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Materia: Programmi e progetti (comunitari, nazionali e regionali)
Deliberazione della Giunta Regionale n. 74 del 26 gennaio 2021
Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 - Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020 di assegnazione alla Regione del Veneto delle risorse destinate al finanziamento di iniziative di contrasto all'emergenza da Covid-19 e a garantire la prosecuzione dell'attuazione della strategia del POR FSE Veneto 2014-2020 -"Direttiva per la realizzazione di Percorsi per il rafforzamento delle competenze e per l'inserimento occupazionale - Work Experience SMART 21"- Anno 2021.
Si propone di finanziare con 5 milioni di euro gli interventi di formazione e tirocinio, rivolti a persone disoccupate con età superiore a 30 anni, denominati “Work Experience” e si prevede l’apertura di tre sportelli per la presentazione delle domande di finanziamento.
L'Assessore Elena Donazzan riferisce quanto segue.
Nel 2020 l'effetto della pandemia da Covid-19 in Veneto ha causato una riduzione di circa 38.000 posti di lavoro dipendente rispetto allo scorso anno. Il risultato è frutto principalmente del forte calo delle assunzioni (fino a -47% durante la fase più acuta della crisi) e della conseguente diminuzione anche delle cessazioni, soprattutto dei contratti a tempo determinato venuti a mancare in maniera prevalente nei settori legati al turismo. Le donne (-27%) e i giovani (-28%), categorie molto coinvolte nel lavoro stagionale, risultano i più penalizzati.
Nel 2020 i contratti a tempo indeterminato hanno segnato un saldo positivo (+ 26.500), ma molto inferiore al 2019 (-40%) e con un calo delle assunzioni del 26%. L’apprendistato ha registrato una flessione del 34% delle assunzioni rispetto al 2019, mentre i contratti a tempo determinato hanno fatto registrare una riduzione delle assunzioni del 23%. Il saldo negativo del tempo determinato è ormai esclusivamente imputabile ai rapporti stagionali. Per tutti i contratti, esaurito il tempo della stagionalità estiva, è emersa ormai chiaramente un raffreddamento della domanda.
Le ultime indicazioni di ottobre 2020 vedono una flessione del Pil del -10%. Ad incidere in negativo sullo stato di salute dell'economia regionale sono il significativo peso del settore turistico e del manifatturiero veneto tradizionalmente orientato all’export, due tra i fattori che la pandemia ha messo maggiormente in difficoltà.
Alla fine di settembre 2020 i disoccupati registrati presso i Centri per l’impiego e domiciliati in Veneto risultavano essere pari a circa 375.000, dei quali 50.000 inoccupati. Si tratta soprattutto di donne (211.000, pari al 56%); gli stranieri sono 100.000 (27%).I disoccupati erano in prevalenza adulti fra i 30 e i 54 anni (52%), anziani (24%) e giovani (23%). Oltre il 10% erano laureati, mentre il 31,5%erano diplomati. La distribuzione territoriale dei disoccupati oscilla tra i 58.500 disoccupati di Vicenza, i 68.000 circa di Treviso, Padova e Verona, mentre Venezia tocca i 79.300 disponibili; Rovigo (20.100 disoccupati) e Belluno (14.400 disoccupati) (fonte: Veneto Lavoro).
Nel 2020 il flusso delle dichiarazioni di immediata disponibilità DID (circa 118.000) è diminuito del 17% rispetto all’anno precedente, a causa di vari fattori tra loro concatenati: dal lockdown, dall’effetto scoraggiamento, soprattutto da parte dei giovani che hanno rinunciato a cercare un'occupazione a causa delle attuali difficoltà del mercato del lavoro e dalle misure di salvaguardia dei posti di lavoro. I provvedimenti governativi di tutela dell'occupazione, in particolare il blocco dei licenziamenti per motivo oggettivo e la larga estensione della cassa integrazione a buona parte della platea di lavoratori dipendenti, hanno limitato il flusso di nuovi disoccupati prevalentemente a quanti avevano visto concludersi nel periodo un rapporto di lavoro a tempo determinato (il 69% delle DID risulta infatti rilasciata dopo la conclusione di un rapporto di lavoro a tempo determinato o di somministrazione). Ogni analisi sull’andamento del mercato del lavoro in Veneto richiede in ogni caso adeguata cautela finché tali provvedimenti saranno ancora in vigore.
In questo scenario, la Regione del Veneto ha voluto dare una risposta tempestiva a sostegno delle persone in cerca di lavoro e delle imprese, prevedendo alcune misure emergenziali tra le quali citiamo il contributo alla riduzione del costo del lavoro delle imprese venete dei settori particolarmente colpiti dalla pandemia, di cui alla DGR 958 del 14 luglio 2020,nel quadro di quanto previsto a livello nazionale dall’art. 60 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34 (“Decreto Rilancio”) e il Bonus per l'occupazione dei giovani e la stabilizzazione dei dipendenti nelle imprese colpite dalla pandemia di cui alla DGR n. 933 del 9 luglio 2020.In questa fase, pur permanendo le difficoltà legate ai provvedimenti di contenimento della pandemia, anche l’iniziativa denominata “Work Experience” rappresenta certamente una leva per sostenere i percorsi di inserimento lavorativo dei soggetti disoccupati. L’iniziativa promossa dal 2012, risulta infatti essere un importante strumento per rafforzare i profili professionali dei disoccupati ai fini di un primo o nuovo ingresso nel mercato del lavoro, attraverso un’offerta formativa in linea con le specifiche e reali esigenze delle imprese del territorio. La peculiarità del dispositivo consiste, infatti, nel rispondere all’esigenza di adeguare i profili di competenze delle persone escluse dal mercato del lavoro ai fabbisogni emergenti delle imprese venete per realizzare una forte valenza occupazionale, con il coinvolgimento delle imprese sin dalla fase di individuazione dei fabbisogni formativi e produttivi per la presentazione delle proposte progettuali e la possibilità di sperimentare quanto appreso attraverso il tirocinio. Nelle ultime iniziative (DDGR nr. 1358/2015, 717/2018 e 256/2020) sono state presentate proposte progettuali per un totale di circa 47 milioni di euro, in esito alle valutazioni sono stati finanziati 872 progetti che hanno coinvolto circa 8.700 destinatari (53% donne e 47% uomini).
Il 56,4% dei destinatari dei progetti finanziati nell’ambito della DGR 1358/2015 ha sperimentato almeno un’occasione di lavoro in un periodo predefinito, mentre il 40,7% ha sperimentato un’occasione di impiego più stabile. La percentuale di occupati sul numero totale dei destinatari dei progetti finanziati nell’ambito della DGR 717/2018 è invece pari al 39,8% (di cui 54,3% donne e 45,7% uomini), dato che possiamo considerare positivo se si considera il periodo di contrazione del mercato del lavoro.
Nell’ambito dei progetti finanziati dalla DGR 256/2020 sono stati coinvolti al momento 1.406 destinatari.
In generale, l’utenza delle work experience si contraddistingue per livelli di istruzione medio alti, e ciò vale sia in senso assoluto, sia in chiave di analisi comparativa rispetto agli altri dispositivi messi in campo dalla Regione del Veneto a fini di contenimento della disoccupazione (a valere sull’Asse Occupabilità del POR FSE 2014-2020) e, ancora di più, di prevenzione dell’esclusione sociale (interventi finanziati, invece, a valere sulla priorità di investimento 9i dell’Asse Inclusione sociale). Complessivamente, oltre il 45% dei destinatari finali delle Work experience ha un’istruzione secondaria superiore che consente l’accesso all’istruzione accademica (un diploma di scuola secondaria di secondo grado) e poco meno di un terzo possiede un’istruzione terziaria (in larghissima misura, di natura universitaria). Anche fra gli uomini, che pure in media risultano in possesso di titoli di studio più bassi, a possedere un’istruzione secondaria o terziaria è comunque oltre il 70% dei destinatari delle Work experience (con una quota pressoché analoga a quella femminile di diplomati e una percentuale minore di laureati).
Il necessario presupposto per il progressivo riassorbimento della disoccupazione e per offrire concrete prospettive occupazionali ai cittadini richiede una forza lavoro che sappia da una parte sfruttare appieno le potenzialità delle nuove tecnologie, dall’altra adeguarsi tempestivamente alle rapide trasformazioni dell’economia. In base agli obiettivi di crescita sostenibile della politica di coesione 2021-27 e del programma Next Generation EU, già anticipati dalla comunicazione del 1° luglio della Commissione europea “Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza”, le competenze e l'apprendimento permanente sono fondamentali per la crescita a lungo termine e sostenibile, per la produttività e per l'innovazione; sono quindi un fattore fondamentale per la competitività delle imprese di tutte le dimensioni, in particolare le piccole e medie imprese (PMI). Dotare le persone delle giuste competenze permette loro di lavorare con più efficacia e di trarre vantaggio dalle tecnologie avanzate, abbatte i principali ostacoli noti agli investimenti economici, previene gli squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e getta le basi per la ricerca e sviluppo (R&S) e per l'innovazione aziendale.
La Regione del Veneto intende pertanto continuare ad investire nel capitale umano e proseguire nell’offerta di percorsi professionalizzanti anche con riferimento ai profili definiti nel Repertorio Regionale degli Standard Professionali (http://repertorio.cliclavoroveneto.it/) che costituisce di fatto uno strumento in grado di favorire la progettazione di percorsi più rispondenti ai fabbisogni formativi dei destinatari e del sistema socio-economico veneto atti a favorire un’occupazione sostenibile e di qualità attraverso standard riconosciuti a livello regionale, nazionale ed europeo.
La DGR 256/2020 Work Experience ha infatti favorito una maggiore consultazione del Repertorio Regionale degli Standard Professionali della Regione del Veneto (RRSP) che contiene l’elenco dei profili professionali peculiari del contesto veneto. La DGR 256/2020 ha ingenerato inoltre un maggiore ricorso da parte degli enti accreditati alla procedura per la richiesta di inserimento di nuovi profili professionali definita con DGR 675 del 26/05/2020. L’obiettivo è quindi quello di favorire la “spendibilità” delle qualificazioni stesse agevolando il matching tra domanda e offerta di lavoro, rendere percorribile il sistema dei crediti formativi, valorizzando le competenze acquisite dalla persona, collegare la programmazione dell’offerta formativa al mondo del lavoro, favorendo i processi di individuazione delle competenze acquisite in percorsi non formali e informali di apprendimento, ed, infine, di consentire la costruzione delle prove di valutazione degli apprendimenti ai fini della validazione e della certificazione delle competenze acquisite. Percorso questo che la Regione del Veneto ha promosso anche attraverso un’altra misura dedicata alle persone in cerca di lavoro (DGR 527 del 28 aprile 2020 “Percorsi - Sostegno all’occupabilità dei soggetti svantaggiati attraverso percorsi di riqualificazione e aggiornamento delle competenze per il lavoro").
Alla luce di quanto indicato in premessa si intende proseguire nell’iniziativa.
In considerazione del nuovo quadro di riferimento che si è venuto a creare a seguito della sottoscrizione da parte della Regione del Veneto del cosiddetto “Accordo Provenzano”, avvenuta lo scorso 10 luglio, le risorse che si intende stanziare a sostegno dell’iniziativa in oggetto “Work Experience SMART 21” riguardano le disponibilità finanziarie di nuova assegnazione sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020, di cui alla Delibera CIPE n. 39 del 28 luglio 2020.
L’Accordo, più precisamente denominato “Accordo per la riprogrammazione dei Programmi Operativi dei Fondi strutturali 2014-2020 ai sensi del comma 6 dell’articolo 242 del decreto legge 34/2020”, il cui schema è stato adottato dalla Giunta Regionale con il provvedimento n. 786/2020, prevede infatti la possibilità di riorientare le risorse dei POR FSE Veneto 2014-2020 e POR FESR Veneto 2014-2020, al finanziamento delle iniziative di contrasto all’emergenza riconducibili alle quattro priorità previste dall’Accordo stesso: 1.Emergenza Sanitaria, 2. Attività Economiche, 3. Lavoro, 4. Sociale.
A fronte del trasferimento di tali risorse dei fondi FSE e FESR a misure emergenziali, definito con DGR n. 404/2020 e DGR n. 745/2020, a seguito dell’Accordo, con la Delibera Cipe n. 39 del 28/07/2020 è stata infatti assegnata alla Regione del Veneto una corrispondente quota di risorse FSC destinata alla copertura degli interventi a suo tempo programmati nel contesto dei POR, la cui prima individuazione è stata definita con la DGR n. 1332/2020 e che saranno inseriti nel Piano Sviluppo e Coesione di cui all’art. 44 della legge 58/2019 in ottemperanza a quanto stabilito dagli artt. 241 e 242 del Decreto Legge n. 34/2020 convertito con modificazioni dalla L. 28 giugno 2019, n. 58 e della Delibera Cipe recante “Disposizioni quadro per il Piano Sviluppo e Coesione” in corso di adozione.
Stante tale nuovo quadro di riferimento, nelle more dell’adozione delle disposizioni nazionali volte a definire le procedure di gestione e monitoraggio delle operazioni finanziate a valere sui fondi FSC e considerando che la presente iniziativa rientra tra gli interventi a sostegno dell’accesso all’occupazione per le persone in cerca di lavoro a suo tempo programmate nell’ambito del POR FSE Veneto 2014-2020, si farà riferimento al sistema di gestione e controllo attualmente vigente (DGR n. 669 del 28 aprile 2015 e s.m.i).
Il fine è concorrere al raggiungimento della crescita inclusiva, promuovendo un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.
Le risorse disponibili per la realizzazione di interventi di Work Experience afferenti all’Avviso di riferimento alla presente Direttiva ammontano ad un totale di Euro 5.000.000,00 a valere sulle risorse assegnate alla Regione del Veneto con Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020 di cui al Piano Sviluppo e Coesione.
Nel rispetto del principio della competenza finanziaria potenziata, di cui all’Allegato 4/2 del D.lgs. 118/2011 e s.m.i., punto 5.2, lett. c, si prevede che le obbligazioni di spesa, per un importo massimo di complessivi € 5.000.000,00 saranno assunte sul Bilancio Regionale di previsione approvato con L.R. n. 41 del 29/12/2020 Bilancio di previsione 2021-2023, nei seguenti termini massimi:
Tali risorse sono ripartite all’interno delle aperture di sportello per un importo massimo pari ad Euro 2.000.000,00 ciascuno.
Con il nuovo stanziamento si intende provvedere alla copertura finanziaria di tre sportelli secondo il calendario sotto riportato:
Periodo di presentazione
Data di pubblicazione istruttoria
Scadenza avvio progetto
Scadenza termine progetto
Apertura sportello
Giorni/mesi di apertura
Anno di riferimento
1
15febbraio – 15marzo
2021
15/04/2021
31/05/2021
31/03/2022
2
1 - 30 aprile
15/07/2021
15/05/2022
3
1 - 30 giugno
31/07/2021
15/10/2021
15/08/2022
Qualora la scadenza dei termini di presentazione dei progetti coincida con il sabato o con giornata festiva il termine sarà posticipato al primo giorno lavorativo successivo.
Per la presente direttiva la gestione finanziaria dei progetti prevede l’erogazione di una prima anticipazione per un importo del 40% coerentemente a quanto previsto al punto 4 “Aspetti finanziari” – procedure per l’erogazione dei contributi – DGR n. 670/2015 “Testo Unico beneficiari” e s.m.i. (versione in vigore DDR. n. 38 del 18/09/2020).
Inoltre " In caso di finanziamento, il soggetto beneficiario è tenuto agli obblighi informativi previsti dall’art. 35 del D.L. 34/2019 (cd. Decreto crescita) convertito in L. 58/2019 che ha modificato l’art. 1, commi da 125 a 129 della L. n.124/2017".
Si tratta pertanto di approvare, quali parti integranti e sostanziali del presente provvedimento:
Si propone di demandare al Direttore della Direzione Lavoro l’esecuzione del presente atto, ivi compresa l’adozione degli impegni di spesa, e di quanto ritenuto necessario ai fini dell’efficace gestione dell’attività.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
Visti:
delibera
15 febbraio – 15 marzo
(seguono allegati)
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