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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 73 del 01 agosto 2017


Materia: Veterinaria e zootecnia

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1080 del 13 luglio 2017

Gestione della specie lupo (Canis lupus) in Veneto - Proposta di adozione del regime di deroga previsto dall'art. 19, comma 2, della Legge 157/1992 e dall'art. 11 del D.P.R. 357/1997.

Note per la trasparenza

Il presente provvedimento approva la proposta di piano di gestione del lupo in Veneto ed incarica la competente struttura regionale a trasmettere il medesimo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ai fini dell'acquisizione del prescritto parere autorizzativo sul regime di deroga previsto dall'art. 19, comma 2, della Legge 157/1992 e dall'art. 11 del D.P.R. 357/1997.

L'Assessore Giuseppe Pan riferisce quanto segue.

La legge 6 dicembre 1991, n. 394 persegue gli obiettivi di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale attraverso l'istituzione di aree protette; la legge 11 febbraio 1992 n. 157 inserisce il lupo (Canis lupus) tra le specie particolarmente protette (art. 2 c. 1) ed il DPR 8 settembre 1997 n. 357, che recepisce la direttiva "Habitat" (Direttiva 92/43/CEE), così come modificato ed integrato dal DPR n. 120/2003, inserisce il lupo tra le specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e una protezione rigorosa.

In sintesi, l'attuale quadro normativo:

  • vieta la cattura e l'uccisione, il disturbo, il possesso, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione del lupo (DPR 357/1997, art.8 cc.1 e 2);
  • richiede una specifica autorizzazione per l'importazione di esemplari vivi o morti di lupo o di parti di essi (L. 874/1975, art. 4).
  • richiede l'autorizzazione della Regione, sulla base di uno studio di fattibilità valutato dall' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), per ogni intervento di reintroduzione in natura (DPR 357/1997, art.12);
  • richiede, per ogni attività di cattura a fini scientifici di lupi, sia un'autorizzazione regionale (L.157/1992, art.4), sia un'autorizzazione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio (DPR 357/1997, art. 11). Entrambe tali autorizzazioni devono essere espresse sulla base di un parere rilasciato dall'Istituto nazionale di riferimento;
  • prevede, al fine di prevenire danni gravi all'allevamento, la possibilità di deroga ai divieti di cattura o abbattimento dietro autorizzazione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio sentito l'ISPRA, a condizione che non esistano altre soluzioni praticabili e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni di lupo (L. 157/1992, art. 19 c. 2; DPR 357/1997, art.11 c.1);
  • prevede che l'erogazione di contributi a titolo di indennizzo e prevenzione dei danni, sia da parte delle Regioni che da parte degli Enti parco, sia conforme alla vigente normativa europea in materia di aiuti di Stato ai settori agricolo e forestale;
  • prevede una specifica disciplina nella materia dei danni da fauna selvatica ai sensi degli Orientamenti per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020 di cui alla Comunicazione 2014/C 204/01 della Commissione europea del 1 luglio 2014;
  • prevede che, ai sensi dell'art. 66 comma 14 della Legge 388/2000 "al fine di favorire la puntuale realizzazione dei programmi di gestione faunistico-ambientale sul territorio nazionale da parte delle Regioni, degli Enti Locali e delle altre istituzioni delegate ai sensi della Legge 11/2/1992 n. 157 e ss.mm.ii. , a decorrere dal 2004 il 50% dell'introito derivante dalla tassa erariale di cui all'art. 5 della tariffa annessa al DPR 26/10/1972 n. 641, come sostituita dal Decreto del Ministero delle Finanze del 28/12/1995 (...) è trasferito alle Regioni (...)";
  • prevede che all'interno delle aree protette sia l'Ente parco nazionale a provvedere alla conservazione e gestione della fauna e a indennizzare i danni causati dalla fauna del Parco ospitata nella medesima area protetta (L. 6 dicembre 1991, n. 394/91);
  • prevede il monitoraggio delle popolazioni di lupo e l'implementazione di una banca dati sugli esemplari rinvenuti morti da parte delle Regioni sulla base di linee guida prodotte dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio in contatto con l'ISPRA e il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali (DPR 357/1997, art. 7 c. 2).

Il quadro normativo italiano, così definito, coerentemente con le linee guida internazionali, dà priorità ad una conservazione a livello di popolazione rispetto a quella rivolta alla tutela dei singoli individui. Esso demanda alle Regioni ed alle Province Autonome una larga parte delle competenze in materia di monitoraggio, gestione e riqualificazione faunistica, di repressione degli illeciti, di realizzazione di eventuali piani di controllo, di risarcimento dei danni. All'interno delle aree protette è normalmente l'Ente parco responsabile di tali attività.

In ambito regionale, l'attuale presenza del lupo, ha avuto origine con l'arrivo di un primo esemplare di lupo femmina nelle montagne della Lessinia ad inizio 2012, a cui ha fatto seguito nella primavera dello stesso anno l'arrivo, nella stessa area, di un secondo esemplare, maschio, proveniente invece dalla popolazione balcanico-dinarica, la cui dispersione si era potuta seguire in quanto dotato di radio collare nell'ambito di un progetto di ricerca condotto dall'Università di Ljubliana (SLO).

L'incontro dei due soggetti e il successivo evento di riproduzione, accertato nel corso del 2013, ha dato origine così alla formazione del primo branco di lupo delle Alpi centro-orientali, caratterizzato peraltro dalla peculiarità di essere formato da soggetti fondatori provenienti da due popolazioni distinte (quella italiana e quella balcanica) separate tra loro da oltre due secoli.

Ulteriori segnalazioni di altri soggetti di lupo nelle vicine regioni del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia concorrono a definire chiaramente un contesto di progressiva espansione della specie nei settori centro-orientali dell'arco alpino.

Per questa specie, l'Amministrazione regionale ha ritenuto riproporre le strategie sviluppate per la specie orso: garanzia del regime di protezione; azione di sensibilizzazione nei confronti delle comunità locali; apprestamento di un idoneo sistema gestionale.

Per quanto sopra esposto, l'Amministrazione regionale ha aderito, con DGR n. 2298 del 10 dicembre 2013, al Progetto LIFE12 NAT/IT/000807 LIFE WOLFALPS "Wolf in the Alps: implementation of coordinated wolf conservation actions in core areas and beyond" (Il lupo nelle Alpi: implementazione di azioni coordinate per la conservazione del Lupo in core aree e nell'intorno;, di seguito "il progetto"), progetto promosso dal Parco naturale Alpi Marittime, nel cui territorio il parco medesimo ha sviluppato nel corso degli ultimi dieci-quindici anni diverse iniziative pilota a livello nazionale riguardanti la gestione della specie (Progetto Lupo Piemonte, con l'istituzione presso lo stesso Parco del Centro Gestione e Conservazione Grandi Carnivori).

Il progetto, agli atti dell'allora competente Struttura Unità di Progetto Caccia e Pesca, avente dimensione finanziaria complessiva di € 6.100.454,00 con finanziamento comunitario per complessivi € 4.174.309,00 (pari al 68,4 %) e durata prevista di 4 anni e 9 mesi (dal 1.09.2013 al 31.05.2018), vede quale beneficiario coordinatore il Parco naturale Alpi Marittime e la partecipazione diretta della Regione del Veneto quale beneficiario associato assieme al Corpo Forestale dello Stato (oggi Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare Carabinieri - CUTFAAC), al Museo delle Scienze di Trento (MUSE), all'Ente di gestione Aree Protette Alpi Cozie, all'Ente di gestione del Parco naturale del Marguareis, all'Ente di gestione Aree protette dell'Ossola, al Consorzio Parco Nazionale dello Stelvio, all'Ente Parco nazionale Val Grande, alla Regione Lombardia, all'Università di Ljubliana (SLO) e al Parco Nazionale del Triglav (SLO).

Il Progetto è definitivamente divenuto operativo a seguito della sottoscrizione da parte del beneficiario coordinatore, Parco naturale Alpi Marittime, del Grant Agreement (Accordo di sovvenzione) in data 6 settembre 2013.

Il Progetto, denominato appunto "Wolf in the Alps: implementation of coordinated wolf conservation actions in core areas and beyond" (acronimo WOLFALPS), prevede la realizzazione, in sette aree chiave o "core areas" (1. Alpi Marittime, 2. Alpi Cozie, 3. Ossola e Val Grande, 4. Alpi Centrali italiane, 5. Lessinia, 6. Dolomiti e 7. Alpi orientali), di misure di conservazione, di misure gestionali, con particolare attenzione all'attenuazione dell'impatto della specie sulle produzioni zootecniche, e di azioni di comunicazione, in un'ottica complessiva di trasferimento delle cosiddette "best practices" dalle Alpi occidentali, nelle quali si è maturata nello scorso decennio una importante esperienza gestionale, alle Alpi centro orientali di recente o prossima ricolonizzazione da parte della specie. E' altresì prevista la definizione di linee guida di gestione della specie attraverso piani locali ai quali è affidata la "conciliazione" della protezione del lupo (specie particolarmente protetta ai sensi della legge 157/92) con le attività umane. Il progetto prevede inoltre azioni per valorizzare la strategia di conservazione nell'ambito di iniziative di eco-turismo.

Nell'ambito del Progetto la partecipazione della Regione del Veneto si sviluppa attraverso le Strutture tecniche competenti in materia di gestione faunistica (Direzione Agroambiente, Caccia e Pesca) e in materia di gestione delle aree protette e biodiversità (Struttura di Progetto Strategia regionale della Biodiversità e dei Parchi) con un budget complessivo pari ad € 560.613,00 di cui € 430.613,00 di cofinanziamento comunitario.

Gli obiettivi perseguiti dal progetto sopra citato si possono essenzialmente ricondurre alla conservazione e gestione della specie lupo compatibilmente con tutte le implicazioni economiche, sociali ed ambientali.

Ad oggi le azioni intraprese e quelle che si ritiene utile intraprendere per la compatibilità della presenza del lupo si possono così riassumere:

  1. Monitoraggio della popolazione di lupo;
  2. Informazione trasparente ai portatori di interesse;
  3. Formazione degli operatori (Agenti dei Corpi di Polizia provinciale, Guardia parco, Agenti del CUTFAAC, personale delle Regioni e delle Province, ecc.);
  4. Misure di prevenzione dalle predazioni e dai danni in genere;
  5. Risarcimento dei danni subiti dal mondo agricolo e dagli allevatori.

Ad oggi la presenza del lupo in Veneto, ben evidenziata dalla relazione tecnica "Lo status del Lupo in veneto 2014 - 2016, con aggiornamento a marzo 2017", elaborata nell'ambito dell'Azione A4 dello stesso Progetto Wolfalps (consultabile e scaricabile alla pagina: http://www.lifewolfalps.eu/download/) delinea una situazione che, parte dell'opinione pubblica, percepisce come emergenziale e necessitante di un intervento "straordinario" da parte dell'Amministrazione regionale con l'adozione di un Piano di gestione che possa in qualche modo "mitigare" gli specifici conflitti sociali ed economici sempre più manifesti nelle zone del territorio interessate dalla presenza del lupo.

A ciò aggiungasi che, nel corso dell'ultimo anno si è assistito ad una decisa espansione numerica e territoriale della presenza di lupi nel territorio regionale, come si evince dalla recente relazione tecnica sopra citata, attestante ad oggi la presenza stabile di lupi (branchi o coppie stabili), oltre che in Lessinia, anche nell'Altopiano dei Sette Comuni, nell'area del Massiccio del Grappa e della Valbelluna, nonché dal rilievo di segni di presenza e di predazioni sui domestici, probabilmente dovuti ad esemplari di lupo non stabili ma in fase di dispersione, anche in altre aree come il Monte Baldo e l'Alpago. Tale fenomeno impatta fortemente sull'attività zootecnica che ha sinora svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale di presidio del territorio per la sua conservazione e fruizione anche a fini non agricoli (es. turistici, ricreativi, ecc.).

Il crescente numero di danni, che si accompagna alle difficoltà registrate nell'avviare la pratica della prevenzione dei danni, unito alle sempre più frequenti notizie di presenza di esemplari di lupo nel territorio regionale, notizie spesso amplificate in maniera allarmistica dai media, delineano una situazione che viene percepita, da parte dell'opinione pubblica, in particolare a livello locale nelle aree interessate, come emergenziale e necessitante di un intervento straordinario da parte dell'Amministrazione regionale con l'adozione di un Piano di gestione che possa in qualche modo "mitigare" gli specifici conflitti sociali ed economici sempre più manifesti nelle zone del territorio interessate dalla presenza del lupo. In tal senso si vedano le mozioni del Consiglio regionale n. 90 del 4 gennaio 2016, discussa e approvata in Consiglio l'11 aprile 2017 e la mozione n. 230 presentata in Consiglio regionale il 10 maggio 2017 e di prossima discussione in aula.

Tutto ciò premesso, e nella consapevolezza dell'importanza, al fine di contenere i motivi di conflitto nelle comunità locali nei confronti della specie, di proseguire e incentivare tutti gli interventi volti alla diffusione capillare dei sistemi di prevenzione dei danni, nella convinzione della necessità di un intervento gestionale volto a mitigare con effetto immediato detta conflittualità sociale locale, anche al fine di prevenire azioni illecite a scapito della specie, si ritiene opportuno procedere, nel pieno rispetto delle normative comunitarie e nazionali vigenti, a richiedere all'autorità competente l'autorizzazione all'applicazione della deroga prevista dall'articolo 11 del DPR 357/1997 nei termini specificati nel "Progetto per un piano di gestione della specie Lupo (Canis lupus) in Veneto - richiesta di deroga ai sensi dell'art. 11 del DPR 357/97 e dell'art. 19 della l. 157/1992", facente parte integrante del presente provvedimento quale Allegato che si approva con il presente atto ai fini della sua successiva trasmissione al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ai fini dell'acquisizione del prescritto parere autorizzativo ai sensi dell'art. 11 del DPR 357/97.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTA la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (c.d. direttiva "Habitat");

VISTO l'art.2, comma 2, della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

VISTA la legge 6 dicembre 1991, n. 394 "Legge quadro sulle Aree Protette";

VISTO il DPR 8 settembre 1997 n. 357 "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche";

VISTA la Legge 11 febbraio 1992 n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio";

VISTA la Legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio";

VISTA la Legge regionale 31 dicembre 2012, n. 54 "Legge regionale per l'ordinamento e le attribuzioni delle strutture della Giunta regionale in attuazione della Legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1 "Statuto del Veneto",

RITENUTO di fare propria la proposta del relatore

delibera

1.      di approvare il documento "Progetto per un piano di gestione della specie Lupo (Canis lupus) in Veneto - richiesta di deroga ai sensi dell'art. 11 del DPR 357/97 e dell'art. 19 della l. 157/1992", facente parte integrante del presente provvedimento quale Allegato A;

2.      di disporre la trasmissione del documento di cui al precedente punto 1. al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ai fini dell'acquisizione del prescritto parere autorizzativo sul regime di deroga previsto dall'art. 19, comma 2, della Legge 157/1992 e dall'art. 11 del D.P.R. 357/1997;

3.      di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;

4.      di incaricare la Direzione Agroambiente, Caccia e Pesca dell'esecuzione del presente atto;

5.      di pubblicare il presente atto nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

1080_AllegatoA_349925.pdf

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