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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 24 del 13 marzo 2015


Materia: Agricoltura

Deliberazione della Giunta Regionale n. 223 del 24 febbraio 2015

Crisi del settore lattiero-caseario: Sostegno alle azioni di valorizzazione della filiera lattiero casearia veneta ed impegno a sollecitare il Governo ad applicare le misure a favore della filiera e della trasparenza dei rapporti interprofessionali.

Note per la trasparenza

Con la presente Deliberazione si condivide la risoluzione del Consiglio regionale n. 81 del 12 febbraio 2015 "Crisi del settore lattiero caseario: maggiore trasparenza nella filiera tra gli attori del sistema e valorizzazione della qualità e della specificità dei prodotti" impegnandosi a sostenere il settore con ogni utile strumento di politica agricola regionale e sollecitando il governo a porre in campo le iniziative di propria competenza.

L'Assessore Franco Manzato riferisce quanto segue.

Il comparto del Made in Italynelle filiere agroalimentari è universalmente riconosciuto come una straordinaria leva competitiva "ad alto valore aggiunto" per lo sviluppo dell'economia nazionale, tanto più in un momento di grave crisi nella quale sia il Paese, sia la Regione sono alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell'economia e della crescita occupazionale.

Nel corso degli ultimi anni l'agricoltura nazionale e quella regionale veneta, a causa di molteplici fattori sovraordinati (globalizzazione, accordi sul commercio internazionale, allargamento dell'Unione Europea, riforme successive della Politica Agricola Comune), sono state sottoposte ad una pressione tale da rendere necessario l'avvio di un processo di adeguamento, ristrutturazione e concentrazione; processo, per alcuni comparti, lontano dalla conclusione.

Le richieste in sede WTO-Organizzazione Mondiale del Commercio di ulteriore riduzione del sostegno interno all'agricoltura concorrono ad amplificare gli effetti negativi sul reddito degli imprenditori agricoli dell'abbattimento delle barriere tariffarie - la cosiddetta globalizzazione - e dell'allargamento della UE che determinano la presenza sui mercati nazionali di prodotti agricoli a prezzi inferiori rispetto a quelli italiani in ragione del minor costo di produzione.

Tuttavia c'è da considerare che le derrate internazionali spiccano prezzi più competitivi vuoi per l'effettivo minor costo dei fattori produttivi, ma anche per la scarsa o incompleta remunerazione o addirittura sfruttamento del lavoro umano e la ridotta attenzione per i controlli sul sistema produttivo e sugli impatti dello stesso sull'ambiente e sul clima (le cosiddette esternalità negative).

Le severe normative unionali, infatti - finalizzate alla qualità delle produzioni, alla sicurezza dei consumatori, alla salvaguardia dell'ambiente e al benessere degli animali -, implicano dei costi aggiuntivi per i produttori europei rispetto ai produttori internazionali, che, tuttavia, impattano in maniera differenziata all'interno dei diversi stati membri, in relazione alle caratteristiche territoriali ed all'organizzazione della produzione, colpendo particolarmente la Pianura padana piuttosto che le zone del nord ed est Europa.

I prodotti internazionali, di qualità indifferenziata e di minori costi di produzione e quindi, di vendita, stanno conquistando progressive quote di mercato a grave danno in primis dei produttori nazionali e regionali che, non riuscendo più ad essere competitivi, potrebbero essere costretti a chiudere le proprie aziende, ma anche dei consumatori cui potrebbe non essere garantito un livello adeguato di qualità e sostenibilità etica ed ambientale del prodotto.

Tale situazione di mercato conduce a gravi squilibri nelle dinamiche tra domanda ed offerta e nel prezzo del latte pagato alla stalla ai produttori agricoli, soprattutto per quelli che lo conferiscono all'industria di trasformazione.

Per il settore lattiero-caseario nazionale e regionale si prospettano quindi strategici, sia il miglioramento della competitività delle aziende rispetto la concorrenza internazionale, sia il recupero di valore aggiunto, ora lasciato ad altri segmenti della filiera.

Il miglioramento della competitività passa necessariamente attraverso la qualificazione/valorizzazione dei prodotti nazionali e regionali ed il miglioramento dell'efficienza del processo produttivo, sia in stalla che in caseificio, ricercando, nuove soluzioni gestionali aziendali ed organizzative interaziendali nonché nuovi prodotti adatti alle esigenze del consumatore e del sistema distributivo moderno.

Fattore determinante la differenziazione dal prodotto internazionale è l'identificazione della zona di provenienza, al fine di fidelizzare il cliente attraverso campagne promozionali che lo facciano partecipe e proattivo rispetto al sistema territoriale in cui vive e di cui "si fida". Tuttavia, l'implementazione di tali strategie a vantaggio delle imprese nazionali e regionali impegnate a qualificare i prodotti sul mercato con elementi di distinzione, rispetto alla banalizzazione internazionale, trovano scarso sostegno o addirittura ostacolo nelle normative merceologiche nazionali e comunitarie di basso profilo che si limitano a definire parametri qualitativi minimi troppo bassi, che impediscono alle aziende nazionali di esprimere elementi di distinzione qualitativa.

Sul versante della diffusione delle informazioni va certamente promossa anche una più efficace e trasparente diffusione di informazioni al consumatore che permetta di recuperare il corretto rapporto con il produttore ed il prodotto locale assicurando, ai cittadini la trasparenza in ordine alla provenienza e destinazione dei flussi di importazione di latte e derivati e dare rapidamente ed efficacemente corso, da parte del Ministero, al programma di promozione del latte e dei prodotti lattiero caseari nelle scuole - previsto dall'articolo 26 del Regolamento (UE) n. 1308/2013.

Relativamente al raggiungimento della forza contrattuale necessaria, agli operatori della produzione di latte bovino, per concorrere alla giusta ridistribuzione del valore aggiunto all'interno della filiera diventa fondamentale l'intervento dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro quelle forme di concorrenza sleale e di abuso di posizione dominante nel mercato che creano le condizioni di oligopolio della domanda rendendo difficile la contrattazione.

In Veneto la produzione lattiero-casearia è sempre stato fattore di sviluppo e gestione territoriale, assumendo rilevanza anche strutturale rispetto al tessuto economico e sociale in particolari ambiti quali quelli montani e l'area centrale veneta. Per il 2014 si può stimare, nelle oltre 3.600 aziende produttrici, una produzione di 1,11 tonnellate, concentrate soprattutto nelle province di Vicenza, Verona, Padova e Treviso.

E' altresì da sottolineare la peculiarità del sistema produttivo veneto che vede una forte componente del mondo cooperativo impegnata nella lavorazione della materia prima - la metà dei primi acquirenti sono latterie sociali cooperative e, in situazioni particolari, quali la provincia montana di Belluno, la quasi totalità dei primi acquirenti è costituita da latterie sociali -; condizione che ha permesso una importante azione di ammortizzazione delle fluttuazioni di mercato a garanzia dei soci e, quindi, della stabilità dei redditi dei produttori primari.

Altro fattore importante del sistema lattiero caseario veneto è la destinazione del latte, utilizzato per l'85% per la produzione casearia con una componente preponderante dei prodotti a marchio (55%), che hanno visto nell'ultimo anno un aumento della produzione soprattutto per i formaggi esclusivamente veneti o prodotti prevalentemente in Veneto, quali l'Asiago - 1.610.000 forme con +2,4% per il Pressato e +20% per l'Allevo - il Montasio - 900.000 forme con +11% - e il Piave - 360.000 forme con +14%. Segno, in considerazione che tali produzioni sono soggette a piani di gestione dell'offerta predisposti dal Consorzi di Tutela ed approvati dall'assemblea dei soci, dell'importanza di una politica della qualità e della tracciabilità che consente al consumatore di conoscere la provenienza e la garanzia del prodotto acquistato.

In Veneto quindi, sussistono i presupposti da cui partire per contenere gli effetti della globalizzazione e della liberalizzazione produttiva dopo l'eliminazione delle quote, attraverso le leve disponibili per l'amministrazione regionale per incentivare l'adesione ai sistemi certificati di qualità, la promozione dei prodotti DOP nei mercati, l'aggregazione dell'offerta, il ruolo delle Organizzazione dei produttori e dei Consorzi di Tutela nonché l'adeguamento tecnologico ed organizzativo dell'intera filiera di produzione.

D'altro canto la Regione del Veneto si farà carico di sostenere presso il Governo ogni possibile azione a vantaggio sia dell'agricoltore che del consumatore ai fini non solo della programmazione della produzione ma anche della trasparenza del prodotto e dei rapporti di filiera, quali la raccolta e la pubblicazione dei dati produttivi e dell'importazione di latte e prodotti caseari, la verifica dei prezzi e degli accordi al fine di non incorrere in abuso di posizione dominante o condotta commerciale sleale, la prevenzione e repressione delle frodi.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

Udito il relatore, il quale dà atto che la struttura proponente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;

VISTA la Risoluzione n. 81 del 12 febbraio 2015 "Crisi del settore lattiero caseario: maggiore trasparenza nella filiera tra gli attori del sistema e valorizzazione della qualità e della specificità dei prodotti"

VISTO l'articolo 26 del Regolamento (UE) n. 1308/2013 del 17 dicembre 2013 "Organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli";

VISTA la nota del Presidente Coldiretti Veneto n. 22/PRES/vm del 9 febbraio 2015 "Proposta di ordine del giorno per la valorizzazione del latte italiano"

VISTA la delibera della Giunta regionale n. 2140 del 25 novembre 2013"Organizzazione amministrativa della Giunta regionale: istituzione delle strutture organizzative in attuazione della legge regionale n. 54 del 31.12.2012. Deliberazione della Giunta regionale n. 67/CR del 18 giugno 2013.";

VISTO l'art. 2, co. 2, della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

delibera

1.    di condividere la Risoluzione del Consiglio regionale del Veneto n. 81 del 12 febbraio 2015 "Crisi del settore lattiero caseario: maggiore trasparenza nella filiera tra gli attori del sistema e valorizzazione della qualità e della specificità dei prodotti" sostenendo con ogni utile strumento il miglioramento dell'efficienza dell'impresa zootecnica da latte, l'aggregazione dei produttori per la partecipazione ai sistemi di qualità, la valorizzazione e la promozione dei prodotti DOP e dell'identità del territorio;

2.    di sostenere presso il Governo ogni possibile azione per la raccolta e la pubblicazione dei dati produttivi e dell'importazione di latte e prodotti caseari, la verifica dei prezzi e degli accordi al fine di non incorrere in abuso di posizione dominante o condotta commerciale sleale, la prevenzione e repressione delle frodi, la trasparenza delle etichettature;

3.    di sollecitare il Governo alla rapida attuazione delle misure di promozione del latte e dei prodotti lattiero caseari nelle scuole - previsto dall'articolo 26 del Regolamento (UE) n. 1308/2013 - nonché delle azioni previste a vantaggio del sistema zootecnico da latte nel Programma Sviluppo Rurale Nazionale, con particolare riguardo allo strumento di stabilizzazione del reddito

4.    di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;

5.    di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.

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