Menu veloce: Pagina iniziale | Consultazione | Filtri di selezione | Contenuto
Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 90 del 07 dicembre 2010


Materia: Servizi sociali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 2762 del 16 novembre 2010

Definizione del processo verso il "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza" da realizzarsi nel triennio 2011-2013.

(La parte di testo racchiusa fra parentesi quadre, che si riporta per completezza di informazione, non compare nel Bur cartaceo, ndr) [

Note per la trasparenza:

Avviare e definire il processo che dovrà portare al compimento di un "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza" da realizzarsi nel triennio 2011-2013 sulla scia di quanto stabilito dalla "Dichiarazione mondiale sulla sopravvivenza, la protezione e lo sviluppo dell'infanzia" dell'Onu nel 1990 e dalla legge 451/97.

Il Vice Presidente On. Marino Zorzato, riferisce quanto segue:

 

1. Le ragioni

Con la sottoscrizione della Convenzione internazionale dell'Onu dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989 ed il suo recepimento, L. 176/91, nell'ordinamento legislativo nazionale si è avviato nel nostro paese un processo senza precedenti di attenzione alle condizioni di vita e di benessere delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie.

Questo processo è avvenuto su piani diversi e tra loro convergenti: una crescente sensibilità sociale e consapevolezza delle esigenze di soggettività e di partecipazione delle nuove generazioni e delle loro famiglie, una produzione legislativa e normativa, inerente ai vari aspetti di promozione di sostegno e tutela, un processo diffuso e profondo che ha prodotto una nuova cultura delle politiche di settore, delle politiche sociali e, solo ultimamente, delle politiche familiari. Vedi il  Piano d'Azione del Governo per l'infanzia e l'adolescenza 1997/1998, ilPiano Nazionale di Azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2000-2001, il Piano Nazionale di Azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2002-2004 e il nuovo piano già deliberato dal Consiglio dei Ministri ma non ancora adottato con Decreto del Presidente della Repubblica, previo parere della Conferenza unificata

La Regione del Veneto ha colto fin dall'inizio questo nuovo orientamento delle politiche e dei servizi all'infanzia, all'adolescenza e alla famiglia anticipando, in parte, alcuni strumenti innovativi, come ad esempio l'istituzione della figura del garante o pubblico tutore regionale dell'infanzia, L.R. 42/1988 e la realizzazione dei Piani di Zona quali strumenti di programmazione locale delle politiche e dei servizi sociali e sociosanitari, L.R. 56/1994.

La Regione del Veneto ha così affiancato a modalità preesistenti di erogazione di servizi, specifici e complessi interventi nel campo della prevenzione e della promozione, del sostegno e della tutela: l'ideazione di un originale modello di servizi per l'adozione nazionale ed internazionale; la diffusione di servizi dedicati all'affidamento familiare; la realizzazione dei piani territoriali per l'infanzia e l'adolescenza; la riorganizzazione dei consultori familiari già costituiti con L.R. 28/1977; la promozione, il sostegno e la qualificazione dei servizi educativi, anche di natura innovativa, per la prima infanzia e l'infanzia quale appoggio alla genitorialità; la formazione e la predisposizione di elenchi di tutori legali volontari, per garantire al minore sprovvisto di chi esercita per lui la responsabilità genitoriale, una adeguata rappresentanza; il marchio famiglia quale strumento per creare cultura e sinergia intorno alla soggettività sociale della famiglia; il sostegno alle reti di famiglie.

A questi vanno aggiunti interventi ampi di regolazione quali l'applicazione della L.R. 22/02 per la definizione dei requisiti e delle modalità per l'autorizzazione all'esercizio e l'accreditamento di servizi e strutture, sia diurni che residenziali, sociali ed educativi di cui alla DGR 84/07; la predisposizione, l'approvazione e la diffusione di linee guida regionali per la segnalazione, presa in carico e vigilanza di cui alla DGR 4312/04 "Approvazione Linee Guida 2005 e Protocollo d'Intesa tra Regione del Veneto Aziende UU.LL.SS.SS. e ANCI sulla protezione e tutela del minore"; la DGR 569/2008 "Approvazione delle linee guida 2008 per la protezione e la tutela del minore; le linee guida 2008 per i servizi sociali e socio-sanitari per l'affido familiare in Veneto (Dgr.3791/2008); nonché la DGR 2416/2008 "linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e tutela del minore -biennio 2009-2010.

Tali interventi hanno costituito nel Veneto la premessa dell'avvio e del consolidamento di un'attenzione diffusa verso i diritti dei cittadini di minore età e della loro famiglia.

L'esperienza e gli interventi fino ad oggi realizzati, hanno determinato la convinzione che per il rispetto e l'esigibilità dei diritti dei minori e delle loro famiglie devono maturare politiche per l'infanzia che rispondano a requisiti di unitarietà e globalità.

Per questo motivo, gli interventi a favore dei bambini e delle loro famiglie devono necessariamente accompagnarsi a politiche di promozione delle famiglie. Politiche e servizi orientati non solo all'erogazione di prestazioni, opportunità e servizi, bensì tesi a valorizzare e a sostenere le famiglie come soggetti sociali capaci di progettare e creare benessere.

Nel comprendere l'importanza dei diversi "mondi di vita quotidiana", per la crescita del benessere di bambini e ragazzi, occorre valorizzare il bambino e il suo percorso di crescita; ossia riconoscere la rilevanza delle relazioni familiari, in quanto includono corrispondenze generazionali, sociali, socio-educative, culturali, ambientali e di cura.

Peraltro, l'assunzione di una prospettiva globale di sostegno all'infanzia, all'adolescenza e alle famiglie richiama l'esigenza che i diversi attori e soggetti che popolano i mondi di vita siano tra loro in dialogo: a volte il disagio dei bambini e delle loro famiglie si accresce e si conferma proprio a causa della frammentarietà che caratterizza il mondo delle istituzioni costruite dagli "adulti". Ciò significa considerare che per il perseguimento del "benessere" della persona è opportuno adottare anche politiche ed interventi che riguardano i mondi contigui e contestuali in cui le persone vivono e crescono. Tali sono il mondo della salute, della scuola, dello sport, dell'ambiente nelle sue dimensioni di natura e di organizzazione del territorio.

I diritti dei bambini e delle loro famiglie possono essere concretamente garantiti nel quadro di politiche ed interventi, di diversa natura, coordinati ai distinti livelli territoriali/locali, solo se inseriti in una strategia globale di promozione e di tutela capace di ricomporre la frammentarietà delle azioni attualmente in campo e di quelle che verranno. Una ricomposizione che, nel rispetto delle diverse titolarità e competenze, richiede l'elaborazione di una strategia comune di collaborazione ed integrazione tra una pluralità di soggetti ed attori, pubblici e privati.

Per rispondere a queste esigenze è opportuno avviare e definire il processo che dovrà portare al compimento di un "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza" da realizzarsi nel triennio 2011-2013 sulla scia di quanto stabilito dalla "Dichiarazione mondiale sulla sopravvivenza, la protezione e lo sviluppo dell'infanzia" dell'Onu nel 1990 e dalla legge 451/97.

Attraverso la definizione del "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza"la Regione del Veneto intende fare proprie: l'assunzione di una prospettiva globale per il rispetto dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza - così come sono stati dichiarati dalla Convenzione internazionale dell'Onu del 1989 e ripresi nel dicembre 2000 dalla Carta europea dei diritti fondamentali art. 24 e art. 32; la definizione delle priorità degli interventi rivolti ai soggetti in crescita ed alle loro famiglie; la volontà di sostenere e rilanciare un processo di collaborazione ed integrazione degli interventi e dei servizi rivolti all'infanzia, all'adolescenza e alle famiglie: la volontà di dare forma concreta a delle politiche familiari che riconoscano la soggettività della famiglia quale "capitale sociale" in virtù delle sue relazioni.

Il "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza"si configura come un programma di lavoro e di interventi concertato tra le diverse componenti del governo regionale da concretizzarsi, in condivisione con gli assetti socio-sanitari, con le amministrazioni provinciali e comunali, con la partecipazione attiva dell'associazionismo, del volontariato, del privato-sociale, delle famiglie e dei cittadini, in stretto raccordo con le istituzioni nazionali e dell'Unione Europea.

Il "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza"corrispondead un programma comune e condiviso dei diversi interventi attuati dai singoli Assessorati Regionali negli ambiti sociale, sanitario, sociosanitario, educativo, culturale, formativo, lavorativo, sportivo, urbanistico, del tempo libero, della mobilità, dell'agricoltura e della cooperazione internazionale.

2. Il processo di definizione del Piano d'azione regionale per l'infanzia e l'adolescenza

Per la sua natura di strumento di programmazione e di indirizzo, il "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza" viene adottato formalmente dalla Giunta Regionale del Veneto su proposta del suo Presidente.

Per la realizzazione del Piano il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale istituiscono un "Gruppo tecnico-istituzionale per il Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza" coordinato dalla Direzione Regionale Servizi Sociali e composto da:

-         Dirigente Regionale Direzione Attuazione Programmazione Sanitaria

-         Dirigente Regionale Direzione Prevenzione

-         Dirigente Unità di Progetto Flussi Migratori

-         Dirigente Regionale Direzione Relazioni Internazionali

-         Dirigente Regionale Direzione Comunicazione e Informazione

-         Dirigente Regionale Direzione Formazione

-         Dirigente Regionale Direzione Istruzione

-         Dirigente Regionale Direzione Beni Culturali

-         Dirigente Regionale Direzione Attività Culturali e Spettacolo

-         Dirigente Regionale Direzione Bilancio

-         Dirigente Regionale Direzione Agroambiente

-         Dirigente Unità di Progetto Programmazione Risorse Finanziarie SSR

Compiti del Gruppo tecnico-istituzionale per il Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza, sono la redazione di un "documento d'indirizzo" dei lavori preparatori per la stesura del Piano medesimo e la presentazione di una elaborato definitivo del Piano da sottoporre alla valutazione del Presidente della Giunta e degli assessori regionali.

Nella realizzazione della sua attività il "Gruppo tecnico-istituzionale" sarà affiancato, dal Servizio Famiglia della Direzione Regionale per i Servizi Sociali e dall'Osservatorio Regionale per il Sociale.

Per la predisposizione della prima bozza del Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza è prevista l'organizzazione di tavoli di lavoro con la partecipazione di:

-         rappresentanti di ogni Assessorato regionale coinvolto

-         rappresentanti dell'Ufficio di pubblica tutela dei minori

-         rappresentanti del Corecom

-         rappresentanti delle Conferenze dei Sindaci

-         rappresentanti delle Direzioni Strategiche delle Aziende Ulss

-         rappresentanti dell'UPI

-         rappresentanti dell'Anci regionale

-         rappresentanti delle organizzazioni sindacali

-         rappresentanti del Centro per la giustizia minorile del Veneto, dell'Autorità Giudiziaria minorile e delle autorità di Pubblica Sicurezza

-         rappresentanti dell'Ufficio scolastico regionale del MIUR

-         rappresentanti delle principali associazioni regionali di promozione e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza

-         rappresentanti del Coni e delle principali associazioni sportive a carattere regionale

Il "Gruppo istituzionale" entro 60 giorni dall'approvazione della presente DGR predispone il documento d'indirizzo; ed entro 150 giorni elabora la stesura definitiva del "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza".

3. I contenuti del "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza"

Nel rispetto della normativa italiana e regionale, nonché nel rispetto delle direttive europee, per la predisposizione del Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenzasi dovrà far riferimento:

-         alle dichiarazioni internazionali ed europee sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,

-         alla valorizzazione delle esperienze e delle buone prassi fino ad oggi realizzate nei diversi contesti territoriali e locali del Veneto,

-         alla DGR 4312/04 "Approvazione Linee Guida 2005 e Protocollo d'Intesa tra Regione del Veneto Aziende UU.LL.SS.SS. e ANCI sulla protezione e tutela del minore"

-         alla DGR 569/2008 "Approvazione delle linee guida 2008 per la protezione e la tutela del minore,

-         alle linee guida 2008 per i servizi sociali e socio-sanitari per l'affido familiare in Veneto,

-         alla DGR 2416/2008 "linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e tutela del minore -biennio 2009-2010.

Il Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenzain particolare:

-         si basa sulle tre principali dimensioni dei diritti enunciate nella Convenzione internazionale Onu del 1989 cioè la "tutela o protezione", la "promozione" e la "partecipazione" dell'infanzia, e dell'adolescenza;

-         intende individuare le forme di integrazione e collaborazione tra diversi servizi ed interventi sia a livello regionale che locale anche prevedendone la riorganizzazione.

La bozza definitiva del Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza prevede di definire:

-         gli obiettivi generali e specifici del Piano;

-         gli interventi o le misure da adottare, accompagnate dalla specificazione dei titolari delle stesse e dai soggetti concorrenti alla loro realizzazione nonché la loro priorità e durata temporale;

-         le risorse da impiegare (almeno quelle quantificabili a breve termine);

-         le modalità di condivisione, coordinamento e collegamento tra i diversi enti/soggetti;

-         le azioni di analisi, ricerca, monitoraggio e valutazione necessari all'attuazione e all'aggiornamento del Piano.

Per la realizzazione di quanto previsto nel presente provvedimento si propone di individuare il Dirigente della Direzione Regionale per i Servizi Sociali, il quale ai sensi della L.R. 1/97, art. 4, in attuazione del D.Lgs n. 29/93 è incaricato all' adozione dei relativi atti che si renderanno necessari.

Ciò in premessa trova possibilità di copertura finanziaria nel cap. 61231 dell'UPB U 0148 del Bilancio regionale 2010 che presenta la necessaria disponibilità. Si provvederà con successivo provvedimento a definire l'impegno contabile.

Il relatore conclude la propria relazione sottoponendo all'approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

Udito il Relatore, il quale da atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione regionale e statale;

-          vista la Carta europea dei diritti dell'uomo;

-          vista la "Dichiarazione mondiale sulla sopravvivenza, la protezione e lo sviluppo dell'infanzia" dell'Onu (1990);

-          vista la legge 184/83;

-          vista la L.R. 42/88;

-          vista la legge 176/91;

-          visto il D.Lgs 29/93

-          vista la legge 285/97;

-          vista la legge 451/97;

-          vista la legge 476/98;

-          visto il D. M. del 24.4.2000, n. 89, Adozione del Progetto obiettivo-materno-infantile relativo al "Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000";

-          vista la legge 328/00;

-          vista la legge 149/01;

-          visto il Piano d'Azione Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza 1997/1998;

-          visto ilPiano Nazionale di Azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2000-2001;

-          visto il Piano Nazionale di Azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva anni 2002-2004;

-          Piano Nazionale Socio-Sanitario 2006-2008;

-          vista la L.R. 32/90;

-          vista la L.R. 1/97;

-          vista la L.R. 53/00;

-          vista la L.R. 39/01;

-          vista la L.R. 22/02;

-          vista la Dgr n. 2161/04;

-          vista la Dgr n. 1855/06;

-          vista la L.R. 3/07;

-          vista la Dgr n. 84/07

-          vista la Dgr 4312/04

-          vista la Dgr 569/2008

-          vista la Dgr.3791/2008

-          vista la Dgr 2416/2008

-          vista la L.R. 12/2010 che approva il Bilancio di Previsione 2010]

delibera

1.       Di approvare il processo di predisposizione del "Piano d'azione regionale per l'infanzia, l'adolescenza" da realizzarsi nel triennio 2011-2013 nelle modalità e nei termini esplicitati in premessa, parte integrante del presente provvedimento;

2.       di dare mandato al Dirigente della Direzione Regionale per i Servizi Sociali per la realizzazione delle attività relative al presente deliberato e alla adozione dei relativi provvedimenti ed atti ad esse connesse;


Torna indietro