WWF Italia Onlus e dall’Associazione Nazionale Estrattori e Produttori Lapidei ed Affini (ANEPLA), con il patrocinio dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po (AdB Po) e dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo).

Si ricorda che AIPo è un’agenzia istituita nel 2003 con leggi approvate dai Consigli delle Regioni del Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, e che ne costituisce Ente strumentale per la gestione del reticolo idrografico principale del bacino del fiume Po, occupandosi, essenzialmente, di sicurezza idraulica, demanio idrico e navigazione fluviale. La natura dell’ente fa sì che rappresentanti regionali siano componenti sia del Comitato di Indirizzo (organo collegiale formato dagli Assessori regionali competenti in materia) che del Comitato tecnico.

Come detto, il progetto “Rinaturazione dell’area del Po” deve altresì contribuire al consolidamento del corridoio ecologico-fluviale e al miglioramento dello stato di conservazione di specie ed habitat d’interesse comunitario presenti nell’area di intervento, al fine di tutelare i significativi ambiti di biodiversità del fiume Po, riconosciuti dalla presenza di numerose aree di “Rete Natura 2000”, e in coerenza con la citata Strategia europea per la Biodiversità entro il 2030.

Inoltre, al fine di rispondere alle esigenze di riequilibrio morfologico che interessano l’asta del fiume Po, tali interventi devono essere coerenti anche con la Direttiva per la gestione dei sedimenti, adottata dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po con deliberazione n. 9 del 5 aprile 2006, come successivamente modificata con deliberazione n. 9 del 22 luglio 2009 del medesimo Comitato Istituzionale e, più nello specifico, con il “Programma generale di gestione dei sedimenti alluvionali dell’alveo del fiume Po” (PGSPo), approvato in attuazione alla Direttiva stessa, con le Deliberazioni del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po n. 20 del  5 aprile 2006, per quanto attiene lo stralcio “intermedio”, n. 1 e n. 3 del 18 marzo 2008, per quanto riguarda rispettivamente lo stralcio “di valle” e lo stralcio “di monte”.

Ai sensi delle Deliberazioni menzionate, il Programma generale è attuato con Programmi operativi di intervento predisposti dalle Regioni per gli ambiti di rispettiva competenza ed in forma congiunta laddove necessario, sui quali la Conferenza Operativa dell’Autorità di bacino esprime parere di compatibilità con il Programma generale.

In data 17 ottobre 2019 è stata sottoscritta fra Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdB PO) e Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) la “Convenzione per il coordinamento e l’attuazione delle attività di progettazione, affidamento sviluppo delle attività per l’aggiornamento dei quadri conoscitivi relativi all’asta del fiume Po e per l’attuazione in via sperimentale di interventi per il miglioramento  delle  condizioni di  sicurezza  idraulica  nel  tratto  arginato  del  fiume  Po”.

Con deliberazione n. 23 in data 28 luglio 2021, il Comitato di Indirizzo di AIPo ha preso atto dell’investimento “Rinaturazione dell’area Po” previsto nel PNRR e adottato primi indirizzi conseguenti.

In tale complesso e composito quadro di riferimento, l’Accordo previsto dall’art. 15 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, rappresenta lo strumento idoneo, a normativa vigente, per il raggiungimento degli obiettivi comuni prefissati dagli Enti coinvolti, ovvero Ministero della Transizione ecologica, Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Agenzia Interregionale per il fiume Po e le Regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto.

L’Accordo di Programma (Allegato A), nel suo testo finale trasmesso dal MiTE in data 8 ottobre 2021, ha come finalità di definire la governance ed attivare le collaborazioni necessarie per la realizzazione del pro etto “Rinaturazione dell’area del Po” che prevede, lungo l’asta fluviale, un insieme di interventi integrati al fine di riqualificare l’ecosistema fluviale, ridurre il rischio idraulico e idrogeologico, migliorare lo stato ecologico e tutelare gli ecosistemi e la biodiversità, quale obiettivo di interesse comune dei Soggetti firmatari.

L’ambito di intervento, come approvato in sede di PNRR, comprende il tratto medio padano tra Pieve del Cairo Suardi (PV) e Ficarolo (RO), interessa numerosi Siti Natura 2000, la Riserva MAB UNESCO “Po Grande”, unitamente a 7 (sette) aree nel Delta del Po. Nella fase di definizione del Programma d’azione, l’elenco delle aree d’intervento di cui alla scheda progetto del PNRR potrà essere oggetto di verifica e successiva valutazione tese a proporre una loro attualizzazione finalizzata a conseguire la maggiore efficacia possibile degli obiettivi di rinaturazione e riqualificazione fluviale perseguiti, anche estendendo l’ambito territoriale di interventi, sull’intera asta del fiume Po, in coerenza con la misura M2C4.3, Investimento 3.3 “Rinaturazione del Po”.

La copertura finanziaria dell’intervento è pari a complessivi Euro 357.000.000,00, come precisato dalla Decisione di esecuzione del Consiglio Europeo relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia. (COM (2021) 344 finale).

Per quanto concerne gli impegni dei Soggetti firmatari, il MiTE è chiamato ad istituire una Cabina di Regia per il coordinamento e la verifica delle attività; all’Autorità di Distretto Idrografico del Po è assegnato il compito di istituire un Tavolo di Lavoro, composto dai rappresentanti dei soggetti sottoscrittori, per coordinare la redazione del Programma d’azione e la successiva progettazione degli interventi, nonché per aggiornare periodicamente la Cabina di Regia. Sempre l’AdB PO dovrà costituire, anche su proposta dei soggetti sottoscrittori, un Comitato Scientifico, composto da specialisti delle Università e degli Istituti di ricerca, esperti nelle tematiche di rinaturazione e di riqualificazione fluviali che ricadono nell’ambito del progetto, anche al fine di definire le linee guida quale indirizzo per le attività del Tavolo di Lavoro, per la redazione del Programma d’azione, la progettazione, la realizzazione degli interventi e del relativo monitoraggio.

Ad AIPo è affidato il compito di contribuire alla redazione del Programma d’azione; predisporre i progetti, secondo i criteri individuati dal Tavolo di Lavoro e sentito il Comitato scientifico; acquisire tutte le autorizzazioni necessarie; eseguire gli interventi e progettare e implementare il loro monitoraggio.

Infine, le Regioni firmatarie dell’Accordo s’impegnano a contribuire alla redazione del Programma d’azione ed alla predisposizione dei progetti, a fornire le informazioni necessarie per consentire di mettere a sistema il progetto in argomento con altre progettualità che insistono sull’asta fluviale e con gli strumenti di pianificazione che possono coinvolgere l’ecosistema Po, ad assicurare, per le autorizzazioni ed i pareri di competenza, modalità procedurali e tempistiche coerenti con la vigente normativa di riferimento.

Tutto ciò premesso, si propone di approvare lo Schema di Accordo di Programma fra Ministero della Transizione ecologica, Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Agenzia Interregionale per il fiume Po e le Regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto di cui all’Allegato A alla presente deliberazione, che ne costituisce parte integrante, denominato “Accordo per l’attuazione della Misura M2C4.3 – Investimento 3.3: “Rinaturazione dell’area del Po” prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTA la Direttiva 92/43/CEE (Habitat), concernente la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, che prevede, ai fini della conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, la costituzione della Rete ecologica Natura 2000 mediante l’individuazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC);

VISTA la Direttiva 2009/147/CE (Uccelli), concernente la conservazione degli uccelli selvatici, che all’art. 3 prevede l’individuazione e l’istituzione di Zone di protezione Speciali (ZPS) in cui sono presenti biotopi ed habitat importanti per la vita e la riproduzione delle specie degli uccelli selvatici;

VISTO il D.P.R 357/1997 che ha recepito, nell’ordinamento nazionale, le Direttive 92/43/CEE (Habitat) e 2009/147/CE (Uccelli);

VISTO il Regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive;

VISTO il comma 2, dell'articolo 7, comma 2, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164 riguardante gli “interventi integrati per la mitigazione del rischio idrogeologico e il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d'acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità “

VISTO Il D.P.C.M. del 28 maggio 2015 che contiene l’“individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le proprietà di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”;

VISTO il Decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230 “Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”;

VISTA la Comunicazione della Commissione europea sulla Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 (COM(2020) 380 final);

VISTA la Direttiva Quadro 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque;

VISTA la Direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007 relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni;

VISTO il Decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49, “Attuazione della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione dei rischi di alluvioni”;

VISTO il D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”, che alla Parte terza riporta Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque

VISTO il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato in Consiglio dei Ministri il 29 aprile 2021, trasmesso alla Commissione Europea in data 30 aprile 2021, come richiesto dall'articolo 18 del regolamento (UE) 2021/241 nonché la Decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del Piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia (COM (2021) 344 final);

VISTO il testo coordinato del Decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, coordinato con la legge di conversione 29 luglio 2021, n. 108, recante «Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure»;

VISTA la Legge 7 agosto 1990, n. 241;

VISTO l’art. 2 comma 2, lett. o) della Legge regionale n. 54/2012 e smi.

delibera

  1. le premesse costituiscono parte integrante della presente provvedimento;
  2. di approvare lo schema di Accordo di Programma fra Ministero della Transizione ecologica, Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Agenzia Interregionale per il fiume Po e le Regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto, denominato “Accordo per l’attuazione della Misura M2C4.3 – Investimento 3.3: “Rinaturazione dell’area del Po” prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” di cui all’Allegato A parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, che sarà sottoscritto, per la Regione del Veneto, dal Presidente o suo delegato;
  3. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spese per il bilancio regionale;
  4. di incaricare la Direzione Difesa del Suolo e della Costa dell’esecuzione del presente provvedimento;
  5. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi dell’articolo 23 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 e s.m.i.;
  6. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_1378_21_AllegatoA_460145.pdf

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