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Materia: Protezione civile e calamità naturali
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1718 del 26 ottobre 2016
Proposta di elenco di territori da ammettere alle agevolazioni previste per le aree di crisi non complessa - Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 4 agosto 2016.
Si provvede all'approvazione della proposta di elenco di territori da ammettere alle agevolazioni previste per le aree di crisi non complessa da sottoporre al Ministero dello Sviluppo Economico. Estremi dei principali documenti dell'istruttoria: Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 4 agosto 2016.
Il Presidente riferisce quanto segue.
L'art. 27 del Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83 (Decreto Crescita 2012) convertito con modificazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 187 del 11-08-2012, ha riformato la disciplina degli interventi di reindustrializzazione delle aree di crisi, introducendo forme di intervento a sostegno delle cosiddette "aree di crisi complessa", la cui disciplina attuativa è stata già adottata con decreto del Ministro dello sviluppo economico 31 gennaio 2013.
Con il decreto ministeriale 9 giugno 2015 sono stati stabiliti i termini, le modalità e le procedure per la presentazione delle domande di accesso, nonché i criteri di selezione e valutazione per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore di programmi di investimento finalizzati al rilancio di tutte le aree di crisi, sia quelle caratterizzate da crisi complessa, sia quelle interessate da situazioni di crisi industriale non complessa, ma comunque con impatto significativo sullo sviluppo dei territori e dell'occupazione.
Con circolare del Direttore generale per gli incentivi alle imprese 6 agosto 2015, n. 59282, sono state fornite ulteriori indicazioni e specificazioni relative alle modalità di concessione ed erogazione delle agevolazioni e di presentazione delle domande da parte delle imprese.
Infine con il decreto del Ministro dello Sviluppo 4 agosto 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 232 del 4 ottobre 2016, sono stati stabiliti i criteri per l'individuazione dei territori candidabili alle agevolazioni destinate alle aree di crisi industriale non complessa, ed i criteri e le modalità di selezione di tali territori. In particolare, si prevede che entro trenta giorni dalla data di pubblicazione del decreto ministeriale, le Regioni propongano, tramite un provvedimento della Giunta, al MiSE un elenco di territori da ammettere alle agevolazioni, scelti tra quelli compresi nell'allegato 1 al decreto stesso. Successivamente, il MiSE pubblicherà l'elenco nazionale dei territori candidati alle agevolazioni destinate alle aree di crisi industriale non complessa e definirà i termini per la presentazione delle domande di agevolazione. Tale elenco nazionale ha validità biennale a partire dalla data di pubblicazione.
Le aree di crisi non complessa sonoquei territori in cui la recessione economica e la perdita occupazionale hanno determinato un impatto significativo sullo sviluppo, ma in forma meno grave e diffusa rispetto ai casi di crisi complessa, che sono invece di rilevanza nazionale.
La popolazione del Veneto al 31 dicembre 2014 era pari a 4.877.736 abitanti (dati Istat).
I territori eleggibili ad "aree di crisi industriale non complessa", indicati nell'Allegato 1 al decreto del Ministro dello Sviluppo 4 agosto 2016, corrispondono ai sei Sistemi Locali del Lavoro (SLL) di Monselice, Montagnana, Badia Polesine, Rovigo, Portogruaro e San Donà di Piave. In totale questi sei SLL, sempre al 31 dicembre 2014, avevano una popolazione pari a 440.055 abitanti, pari quindi al 9% circa della popolazione regionale. Il totale della popolazione candidabile è invece pari, secondo i criteri individuati dal MiSE (regioni con SLL eleggibili compresi in un numero tra sei e dieci), al 5% della popolazione regionale, cioè 243.887 abitanti.
Si è reso, pertanto, necessario operare una selezione dei territori candidabili nel rispetto delle regole indicate nel decreto ministeriale.
Per quanto riguarda i due SLL di Rovigo e Badia Polesine, storicamente individuati come aree meno sviluppate (all'interno del Veneto), sono state realizzate e concluse altre tipologie di intervento, quali ad esempio il Protocollo di intesa per il rilancio produttivo e la reindustrializzazione della provincia di Rovigo (Area Polesine) del 4 maggio 2011, recepito con DGR n. 697/2011, il Protocollo di intesa tra il MiSE e la Regione del 21 marzo 2013, che prevedeva iniziative a sostegno dell'Area Polesine, approvato con DGR n. 375/2013. I-noltre, con la DGR n. 1813 del 3 ottobre 2013 sono state individuate le azioni di attuazione del Protocollo di intesa con il MiSE e sono stati stanziati 16.000.000,00 euro, con l'obiettivo di favorire iniziative pilota, di interesse nazionale sul territorio regionale, con particolare riferimento all'innovazione, alla ricerca e allo sviluppo delle start-up innovative.
Di contro, i due SLL di Monselice e Montagnana vanno necessariamente inclusi tra le aree di crisi industriale non complessa, per la rilevanza territoriale di alcune crisi industriali in essere su quei territori. In particolare, la crisi che ha colpito l'industria del cemento ed il suo indotto ha avuto ripercussioni pesanti sul piano occupazionale e sui territori. Nella Bassa Padovana esiste la maggiore concentrazione di cementerie in Italia, presenti dal oltre un secolo, e rappresentate da tre imprese storiche: Italcementi, Cementizillo e Cementeria di Monselice (Gruppo Zillo), i cui stabilimenti sono collocati in comuni che rientrano, tra l'altro, nel territorio del Parco regionale dei Colli Euganei. Il contesto della Bassa Padovana vede anche la presenza di altri importanti settori produttivi, quali il metalmeccanico ed il legno arredamento, entrambi colpiti duramente dalla crisi del settore edilizia. Su richiesta delle OO.SS. locali, è stato istituito presso la Regione un Tavolo regionale sulle cementerie, che ha predisposto un "Protocollo per l'individuazione di interventi per la tutela dell'occupazione dei lavoratori o ex lavoratori dei cementifici della Bassa Padovana", sottoscritto l'8 ottobre 2013 da tutte le Parti ed Istituzioni coinvolte. Successivamente le Parti sociali e le Istituzioni hanno richiesto alla Regione di costituire un Tavolo sulla Bassa padovana per affrontare globalmente le problematiche industriali ed occupazionali del territorio.Nel frattempo,il livello occupazionale che si voleva salvaguardare è notevolmente peggiorato a causa delle recenti cessazioni produttive degli stabilimenti di Italcementi e Cementizillo, ponendo anche la questione della riconversione degli impianti.
La popolazione complessiva dei due SLL è pari a 128.641 abitanti (Monselice 100.543 e Montagnana 28.098). Rimane pertanto una popolazione ulteriormente ammissibile che può avere un valore massimo pari a 115.246 abitanti.
Si evidenzia che il sistema locale del lavoro di San Donà di Piave ha avviato da tempo un confronto con le imprese, le associazioni di categoria, soggetti pubblici e cittadini per l'individuazione e la realizzazione di misure per la riqualificazione ed il rilancio delle attività artigianali ed industriali del territorio, colpito dagli effetti della crisi economica e caratterizzato da una progressiva riallocazione in altra sede delle attività economiche e dalla dismissione e successiva desertificazione dei contesti produttivi. A tal riguardo è pertanto necessaria l'attivazione di misure volte a sostenere ed incentivare la presenza nel territorio di realtà imprenditoriali innovative ed al contempo favorire il recupero dei livelli occupazionali ed in riutilizzo delle aree industriali dismesse. In considerazione di ciò viene candidato il SLL di San Donà di Piave che ha una popolazione complessiva di 87.704 abitanti.
Rispetto alla popolazione ammissibile rimanente, pari a 27.542 abitanti, si ritiene di candidare ai sensi dell'art. 4 co. 6 i comuni del SLL portogruarese che confinano con il Friuli Venezia Giulia (Fossalta di Portogruaro, Teglio Veneto, Gruaro, Pramaggiore, Annone Veneto) per una popolazione complessiva di 19.867 abitanti. Tale scelta è motivata dalla necessità di porre in essere strumenti tesi a ridurre il dislivello di benefici di un territorio che confina con una regione a statuto speciale, con tutto ciò che tale collocazione comporta sia in termini oggettivi (dislivello di benefici derivanti dalla finanza pubblica) sia in termini di percezione sociale di tali svantaggi.
E' comunque opportuno, a fronte della necessità di attivare misure di riqualificazione e sostegno all'economia locale per tutto il SLL portogruarese, che la Regione intervenga con risorse proprie, fino ad un massimo di 1.000.000,00 di euro, intervento da quantificarsi con successivo provvedimento e con criteri analoghi a quelli che saranno utilizzati dal Ministero dello Sviluppo economico, a favore dei comuni (Caorle, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Portogruaro, San Stino di Livenza) che non vengono candidati all'inclusione tra le aree di crisi industriale non complessa, ma che rientrano a pieno titolo nei SLL individuati dal MiSE nell'Allegato 1 al DM 4 agosto 2016.
Rispetto alla popolazione ammissibile rimanente, pari a 7.675 abitanti, si propone di individuare, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 4 del decreto, in aggiunta ai sistemi locali del lavoro sopra richiamati, l'ambito territoriale localizzato nel Comune di Venezia corrispondente alla sezione di censimento ISTAT Murano, che ha una popolazione pari a 5.255 abitanti. Tale area è attualmente interessata da un processo di riqualificazione produttiva conseguente al perdurare della situazione di crisi che interessa il mercato del vetro tradizionale artistico veneziano nonché ai processi di adeguamento delle lavorazioni e dei macchinari alle nuove esigenze di competitività dei mercati e di sostenibilità ambientale. Il settore delle lavorazioni del vetro di Murano ha fatto registrare, negli ultimi decenni, una rilevante e progressiva riduzione del numero di occupati. Se negli anni '60 le imprese del settore contavano più di 5000 addetti impiegati in 135 imprese, a maggio 2015 si contano 260 imprese (di cui 150 localizzate a Murano) con non più di 1.000 addetti. Il dato riferito all'occupazione media per impresa si riduce, nel periodo dato, da 37 a 5 addetti, con una riduzione del fatturato medio delle imprese del settore vetrario pari ad oltre 270.000 euro tra il 1990 e il 2013.In assenza di adeguate misure di sostegno vi quindi è il rischio di compromettere la vitalità del settore, la continuità aziendale ed un adeguato livello di ricambio generazionale.
Quanto a Porto Marghera e zone limitrofe, allo scopo di rilanciare l'area, completando le iniziative di riqualificazione e rilancio dell'area industriale già intraprese, e di scongiurare ulteriori conseguenze negative sul piano delle opportunità produttive e dell'occupazione, all'interno di un tessuto sociale già messo a dura prova dagli effetti della crisi economica, l'area stessa, già oggetto dell'attività di un "Tavolo Permanente per Porto Marghera" istituito presso la Regione, deve necessariamente essere proposta per l'inserimento tra le "aree di crisi industriale complessa", ai sensi del D. L. n. 83/2012 convertito in Legge n. 134 del 07/08/2012 e relativo Decreto ministeriale di attuazione del 31/01/2013.
A tal proposito si ricorda che in data 24 ottobre 2016 si è riunito detto Tavolo Permanente che, fra l'altro, ha unanimemente concordato la reiterazione della richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di riconoscere Porto Marghera e le aree limitrofe quali Aree di Crisi Industriale Complessa, prendendo atto delle mancate risposte ministeriali all'istanza a suo tempo inoltrata dalla Regione.
Il totale complessivo della popolazione dei territori proposti per la candidatura è dunque di 241.287 abitanti.
Si propone, pertanto, di sottoporre all'approvazione della Giunta la candidatura dei territori, indicati nella tabella sottostante e riepilogati nell'Allegato A al presente provvedimento, da ammettere alle agevolazioni previste per le aree di crisi non complessa, in quanto rispondono, anche sulla base dell'analisi svolta con la collaborazione di Veneto Lavoro, ai criteri indicati neldecreto del Ministro dello Sviluppo 4 agosto 2016:
Denominazione
Popolazione
Murano - Sant'Erasmo
5.255
Montagnana
28.098
Monselice
100.543
San Donà di Piave
87.704
Portogruaro (5 comuni)
19.687
Totale
241.287
Si propone, inoltre, di intervenire con risorse regionali, fino ad un massimo di 1.000.000,00 di euro, intervento da quantificarsi con successivo provvedimento con criteri analoghi a quelli che saranno utilizzati dal Ministero dello Sviluppo economico, a favore dei comuni del SLL portogruarese che non vengono candidati all'inclusione tra le aree di crisi industriale non complessa.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale da atto che le strutture competenti hanno attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTO il Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83 (Decreto Crescita 2012) convertito con modificazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 187 del 11-08-2012;
VISTO il Decreto del Ministro dello sviluppo economico 31 gennaio 2013;
VISTO il decreto ministeriale 9 giugno 2015;
VISTA la circolare del Direttore generale per gli incentivi alle imprese 6 agosto 2015, n. 59282;
VISTO il decreto del Ministro dello Sviluppo 4 agosto 2016;
VISTO l'art. 2, comma 2, lett. o), della L.R. n. 54 del 31 dicembre 2012.
delibera
1. di stabilire che le premesse al presente atto siano parte integrante del provvedimento;
2. di approvare la proposta di candidatura dei territori, indicati nella tabella sottostante e riepilogati nell'Allegato A al presente provvedimento, da ammettere alle agevolazioni previste per le aree di crisi non complessa, in quanto rispondono, sulla base dell'analisi svolta con la collaborazione di Veneto Lavoro, ai criteri indicati nel decreto del Ministro dello Sviluppo 4 agosto 2016:
3. di trasmettere la proposta al Ministero dello Sviluppo Economico;
4. di intervenire con risorse regionali, fino ad un massimo di 1.000.000,00 di euro, da quantificarsi con successivo provvedimento con criteri analoghi a quelli che saranno utilizzati dal Ministero dello Sviluppo economico, a favore dei comuni del SLL portogruarese che non vengono candidati all'inclusione tra le aree di crisi industriale non complessa;
5. di incaricare il Direttore della Direzione Lavoro degli atti conseguenti il presente provvedimento;
6. di prendere atto delle iniziative assunte dal Tavolo Permanente per Porto Marghera, istituito presso la Regione, incaricando il Presidente a reiterare, prendendo atto delle mancate risposte ministeriali all'istanza a suo tempo inoltrata dalla Regione, la richiesta al Ministero dello sviluppo Economico di riconoscere Porto Marghera e le aree limitrofe quali Aree di Crisi Industriale Complessa ai sensi del D. L. n. 83/2012 convertito in Legge n. 134 del 07/08/2012 e relativo Decreto ministeriale di attuazione del 31/01/2013;
7. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
8. di dare atto che il presente provvedimento sarà pubblicato ai sensi dell'art. 23 del decreto legislativo 14 marzo 2013 n. 33;
9. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
(seguono allegati)
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