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Materia: Sanità e igiene pubblica
Deliberazione della Giunta Regionale n. 2878 del 30 dicembre 2013
Salvaguardia della coltura del castagno da fitopatie di recente introduzione. Approvazione progetti.
Note per la trasparenza:
Approvazione convenzioni con Istituti di Ricerca per l'attuazione di progetti di sperimentazione fitosanitaria sulla coltura del castagno.
Estremi dei principali documenti dell'istruttoria: Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214.
L'Assessore Franco Manzato, riferisce quanto segue.
Il castagno (Castanea spp Mill.) è presente nel territorio regionale, delle province di Belluno, Padova, Treviso, Vicenza e Verona, su una superficie di oltre 19.000 ettari di boschi, riconducibili alla tipologia forestale rovereto-castagneto. Tale superficie ricomprende i boschi misti di latifoglie, i castagneti da legno e quelli da frutti.
Le formazioni boschive con castagno caratterizzano le zone collinari e sub-montane della Regione, rappresentano un elemento di tipicità del paesaggio e un presidio del difesa del suolo, insistendo spesso su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico.
I territori ove sono presenti i castagneti ricadono negli ambiti territoriali delle Comunità Montane e dei Comuni, dove, in relazione alla normativa forestale vigente, parte dei soprassuoli con presenza di castagno sono assoggettati a piani di riordino/riassetto.
Inoltre le foreste a Castanea spp sono habitat prioritari della Rete Natura 2000 e come tali comprese nei piani di gestione, approvati o in itinere, dei seguenti siti: Massiccio del Grappa, Versante sud delle Dolomiti Bellunesi, Dolomiti Feltrine, Monte Cesen, Colli Euganei, Colli Asolani, Montello, Perdonanze, Colli Berici (superficie totale regionale dell'habitat prioritario di Castanea sativa Mill. in Veneto: ha 6.557,62, pari al 33,23% della superficie totale a rovereto-castagneto). Infine, i castagneti caratterizzano il Parco regionale dei Colli Euganei e sono presenti inoltre nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi e nel Parco regionale della Lessinia.
Il castagneto da frutto presenta delle eccellenze riconosciute a livello nazionale e comunitario rappresentate da due Indicazioni Geografiche Protette (Marrone di Combai e Marroni del Monfenera, in provincia di Treviso), da una Denominazione di Origine Protetta (Marrone di S. Zeno di Montagna in provincia di Verona) e da una serie di prodotti tradizionali (marroni, castagne e miele di castagno), espressione di biodiversità agraria, con una serie di ecotipi locali di marroni a prevalente consumo fresco.
I castagneti sono ecosistemi forestali che svolgono una pluralità di funzioni quali: la difesa idrogeologica, la conservazione del paesaggio, l'offerta di servizi ambientali e di prodotti agroalimentari di qualità.
La pianta di castagno è interessata da emergenze fitosanitarie di origine fungina ed entomologica, quali il cancro corticale e il mal dell'inchiostro, fino alla recente introduzione del cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu).
Il mal dell'inchiostro (agenti Phytophthora cambivora e P. cinnamoni) in questo periodo rappresenta un'emergenza, poiché l'infezione è letale, potendo portare a morte interi soprassuoli di castagno; verosimilmente, la recrudescenza del patogeno può essere correlata al cambiamento climatico.
Già nel 2007 è stato individuato un focolaio di mal dell'inchiostro nel Comune di S. Zenone degli Ezzelini (TV); ad oggi, sono segnalati sette focolai nella provincia di Treviso, che risulta essere il territorio maggiormente interessato.
Il ciclo biologico degli agenti del mal dell'inchiostro è legato al suolo e all'acqua; fattori facilitanti l'espansione dell'infezione sono le acque stagnanti negli impluvi, le acque non opportunamente regimate che scorrono lungo le linee di massima pendenza dei versanti, la scarsità di sostanza organica e di azoto nei terreni, soprattutto nei castagneti da frutto. Altre cause di espansione sono l'alternanza di inverni siccitosi e primavere e autunni piovosi, situazione che si è verificata di frequente negli ultimi anni a causa dei cambiamenti meteo-climatici. Anche la presenza del cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), che compromette l'attività foto sintetica ed indebolisce la pianta, può indirettamente facilitare l'infezione.
Gli alberi muoiono per disseccamento, poiché le piante non riescono ad approvvigionarsi d'acqua; l'infezione si manifesta, tra l'altro, con disseccamenti della chioma, caratteristiche fiammature sottocorticali alla base dei tronchi e l'emissione di essudato nerastro per la presenza dei tannini nel legno di castagno.
Gli esiti della diffusione del mal dell'inchiostro sono molto gravi: gli alberi possono rimanere morti in piedi o schiantare, determinandosi pertanto la diminuzione della funzione di difesa idrogeologica svolta dal bosco, con la possibilità che si verifichino fenomeni di dissesto (smottamenti, frane), con conseguente pericolo nei confronti di persone e manufatti.
Ciò premesso, al fine di contrastare il mal dell'inchiostro è necessaria e urgente un'azione coordinata che preveda le seguenti azioni:
Considerata la specificità delle attività previste si propone che esse siano eseguite dalla Università degli Studi di Padova - - Dipartimento Territorio Sistemi Agro-Forestali (TESAF) sulla base del progetto biennale denominato "Monitoraggio e controllo del mal dell'inchiostro in provincia di Treviso" e della convenzione il cui schema è proposto negli allegati A e A1 del presente provvedimento, e avrà un costo onnicomprensivo di Euro 25.000,00.
Un'altra emergenza fitosanitaria comparsa recentemente in Italia e in Veneto è quella rappresentata dal Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu (Vespa del Castagno), insetto imenottero cinipide originario della Cina, considerato uno dei più dannosi insetti per il castagno (Castanea spp. Mill).
A sei anni dal suo primo ritrovamento nei castagneti veneti, Dryocosmus k. continua a essere la principale emergenza da affrontare per le notevoli perdite di produzione causate dagli attacchi di questo insetto, ormai diffuso in tutto il territorio castanicolo regionale. L'inefficacia degli interventi chimici e meccanici ha inevitabilmente condotto a ricorrere, anche in Veneto, alla lotta biologica, avvalendosi dell'Imenottero calcidoideo Torymus sinensis, l'antagonista più efficace nel limitare il fitofago.
Sulla base delle esperienze già condotte in Italia, in particolare in Piemonte, a partire dal 2010 sono stati eseguiti i rilasci di Torymus sinensis in collaborazione con l'Università di Padova che si è occupata del monitoraggio dell'infestazione nei castagneti veneti, della valutazione del danno arrecato dal galligeno, della raccolta e allevamento del materiale infestato (galle), dell'identificazione dei parassitoidi autoctoni .
A partire dal 2012, in esecuzione di uno specifico programma interregionale finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l'Università di Padova - Dipartimento DAFNAE in collaborazione con l'U.Per Servizi Fitosanitari e con l'U.Per. Servizi Forestali di Treviso, ha svolto le attività di pianificazione, creazione e organizzazione di un Centro Permanente di Moltiplicazione di Torymus sinensis presso il Centro Forestale Regionale di Crespano del Grappa (TV). A seguito della creazione del Centro, tutte le fasi del lavoro prima svolte presso le strutture dell'Università sono state trasferite nel centro stesso.
Considerata che l'attività di allevamento, rilascio e controllo dell'efficacia del parassitoide nei castagneti è di particolare complessità e necessita di una specifica professionalità scientifica nel campo della entomologia forestale, si ritiene che il proseguo della realizzazione di queste attività venga affidata all'Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente, sulla base del progetto biennale denominato "Intensificazione dell'attività di lotta biologica contro il cinipide del castagno e valutazione degli effetti sugli ecosistemi" e della convenzione il cui schema è proposto negli allegati B e B1 del presente provvedimento, che avrà un costo onnicomprensivo di Euro 55.000,00
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, incaricato dell'istruzione dell'argomento in questione ai sensi dell'art. 53, 4° comma, dello Statuto, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione regionale e statale;
VISTO il Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214 di attuazione della Direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione nella comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali;
VISTA la L.R. 10 giugno 1991, n. 12 "Organizzazione amministrativa e ordinamento del personale della Regione" e in particolare gli articoli 184 e seguenti;
VISTA la L.R. 10 gennaio 1997, n. 1 "Ordinamento delle funzioni e delle strutture della Regione";
VISTA la L.R. 29 novembre 2001, n. 39 "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione";
VISTA la L.R. 5 aprile 2013, n. 4 "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015;
delibera
(seguono allegati)
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