Menu veloce: Pagina iniziale | Consultazione | Filtri di selezione | Contenuto
Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 78 del 04 settembre 2007


Materia: Cultura e beni culturali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 2334 del 31 luglio 2007

Approvazione del programma di iniziative culturali della Regione in materia di musei, biblioteche e archivi. Conferma della DGR n. 71/CR del 26 giugno 2007. L.R. 5 settembre 1984, n. 50.

(La parte di testo racchiusa fra parentesi quadre, che si riporta per completezza di informazione, non compare nel Bur cartaceo, ndr) [Il Vice Presidente Dott. Luca Zaia riferisce quanto segue.

Con deliberazione n. 71/CR del 26 giugno 2007 la Giunta regionale ha formulato il programma delle iniziative culturali in materia di musei, biblioteche e archivi. Nella seduta del 18 luglio 2007 la Sesta Commissione del Consiglio regionale ha espresso in merito parere favorevole, ai sensi dell'art. 45, primo comma, della L.R. 5 settembre 1984, n. 50. Si tratta ora di confermare la suddetta proposta, i cui contenuti si riportano.

"Le funzioni dei diversi istituti della cultura - musei, biblioteche e archivi -, sono enunciate nell'art.101 del recente D. Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 ("Il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio"):

per museo si intende una struttura permanente che acquisisce, conserva, studia ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio;

per biblioteca si intende una struttura permanente che raccoglie e conserva un insieme organizzato di libri, materiali e informazioni, comunque editi e pubblicati su qualunque supporto, e ne assicura la consultazione al fine di promuovere la lettura e lo studio;

per archivio si intende una struttura permanente che raccoglie, inventaria e conserva documenti originali di interesse storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca.

Gli strumenti della programmazione regionale accordano un particolare rilievo alle funzioni sociali che gli istituti della cultura sono chiamati ad assolvere nell'odierna società della conoscenza. Il patrimonio culturale dà un contributo essenziale al pieno sviluppo umano delle persone, offre ricadute positive non trascurabili su importanti attività economiche ed è fonte ispiratrice ineliminabile di quelle capacità creative ed innovative che si possono esprimere validamente solo all'interno di una tradizione. La rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni, inoltre, ha reso sempre più rapidi i tempi del cambiamento produttivo e sociale e sempre più complesse le conoscenze necessarie per farvi fronte, sia a livello di individui sia a livello di comunità; di conseguenza viene sempre meglio compresa la necessità di mantenere ad elevati livelli di qualità l'istruzione scolastica e di promuovere permanentemente programmi di attività di formazione ed aggiornamento dei cittadini di ogni età. In questa prospettiva gli istituti della cultura si pongono come luoghi privilegiati di sviluppo ed affinamento di sensibilità, metodologie e capacità operative, analitiche e progettuali, nonché di reperimento guidato delle necessarie risorse informative.

Gli interventi della Regione in materia di musei, biblioteche e archivi sono tuttora regolati dalla L.R. 5 settembre 1984, n. 50, che prevede piani di riparto specifici per i contributi alle attività degli istituti appartenenti ai tre settori (rispettivamente negli articoli 19 per i musei, 36 per le biblioteche e 42 per gli archivi) e un programma annuale di iniziative dirette della Regione per promuovere la conoscenza, la valorizzazione e la fruizione del loro patrimonio culturale (art. 44). Sia i piani di riparto, sia il programma devono essere sottoposti al parere della competente Commissione del Consiglio regionale (art. 45). Nel bilancio di previsione 2007 il programma viene finanziato con le disponibilità di due capitoli delle Spese: il Cap. 70118 ("Spese per iniziative culturali in materia di musei e biblioteche promosse direttamente dalla Giunta regionale") e il Cap. 100750 ("Trasferimenti alle amministrazioni pubbliche per iniziative culturali in materia di musei e biblioteche promosse direttamente dalla Giunta regionale").

Gli interventi per gli istituti della cultura programmati dalla Giunta regionale per il 2007 intendono contribuire al conseguimento di quattro grandi obiettivi, comuni agli istituti di ogni tipologia:

  • sviluppare la professionalità degli operatori;
  • promuovere la formazione e la fidelizzazione degli utenti;
  • promuovere la valorizzazione e la fruibilità del patrimonio;
  • promuovere lo sviluppo di reti di servizi.

Naturalmente essi vanno declinati in relazione alle funzioni e agli obiettivi specifici di ogni settore, ed anche alla diversa maturità e ai differenziati orientamenti del dibattito in corso nelle rispettive categorie di operatori.

A - Musei 

Le più recenti rilevazioni sistematiche condotte per conto della Regione del Veneto, risalenti al 2005, hanno consentito l'individuazione di 340 istituti che rientrano nella definizione di "museo" fornita dal Codice, di cui 229 di proprietà pubblica e 111 di proprietà privata (fondazioni, istituzioni religiose, società etc.).

L'estrema varietà della tipologia delle collezioni si riflette nella forte diversificazione delle vocazioni dei singoli istituti, dei percorsi professionali richiesti al personale tecnico - scientifico e in minor misura anche delle rispettive utenze: il 18,8 % degli istituti censiti rientra nella categoria "archeologico", il 16,2 % "artistico" e il 6,8 % afferente ad ambedue gli ambiti; il 14,7 % va classificato come "etno-antropologico", il 13,2 % "naturalistico", il 10,3 % relativo alla "storia di un territorio", il 14,7 % "storico" (compresa la storia ecclesiastica), il 4,7 % di storia della scienza e della tecnica. Ben il 24,7 % può essere definito "specializzato", cioè relativo a specifiche produzioni artigianali e industriali o a singole categorie di beni, cosa che suggerisce di approfondire il rapporto fra la valorizzazione della tradizione culturale e tecnologica dei nostri distretti industriali e la possibilità di promuoverne l'offerta produttiva. Il 7,4 % degli istituti considerati, infine, ha collezioni diverse di cui nessuna così prevalente da imporre una specifica classificazione.

Malgrado tale varietà, gli istituti museali sono accomunati da problematiche gestionali comuni od affini, ben sintetizzate nell'Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei (art. 150, c. 6, D. Lgs. 112/98), adottato il 10 maggio 2001 con un decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali che recepiva i risultati di un lavoro cui le Regioni avevano partecipato attivamente, e, nel caso della realtà veneta, adattato sussidiariamente con DGR n. 2863 del 18 settembre 2003. Tali problematiche afferiscono principalmente agli ambiti delle strutture e della sicurezza, della gestione e cura delle collezioni, dei rapporti col pubblico con sviluppo dei relativi servizi, dei rapporti col territorio, del reperimento e del riconoscimento delle professionalità necessarie. I compiti di gestione relativi a status giuridico ed assetto finanziario spettano ugualmente a tutte le direzioni dei musei, pur variando notevolmente a seconda del loro profilo giuridico.

Date queste premesse, la Regione ha individuato in questi anni, come obiettivi principali delle proprie iniziative dirette nel settore:

lo sviluppo della formazione degli operatori, con particolare riferimento ai servizi didattici e di inventariazione e catalogazione delle collezioni e all'adeguamento graduale agli standard di gestione individuati;

la promozione del rapporto con le principali categorie di utenti, fra cui primeggiano le istituzioni scolastiche ed i loro allievi.

Va peraltro segnalato che obiettivi di miglioramento qualitativo vengono perseguiti anche indirettamente mediante la gestione del riparto dei contributi ordinari, i cui criteri di assegnazione danno particolare risalto alle attività di prevenzione, conservazione e restauro.

Professionalità degli operatori

1. Rapporti con le associazioni professionali

La Regione ha acquistato in questi anni un ruolo centrale nel processo di formazione e aggiornamento continui degli operatori culturali, contribuendo in modo determinante alla costituzione di vere comunità professionali in grado di superare le separatezze originate dalla loro dispersione in centinaia di enti con natura e finalità le più diverse. In questa azione essa ha instaurato un rapporto di costruttiva collaborazione con le associazioni dei professionisti, nel rispetto delle differenze di posizioni e di ruoli: così sono da anni operanti protocolli d'intesa con le sezioni venete dell'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e dell'Associazione Nazionale Archivisti Italiani (ANAI); così è fitto il dialogo con le varie associazioni riunite nella Conferenza permanente delle associazioni museali, con la quale è in fase di predisposizione un analogo protocollo, e in particolare con ICOM Italia (dove ICOM sta per International Council of Museums), che nel 2007 terrà un convegno nazionale a Verona presso il Museo civico di Storia Naturale. ICOM Italia ha chiesto di concordare con la Regione contenuti, modalità e organizzazione di tale convegno: richiesta cui si ritiene strategicamente opportuno accedere, disponendo a suo favore l'impegno nel Cap. 70118 di una somma di € 20.000,00, che sarà erogata a seguito della presentazione, entro il 15 dicembre 2007, di relazione e rendicontazione.

2. Conferenza regionale dei Musei

La crescita comune degli operatori si ottiene in primo luogo con la promozione di momenti collettivi di confronto delle idee. Ne è un esempio efficace la serie delle Conferenze regionali dei Musei del Veneto, di cui si è celebrata nel 2006 la decima ricorrenza, e la cui importanza per la conoscenza delle caratteristiche del sistema museale veneto e per la diffusione in esso di una cultura gestionale moderna è documentata dalla collana completa degli atti. Quest'anno si progetta di individuarne il tema principale nelle modalità di conservazione e fruizione durature delle collezioni e dei musei che nascono come iniziativa di benemeriti ed appassionati privati, con attenzione sia alle problematiche museologiche, sia a quelle prettamente giuridiche: argomento ben comunicato dal titolo: Collezioni private e fruizione pubblica, e che già interessa o può prima o poi interessare direttamente la totalità degli operatori del settore. Per quest'iniziativa (la cui direzione scientifica come di consueto spetta all'Ufficio Musei della Regione), che si terrà a Venezia in concomitanza con il Salone dei Beni Culturali, avvalendosi ancora una volta della collaborazione organizzativa della Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta di Treviso, si prevede di impegnare nel Cap. 70118 a favore di questa la somma di € 25.000,00, che sarà erogata nel seguente modo:

€ 10.000,00 dopo la presentazione, entro il 30 agosto 2007, del programma dettagliato con indicazione di sede e relatori;

€ 10.000,00 dopo la presentazione, entro il 30 dicembre 2007, di relazione e rendicontazione;

€ 5.000,00 dopo la pubblicazione a stampa degli atti, entro il 30 novembre 2008.

3. Didattica museale

Nel processo di progressivo orientamento, avvenuto in questi anni, degli obiettivi del museo in funzione della centralità dell'utente, hanno acquisito una primaria importanza le attività di didattica museale, finalizzate ai bisogni di un tipo di utenza nella maggior parte dei casi prevalente, ed insieme particolarmente conformi alla finalità generale di educazione dei cittadini propria dell'istituto. La Regione, anche avvalendosi di significative competenze interne, in questo campo ha svolto fin dal 1997 un ruolo di riferimento essenziale, promuovendo le Giornate della Didattica Museale, che vengono seguite con interesse dagli addetti ai lavori di tutto il Paese. Nel 2006 ha avuto lusinghieri riscontri una Giornata svoltasi a Villa Marcello di Piombino Dese con la collaborazione dell'Associazione Ville Venete e dell'Istituto Regionale Ricerche Educative, sul tema della didattica nelle ville, particolarmente complesso sia dal punto di vista della multidisciplinarietà, sia da quello dell'organizzazione del servizio. Quest'anno si progetta di concentrare l'attenzione sulla didattica dell'archeologia: molti infatti nella Regione sono i musei prettamente archeologici, frequenti le sezioni archeologiche di musei con altre vocazioni principali, numerose le associazioni e spiccatissimi l'interesse dell'utenza scolastica e le potenzialità educative; inoltre i temi dell'archeologia hanno un forte rapporto con quelli della storia delle comunità e dell'organizzazione del territorio. Anche in considerazione del fatto che la prima giornata di studio sulla didattica museale fu dedicata proprio all'archeologia, si è ritenuto opportuno verificare, a distanza di dieci anni, lo sviluppo di questo settore tra i più attivi ed innovativi nell'ambito delle proposte educative. Per quest'iniziativa, che si terrà ad Este, "capitale" della civiltà paleoveneta, con la collaborazione organizzativa della Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta e scientifica del Museo Nazionale Atestino, si prevede di impegnare nel Cap. 70118 a favore della Fondazione Mazzotti € 20.000,00, da liquidare nella maniera seguente:

€ 10.,000,00 dopo la presentazione, entro il 30 settembre 2007, del programma dettagliato con indicazione di sede e relatori;

€ 10.000,00 dopo la presentazione, entro il 15 dicembre 2007, di relazione e rendicontazione.

La complessità delle competenze richieste agli operatori della didattica, oggetto di continui e importanti approfondimenti negli ambiti professionali e accademici, consiglia peraltro di sperimentare anche un percorso formativo di base, destinato in primo luogo ai musei di media e piccola dimensione ma fortemente radicati nel territorio, al personale più giovane e ai collaboratori a contratto e dedicato ai temi più ampi ed attuali possibili. E' stato in merito valutata positivamente una proposta del Comune di Belluno, che si ritiene opportuno portare avanti in collaborazione con esso, con una previsione di spesa di € 20.000,00 a valere sul Cap. 100750. Il dirigente regionale Beni Culturali provvederà all'assunzione del relativo impegno di spesa con proprio decreto.

4. Formazione dei catalogatori

L'art. 17 del Codice prevede che la catalogazione dei beni culturali, compresi quelli che costituiscono le collezioni degli istituti, sia assicurata dal concorso fra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Regioni. Attualmente le iniziative specifiche di catalogazione che la Regione assume, in attuazione di un protocollo di intesa fra Ministero e Regioni del 12 maggio 1983 sono regolate dalla L.R. 9 gennaio 1986, n. 2. L'inventariazione e la catalogazione dei beni posseduti è con ogni evidenza la premessa per una corretta gestione delle collezioni dei musei, ed è un'attività che va sicuramente incentivata se si vuole raggiungere in un lasso di tempo ragionevole una percentuale di beni catalogati soddisfacente. Un istituto ministeriale, l'ICCD (Istituto Centrale Catalogo e Documentazione) stabilisce, a seguito di procedimenti concertativi, le schede - tipo per la catalogazione delle diverse categorie di beni; peraltro le schede relative ad alcune tipologie sono ancora allo stadio sperimentale, mentre d'altro canto spesso i musei ricorrono a forme di catalogazione personalizzate in relazione a proprie esigenze particolari. In questa situazione la Regione ha individuato come proprio compito quello di promuovere, con specifiche attività di aggiornamento professionale, la diffusione dell'impiego delle schede ICCD più recenti, e di sostenere ogni processo cooperativo fra istituti di uguale tipologia per trovare soluzioni catalografiche nuove nei campi non ancora regolamentati.

Dal 2006, nel quadro di un ampio progetto di aggiornamento professionale sui temi dell'arte contemporanea denominato FuturoContemporaneo, è stato deciso di avviare un corso volto al corretto impiego, per l'inventariazione e la catalogazione dei relativi beni culturali, della scheda ministeriale OAC (Opere Arte Contemporanea). Il corso è stato affidato alla gestione della Fondazione CUOA (Centro Universitario di Organizzazione Aziendale), e si è svolto nella primavera 2007 in alcune sedi museali venete con riscontri molto positivi. Tale attività va vista anche in relazione con gli specifici interventi sull'arte contemporanea che vengono effettuati dalla Regione in attuazione dell'art. 45 della L.R. 30 gennaio 2004, n. 1.

Dal 2000 al 2006 la Regione ha sviluppato col Comune di Verona - Museo Civico di Storia Naturale un progetto per la creazione e l'utilizzo di una scheda informatizzata per il censimento delle collezioni naturalistiche, che poi si è incontrato con i successivi interventi dell'ICCD per la catalogazione dei singoli reperti zoologici, petrografici o botanici, dando luogo nel 2006 ad attività formative anche per l'utilizzo delle schede specialistiche. Ne è uscita una rete di collaborazione permanente fra musei naturalistici riguardo alla catalogazione informatizzata, che assieme a Verona comprende Vicenza, Bassano, Belluno, Montebelluna e Montecchio Maggiore e che ha esposto i considerevoli risultati della sua azione in un convegno a Verona del 29 gennaio 2007. Per la prosecuzione dell'attività catalografica, in stretta intesa col Comune di Verona - Museo civico di Storia Naturale, si propone di impegnare nel Cap. 100750 a favore del Comune di Verona - Museo Civico di Storia Naturale € 20.000,00, da erogare nel seguente modo:

€ 5.000,00 dopo la presentazione, entro il 30 novembre 2007, di uno stato di avanzamento dei lavori;

€ 15.000,00 dopo l'attuazione del programma, documentato con relazione e rendicontazione da presentarsi entro il 30 settembre 2008.

Rapporti con l'utenza

L'attenzione della Regione allo sviluppo dei servizi di didattica nei musei del Veneto presto ha portato ad allargare l'attenzione dalle problematiche formative degli addetti a tali servizi a quelle relative ai loro interlocutori naturali: gli insegnanti che inseriscono l'utilizzo delle risorse museali nella programmazione didattica e quindi si pongono, rispetto all'istituto con cui si relazionano, anche come mediatori delle conoscenze e delle competenze rispetto ai propri allievi.

Questo obiettivo è stato realizzato mediante una felice collaborazione con l'Istituto Regionale Ricerche Educative del Veneto (IRRE). I primi tre anni sono stati dedicati al rapporto fra scuola e museo, col coinvolgimento di un centinaio di insegnanti e operatori didattici invitati a servirsi di 55 musei resisi disponibili per attività educative: tali musei fra l'altro, sulla base di una convenzione, hanno accolto la "Educard" - da cui il nome del progetto - che ha consentito l'accesso gratuito agli insegnanti che volessero preparare la visita dei propri allievi. La quarta e la quinta edizione del progetto, col nome "A scuola in villa", si sono avvalse del contributo essenziale ed entusiasta dell'Associazione Ville Venete per esplorare la possibilità di realizzare, da parte di docenti di ordine e grado, attività di insegnamento rivolte alla conoscenza delle Ville Venete, con realizzazione e diffusione di materiale didattico e illustrativo e valorizzazione pubblica dei risultati dei lavori di gruppo. In tutte le edizioni agli aspetti operativi sono stati affiancati momenti di dibattito, con la partecipazione di accademici ed esperti dei diversi settori interessati.

Difficoltà nella prosecuzione dell'avviatissima iniziativa sono intervenute con l'approvazione della legge finanziaria dello Stato del 2007, che col comma 611 dell'articolo 1 ha soppresso gli IRRE, ponendo le loro strutture e le loro attività sotto la guida di commissari straordinari con sede nella Capitale. Si ritiene pertanto opportuno accogliere la disponibilità manifestata dall'Associazione Ville Venete, che raccoglie i proprietari di tali monumenti essenziali per la comprensione della civiltà veneta ed esprime in particolare la sensibilità di chi fra essi più si impegna per la loro valorizzazione e fruizione pubblica, e destinare €.20.000,00 all'Associazione stessa, per garantire la prosecuzione e lo sviluppo dell'attività di educazione alla didattica delle ville e dei monumenti, in stretta collaborazione con l'Ufficio Musei della Regione ed avvalendosi delle competenze maturate negli anni trascorsi dalla struttura dell'IRRE , con imputazione al Cap. 70118. Il Dirigente regionale Beni Culturali provvederà all'assunzione del relativo impegno con proprio decreto.

Valorizzazione e fruibilità

Nel 2006 le azioni per l'adeguamento agli standard museali, avviate con la citata DGR n. 2863/2003 e proseguite con svariate attività di ricerca ed indagine, sono proseguite con l'affidamento alla Provincia di Padova, titolare di un complesso di musei di diverse tipologie tale da poter essere considerato un "sistema", di un progetto pilota, tuttora in corso, per la realizzazione di un modello di accreditamento dei musei: l'obiettivo finale è quello di condizionare il riconoscimento pubblico, e secondariamente i possibili sostegni ad esso connessi, al conseguimento di precisi obiettivi di miglioramento nei diversi ambiti di applicazione degli standard. Fra le altre attività a sostegno della valorizzazione e della fruibilità van citati il sostegno al convegno nazionale dell'Associazione Amici dei Musei, organizzata dall'attiva associazione patavina, e la collaborazione con Unindustria Treviso per la realizzazione di un censimento dei musei d'impresa della Marca, realtà con gradi di raffinatezza museologica diversi, ma tutte con grandi potenzialità di conoscenza e di promozione della realtà del territorio.

Nel 2007 hanno riscosso interesse e suscitato aspettative le attività svolte nell'ambito del progetto nazionale PICO (Portale della Cultura Italiana), collegato ai progetti MINERVA e MICHAEL, rispettivamente sulla qualità delle digitalizzazioni e dei siti web e sul censimento delle banche dati digitalizzate. In quest'ambito si ritiene opportuno accogliere la richiesta della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, referente veneto per il PICO, e impegnare a suo favore € 7.000,00 Cap. 70118 per la produzione, entro il 31 marzo 2008, di uno studio di fattibilità sulla conversione della base dati catalografica relativa ai dipinti della Pinacoteca in vista della loro accessibilità attraverso il nuovo Portale, che si ritiene possa essere esemplare rispetto ad altre operazioni consimili.

Si ritiene anche di dover accogliere la richiesta della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia di sostenere l'attività continuativa di sostegno e valorizzazione delle risorse creative dei giovani artisti mediante attività di galleria e mostre, concordando con la stessa un progetto entro i limiti di € 10.000,00 a valere sul Cap. 100750. Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà al relativo impegno di spesa con proprio decreto.

B - Biblioteche

Il Veneto è particolarmente ricco di istituti bibliotecari. L'Anagrafe nazionale dell'Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) in data 15 maggio 2007 ne registrava 1156. Si tratta, peraltro, di biblioteche che appartengono ad enti di natura giuridica diversa e con mission molto differenziate, e la rilevazione statistica stessa va interpretata con attenzione, dato che p. es. include centinaia di biblioteche afferenti ad uffici statali periferici che rientrano con difficoltà nel concetto di biblioteca espresso nel Codice. In ogni caso sono registrate 569 biblioteche comunali, 3 di Comunità Montane e 3 di consorzi o associazioni intercomunali, che sono pienamente soggette all'indirizzo e al coordinamento della Regione. Vanno poi segnalate, per limitarsi alle tipologie principali, 157 biblioteche universitarie, 71 di enti ecclesiastici, 78 di fondazioni e associazioni pubbliche e private, 21 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

In materia di biblioteche la Regione ha funzioni molto rilevanti in due campi di attività distinti, pur se fortemente correlati:

la tutela e la valorizzazione dei beni culturali librari, e quindi in primis di quelli detenuti dalle biblioteche;

lo sviluppo delle funzioni sociali del sistema bibliotecario pubblico mediante la pratica della cooperazione.

In materia di tutela il Codice demanda alla Regione le funzioni amministrative che abbiano ad oggetto libri, stampe, incisioni, manoscritti, autografi, carteggi, documenti, incunaboli e raccolte librarie non appartenenti allo Stato o non sottoposte alla sua tutela (art. 5). Questo comporta che le Regioni assumano pienamente, per i beni librari non statali, le funzioni esercitate per gli altri beni culturali dalle Soprintendenze del Ministero in materia di verifica, dichiarazione e notifica dell'interesse culturale, di misure per la protezione e la conservazione, di circolazione in ambito nazionale e internazionale, di vigilanza. I beni librari sono inoltre oggetto come gli altri beni culturali, delle competenze normative ed amministrative della Regione in materia di catalogazione, fruizione e valorizzazione dei beni, che in questo settore possono essere esercitate con particolare efficacia. Interventi molto incisivi in merito vengono effettuati a titolo d'urgenza per la salvaguardia di beni a rischio di deterioramento o di dispersione, ai sensi dell'art. 40 della L. R. 2/2002.

In materia di sistema bibliotecario pubblico si ricorda che la Regione, con DGR n. 2184 del 9 agosto 2005, ha aderito formalmente alle Linee di politica bibliotecaria per le autonomie individuate nel 2003 a livello nazionale da Conferenza delle Regioni, ANCI e UPI. Esse riconoscono che tale sistema "risponde al diritto primario di tutti i cittadini di fruire, indipendentemente dal luogo di residenza, di un servizio di informazione e documentazione efficiente," e affermano che "la cooperazione territoriale debba essere la base di uno sviluppo programmato dei servizi bibliotecari, che possa conseguire adeguati risultati di efficienza ed efficacia solo se progettati e gestiti come reti di servizi differenziati e coordinati". Tali obiettivi vengono perseguiti, sia con iniziative dirette, sia, indirettamente, mediante l'individuazione di idonei criteri per la gestione dei contributi ordinari alle biblioteche singole e alle reti bibliotecarie, a cominciare da quelle costituite da tutte le Province venete.

Parte di questi obiettivi vengono approvati mediante un'appropriata gestione dei criteri per la concessione di contributi a favore delle cooperazioni fra biblioteche, previsti dalla legge 50/84.

Professionalità degli operatori

Le iniziative per l'aggiornamento del personale bibliotecario in servizio, che ai sensi degli articoli 143 e 144 della L. R. 11/2001 devono essere programmate coordinandosi con le programmazioni delle Province in merito, vengono riconosciute negli ambienti professionali come un punto di forza della politica bibliotecaria del Veneto. In genere le Province curano la formazione di base degli operatori, e la Regione promuove gli aggiornamenti specialistici: anche questi il più delle volte vengono gestiti, dal punto di vista operativo, dai Centri di Servizio per le Biblioteche istituiti con diverse denominazioni presso tutte le Province venete, ma non mancano affidamenti a Comuni o altri enti pubblici e privati o all'Associazione Italiana Biblioteche (AIB), con cui è stato siglato un protocollo di collaborazione. Apposite convenzioni regolano la partecipazione ai corsi dei dipendenti dell'Università di Padova e della Biblioteca Nazionale Marciana, con oneri di reciprocità a favore dei bibliotecari di ente locale. Vengono anche individuati "percorsi" formativi consistenti nella partecipazione coordinata a più corsi. Nel 2005 la Regione ha promosso ben trentatre corsi, con notevole impatto ed efficacia e con qualche naturale effetto di trascinamento nell'esercizio successivo. Nel 2006 la Regione si è pertanto limitata a promuovere tredici iniziative di aggiornamento, tuttora in svolgimento, di cui nove in collaborazione con istituzioni pubbliche (le sette Province e i comuni di Padova e di Montebelluna) e quattro con associazioni e fondazioni private (AIB, Accademia dei Concordi di Rovigo, Fondazione Querini Stampalia di Venezia, Fondazione AIDA di Verona); inoltre si è svolta a Treviso, con forte concorso di pubblico,la Giornata delle Biblioteche 2006, dedicata a temi impegnativi come quelli della misurazione e della valutazione dei servizi, del deposito legale e dello scarto librario. Il più importante dei corsi programmati e impegnati nel 2006, che si svolgerà ad Abano Terme il 29 giugno 2007 e concerne il tema della misurazione e della valutazione dei servizi, prevede contenuti di rilevanza tale da essere riclassificato come Giornata delle Biblioteche 2007.

A supporto dell'aggiornamento del personale bibliotecario è concepita la convenzione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia per la Biblioteca regionale di biblioteconomia e archivistica, che regola anche le modalità della collaborazione con la Regione e la Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in ordine al progetto del Portale della Cultura Italiana, collegato ai progetti europei MINERVA e MICHAEL, nonché quelle di valorizzazione e fruizione dell'importante patrimonio librario, di provenienza ed epoca eterogenee, pervenuto dalla disciolta Gioventù Italiana del Littorio, di proprietà regionale e in via di catalogazione nel Servizio Bibliotecario Nazionale. Risulta opportuno, in sede di rinnovo della convenzione, rendere stabile anche il rapporto con la Querini per l'organizzazione dei Seminari di biblioteconomia dedicati alla memoria di Angela Vinay, iniziatrice del Servizio Bibliotecario Nazionale: nel 2009, a Milano, si svolgerà il congresso mondiale dell'IFLA (Federazione Internazionale delle Associazioni e Istituzioni Bibliotecarie), che avrà come tema: Libraries: cultural heritage for democracy and quality of life, e la Querini propone di utilizzare i Seminari Vinay come momenti di riflessione a livello nazionale, anche col contributo di studiosi stranieri, agli argomenti afferenti al tema - occasione di crescita per il nostro mondo delle biblioteche che va senz'altro incoraggiata e seguita. Per tali iniziative si prevedono impegni per € 23.000,00, con imputazione al Cap. 70118. Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà all'assunzione dei relativi impegni con propri decreti.

Rapporto con l'utenza

Anche nel settore delle biblioteche lo sviluppo del rapporto fra gli istituti e i ragazzi e con l'utenza scolastica viene considerato un obiettivo prioritario. Nel 2006, in particolare, ci si è inseriti nella manifestazione: "Ottobre di libri" promossa dall'Istituto per il Libro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, organizzando assieme alla Biblioteca civica di Montebelluna (TV), riconosciuta a livello nazionale come realtà di eccellenza in questo genere di attività, la manifestazione: "TATOO - Leggere lascia il segno"; uguale attenzione era stata prestata ad altre rilevanti iniziative sviluppatesi in sede locale, ed in particolare nel Trevigiano, come la biennale "Contorno di libri", che si svolge anch'essa a Montebelluna, o come "La casa sull'albero: un'ascuola di lettura" (sic) della Biblioteca civica di Casier.

Dal 2004 si è inoltre avviata un'iniziativa per migliorare l'utilizzo delle risorse bibliotecarie del territorio da parte del mondo della scuola, sulla linea già fruttuosamente sperimentata col progetto Educard per gli istituti museali: con la collaborazione dell'IRRE, si è proceduto nell'anno scolastico 2004/2005 a un'ampia ricognizione delle realtà bibliotecarie del territorio e delle loro risorse, ed in quello 2006/2007 è stato avviato un interessante percorso, tuttora in svolgimento, sulla metodologia della ricerca in biblioteca, e di riflesso della ricerca in generale, partendo da un prodotto multimediale coedito da Regione e Biblioteca civica di Spinea. La già citata situazione di stallo in cui si trovano gli uffici dell'ex IRRE dopo la legge finanziaria 2007 dello Stato impone di attendere per trovare una soluzione amministrativa idonea per la prosecuzione dell'iniziativa, che rimane prioritaria, nel prossimo anno scolastico.

Valorizzazione e fruibilità

Già si è accennato alla rilevanza per la valorizzazione e la fruibilità del patrimonio librario veneto acquisita dagli interventi urgenti di salvaguardia di beni librari a rischio di deperimento o dispersione, effettuati ai sensi dell'art. 40 della L. R. 2/2002. A tali misure peraltro, che possono concernere sia la prevenzione e la conservazione, sia il restauro, si provvede anche con iniziative autonome degli istituti detentori, ammesse a contributo nell'ambito del riparto dei contributi ordinari della Regione, e in una certa misura con contributi erogati direttamente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che si avvale, per i sopralluoghi e i pareri, degli uffici regionali in quanto titolari delle funzioni di soprintendenza. Per una istruttoria tecnicamente corretta di tutti questi procedimenti ci si avvale abitualmente della consulenza di un esperto di conservazione e restauro di comprovata esperienza: è attualmente in corso, e scadrà il 30 aprile 2008, un rapporto convenzionale col signor Gabriele Mazzucco, già restauratore della Biblioteca Nazionale Marciana.

Le iniziative dirette della Giunta regionale per il 2007 concernono: 1) il recupero dell'importante patrimonio librario di Villa Contarini Camerini di Piazzola sul Brenta (PD), di proprietà regionale; 2) il supporto alla ricollocazione e al recupero catalografico di buona parte del patrimonio della Fondazione scientifica Querini Stampalia onlus di Venezia; 3) la prosecuzione dell'assistenza alla Biblioteca Capitolare di Verona nel suo delicato compito di conservazione di un patrimonio manoscritto inestimabile.

1. Villa Contarini - Camerini a Piazzola sul Brenta

Con l'acquisto di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta sono entrati a far parte del patrimonio regionale, come accessori, anche l'archivio e una biblioteca di dodicimila volumi. Questa biblioteca, il cui nucleo principale si è formato fra l'Ottocento e il Novecento negli anni della proprietà Camerini, ha un grande interesse dal punto di vista della storia del territorio e delle scienze agronomiche e un fondo antico di valore, ed è stata riconosciuta di rilevante interesse culturale già con provvedimento del Ministero. Nel 2006 si è proceduto alla stipula di una convenzione con il Centro Biblioteca Internazionale La Vigna di Vicenza, che si era detto disponibile, per l'inventariazione, catalogazione, ricollocazione ed accessibilità informatica di tale biblioteca: le credenziali del Centro sono risultate adeguate sia per le competenze specifiche in materia di catalogazione di materiale relativo all'agricoltura, sia per il ruolo molto attivo che ha avuto e continua ad esercitare nel lavoro di catalogazione del patrimonio librario veneto con le modalità del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). La convenzione, con una proiezione triennale, prevedeva per il primo anno la catalogazione di quattromila volumi, a fronte di una spesa di € 43.000,00.

Durante il primo anno di attivazione della convenzione si sono riscontrati problemi imprevisti nel lavoro di inventariazione realizzato in situ nella biblioteca di Villa Contarini. In particolare il riordino dei libri negli scaffali si è rivelato complesso poichè i tomi delle opere in più volumi si presentavano sparsi nei diversi armadi, rendendone necessario il riaccorpamento virtuale, tramite l'interrogazione degli OPAC (Open Access Catalogues) italiani e stranieri in rete per conoscere la consistenza fisica delle opere, e la ricerca fisica dei singoli volumi. La mancanza in sede di qualsiasi strumento bibliografico utile al riordino (inventari o cataloghi) e la scarsa utilità dello stesso vecchio schedario presente in biblioteca, non utilizzabile perchè lacunoso e in disordine, ha ulteriormente complicato questa fase. Altro problema molto più ingente del previsto, emerso con chiarezza proprio nella fase di maneggio dei volumi, riguarda le cattive condizioni di conservazione di una parte cospicua di essi, in molti casi scuciti, privi del dorso, mutili, strappati, staccati dalla coperta o addirittura ridotti in fogli sciolti e coperte staccate. I libri perciò devono essere preventivamente sottoposti a interventi di riparazione e conservazione, quali l'incollaggio dei fogli sciolti e la realizzazione di sovraccoperte; nel caso di edizioni di pregio in cattivo stato di conservazione, si rende necessaria la confezione di custodie su misura per evitare ulteriori danni e, nel caso di numerose legature con assi in legno scucite dal corpo del volume, un restauro funzionale che restituisca alla coperta la sua naturale funzione di protezione del libro e l'integrità fisica al manufatto stesso.

Per garantire la prosecuzione ottimale dell'intervento sulla Biblioteca Cameriniana (inventariazione, catalogazione e operazioni variamente connesse) si propone pertanto di prevedere, nel nuovo strumento convenzionale con il Centro Biblioteca Internazionale La Vigna, oltre alla catalogazione e ricollocazione di ulteriori quattromila volumi, la realizzazione degli interventi conservativi di piccolo restauro necessari al fine della ricomposizione fisica e tutela della raccolta. La conseguente spesa di € 50.000,00 graverà sul Cap. 70118. Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà all'approvazione della convenzione col Centro in questione e al relativo impegno di spesa con proprio decreto.

2. Fondazione scientifica Querini Stampalia

Come è noto, la Fondazione Querini Stampalia, sorta nel 1868 a seguito del lungimirante lascito dell'ultimo dei Querini, esercita da decennio un ruolo rilevante nella vita culturale veneziana in diversi settori (musei, arte contemporanea, formazione e convegnistica, divulgazione informatica). Preminente rimane comunque la vocazione originaria di biblioteca, qualificata dalla particolarità dell'apertura serale voluta dal fondatore e dal ruolo di "biblioteca civica" attribuitole dal Comune; anche la Regione, peraltro, si appoggia alla Fondazione per il progetto della Biblioteca regionale di biblioteconomia ed archivistica.

L'esigenza di riservare le aree di Palazzo Querini al progressivo ampliamento delle attività e dei servizi ha indotto la Fondazione a trasferire negli ultimi anni gran parte dei suoi depositi in spazi diversi, acquisiti o fruiti a vario titolo, più o meno distanti dalla sede stessa. Le collezioni bibliografiche gestite, oltre che nelle sale di lettura e negli annessi depositi (uno voluto dal Segarizzi nel primo Novecento, l'altro recentemente allestito e modernamente attrezzato) sono così state collocate, per un totale di circa 3600 metri lineari, anche in due depositi esterni presi in affitto e collegati alla sede da un servizio quotidiano di recupero, distribuzione e ricollocazione dei materiali richiesti dal pubblico della Biblioteca. La richiesta di restituzione degli spazi della Chiesa di S. Giovanni Novo nei primi mesi del 2007, forzando il trasferimento fisico di una massiccia quantità di materiali in diverso sito (che la Fondazione ha acquistato con un ingente impegno finanziario), impone un lavoro di revisione e riorganizzazione che supera ampiamente i limiti della semplice operazione logistica ed investe gli ambiti dell'acquisizione, della catalogazione, della fruizione e della conservazione. I materiali interessati sono principalmente periodici di grande e piccolo formato, per un totale di ca. 200.000 volumi. Si tratta di circa 2.600 testate pubblicate dall'ultimo trentennio dell'Ottocento ai giorni nostri. Vanno citati anche interessanti fondi archivistico/documentari di provenienza da lasciti di privati che hanno lasciato il segno nella vita culturale veneziana (Giorgio Emanuele Ferrari, già direttore della Marciana, Piero Treves, ecc.). Per i periodici di grande formato e di notevole interesse storico (per es. Gazzetta di Venezia) è stato previsto il rientro in sede, così come per il fondo Ferrari, che sarà riordinato con l'auspicio di poter successivamente procedere allo studio dell'archivio professionale del già Direttore della Biblioteca Nazionale Marciana, fonte di sicuro interesse per la ricostruzione della storia delle biblioteche veneziane.

Tale rientro comporterà anche il riassetto dei depositi interni alla Biblioteca.

Nel dettaglio le fasi di lavoro saranno le seguenti:

  • analisi per l'individuazione degli spazi in sede e per la progettazione degli allestimenti in sede e nel nuovo deposito (già peraltro iniziati);
  • acquisizione delle attrezzature e realizzazione degli impianti;
  • movimentazione fisica dei materiali;
  • eventuali riassetti e interventi conservativi;
  • predisposizione degli strumenti di corredo.

Si ritiene opportuno sostenere questa importante operazione di riassetto, che la Regione deve seguire anche nell'esercizio delle proprie funzioni di soprintendenza bibliografica, e impegnare nel Cap. 70118 € 60.000,00 a favore della Fondazione, da erogare a seguito di relazione e rendicontazione da produrre entro il 30 novembre 2008.

3. Biblioteca Capitolare di Verona

La Biblioteca del Capitolo dei canonici della cattedrale di Verona è, per antichità e rarità del suo patrimonio manoscritto, una delle più rilevanti al mondo: molti dei suoi codici appartengono infatti agli albori della scrittura latina e le loro riproduzioni costituiscono exempla di studio su cui si formano gli studiosi del settore. La Regione, nell'esercizio delle sue funzioni di tutela dei beni librari non statali presenti nel territorio, non può ignorare un patrimonio librario di questo rilievo: nel 2006 è stato riconosciuto alla Biblioteca Capitolare un contributo per l'avvio della catalogazione informatizzata del fondo manoscritto ed uno ulteriore per la manutenzione degli impianti antifurto e antincendio, disinfestazione delle scaffalature e spolveratura del materiale librario. Questi interventi conservativi hanno un ruolo fondamentale di prevenzione da seri rischi conservativi e vanno pertanto proseguiti con decisione per garantire la trasmissione di questo patrimonio fondante della cultura occidentale. Si propone perciò di riservare € 13.000,00 per proseguire nell'attuazione di interventi di disinfezione e spolveratura dei fondi antichi della Biblioteca, a valere sul Cap. 70118. Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà al relativo impegno di spesa con proprio decreto.

Reti di servizi

Il lavoro degli operatori delle biblioteche è caratterizzato da un alto grado di cooperazione orizzontale, che supera necessariamente le rispettive appartenenze istituzionali. Ciò è determinato principalmente, anche se non esclusivamente:

dalla possibilità di avvalersi per via telematica delle catalogazioni presenti in basi di dati comuni, da cui possono essere derivate le catalogazioni già effettuate da altri soggetti e in cui possono essere immessi, coi necessari controlli, record di propria compilazione;

dalla necessità di attivare reti di prestito interbibliotecario, per rendere disponibili all'utente esemplari delle opere che esso richiede ma la biblioteca locale non possiede.

Esistono poi forme di cooperazione su temi rispondenti alle vocazioni specifiche delle singole biblioteche, che le possono portare a costituire "comunità di pratica" su temi come il rapporto coi ragazzi e la scuola, la conservazione del libro antico, il rapporto con l'utenza diversamente abile eccetera.

1. Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) e cooperazioni locali

L'iniziativa di gran lunga più importante in materia di cooperazione, in Italia, è rappresentata dal Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), coordinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU). Esso consente agli operatori la catalogazione derivata e partecipata e la partecipazione al prestito interbibliotecario a livello nazionale e internazionale, e la sua amplissima base di dati è facilmente interrogabile on line. Nel Veneto esso si articola, sulla base di differenti convenzioni, in poli di coordinamento informatico e validazione catalografica che radunano decine di biblioteche, imperniati rispettivamente sull'Università di Padova (polo PUV), sulla Biblioteca Nazionale Marciana (polo VEA) e sulla Regione stessa (polo VIA). Storicamente l'adesione delle biblioteche è stata gradualmente frenata dalla rigidità dei programmi proprietari utilizzati dal Servizio, dalla lentezza del loro aggiornamento e dall'assenza di importanti funzionalità di gestione; di conseguenza nel territorio si sono largamente diffusi software commerciali, che solo adesso vengono messi in condizione di dialogare con la base di dati nazionale di SBN mediante un processo di accreditamento complesso ed ancora in corso. Gli obiettivi regionali in merito sono compendiati nel piano territoriale veneto approvato con DGR n. 2123 del 12 luglio 2004 e vengono gradualmente attuati con fondi statali, nei limiti delle risorse via via disponibili, mediante una convenzione fra la Regione e il Ministero - Biblioteca Nazionale Marciana: essi consistono fondamentalmente nel rinnovo di hardware e software utilizzati dai poli SBN, nel recupero informatico delle catalogazioni precedenti e nella realizzazione per via informatico - telematica di un portale interistituzionale a livello regionale, soprattutto in vista dello sviluppo del prestito interbibliotecario: su quest'ultimo progetto si è provveduto a concordare una convenzione con l'attivissimo Centro di Ateneo per le Biblioteche dell'Università degli studi di Padova, per uno studio di fattibilità. La partecipazione al Servizio e l'attenzione alle occasioni di nuove pratiche e di nuove risorse che esso può comportare sono garantite dalla presenza di rappresentanti regionali nel Comitato nazionale di coordinamento e nel Comitato tecnico di gestione. Per gli aspetti più complessi ci si è avvalsi di consulenze particolarmente qualificate - da ultimo, da parte del prof. Paul Gabriele Weston.

Fuori dalle strutture di SBN si è sviluppata gran parte delle cooperazioni interbibliotecarie spontanee, che hanno trovato gradualmente nel Veneto un punto di riferimento essenziale, anche se non esclusivo, nei Centri di servizi per le biblioteche istituiti, fra il 1993 e il 2004, dalle sette Province venete e attivi nel campo della catalogazione, della formazione e del prestito. Nel corso degli anni la Regione ha gradualmente spostato su questi Centri buona parte delle risorse disponibili per i contributi ordinari, per ottimizzarne o quanto meno migliorarne l'impiego. Queste cooperazioni si sono sviluppate impiegando software commerciali funzionali alle esigenze gestionali delle biblioteche meno complesse, ma che fino a quest'anno non sono stati tecnicamente in grado di "dialogare" con la base di dati nazionale di SBN, e pertanto di accedere, o almeno di accedere ordinariamente, ai servizi qualificati che esso offre. Da quest'anno, con la pratica realizzazione dell'apertura della base di dati SBN ai software commerciali, attuata mediante il rilascio di certificazioni dell'idoneità ad accedervi di loro nuove release, si può prevedere un progressivo allargamento della sfera di cooperazione nazionale. Appare comunque realistico ipotizzare che una certa pluralità di sistemi persista: il portale regionale progettato assieme all'Università di Padova, cui già si è accennato, ha come scopo principale proprio il superamento della loro separatezza. Ed anche i sistemi locali vanno ancora favoriti, sempre auspicando ulteriori sviluppi, quando si pongono obiettivi irrinunciabili come la catalogazione informatica del posseduto di biblioteche finora non informatizzate e la sua messa in rete. Si ritiene pertanto di particolare valenza un progetto presentato dal Comune di Piove di Sacco in quanto capofila del Bacino bibliografico della Saccisica e del Conselvano, omogeneo e collegato informaticamente ed organizzativamente col sistema della Provincia di Padova, che complessivamente prevede € 52.000,00 per la produzione di 54.250 schede catalografiche relative ai patrimoni delle biblioteche civiche di Anguillara Veneta, Arre, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Sant'Angelo di Piove di Sacco e San Pietro in Viminario e alle nuove accessioni dell'intero Bacino bibliografico. Si propone di riconoscere per questo al Comune di Piove di Sacco € 20.000,00, con impegno di spesa a valere sul Cap. 100750: la somma sarà erogata in due tranches di € 10.000,00 che saranno erogate la prima a seguito di stato di avanzamento da presentarsi entro il 15 dicembre 2007 e la seconda a seguito di relazione finale e rendicontazione generale da presentarsi entro il 30 novembre 2008.

In generale risulta opportuno riprendere l'attività di finanziamento di programmi di catalogazione informatizzata, o digitalizzazione con particolare riguardo alle biblioteche che assicurano l'assolvimento del servizio di deposito legale delle pubblicazioni ai sensi della L. 15 aprile 2004, n. 106. A questo fine si destinano € 50.000,00, a valere sul Cap. 100750. Il Dirigente regionale Beni Culturali assumerà i relativi impegni di spesa con propri decreti.

2. Progetti di sviluppo cooperativo e Progetto Misurazione e Valutazione (PMV)

Col raggiungimento da parte di tutte le Province di accettabili standard di servizio si sono posti tre problemi:

a) la necessità di raccordare le programmazioni provinciali alla programmazione regionale, rendendo le Province partecipi delle decisioni e co-protagoniste delle sue scelte, in un'ottica di realistica sussidiarietà;

b) la necessità di trovare modalità di distribuzione delle risorse non legate esclusivamente alla spesa storica, che premia eccessivamente gli enti che a suo tempo si sono mossi per primi;

c) il rapporto con le cooperazioni bibliotecarie non gestite dalla Provincia, che spesso ottengono validi risultati in termini di servizio e comunque sono l'espressione dell'indiscutibile autonomia degli Enti locali aderenti.

La risposta alle esigenze di cui sub b) e sub c) viene cercata con un processo di graduale adeguamento dei criteri del riparto dei contributi ordinari alle singole biblioteche e alle reti di cooperazione, a valere sul Cap. 70208, di cui darà conto una successiva deliberazione.

Alla prima esigenza si cerca di far fronte dal 2005 coi "progetti di sviluppo cooperativo" ad adesione volontaria: le Province che accettino di aderirvi partecipando alla loro attuazione, attraverso i propri uffici o mediante altri soggetti nel rispetto della loro autonomia gestionale, possono ottenere risorse finanziarie aggiuntive. In prima battuta la Regione li ha individuati:

nella formazione di base per i lavoratori delle biblioteche senza formazione specifica, generalmente ricollocati a seguito di ristrutturazioni interne;

nell'incentivazione dell'utilizzo del prestito interbibliotecario nazionale o internazionale;

nella misurazione e nella valutazione dei servizi delle biblioteche singole e delle loro reti cooperative secondo principi condivisi, in vista di obiettivi di miglioramento.

L'esperienza ha dato esiti molto positivi, rafforzando la cooperazione interistituzionale e permettendo di coniugare la coerenza dell'impostazione programmatica con la congruenza rispetto alle situazioni specifiche.

Una particolare importanza ha assunto la collaborazione con le Province nell'ambito di PMV - "Progetto di misurazione e valutazione dei servizi bibliotecari veneti", che è stato sviluppato col contributo determinante delle Direzioni regionali Informatica e Statistica ed ha come obiettivo generale di approntare nell'arco di un quinquennio un sistema informativo in grado di monitorare il funzionamento di tutte le biblioteche della regione e di supportare i processi valutativi e decisionali presenti nell'attività di programmazione e governo connessa a ogni politica bibliotecaria, ai diversi livelli istituzionali. Esso prevede che Regione, Province e Comuni singoli o associati partecipino, con responsabilità e ruoli complementari, alla raccolta e alla elaborazione dei dati patrimoniali e di servizio delle biblioteche, che verranno raccolti e gestiti con l'apposito software PMV-Web, che rappresenta informaticamente una soluzione d'avanguardia al problema, e poi scaricati periodicamente nell'Anagrafe on line delle biblioteche italiane gestita dall'ICCU. Il modello di riferimento adottato è contenuto delle Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane prodotto nel 2000 dall'Associazione Italiana Biblioteche (AIB), che per la prima volta vengono applicate su scala così ampia e in modo così sistematico. Il tema, come sopra accennato, costituirà l'argomento della Giornata delle Biblioteche di Abano Terme del 29 giugno 2007. In particolare, le Province si assumono il compito di costituire un servizio di consulenza e supervisione a beneficio di tutte le biblioteche del proprio territorio, individuando al proprio interno o nelle biblioteche un referente territoriale del PMV e programmando entro il 30 ottobre 2008 idonee azioni formative secondo le indicazioni generali che la Regione diramerà. A tal fine, si ritiene di dover ripartire fra di esse la somma di € 50.000,00 in proporzione al numero di Comuni del territorio di riferimento, secondo l'intesa raggiunta con le Amministrazioni Provinciali per il 2006.

Si ritiene inoltre di dover finanziare la prosecuzione dei progetti "Prestito interbibliotecario SBN ILL" e "Formazione di base", che prevedono l'uno attività formative, informative e facilitative in ordine all'utilizzo del servizio di prestito interbibliotecario nazionale, e l'altro attività di formazione di base, su argomenti indicati dalla Regione, per le biblioteche con personale in mobilità, e pertanto presumibilmente impreparato a fronteggiare molte situazioni professionali specifiche. A tal fine, si ritiene di dover ripartire € 30.000,00, di cui € 16.000,00 ripartite in proporzione al numero dei Comuni e € 14.000,00 ripartite in misura uguale a fini perequativi secondo l'intesa raggiunta con le Amministrazioni Provinciali per il 2006.

Conseguentemente, sulla base dei conteggi effettuati dal competente ufficio, va disposto l'impegno nel Cap.100750 delle somme seguenti: Provincia di Belluno: € 9.837,00; Provincia di Padova: € 13.814,00; Provincia di Rovigo: € 7.680,00; Provincia di Treviso: € 12.792,00; Provincia di Venezia: € 6.999,00; Provincia di Verona: € 13.133,00; Provincia di Vicenza: € 15.745,00.

Il Dirigente regionale Beni Culturali assumerà con proprio decreto i conseguenti impegni, definendo i tempi di erogazione e le modalità di rendicontazione.

3. Nuova Biblioteca Manoscritta

Una rete fortemente innovativa e dalla grande valenza culturale è nata dall'iniziativa della Regione in ordine alla catalogazione on line dei fondi manoscritti delle biblioteche. Essi sono fra i più cospicui del patrimonio nazionale e testimoniano la storia e la cultura del Veneto nell'età moderna e a volte anche dal Medio Evo. A questa ricchezza non hanno finora corrisposto adeguati strumenti di tutela e di consultazione, che li potessero rendere accessibili ai diversi livelli di fruizione e di studio.

Dal 2002 la Regione ha promosso e finanziato un progetto di catalogazione di questa tipologia di materiale che, iniziata avvalendosi del prodotto MANUS dell'ICCU, dal 2005 si verifica in rete con l'uso del software NBM - Nuova Biblioteca Manoscritta, che è al tempo stesso uno strumento catalografico e gestionale e un OPAC (Open Access Catalogue) dei manoscritti delle biblioteche. Il coordinamento del progetto è affidato alla Biblioteca del Museo Correr dei Musei Civici Veneziani, con direzione scientifica da parte del prof. Paolo Eleuteri dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Le biblioteche compartecipano al progetto individuando i fondi e il personale addetto alla catalogazione. Partecipano finora al progetto le biblioteche seguenti:

  • in provincia di Belluno, la Civica e la Lolliniana del capoluogo e la Civica di Feltre;
  • in provincia di Padova, quella del Seminario vescovile, la Civica di Padova e il Gabinetto di Lettura di Este;
  • in provincia di Rovigo, l'Accademia dei Concordi;
  • in provincia di Treviso, le biblioteche Capitolare di Treviso e dei Seminari vescovile di Treviso e Vittorio Veneto;
  • in provincia di Venezia, la Civica di Chioggia e le veneziane Correr, Andrighetti Zon Marcello, Querini Stampalia, S. Francesco della Vigna e del Museo di Storia Naturale;
  • in provincia di Verona, le veronesi Capitolare, Civica, del Museo civico di Storia Naturale e alle Stimate;
  • in provincia di Vicenza, la Civica Bertoliana.

Aderiscono inoltre tutte le biblioteche dell'Ordine dei Frati Minori di S. Francesco.

E' inoltre stato avviato un programma di recupero in Nuova Biblioteca Manoscritta delle catalogazioni dei codici medievali veneti effettuate negli anni precedenti in collaborazione con l'associazione SCRIPTA di Padova, e pubblicate o in corso di pubblicazione nelle collane della Società Italiana per lo Studio del Medio Evo Latino (SISMEL).

Per la prosecuzione di tale attività si prevede di impegnare € 40.000,00 a valere sul Cap. 100750. Il Dirigente regionale effettuerà i relativi impegni di spesa con propri decreti.

C - Archivi

Le istituzioni, pubbliche o private, producono inevitabilmente sia archivi in formazione, costituiti dai documenti dapprima utilizzati dalle entità che in un primo tempo li hanno ricevuti o prodotti (archivi correnti) e poi conservati e riordinati negli archivi di deposito, sia archivi storici, costituiti dalla documentazione relativa ad affari esauriti da oltre quarant'anni, volta a soddisfare esigenze di natura prevalentemente culturale, ma a volte ancora di natura operativa (p. es. nei settori dell'assetto agricolo, dei lavori pubblici, della proprietà immobiliare). Il codice definisce "istituti" le strutture che conservano i documenti a scopo di consultazione e di studio, e quindi in linea di massima gli archivi storici: tuttavia gli archivi storici vengono in continuazione alimentati dagli archivi di deposito all'interno di un flusso documentale concettualmente unitario, e spesso nelle situazioni concrete gestito da un'unica struttura o un'unica persona; né va escluso, nel rispetto generale della normativa sulla privacy, un interesse alla consultazione e allo studio di documenti recenti. Spesso anche biblioteche e musei conservano fondi di natura archivistica, generati al proprio interno o pervenuti per donazione o lascito o altro accidente storico.

La Regione, ai sensi dell'art. 38 della L. R. 50/84, favorisce, nel costante e doveroso raccordo con la Soprintendenza archivistica per il Veneto, la tutela e il riordino degli archivi degli Enti locali; pertanto essa si preoccupa anche dell'aggiornamento professionale degli addetti agli archivi in formazione, investiti in questi anni da straordinari cambiamenti dovuti all'informatizzazione, e alle prese con le problematiche solo parzialmente risolte della graduale "dematerializzazione" della documentazione, che non può essere affrontata solo nell'ottica della convenienza gestionale di breve periodo. Rispetto agli archivi storici viene svolta la stessa funzione di conoscenza e valorizzazione e di sostegno alle azioni di tutela cui le Regioni sono chiamate per la generalità dei beni culturali. Ci si sforza, più in generale, di contribuire al necessario rafforzamento, nelle coscienze degli amministratori e dei dirigenti, della coscienza della funzione e dell'importanza del servizio archivistico, in vista della conservazione della memoria e in quanto struttura essenziale dell'organizzazione degli enti.

Per le attività ordinarie relative al riordino archivistico, all'acquisto di attrezzature e al restauro si provvede con la gestione del riparto ordinario dei contributi previsto dall'art. 42 della L. R. 50/84. Per gli archivi privati dichiarati di interesse locale ai sensi e per gli effetti dell'art. 41 della medesima legge, ammessi a loro volta a contributo alle stesse condizioni previste per quelli di ente locale, è necessario prevedere la disponibilità nel Cap. 70118 di € 15.000,00, che verranno ripartiti con apposita deliberazione di Giunta.

Professionalità degli operatori

Le attività di formazione e aggiornamento degli operatori degli archivi comunali sono state sviluppate dalla Regione negli ultimi anni per rispondere a un'esigenza obiettiva e pressante di riqualificazione dei servizi prestati in merito dagli Enti locali veneti: in essi spesso l'organizzazione del servizio si presentava come casuale, con personale privo di adeguata preparazione a monte, ed altrettanto spesso era chiara la mancanza di un'adeguata comprensione della sua mission. In quest'azione, che ha prodotto rapidamente risultati rilevanti, sono stati stretti buoni rapporti di collaborazione con la sezione veneta dell'Associazione Italiana Nazionale Archivisti (ANAI), con la quale è stato sottoscritto in data 10 novembre 2006 un protocollo d'intesa "per la realizzazione di iniziative di valorizzazione dei servizi archivistici sul territorio". Molteplici le iniziative formative immediatamente messe in cantiere: dalla prosecuzione di corsi sui temi basilari della professione all'avvio di iniziative formative specifiche per gli archivi dei soppressi Enti ospedalieri, ora di proprietà delle ULSS, alla costituzione di una "comunità di pratica" di archivisti professionalmente impegnati volta ad approfondire sperimentalmente, mediante seminari e incontri e mediante gli strumenti della telematica, particolari modalità di organizzazione e di intervento. Sembra opportuno proseguire anche quest'anno l'attività di collaborazione prevedendo ulteriori corsi di aggiornamento, con una previsione di spesa di € 20.000,00 a valere sul Cap. 70118. Il Dirigente regionale assumerà il relativo impegno di spesa con proprio decreto.

Un problema particolare di formazione, comune agli archivi come agli altri istituti della cultura, riguarda la corretta inventariazione del patrimonio fotografico, che col tempo ha assunto, nell'insieme dei beni conservati, un'importanza sempre maggiore per quantità e qualità. La fotografia è un bene dall'utilizzo non univoco, che può sempre essere considerato sia dal punto di vista dell'intenzione e della riuscita artistiche, sia dal punto di vista storico - documentario, sia da quello della storia della produzione e della tecnica fotografiche, sia eventualmente come prodotto editoriale; inoltre le diverse tipologie di istituto, anche a prescindere dalle pulsioni a personalizzare spesso giustificate, hanno comunque sviluppato distinte modalità di catalogazione compatibili con l'insieme dei propri distinti sistemi catalografici. E' comunque gradatamente invalsa la convinzione che la scheda F predisposta e raccomandata dall'ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione), se ben interpretata e utilizzata correttamente nella sua modularità e nella sua flessibilità, sia in grado di far fronte a gran parte delle esigenze particolari. Si pone però a monte un sistema di formazione/aggiornamento degli operatori, difficile da risolvere mettendosi in sintonia con le diverse associazioni professionali a causa dell'assoluta trasversalità delle attività relative alla fotografia. Va quindi considerata con favore la proposta del Dipartimento di Romanistica dell'Università degli studi di Verona, presso il quale è attivato un fortunato corso di storia e tecnica della fotografia, di organizzare congiuntamente un corso di formazione/aggiornamento per operatori della cultura incentrato sulle possibilità offerte dall'utilizzo della scheda F, destinando a tal fine € 12.000,00 a valere sul Cap. 100750. La diffusione dell'utilizzo di tale scheda porterà fra l'altro, previ i dovuti accordi, a un deciso incremento delle catalogazioni on line nell'apposito settore della banca dati regionale sui beni culturali, che sarà messa in grado di prestare un utile servizio in un settore tanto importante quanto quasi inesplorato. Il Dirigente regionale Beni Culturali approverà la relativa convenzione e assumerà l'impegno di spesa con proprio decreto.

Rapporto con l'utenza

Anche nel settore archivistico è in pieno sviluppo l'attività didattica, in relazione all'importanza che nelle programmazioni scolastiche rivestono il rapporto col territorio e l'esperienza sperimentale dei problemi; e anche in questo campo la Regione ha avviato attività di sinergia fra archivisti e insegnanti in collaborazione con l'ex IRRE del Veneto. La fase di incertezza istituzionale di questo consiglia di rinviare la seconda fase del progetto, che rimane comunque fra le priorità della Regione.

Valorizzazione e fruibilità

Molte iniziative di riordino e valorizzazione archivistici vengono sostenuti mediante la concessione di contributi ordinari.

Fra le iniziative dirette nel 2007 si propone anzi tutto di accordare un sostegno all'attività di riordino dell'archivio della Fondazione scientifica Querini Stampalia di Venezia (distinto dal già ben conosciuto archivio della famiglia Querini, da essa conservato): esso infatti contiene, come ben si comprende, testimonianze fondamentali sulla vita culturale e sociale di Venezia e della Fondazione nella seconda metà dell'Ottocento e nel XX secolo. A tal fine si propone di impegnare nel Cap. 70118 € 5.000,00, da liquidarsi su relazione e rendicontazione da prodursi entro il 31 marzo 2008. Vanno inoltre autorizzati piccoli interventi di carattere informatico o editoriale per necessità od opportunità evidenziatesi nello svolgimento di iniziative di valorizzazione in corso, quali la prosecuzione del progetto Ecclesiae Venetae d'intesa con il Ministero e la Conferenza Episcopale Triveneta, la sistemazione dell'archivio Camerini di proprietà regionale conservato in Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, la valorizzazione dei fondi e delle attività archivistiche padovane. A questi fini si ritiene opportuno destinare ulteriori € 3.000,00 a valere sul Cap. 70118 e € 2.000,00 a valere sul Cap. 100750.

Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà con propri decreti agli impegni di spesa relativi alla iniziative summenzionate.

1. Archivi sanitari

Occuparsi del patrimonio culturale attualmente nella disponibilità delle AULSS venete è per la Regione una attività doverosa, in quanto relativa a beni su cui la Regione, se non la proprietà, ha comunque una particolare responsabilità, e che rivestono eccezionale interesse dai punti di vista storico, documentario ed anche epidemiologico. In connessione con le attività di aggiornamento in corso, è certamente opportuno proseguire con l'iniziativa di censimento e catalogazione dei patrimoni delle ULSS del Veneto, con particolare ma non esclusivo riferimento al recupero e alla valorizzazione dei fondi storici degli Enti ospedalieri:. Si è finora proceduto al censimento dei fondi delle ULSS Treviso (in collaborazione col CISO - Centro Italiano di Storia sanitaria e Ospedaliera), e sono in corso quelli delle ULSS 8 Asolo e 10 Veneto Orientale (in collaborazione con la sezione veneta di ANAI). Per il recupero del patrimonio archivistico di un'ulteriore ULSS veneta, da individuare d'intesa con ANAI nell'ambito delle procedure previste dal protocollo d'intesa sopra citato, si propone di destinare € 10.000,00 a valere sul Cap. 70118. Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà al relativo impegno di spesa con proprio decreto.

2. Padova

L'archivio generale del Comune di Padova, gestito all'interno del Settore Affari Generali, in cui viene conservata la documentazione che l'Ente stesso ha prodotto o ricevuto, si presenta da alcuni anni come una realtà d'eccellenza nel panorama veneto, ed è stato scelto dalla Regione come partner per svariate iniziative di aggiornamento o di divulgazione, alcune delle quali sono tuttora in corso.

In un altro settore dell'Ente, quello relativo a Musei e Biblioteche, cura particolare è stata dedicata ai fondi archivistici, generalmente di persona o di famiglia, pervenuti a vario titolo alla Biblioteca Civica e da questa conservati. Importante è stato l'aiuto della Regione all'inventariazione del fondo di Alberto Cavalletto, senatore del Regno, figura chiave della Padova risorgimentale e post-risorgimentale: l'inventariazione è finita, e ne è stato pubblicato il primo volume. In via di completamento è anche l'inventariazione dell'archivio di famiglia Maldura Capodilista, di proprietà regionale, cui seguiranno a tempo debito appropriate attività di valorizzazione.

Vengono ora prospettati due nuovi traguardi di immediata realizzazione: il completamento della pubblicazione dell'Archivio Cavalletto, che si dovrà svolgere nel rispetto delle norme sulla comunicazione indicate dalla Giunta regionale, e l'inventariazione dell'archivio personale e di lavoro di Nicolò Claricini Dornpacher, parte di un lascito testamentario pervenuto nel 1968. Nicolò Claricini Dornpacher (1864 - 1946), aristocratico di origine friulana, raffinato bibliofilo e collezionista, è stato a lungo presidente della sezione locale della Società Dantesca Italiana e, soprattutto, presidente per quarantaquattro anni della Veneranda Arca del Santo: l'archivio da lui lasciato offrirà pertanto abbondante documentazione su importanti aspetti della vita culturale, religiosa e sociale della città.

Si propone di destinare a queste attività € 10.000,00, con imputazione al Cap. 100750. Il Dirigente regionale Beni Culturali procederà al relativo impegno di spesa con proprio decreto.

Reti di servizi

Anche nel settore degli archivi, come in quello biblioteche, si va diffondendo una cultura della cooperazione in vista della conoscenza e della valorizzazione del patrimonio: i motivi per cui essa si è manifestata in ritardo e su scala ridotta rispetto alle biblioteche è inerente alla natura stessa dei beni, in quanto i beni librari di norma sono prodotti seriali e quindi scambiabili fisicamente o a livello di descrizione, mentre i documenti d'archivio sono unici e non possono essere correttamente considerati a prescindere dal contesto del loro ente produttore, di cui è necessario appurare ogni modalità particolare di funzionamento e struttura.

1. Sistema Informativo Archivistico Regionale

Il Ministero ha avviato sistemi informativi distinti per gli Archivi di Stato (SAS: Sistema Archivi di Stato) e per le Soprintendenze archivistiche, che sono il punto di riferimento per gli archivi non statali dei territori di competenza (SIUSA: Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche); sta procedendo anche il progetto del SAN (Sistema Archivistico Nazionale), che dovrebbe correlare i due sotto-sistemi e farli dialogare col mondo della catalogazione degli altri beni culturali. In SIUSA sono stati pubblicati gli eccellenti risultati del progetto Ecclesiae Venetae sugli archivi ecclesiastici, cui la Regione ha considerevolmente contribuito nel corso degli anni.

Esiste peraltro l'esigenza di organizzare le informazioni e le vie d'accesso ai singoli archivi o alle loro copie digitalizzate attorno a un Portale a valenza regionale, secondo quanto già sperimentato con successo da altre Regioni quali la Lombardia e il Piemonte.

Gli studi relativi all'impostazione di questo Sistema regionale vengono condotti dal 2005 dal Dipartimento per l'Ingegneria dell'Informazione dell'Università degli studi di Padova, che si avvale della collaborazione della cattedra di Archivistica del locale Dipartimento di Storia ed ha attualmente in corso una convenzione con la Regione con scadenza 1 aprile 2008. Il Dipartimento ha finora realizzato, anche mediante un serrato e collaborativo confronto con la Direzione regionale Informatica, lo studio di fattibilità e la realizzazione del prototipo del Sistema, ed ora sono impegnati a realizzare:

lo studio metodologico delle modalità di utilizzo degli authority files;

l'analisi delle problematiche di rappresentazione e gestione dei loro contenuti;

lo studio di un'architettura di riferimento per sistemi;

lo sviluppo e la realizzazione di un dimostratore coerente con l'architettura di riferimento, basato sull'infrastruttura regionale a Porte di Dominio;

la verifica sul campo dell'effettivo funzionamento del dimostratore.

Per consentire la collaborazione di alcuni Comuni o Istituti culturali alle attività di verifica, si verifica una disponibilità collaborativa di ANAI nell'ambito delle procedure previste dal protocollo d'intesa. Si ritiene opportuno destinare a questa attività € 5.000,00, con imputazione al Cap.70118. Il Dirigente regionale Beni Culturali adotterà il relativo impegno di spesa con proprio decreto.

2. Progetto Archivi storici del Cadore

Con deliberazione del 6 febbraio 2007 la Giunta della Magnifica Comunità di Cadore ha approvato un progetto per la conservazione e valorizzazione degli archivi storici dei propri Comuni, che con distinto accordo di programma si impegnano a contribuire in ragione di € 1 per abitante; sono inoltre assicurati interventi della Provincia e della fondazione bancaria competente per territorio. Il progetto, redatto su incarico della Magnifica Comunità dalla dr. Silvia Miscellaneo, si articola in quattro punti:

allocazione degli archivi in locali adeguati;

riordino delle serie degli archivi di deposito;

riordino e inventario informatizzato degli archivi storici.

In particolare l'intervento della Regione dovrebbe riguardare gli archivi storici, con informatizzazione generale e riordini e inventariazioni:

parziali per Auronzo, Calalzo, Comelico Superiore, Danta, Domegge, Lozzo, Pieve, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano, Selva, Valle, Vigo, Vodo e Magnifica Comunità;

complessivi per Borca, Cibiana, Lorenzago, Ospitale, Perarolo, Sappada e Zoppè.

Al termine del progetto la Magnifica Comunità dovrebbe poter coordinare la rete del sistema degli archivi storici, secondo gli auspici enunciati già dall'art. 40 della L. R. 50/84, rimasto sostanzialmente inapplicato. Va rilevato peraltro che un'altra iniziativa interessante in merito si è sviluppata col sostegno regionale sempre nel Bellunese, e particolarmente nell'Alto Agordino.

Si ritiene opportuno accedere alla richiesta della Magnifica Comunità ed aderire all'iniziativa, per il suo carattere sperimentale e in vista della valorizzazione di quelle identità locali che, importanti ovunque, rivestono un significato sociale particolare nelle comunità di montagna, impegnando nel Cap. 100750 € 30.000,00, che saranno erogate alla Magnifica Comunità nel seguente modo:

€ 15.000,00 dopo la presentazione, entro il 30 novembre 2007, dello stato di avanzamento dei lavori;

€ 15.000,00 dopo la conclusione dei lavori e la presentazione, entro il 30 novembre 2008, di relazione e rendicontazione.

La presente proposta di deliberazione comporta la spesa complessiva di € 590.000,00, imputata ai seguenti capitoli:

- € 296.000,00 al Cap. 70118 ("Spese per iniziative culturali in materia di musei e biblioteche promosse direttamente dalla Giunta regionale"), di cui € 92.000,00 per i musei, € 146.000,00 per le biblioteche ed €.58.000,00 per gli archivi;

- € 294.000,00 al Cap. 100750 ("Trasferimenti alle amministrazioni pubbliche per iniziative culturali in materia di musei e biblioteche promosse direttamente dalla Giunta regionale"), di cui € 50.000,00 per i musei, € 190.000,00 per le biblioteche e € 54.000,00 per gli archivi.

Per quanto riguarda il Cap. 70118, in relazione all'attuale stato di avanzamento delle istruttorie, €.152.000,00 possono essere impegnati con deliberazioni della Giunta ed € 144.000,00 verranno impegnati con decreti dirigenziali.

Per quanto riguarda il Cap. 100750, € 70.000,00 vengono impegnati con deliberazione della Giunta ed € 224.000,00 verranno impegnati con decreti dirigenziali.

Risulta opportuno, viste le disponibilità di bilancio, autorizzare il Dirigente regionale della Direzione Beni Culturali, in relazioni a occasioni urgenti che si producessero, ad istruire proposte di deliberazione per iniziative dirette ulteriori, entro i limiti di spesa di € 94.000,00 nel Cap. 70118 e di € 36.000,00 nel Cap. 100750."

Si tratta ora di approvare definitivamente il programma di iniziative proposto con DGR n. 71/CR del 26 giugno 2007 e di disporre l'assunzione degli impegni di spesa in essa previsti.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

  • UDITO il relatore, incaricato dell'istruzione dell'argomento in questione ai sensi dell'art. 33, secondo comma, dello Statuto, il quale dà atto che la Struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;
  • VISTA la L.R. 5 settembre 1984, n. 5, e in particolare il suo art. 44;
  • VISTA la DGR n. 71/CR del 26 giugno 2007;
  • VISTO il parere della sesta commissione consiliare in data 18 luglio 2007;
  • RAVVISATA l'opportunità di accogliere la proposta del relatore così come esposta in narrativa;]

delibera

1)      di confermare i contenuti della DGR n. 71/CR del 26 giugno 2007, così come riferiti in narrativa;

2)      di impegnare di conseguenza nell'UPB U0168 ("Archivi, Biblioteche e Musei"), Cap. 70118 delle Spese dell'esercizio 2007 ("Spese per iniziative culturali in materia di musei e biblioteche promosse direttamente dalla Giunta regionale"), a titolo di contributo:

a)      € 20.000,00 a favore di Comitato Nazionale Italiano di ICOM - ICOM Italia, codice fiscale n. 11661110152, con sede in Milano, Via San Vittore n. 19/21, per il suo convegno nazionale in Verona;

b)      € 25.000,00 a favore della Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta, codice fiscale n. 94009550263, con sede in Treviso, Piazza Duomo n. 19, per l'organizzazione dell'XI Conferenza regionale dei musei del Veneto;

c)      € 20.000,00 a favore della medesima Fondazione Giuseppe Mazzotti per l'organizzazione dell'XI Giornata della Didattica museale;

d)      € 7.000,00 a favore della Fondazione Scientifica Querini Stampalia ONLUS, codice fiscale n. 02956070276 con sede in Venezia, Castello n. 4778, per uno studio di fattibilità sulla conversione dei dati catalografici della propria pinacoteca;

e)      € 60.000,00 a favore della medesima Fondazione, per il riassetto della propria biblioteca;

f)       € 5.000,00 a favore della medesima Fondazione, per il riordino del proprio archivio -

per un totale di € 137.000,00, e dando atto che ulteriori € 15.000,00 a favore di archivi privati riconosciuti di interesse locale vengono impegnati con distinta deliberazione di Giunta;

3)      di liquidare e pagare le somme suddette ai beneficiari sopra indicati secondo le modalità esposte in narrativa;

4)      di impegnare inoltre nell'UPB U0168 ("Archivi, Biblioteche e Musei"), Cap. 100750 delle Spese dell'esercizio 2007 ("Trasferimenti alle amministrazioni pubbliche per iniziative culturali in materia di musei e biblioteche promosse direttamente dalla Giunta regionale"):

a)      € 20.000,00 a favore del Comune di Verona - Museo Civico di Storia Naturale, codice fiscale n..00215150236, con sede in Verona, Piazza Brà n. 1, per la prosecuzione dell'attività catalografica relativa ai beni naturalistici posseduti dai musei del Veneto;

b)      € 20.000,00 a favore del Comune di Piove di Sacco (PD), codice fiscale n. 80009770282, con sede in Piove di Sacco, Piazza Matteotti n. 4, in quanto capofila del Bacino bibliografico della Saccisica e del Conselvano;

c)      € 30.000,00 alla Magnifica Comunità del Cadore, codice fiscale n. 00204620256 con sede in Pieve di Cadore (BL), Piazza Tiziano n. 2 come capofila del progetto "Archivi storici del Cadore" -

per un totale di € 70.000,00;

5)      di liquidare e pagare le somme suddette ai beneficiari sopra indicati secondo le modalità esposte in narrativa;

6)      di incaricare il Dirigente regionale Beni Culturali di dare esecuzione al presente provvedimento, anche impegnando con propri decreti le spese relative alle altre iniziative previste, nei limiti di €.144.000,00 nel Cap. 70118 e di € 224.000,00 nel Cap. 100750 delle Spese.

Torna indietro