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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 16 del 13 febbraio 2015


Materia: Agricoltura

Deliberazione della Giunta Regionale n. 2576 del 23 dicembre 2014

"La tutela del Made in nel settore agroalimentare". Iniziative di formazione, informazione e studio in materia di contraffazione alimentare a favore dei Consumatori a valere sulla Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 27. Approvazione del progetto e relativo impegno di spesa.

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento si propone di approvare la realizzazione di uno studio in materia di contraffazione alimentare da realizzarsi a cura della Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" e di impegnare la relativa spesa.

Estremi dei principali documenti di istruttoria:
Nota n. 637/FO del 30/10/2014 della Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" di trasmissione proposta di studio.
 

L'Assessore Franco Manzato riferisce quanto segue.

Con Deliberazione della Giunta regionale del 5 agosto 2014, n. 1480, ad oggetto "Disponibilità della Giunta della Regione del Veneto a collaborare con la Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" al fine della realizzazione di attività rivolte alla formazione, informazione e studio a favore della tutela dei Consumatori a valere sulla Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 27", è stato approvato di aderire agli intenti e propositi dalla Fondazione di Coldiretti "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare".

L'art. 6, comma 01, della Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 27 "Norme per la tutela dei consumatori, degli utenti, e per il contenimento dei prezzi al consumo", prevede che la Giunta regionale adotti iniziative riguardanti attività ritenute prioritarie per la tutela dei consumatori, con particolare riferimento a:

a) attività di educazione ed informazione alimentare a tutela dei consumatori;

b) attività di educazione ed informazione sui temi delle frodi, falsificazioni, contraffazione e sofisticazioni di prodotti e servizi;

c) attività di educazione e informazione relativamente alla sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi;

d) attività di informazione, educazione e formazione sotto il profilo etico e sociale, attività di educazione ed informazione relativamente all'erogazione di servizi di pubblica utilità.

e) azioni a favore della tutela e sicurezza della salute dei consumatori da realizzarsi nel rispetto della normativa statale;

f) attività di supporto e collaborazione, anche attraverso finanziamenti regionali, dell'attività operativa di enti o organismi riconosciuti dalle leggi dello Stato quali deputati all'azione di contrasto delle frodi, falsificazioni, contraffazione e sofisticazione dei prodotti e servizi.

Il medesimo articolo 6, al comma 02, prevede che tali interventi possano essere realizzati direttamente dalla Regione o in collaborazione con gli enti locali, le altre Regioni, le Camere di Commercio o con altri soggetti pubblici o privati.

La contraffazione dei prodotti colpisce ormai qualsiasi prodotto in commercio ed in particolare quei prodotti che nel mondo portano l'indicazione del Made in Italy. Il fenomeno della contraffazione è stato per troppo tempo sottovalutato, da molti classificato ed incasellato come un "reato minore", come qualcosa di cui ci si poteva anche non occupare ma oggi finalmente si è capito che contraffazione fa rima con disoccupazione e tra le aziende più colpite ci sono proprio quelle italiane.

Oggi viene contraffatta un'infinità di beni che, volontariamente o involontariamente, il consumatore acquista. La contraffazione riguarda tutto, dai cerchioni per le auto alla passata di pomodoro, dai pezzi di ricambio per gli aerei ai frullatori, dai farmaci ai ciucci per i bambini, le scarpe, i biglietti ferroviari....

La contraffazione rappresenta un pezzo della nostra economia che svanisce: si è stimato che reca un danno all'economia italiana pari alla perdita di 110/120.000 posti di lavoro. Un giro d'affari illegale di quasi 7 miliardi di euro. I numeri però non rendono l'idea di quello che provoca la contraffazione, probabilmente sono più comprensibili le conseguenze di ciò che non vediamo. Sono le serrande dei negozi abbassate ed arrugginite, i cartelli scoloriti con scritto 'vendesi' o 'affittasi' e i piazzali delle imprese infestati dall'erba incolta.

Certamente sarebbe riduttivo motivare il processo di chiusura delle nostre imprese addossandone le responsabilità unicamente alla contraffazione. Possiamo però certamente dire che è stato, ed in parte lo è ancora, un fenomeno economico illegale sottovalutato che silenziosamente ha eroso, rendendola non competitiva, una parte della nostra economia. Sbaglia chi pensa che la contraffazione riguardi solamente la vendita di borsette, cinture e cappellini in strada su cui è malamente applicato il logo di blasonati stilisti. Vi sono anche i falsi pomodori Made in China, il miele, il tartufo, la marmellata, il salame, le mozzarelle, il parmigiano, il grana, il pesce....la lista è lunga e non passa settimana che qualche corpo di polizia non sequestri merce contraffatta in qualche parte d'Italia.

La contraffazione non è solo merce importata dalla Cina, anche gli italiani si danno da fare: l'olio extravergine d'oliva, la polvere per realizzare i prestigiosi vini italiani, le scarpe, le passate di pomodori. Il settore agroalimentare, che negli ultimi anni sta crescendo, è particolarmente colpito dal fenomeno della contraffazione. Il buon cibo italiano, universalmente conosciuto ed apprezzato, è parte consistente della cultura italiana che si è imposta nel mondo ed è quindi logico che ci sia chi cerca di introdursi abusivamente nel grande commercio dei prodotti alimentari marchiati Made in Italy.

Il fenomeno della contraffazione è gestito dalla criminalità organizzata, che è dinamica e transnazionale. Dinamica perché la Dark Economy, in quanto inosservante di molte regole tipiche di un sistema legale, si muove ad una velocità maggiore di quest'ultimo. Transnazionale in quanto se aumentano i controlli nei porti di Napoli e Gioia Tauro, le merci cambiano rotta e vengono fatte sbarcare nei porti del Nord Europa o della Spagna.

Per combattere con efficacia il fenomeno della contraffazione, prima di tutto bisogna conoscerlo, quindi studiarlo. A livello nazionale ed europeo è necessario "fare gruppo" e dedicare risorse e fondi di ricerca per studiare il fenomeno. Occorre fissare un'unità di misura comune per tutti i Paesi. Bisogna capire quanto il malato è grave, trovare un termometro e suggerire la cura per estirpare il male. Occorre difendere i consumatori sia non facendogli trovare in commercio prodotti contraffatti sia formandoli ed informandoli. Non va più confuso "acquisto volontario" con "acquisto involontario": la passata di pomodoro falsamente marchiata Made in Italy, ma in realtà Extracomunitaria, che possiamo trovare sullo scaffale di un supermercato, è un "acquisto involontario" che i consumatori subiscono.

Ed è evidente che si tratta anche di concorrenza sleale: i corrispondenti prodotti veramente Made in Italy, prima di raggiungere la tavola, sono sottoposti a esami che comportano anche costi. Quanti rischi per la salute del consumatore comporta la commercializzazione di prodotti alimentari di cui non è noto il luogo di produzione? Quanti diritti umani sono calpestati per ogni prodotto contraffatto acquistato? Quanto ambiente si distrugge? Quanta immigrazione clandestina si alimenta? E quante imprese italiane sane, già schiacciate dal fardello della burocrazia e messe a dura prova dalla crisi, rischiano invece di chiudere? Quante imprese e famiglie sono rimaste intrappolate in fallimenti causati da meccanismi legati al fenomeno della contraffazione?

Va ricordato inoltre che dal 13 dicembre 2014 è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo n. 1169. L'obiettivo ufficiale è quello di "migliorare il livello di informazione e di protezione dei consumatori", si legge sul sito della UE; ad esempio nelle etichette non sarà più indicata la parola "sodio" ma più semplicemente "sale", oppure dovranno essere indicate in modo più chiaro le sostanze a cui i consumatori possono essere allergici.

Purtroppo però il medesimo regolamento prevede che non sia più obbligatoria l'indicazione dello stabilimento di produzione, un'informazione che finora in Italia era obbligatoria per Legge. Questa informazione ora diverrà facoltativa e secondo alcuni esperti comporterà lo spostamento da parte delle multinazionali dei luoghi di produzione dove la manodopera costa meno, con grave danno per la produzione italiana.

Da un recente articolo apparso il 12 dicembre 2014 sul settimanale "L'Espresso" dal titolo "Quei cibi di origine misteriosa. L'Europa toglie l'obbligo di indicare sull'etichetta dove vengono confezionati. E apre le porte ai cloni degli alimenti italiani", si legge questo: "Ferdinando Sarzi, titolare della Sterilgarda, dopo un recente viaggio negli Stati Uniti dice: "Lì il made in Italy continua ad essere fortissimo, ma adesso che non sarà più obbligatorio indicare lo stabilimento di produzione, qualcuno per esempio che ha sede legale da noi ma fabbriche all'estero, potrebbe approfittarne per vendere come italiano ciò che in realtà viene lavorato fuori". Insomma le nuove regole potrebbero agevolare i prodotti "Italian Sounding", quelli che attraverso nomi e simboli stampati sulla confezione rimandano ad una presunta italianità, un fenomeno che, secondo le ultime stime del Governo, vale già oggi circa 55 miliardi di euro, quasi il doppio delle esportazioni alimentari nostrane".

In seguito alla disponibilità della Giunta regionale espressa con la DGR n. 1480/2014, la Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" ha presentato, in data 30/10/2014 una proposta di progetto di cui all'Allegato A.

Il progetto ha lo scopo di realizzare uno studio, affidato a Magistrati esperti della materia, membri del Comitato Scientifico della Fondazione, su "La tutela del Made in nel settore agroalimentare" con l'obiettivo di evidenziare la stretta correlazione tra il concetto di "corruzione" e "contraffazione alimentare"; costruire e predisporreproposte normative da presentare alle Istituzioni; sensibilizzareil pubblico di massa alla cultura della legalità nell'ambito della contraffazione alimentare.

Gli argomenti che verranno trattati nello studiosaranno indicativamente i seguenti:

  • La tutela del marchio: tra interesse pubblico e interessi privati
  • Le esperienze di costituzione di un marchio nazionale
  • Le fattispecie penali dirette a tutelare il marchio nel settore agroalimentare
  • La esperienze regionali La legittimazione regionale in materia di agricoltura
  • Le esperienze regionali in tema di tutela dei prodotti regionali
  • Le interpretazioni rese dalla Corte costituzionale a tutela della concorrenza

·        Le aperture affermate dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici

Il costo per la realizzazione del progetto è pari ad euro 50.000,00 e lo stesso verrà concluso entro il mese di aprile 2015.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura proponente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;

VISTA la DGR n. 1480 del 5 agosto 2014 avente ad oggetto "Disponibilità della Giunta della Regione del Veneto a collaborare con la Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" al fine della realizzazione di attività rivolte alla formazione, informazione e studio a favore della tutela dei Consumatori a valere sulla Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 27";

VISTA la Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 27, "Norme per la tutela dei consumatori, degli utenti e per il contenimento dei prezzi al consumo";

VISTA la Legge regionale 31 dicembre 2012, n. 54, "Legge regionale per l'ordinamento e le attribuzioni delle strutture della Giunta regionale in attuazione della Legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1 Statuto del Veneto";

VISTA la DGR n. 2140 del 25 novembre 2013 avente ad oggetto "Organizzazione amministrativa della Giunta regionale: istituzione delle strutture organizzative in attuazione della legge regionale n. 54 del 31.12.2012. Deliberazione della Giunta regionale n. 67/CR del 18 giugno 2013";

VISTO l'art. 2, comma 2, della Legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

VISTA la Legge di Assestamento del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2014;

delibera

1.      di approvare le premesse quali parti integranti il presente provvedimento;

2.      di approvare il progetto di cui all'Allegato A,che forma parte integrante del presente provvedimento;

3.      di approvare lo schema di convenzione di cui all'Allegato B, e relativo Allegato B B-1che forma parte integrante del presente provvedimento, da stipularsi tra la Regione del Veneto e la Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare" per la realizzazione del progetto;

4.      di impegnare a favore della Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare"- Via XXIV Maggio, 43 - 00187 Roma, Codice Fiscale e Partita IVA 12760461009, la spesa di euro 50.000,00 sul capitolo n. 101410 "Azioni regionali per la tutela dei consumatori, degli utenti e per il contenimento dei prezzi al consumo (L.r. 23 ottobre 2009, n. 27) del Bilancio di previsione dell'esercizio finanziario corrente, (UPB U0071 - Codice SIOPE 1.06.03.1634), che presenta sufficiente disponibilità;

5.      di dare atto che la spesa di cui si dispone l'impegno con il presente atto non rientra nelle tipologie soggette a limitazione ai sensi della L.r. n. 1/2011;

6.      di incaricare il Direttore della Sezione Parchi Biodiversità Programmazione Silvopastorale e Tutela dei Consumatori di tutti i necessari provvedimenti attuativi per l'esecuzione del presente atto ed in particolare della sottoscrizione della convenzione di cui al precedente punto 3. che regola i rapporti per la realizzazione del progetto tra la Regione del Veneto e la Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare", nonché delle eventuali modifiche di dettaglio che si rendessero necessarie per una migliore attuazione del presente provvedimento;

7.      di dare atto che la spesa di cui si dispone l'impegno con il presente atto, non rientra nella categoria dei debiti commerciali;

8.      di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi degli articoli 23, 26 e 27 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;

9.      di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

2576_AllegatoA _291541.pdf
2576_AllegatoB1_291541.pdf
2576_AllegatoB_291541.pdf

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