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Materia: Formazione professionale e lavoro
Deliberazione della Giunta Regionale n. 16 del 12 gennaio 2021
Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 in continuità con POR FSE Veneto 2014-2020 - Asse II Inclusione Sociale, Obiettivo Tematico 9. "Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione". Reg. UE n. 1303/2013 e Reg. UE n. 1304/2013. Direttiva per la presentazione di interventi di "Pubblica Utilità e Cittadinanza Attiva. Progetti per l'inserimento lavorativo temporaneo di disoccupati privi di tutele - Anno 2021".
Apertura dei termini per la presentazione di progetti di pubblica utilità e cittadinanza attiva a favore di soggetti svantaggiati esclusi dal mercato del lavoro. Il provvedimento intende sostenere i cittadini maggiormente in difficoltà e a rischio di povertà attraverso la realizzazione di esperienze di lavoro di pubblica utilità correlate ad azioni di orientamento e ricerca attiva di lavoro al fine di favorirne l’inclusione. Il provvedimento viene emanato in attuazione della DGR 1332 del 16 settembre 2020 relativa all’attuazione degli interventi sul Piano Sviluppo e Coesione (art. 44 della legge 58/2019) a seguito dell'Accordo tra Regione del Veneto e Ministro per il Sud e la coesione territoriale (Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020) le cui risorse sono destinate al finanziamento di iniziative di contrasto all’emergenza "COVID-19" e al contempo a garantire la prosecuzione dell’attuazione della strategia del POR FSE Veneto 2014-2020.
L'Assessore Elena Donazzan riferisce quanto segue.
Negli ultimi mesi, l'intero pianeta è stato scosso dal dramma del diffondersi della pandemia da COVID-19: il diffondersi del virus ha messo a dura prova i sistemi sanitari in tutto il mondo e, assieme alle difficoltà nell'accedere alle cure necessarie, l'impatto più importante sulle persone più povere e vulnerabili ha riguardato le misure di blocco rese necessarie per contrastare il diffondersi del contagio.
Secondo il Rapporto 2020 della Caritas su povertà ed esclusione sociale in Italia, intitolato “Gli anticorpi della solidarietà” la percentuale di “nuovi poveri” presi in carico dalla rete delle Caritas diocesane, è passata dal 31% nei mesi da maggio a settembre del 2019, al 45% nello stesso periodo del 2020. Nel 2020, su 44.858 persone accolte da circa 680 centri di ascolto (da maggio a settembre), circa ventimila si affacciavano per la prima volta in cerca di aiuto: è aumentata la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Tra gli assistiti prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare fermo a causa delle restrizioni imposte dal lockdown, i lavoratori dipendenti in attesa dei sostegni al reddito. E sempre di più sono anche le famiglie con minori, donne (54,4% contro il 50,5% del 2019) ed infine giovani che dal precariato sono passati alla disoccupazione. Si prospetta, quindi, l’ipotesi di una nuova fase di “normalizzazione” della povertà.
Inoltre, in linea con le sfide della Programmazione 2014-2020 e al fine del raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Commissione Europea nell’ambito della Strategia “Europa 2020” , e in particolare all’obiettivo di “crescita inclusiva”, finalizzato a promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale, la Regione del Veneto ha promosso diverse iniziative atte a favorire l'inclusione attiva, la promozione delle pari opportunità nonché la partecipazione attiva ed il miglioramento dell'occupabilità. In relazione a ciò, i lavori di pubblica utilità continuano a rappresentare una concreta opportunità di lavoro e ad essere un’iniziativa unica nel suo genere atta ad acquisire competenze e conoscenze del mondo del lavoro, rafforzando l’occupabilità di specifici target di popolazione più debole e a rischio povertà attraverso azioni di orientamento, accompagnamento e ricerca attiva. Dal 2009 ad oggi, infatti, l’iniziativa continua ad essere significativa, con un tasso di occupazione a 12 mesi dalla conclusione di oltre il 70%.
L’esperienza di lavoro di pubblica utilità presenta, infatti, una caratteristica peculiare: attraverso l’inserimento temporaneo dei destinatari in imprese private con contratti di lavoro a tempo determinato, i partecipanti hanno la possibilità di realizzare, per conto del soggetto pubblico proponente, lavori di pubblica utilità. I progetti di pubblica utilità, grazie alla partecipazione pubblico - privata degli attori sociali, costituiscono un efficace strumento di innovazione sociale che portano benefici per il territorio e la collettività creano opportunità lavorative e di reddito per i destinatari.
La presente iniziativa intende favorire l’occupabilità di soggetti particolarmente svantaggiati e contrastare la disoccupazione di lunga durata finanziando interventi di carattere generale rivolti ai cittadini, destinati a contribuire al miglioramento dei servizi resi ed il funzionamento della pubblica amministrazione.
L’obiettivo generale è triplice:
La recente deliberazione n. 541 del 30 aprile 2019 ha coinvolto 205 Comuni veneti e 732 destinatari, e attualmente si sono conclusi i 47 progetti approvati che, sottolineando l’utilità dell’iniziativa, favoriscono e sollecitano la proposta di un nuovo intervento.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Piano Sviluppo e Coesione di cui all'art. 44 della legge 58/2019, a seguito dell'Accordo tra Regione del Veneto e Ministro per il Sud e la coesione territoriale a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 assegnate alla Regione del Veneto con Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020, destinate al finanziamento di iniziative di contrasto all’emergenza "COVID-19" e al contempo a garantire la prosecuzione dell’attuazione della strategia del POR FSE Veneto 2014-2020.
Il provvedimento si pone, pertanto, nella cornice delle azioni del POR FSE Veneto 2014-2020 a sostegno dell'Obiettivo Tematico 9 e della priorità d’investimento 9.1 - Asse Inclusione Sociale il cui risultato atteso è quello di realizzare interventi multi professionali e sperimentali orientati a rendere effettiva l’inclusione sociale attiva dei destinatari.
Ci si propone, come effetto dell’intervento, il raggiungimento di almeno 430 destinatari finali, per i quali favorire un inserimento nel mercato del lavoro più stabile e continuativo o, per i lavoratori prossimi alla quiescenza, consentire il raggiungimento dei requisiti pensionistici.
L’iniziativa si rivolge a disoccupati di lunga durata, non percettori di ammortizzatori sociali, sprovvisti di trattamento pensionistico, svantaggiati e a rischio di esclusione sociale e povertà, residenti o domiciliati in Veneto, con più di 30 anni di età.
Al fine di perseguire la logica del lavoro in rete per un’efficace integrazione delle competenze, le iniziative di lavoro di pubblica utilità e cittadinanza attiva dovranno essere presentate da un partenariato pubblico-privato, composto uno o più Comuni, Unioni di Comuni o loro enti strumentali o società da essi partecipate, in veste di soggetto proponente e, obbligatoriamente, da uno o più Soggetti iscritti nell’Elenco regionale degli Enti accreditati per i Servizi al Lavoro di cui alla L.R. n. 3/2009 art. 25 “Accreditamento” e/o Soggetti non iscritti nel predetto elenco, purché abbiano già presentato istanza di accreditamento ai sensi della DGR n. 2238 del 20 dicembre 2011 “Approvazione del sistema di accreditamento allo svolgimento dei Servizi per il lavoro nel territorio della Regione Veneto (art. 25 L.R. n. 3/2009)”.
Gli interventi realizzati sulla base della Direttiva, Allegato B al presente provvedimento che ne forma parte integrante, saranno finanziati con le risorse di cui all'art. 44 della legge 58/2019, a seguito dell'Accordo tra Regione del Veneto e Ministro per il Sud e la coesione territoriale a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 assegnate alla Regione del Veneto con Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020.
Lo stanziamento proposto per l’intervento è pari a Euro 3.000.000,00 a valere sul cap. n. 104222 “FSC – Accordo Regione – Ministro per il Sud e la Coesione – Azioni per il sostegno all’occupazione – Trasferimenti correnti /artt. 241, 242, D.L. 19/05/2020, n. 34 – Del. CIPE 28/07/2020, n. 39” e nel rispetto del principio della competenza finanziaria potenziata, di cui all’Allegato 4/2 del D.lgs. 118/2011 e s.m.i., punto 5.2, lett. c, si prevede che le obbligazioni di spesa siano assunte a valere sul Bilancio Regionale di previsione approvato con L.R. n. 41 del 29/12/2020, nei seguenti termini massimi:
La gestione finanziaria dei progetti prevede l’erogazione di una prima anticipazione per un importo pari al 60% in linea con previsto al punto D “Aspetti finanziari” - procedure per l’erogazione dei contributi - DGR 670 del 28/04/2015 “Testo Unico dei beneficiari” e s.m.i.
Per quanto concerne le procedure ed i criteri di valutazione dei progetti presentati si procederà in analogia con i criteri di selezione già esaminati ed approvati nella seduta del Comitato di Sorveglianza del 30 giugno 2015 per il POR FSE 2014/2020, come previsto ai sensi dell’art. 110 del Regolamento UE n. 1303/2013.
La presentazione della domanda/progetto attraverso l’apposita funzionalità del sistema (SIU) dovrà avvenire entro e non oltre entro le ore 13.00 del quarantacinquesimo giorno dalla pubblicazione del presente provvedimento sul BURV.
Il provvedimento si avvale delle opzioni di semplificazione sulla base di Unità di Costo Standard (UCS), di cui al Regolamento (UE) n. 1303/2013 e al Regolamento (UE) n. 1304/2013. La metodologia di calcolo delle Unità di Costo Standard cui si riferiscono gli interventi oggetto della Deliberazione è stata approvata con la Dgr n. 671 del 28 aprile 2015.
Si tratta pertanto di approvare, quali parti integranti e sostanziali del presente provvedimento:
La Direzione Lavoro è incaricata dell’esecuzione del presente atto. Con specifico e successivo Decreto del Direttore della Direzione Lavoro sarà approvato ogni ulteriore provvedimento necessario per l’attuazione del presente deliberato, ivi compresa l’assunzione degli impegni di spesa.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
Visti:
delibera
(seguono allegati)
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