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Scarica versione stampabile Deliberazione del Consiglio Regionale

Bur n. 72 del 22 luglio 2014


Materia: Programmi e progetti (comunitari, nazionali e regionali)

Deliberazione del Consiglio Regionale n. 41 del 09 luglio 2014

Approvazione della proposta di Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014/2020 ai sensi del Regolamento (UE) del 17 dicembre 2013, n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS). (Proposta di deliberazione amministrativa n. 94).

Il Consiglio regionale

VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 71/CR del 10 giugno 2014: “Adozione del Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014/2020 ai sensi del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio.”;

VISTA la legge regionale 25 novembre 2011, n. 26 “Norme sulla partecipazione della Regione del Veneto al processo normativo e all’attuazione del diritto e delle politiche dell’Unione europea”;

VISTA la legge regionale 2 aprile 2014, n. 12 “Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016”;

VISTO il Regolamento (CE) n. 1305/2013 del 17 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005;

PRESO ATTO che il quadro normativo di riferimento risulta tuttora in fase di definizione e pubblicazione da parte della Commissione europea, per quanto riguarda in particolare il regolamento delegato e il regolamento di esecuzione del regolamento (UE) 1305/2013, i numerosi documenti di indirizzo operativo (linee guida, schede tecniche, ecc.) relativi anche alle modalità di predisposizione del Programma attraverso la procedura informatica SFC20 14 di elaborazione e trasmissione nonché, per quanto riguarda il livello nazionale, le decisioni che verranno assunte riguardo il completamento del quadro relativo al primo pilastro della PAC;

VISTO il parere favorevole espresso a maggioranza dalla Quarta Commissione consiliare nella seduta del 2 luglio 2014;

RITENUTO necessario trasmettere il presente provvedimento alla Commissione europea per la relativa approvazione di competenza, ai sensi dell’articolo 10, comma 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;

UDITA la relazione della Quarta Commissione consiliare, relatore il Presidente della stessa, consigliere Davide BENDINELLI nel testo che segue:

            “In attuazione della strategia “Europa 2020”, che prevede una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, il 17 dicembre 2013 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato il pacchetto di regolamenti sui fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) per il periodo 2014-2020. In particolare, oltre al regolamento (UE) n. 1305/2013 che definisce le norme applicabili al sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), è stato approvato il regolamento (UE) n. 1303/2013 che definisce le norme comuni ai fondi SIE.

            Tale regolamento, in coerenza con la proposta complessiva di riforma dei fondi strutturali e di investimento europei, introduce, nel sistema di programmazione dello sviluppo rurale 2014-2020, un approccio strategico a ogni livello di programmazione fondato sui seguenti principi basilari:

a)    la concentrazione su un numero limitato di obiettivi tematici;
b)    una forte integrazione tra i diversi fondi e strumenti di programmazione;
c)    un sistema di programmazione che prevede la formulazione e l'articolazione della strategia di intervento dal livello comunitario (Quadro strategico comune), a quello nazionale (Accordo di partenariato) e, infine, a quello regionale (Programma di sviluppo rurale- PSR);
d)    una più chiara distinzione di ruoli tra Commissione e stati membri, ai quali è assicurata una maggiore flessibilità decisionale nella definizione degli interventi di dettaglio;
e)    un rafforzamento del ruolo del partenariato e degli strumenti di monitoraggio e valutazione.

            Alla realizzazione delle priorità definite dalla strategia "Europa 2020" concorrono in modo determinante tutti i fondi strutturali, sia quelli legati all'attuazione della politica di coesione, quali il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE), sia quelli destinati alla realizzazione della politica agricola comune, quali il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

            Le priorità di investimento di ciascun fondo citato sono indicate dal Quadro strategico comune (QSC) che individua le linee guida cui dovranno ispirarsi la programmazione nazionale, attraverso l'Accordo di partenariato (AP) stipulato tra lo stato membro e la Commissione europea nonché la programmazione regionale, attraverso i programmi operativi, al fine di massimizzare l'impatto degli interventi realizzati con i fondi stessi, evitando sovrapposizioni o duplicazioni.

            Partendo dalle indicazioni contenute nel Quadro strategico comune, sulla base dei nuovi regolamenti comunitari riferiti ai fondi strutturali e di investimento europei, che costituiscono il pacchetto legislativo della futura politica di coesione e ispirandosi, da un punto di vista metodologico, al documento "Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi strutturali " presentato dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione (DPS) nel novembre del 2012, è stato elaborato a livello nazionale l'Accordo di partenariato trasmesso alla Commissione europea il 22 aprile 2014.

            L'Accordo di partenariato definisce, a livello di ciascuno stato membro, i fabbisogni di sviluppo, gli obiettivi tematici della programmazione, i risultati attesi e le azioni da realizzare tramite l'impiego dei fondi SIE, secondo una logica di complementarietà tra i fondi medesimi.

            L'Accordo di partenariato Italia individua, in particolare, il livello di complementarietà tra i programmi nazionali (PON) e i programmi operativi regionali (POR)/programmi di sviluppo rurale (PSR) e la metodologia di classificazione delle aree rurali e la relativa mappatura. Esso prevede inoltre l 'avvio di un'azione per le aree interne (AI) e l'attivazione di strumenti specifici di politica territoriale, tra i quali il Community-led local development (CLLD), finalizzato allo sviluppo locale integrato su scala sub-regionale, rispetto al quale l 'intervento del FEARS viene concentrato nelle aree C-aree rurali intermedie e D- aree rurali con problemi complessivi di sviluppo e indirizzato verso specifici "ambiti tematici " di interesse.

            In relazione a tale documento quadro debbono essere definite le proposte dei diversi programmi operativi dalle singole regioni. ai sensi degli artt. 26-27-28-29 del regolamento (UE) n. 1303/2013, le quali vanno poi trasmesse per l 'approvazione alla Commissione europea entro il 22 luglio 2014.

            A valle del processo di programmazione sopra delineato si collocano gli strumenti programmatori regionali ovvero i programmi operativi regionali e il Programma di sviluppo rurale che, nel rispetto dei regolamenti comunitari e all'interno di un quadro costituto da 11 obiettivi tematici ritenuti prioritari per il raggiungimento delle tre priorità di "Europa 2020", dovranno individuare, partendo da una attenta analisi del contesto socio-economico territoriale, i risultati che ci si prefigge di raggiungere in attuazione alle politiche comunitarie, le azioni da porre in essere in funzione del raggiungimento dei risultati prefissati e gli strumenti attraverso cui realizzare le azioni.

            Al fine di definire un quadro unitario delle strategie che la Regione intende porre in essere nel periodo di programmazione 2014-2020 e quindi delle conseguenti azioni per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo che la stessa intende darsi, la Giunta regionale ha redatto, in coerenza con gli obiettivi fissati a livello comunitario, con gli indirizzi nazionali dell'Accordo di partenariato, e tenendo conto delle indicazioni fomite dal partenariato nelle sedi di consultazione attivate, il "Rapporto di sintesi della strategia regionale unitaria 2014- 2020" approvato con DGR 13 maggio 2014, n. 657.

            Il Rapporto in parola, redatto nell'ambito del percorso di programmazione unitaria regionale definito con deliberazione di Giunta regionale n. 41O del 25 marzo 2013, rappresenta le linee guida regionali per un utilizzo sinergico delle risorse comunitarie rispetto a una prospettiva di sviluppo intersettoriale da attuarsi nel medio periodo in funzione della crescita del territorio, partendo da una analisi del contesto che rileva la posizione della Regione rispetto ai target fissati dalla strategia "Europa 2020", evidenziando conseguentemente una strategia di intervento da porre in essere in funzione del raggiungimento dei target stessi. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il regolamento (UE) n. 1305/2013 prevede, tra l'altro, che il sostegno del fondo FEASR alla strategia "Europa 2020" sia assicurato attraverso le seguenti sei priorità:

1)    promuovere il trasferimento di conoscenze e di innovazione;
2)    potenziare la redditività e la competitività dell'agricoltura;
3)    promuovere l 'organizzazione della filiera alimentare;
4)    preservare e valorizzare gli ecosistemi;
5)    incentivare l'uso efficiente delle risorse naturali;
6)    adoperarsi per l'inclusione sociale e lo sviluppo economico delle zone rurali;

            Le priorità dello sviluppo rurale sono, a loro volta, articolate in 18 focus area (FA) od obiettivi specifici che contribuiscono al raggiungimento degli 11 obiettivi tematici (OT) e ai 3 obiettivi trasversali (innovazione , ambiente e mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi) di "Europa 2020".

            Sulla base di tali priorità e nel rispetto dell'Accordo di partenariato e del Rapporto di sintesi della strategia regionale unitaria 2014- 2020, la Regione ha predisposto la propria proposta di Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020 (PSR 2014-2020), di cui all'Allegato A al presente provvedimento.

            Il regolamento (UE) n. 1305/2013 dispone anche la ripartizione della dotazione finanziaria del FEASR tra gli stati membri: all'Italia sono destinati euro 10.429.710.767 per il periodo 2014-2020. Con "l'Intesa sulla proposta di riparto degli stanziamenti provenienti dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) 2014-2020" del 16 gennaio 2014 (n. 8/CSR), la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ha sancito l 'accordo sul riparto della quota FEASR tra le regioni, le province autonome e i programmi operativi nazionali (PON). Al Veneto è stata assegnata una quota FEASR pari a euro 510.679.000, alla quale corrisponde una spesa pubblica totale di 1.184.237.000 euro (tasso di partecipazione del FEASR pari al 43, 12%).

            La medesima Intesa del 16 gennaio 2014 ha previsto lo stanziamento di 2.240.003.534 euro per l'attivazione delle misure nazionali di sostegno (PON) riguardanti la gestione del rischio in agricoltura, la realizzazione di Infrastrutture irrigue, la biodiversità animale e la rete rurale nazionale, rispetto le quali gli interventi previsti dal PSR 2014-20 devono operare in via complementare.      

            La proposta di PSR 2014-2020 è stata redatta secondo le indicazioni dell'articolo 8 del regolamento (UE) n. 1305/2013, dettagliate ulteriormente nelle proposte di regolamento delegato e di regolamento di esecuzione, in corso di approvazione da parte dell'Unione europea. In particolare, l'analisi di contesto della situazione è stata redatta con il contributo tecnico e scientifico

            fornito da quattro gruppi di lavoro costituiti dall'Istituto nazionale di economia agraria (INEA), dall'Azienda regionale Veneto Agricoltura, dall'Università degli studi di Padova - Dipartimento territorio e sistemi agroforestali e Centro interdipartimentale di ricerca sul Nord-Est "Giorgio Lago".

            Sulla base dell'individuazione dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce (SWOT analysis), con particolare riferimento alle diverse realtà territoriali, sono stati definiti i fabbisogni che hanno condotto all'elaborazione della strategia regionale attraverso la selezione delle priorità e delle focus area da attivare con le risorse del PSR 2014-2020.

            In base alla strategia e in relazione a ciascuno degli aspetti specifici delle priorità, quindi sono state individuate le misure/sottomisure/tipologie d'intervento da inserire nella programmazione regionale. Tutto il percorso si è svolto con il confronto e il supporto del Tavolo regionale di partenariato per il PSR, i cui componenti sono stati individuati con deliberazione della Giunta regionale n. 1383/2013. A tale riguardo, in applicazione del Codice di condotta europeo del partenariato, si sottolinea come l'amministrazione regionale si sia prodigata per favorire la diffusione dei documenti e delle informazioni sul PSR 2014-2020 nonché per allargare la partecipazione e la consultazione a un pubblico vasto.

            Il percorso di redazione del PSR 2014-2020 si è contraddistinto infatti per l'intensa attività di partenariato, sintetizzabile nei seguenti riferimenti e illustrato nel capitolo 16 dell'allegato A: oltre n. 130 referenze per il partenariato generale agricolo-rurale, n. 88 soggetti componenti del Tavolo regionale di partenariato , in rappresentanza delle istituzioni, delle partnership economiche, sociali, ambientaliste e dei consumatori; n. 10 incontri di partenariato da giugno 2013 ad aprile 2014, con una partecipazione in sala e web streaming complessiva di n. 1.993 persone; attivazione di un’apposita sezione sul portale regionale PIAV e dedicata alla presentazione e diffusione delle proposte tecniche, dei documenti e materiali informativi prodotti (n. 143); n. 3 fasi di consultazione diretta, per la presentazione di osservazioni online da parte del partenariato, per una durata complessiva di 77 giorni; n. 728 osservazioni e proposte presentate dai partner e n. 6.800 visite al sito www.psrveneto2020.it.

            Il Comitato regionale per la concertazione in agricoltura - Tavolo Verde - di cui alla legge regionale 9 agosto 1999, n. 32, è stato coinvolto in occasione delle tre fasi di analisi e individuazione dei fabbisogni, di definizione della strategia e individuazione degli interventi e di predisposizione delle proposte tecniche di misura.

            Del complesso lavoro preparatorio il Consiglio regionale è stato informato per il tramite della IV commissione consiliare permanente e della commissione speciale politiche comunitarie, in particolare nell'ambito di specifici approfondimenti svolti in occasione delle convocazioni, a commissioni congiunte, del 2 ottobre 2013 e del 26 febbraio 2014 (seminari di studio), oltre che attraverso specifiche informative presentate alle sedute delle medesime commissioni e l'invito ai relativi componenti alle diverse iniziative di informazione e di partenariato realizzate dalla Giunta regionale.

            Oltre al partenariato, un ruolo molto importante nella definizione del PSR 2014-2020 è stato svolto anche dal valutatore ex-ante, affidato alla società Agriconsulting S.p.A. con DGR n. 1605/2012 tramite procedura ex art. 57, comma 5, lettera b) del decreto legislativo 163/2006.

            La redazione della proposta di Programma effettuata da parte delle strutture competenti della Giunta regionale ha tenuto conto, nelle diverse fasi e livelli di predisposizione, così come previsto dalla disciplina comunitaria, delle analisi, elaborazioni e delle raccomandazioni proposte dal valutatore indipendente.

            Il regolamento (UE) n. 1303/2013, all'articolo 55, dispone che ciascun programma di sviluppo rurale comprenda la valutazione ex ante e la valutazione ambientale strategica (VAS), per migliorare la qualità e l'elaborazione nonché per verificare che gli obiettivi generali e specifici possano essere conseguiti. Si è proceduto quindi, parallelamente alla stesura del Programma, all'attivazione della procedura di valutazione ambientale strategica, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 156 e dalla deliberazione della Giunta regionale n. 791 del 31 marzo 2009, per valutare gli impatti che il programma stesso potrebbe produrre sull'ambiente. A tal fine, con decreto n. 09 del 11 luglio 2013 della Direzione Piani e Programmi settore primario è stato adottato il Documento preliminare di programma e il Rapporto ambientale preliminare e si è dato avvio alla consultazione del partenariato con competenze in materia ambientale. Il decreto è stato pubblicato sul BUR il 9 agosto 2013 e la consultazione si è conclusa il 9 ottobre 2013. Raccolte le osservazioni del partenariato ambientale, i documenti sono stati inviati alla Commissione regionale VAS, che ha espresso i propri indirizzi e prescrizioni, con il parere motivato n. 36 del 26 febbraio 2014.

            Con deliberazione della Giunta regionale n. 2113/2013 è stato quindi affidato l'incarico all'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV) per la valutazione ambientale strategica del PSR 2014- 2020. Infine, con decreto n. 18 del 20/11/2013 è stata attivata la procedura di acquisizione del servizio di Valutazione di incidenza ambientale (VINCA) del PSR 2014-2020, aggiudicata alla ditta BIOPROGRAMM Soc. coop. con decreto n. 21 del 21/12/2013.

            Considerati i tempi tecnici necessari alla esecuzione delle restanti 5 fasi per il completamento della procedura VAS, con la nota informativa del 23 aprile 2014, la Commissione europea - Direzione generale per l'agricoltura e lo sviluppo rurale - ha comunicato la possibilità di ricevere e procedere all'esame delle proposte di Programma di sviluppo rurale 2014-2020 anche in presenza dei risultati preliminari della procedura di valutazione ambientale in corso, fatto salvo che il Programma potrà essere approvato solo in presenza della versione finale della VAS.

            Pertanto l'adozione del Rapporto ambientale VAS definitivo sul Programma di sviluppo rurale 2014-20 avverrà con un prossimo specifico provvedimento della Giunta regionale, provvedendo pure alla sua pubblicazione e alla raccolta delle eventuali osservazioni.

            Come richiesto dai regolamenti UE n. 1303/2013 (condizionalità ex ante generale) e n. 1305/2013 (condizionalità ex ante specifica), si è inoltre proceduto nel capitolo 6 a identificare le precondizioni applicabili e a valutare il loro adempimento ai fini dell'attuazione del PSR 2014-2020.

            Le misure risultano descritte, secondo quanto previsto alla lettera t) dell'articolo 8 del regolamento (UE) n. 1305/2013, nel capitolo 8 dell'allegato A. A tale riguardo si precisa che gli importi degli aiuti relativi alle misure 8, 10, 11 e 13 potranno essere ulteriormente dettagliati a seguito della predisposizione dei calcoli giustificativi degli importi concedibili in base al perfezionamento in corso da parte della Commissione europea del documento Linee guida tecniche sulle misure agro climatico ambientali, nonché a seguito alle decisioni che verranno assunte a livello nazionale per quanto riguarda l'attuazione del Regolamento UE n. 1307/2013 sui regimi di sostegno previsti dal primo pilastro della politica agricola comune (PAC).

            Il Piano finanziario proposto prevede, ai sensi della lettera h) dell'articolo 8 del regolamento (UE) n. 1305/2013, una ripartizione della quota comunitaria assegnata sia per annualità che per priorità, nonché una ripartizione percentuale della stessa quota FEASR per misura, che viene illustrato al capitolo 10 dell'allegato A. In ragione della strategia proposta è stata definita la ripartizione finanziaria tra le sei priorità, coerente con le indicazioni dell’Accordo di partenariato presentato dall'Italia e con il vincolo di dotazioni minime previste dall'articolo 59 del regolamento (UE) n.1305/2013 per l'approccio Leader (5 per cento) e in materia di agro-clima-ambiente (30 per cento).

            Per quanto riguarda il capitolo 12, relativo agli eventuali importi di finanziamenti nazionali o regionali aggiuntivi, e il capitolo 13 del PSR 2014-2020, di cui alla lettera k) dell'articolo 8 del regolamento UE n. 1305/2013, si precisa che saranno completati non appena disponibile, a livello comunitario, il quadro definitivo degli Orientamenti sugli aiuti di stato e sul regolamento di esenzione, attualmente solo in fase di proposta da parte della Commissione europea.

            Nel capitolo 14 sono invece fomite indicazioni relative alla complementarietà con le misure finanziate con la PAC e con gli altri strumenti di politica comunitaria (lettera l) dell'articolo 8 del regolamento (UE) n. 1305/2013 mentre al capitolo 15 sono descritte le modalità di attuazione del Programma, di cui alla lettera m) dell'art. 8 del regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR e segnatamente la designazione delle autorità, la descrizione dei sistemi di monitoraggio e valutazione, le disposizioni per l'adeguata pubblicità al Programma stesso, la descrizione dell'approccio che definisce i principi per la definizione dei criteri di selezione degli interventi e delle strategie dello sviluppo locale e dei meccanismi per assicurare la coerenza tra lo sviluppo locale, la misura "cooperazione" (art. 35) e la misura "servizi di base e rinnovamento dei villaggi" (articolo 20).

            In base a quanto disposto dall'art. 26 del regolamento (UE) n. 1303/2013 e allo scopo di avere garantiti i tempi di approvazione da parte dell’Unione europea, la proposta di PSR 2014-2020 deve essere presentata entro tre mesi dalla data di presentazione dell'Accordo di partenariato e quindi entro il prossimo 22 luglio 2014. Inoltre, a differenza dei precedenti periodi di programmazione, la Commissione europea prevede l'obbligo della trasmissione della proposta di PSR 2014-2020 e di tutte le comunicazioni pertinenti esclusivamente mediante la specifica procedura informatica SFC 2014 (regolamento di esecuzione (UE) n. 184/2014). Si tratta di una modalità particolarmente complessa nella sua gestione che richiede specifici tempi tecnici per la trascrizione del testo di cui all'allegato A, secondo specifici standard e modelli (template) informatici; per cui è auspicabile che il Consiglio regionale approvi il presente provvedimento non oltre il10 luglio 2014.

            Si sottolinea la lunga durata del negoziato interistituzionale europeo e il ritardo con cui gli organi comunitari hanno approvato i regolamenti di base (i soli peraltro che alla data odierna risultano essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea). Invece sono ancora in via di approvazione da parte dell'Unione europea numerosi testi disciplinari di attuazione (regolamento delegato, regolamento esecutivo, regolamenti sugli aiuti in esenzione, ecc.), oltre a un ampio quadro di documenti di indirizzo (linee guida e schede tecniche) dei quali si dispone unicamente delle relative bozze. Oltre ai ritardi nell'approvazione dei testi regolamentari, si evidenziano anche numerosi problemi derivanti dalla traduzione errata o incongrua di termini tecnici del testo base in lingua inglese. Ciò ha comportato inevitabili ripercussioni sui tempi e sul contenuto della proposta in esame, che non si può escludere debba essere rivista in qualche punto una volta che anche la normativa comunitaria di attuazione sarà entrata in vigore.

            Per evitare che i tempi di approvazione dei regolamenti e di predisposizione dei documenti di programmazione più lunghi della previsione iniziale, possano generare discontinuità nel sostegno allo sviluppo rurale e al settore agricolo nel passaggio tra il PSR 2007-2013 e il PSR 2014-2020 , il Regolamento (UE) n. 1310/2013 ha autorizzato l 'utilizzo delle risorse 2014-2020 a sostegno degli impegni assunti nel corso del 2014 prima dell'approvazione del PSR 2014-2020, prevedendo specifiche modalità attuative.  A tal fine e in coerenza con il regolamento (UE) n. 1310 del 17 dicembre 2013 che stabilisce alcune disposizioni transitorie sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR e modifica il regolamento UE n. 1305/2013 per quanto concerne le risorse e la loro distribuzione in relazione all'anno 2014, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 11/2014 vengono stanziate adeguate somme per il cofinanziamento regionale di programmi dell'Unione europea per la programmazione 2014-2020, che comprende anche il PSR.

            Considerato che, ai sensi dell’articolo 10, comma 2 del regolamento (UE) n. 1305/2013, l'approvazione del Programma avverrà mediante atto di esecuzione della Commissione europea e che tra la fase di adozione a livello regionale e quella di approvazione a livello comunitario vi sarà necessariamente un’attività negoziale che coinvolgerà anche il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e che tale fase intermedia richiede modalità snelle di interlocuzione e tempi celeri di risposta, risulta necessario prevedere di autorizzare la Giunta a condurre il relativo negoziato. Ne consegue che la Giunta regionale viene delegata ad apportare tutte le modifiche all’allegato A del presente provvedimento che si rendessero necessarie a seguito del negoziato con la Commissione europea o in relazione all'approvazione dei regolamenti attuativi citati o delle decisioni che verranno assunte a livello nazionale per quanto riguarda il primo pilastro della PAC. La Giunta viene incaricata di informare puntualmente e tempestivamente la competente commissione consiliare dello stato di evoluzione del negoziato stesso e delle determinazioni conseguentemente assunte, dando atto che ai fini applicativi fa fede il testo del Programma di cui alla decisione della Commissione UE.

            Ai sensi dell’articolo 9, comma 2, della legge regionale n. 26 del 2011, il Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, delibera anche le eventuali modifiche sostanziali degli atti di programmazione degli interventi regionali cofinanziati dall’Unione europea; intendendosi per sostanziali “in particolare, le modifiche che comportino uno spostamento o modifica di priorità strategiche e delle risorse finanziarie ad esse collegate”.

            Ai fini dell’interpretazione e applicazione di tale disciplina, non si può tuttavia prescindere dalle disposizioni di cui all’articolo 11 del regolamento (CE) 17 dicembre 2013, n. 1305/2013 che, in tema di modifiche ai programmi di sviluppo rurale, distingue fra modifiche che richiedono decisione o approvazione da parte della Commissione europea e correzioni puramente materiali o editoriali che, in quanto tali, non richiedono l’approvazione della Commissione, ma una mera comunicazione.

            Come sopra evidenziato gli uffici della Giunta regionale, a differenza dei precedenti periodi di programmazione, sono tenuti a curare la trasmissione alla Commissione europea della proposta di PSR 2014-2020 e di tutte le comunicazioni pertinenti esclusivamente mediante la specifica procedura informatica SFC 2014 (Reg di Esecuzione (UE) n. 184/2014). ). Tale sistema di scambio elettronico dei dati prevede tra l’altro che i testi e le informazioni siano caricate su moduli interattivi e su formulari precompilati dal sistema stesso, sottoponendoli a calcoli automatici e a controlli automatici integrati per verificare la coerenza interna dei dati trasmessi e la coerenza tra tali dati e le norme applicabili. L’applicazione di questa procedura potrà rendere necessari taluni adeguamenti tecnici della proposta di Programma.

            Al fine di consentire al Consiglio regionale di avere puntuale e aggiornata conoscenza dello stato di avanzamento del PSR e delle successive modificazioni, sia di carattere sostanziale che formale, si pone l’esigenza di attivare uno specifico collegamento informatico al sistema SFC 2014, con abilitazione ai diritti di consultazione.

            Nel corso dell’esame istruttorio in Quarta Commissione consiliare è emersa l’esigenza, nelle more della definizione dell’iter di esame delle iniziative legislative di attuazione dell’articolo 15 dello Statuto del Veneto in tema di conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria alla Provincia di Belluno, di individuare ambiti e funzioni di iniziativa in capo alla Provincia di Belluno.

            Tale autonomia di iniziativa, fatto salvo il rispetto dei criteri di carattere generale previsti dall’allegato A al presente provvedimento e la definizione dei bandi e la loro attuazione e gestione in capo all’autorità di gestione individuata, potrebbe in particolare riguardare l’attuazione di alcune misure del PSR 2014-2020 sulle quali agisce la riserva di fondi prevista per le zone montane, escludendo comunque quelle misure che, per loro nature, hanno criteri di selezione e gestione che devono essere omogenei per tutto il territorio regionale.

            La Quarta Commissione consiliare ha iniziato l’esame istruttorio della presente proposta di provvedimento amministrativo nella seduta del 25 giugno 2014 e l’ha concluso nella seduta del 2 luglio successivo, dando parere favorevole a maggioranza dei suoi membri all’allegata proposta di PSR 2014-2020.

            Si dà atto dell’acquisizione dei pareri favorevoli a maggioranza, con condizioni, delle commissioni I e speciale per i rapporti comunitari, espressi ai sensi dell’articolo 26, comma 1 del regolamento consiliare.

            Della relazione all’Aula, la Quarta Commissione consiliare ha designato relatore il presidente Bendinelli e correlatore il v/presidente Azzalin.”;
 

UDITA la relazione di minoranza della Quarta Commissione consiliare, relatore il Vicepresidente della stessa, consigliere Graziano AZZALIN nel testo che segue:
 

“Grazie, Presidente,

            intendo procedere per punti, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente rispetto alla quale mi sembra che il quadro tracciato sia sostanzialmente condivisibile.

            È indubbiamente una opportunità questa nuova Programmazione, ci sono soldi, soldi veri, invece in altri comparti abbiamo a che fare con soldi virtuali. Colgo l’occasione per ribadire che quando si dice “salvo disponibilità di cassa”, mettiamo in oggettiva difficoltà Comuni, ma anche soggetti privati, perché prima che ricevano i soldi passano anni. Con questo provvedimento che ci accingiamo ad approvare invece, non mettiamo in difficoltà nessuno, ma diamo delle opportunità reali, quindi il problema non sono i soldi, ma è spenderli bene.

            L’agricoltura non ha solo bisogno di contributi, ha bisogno di essere sostenuta in processi di conversione rispetto ai ruoli che può svolgere, oltre alla produzione di cibo, proprio per garantire un reddito alle aziende agricole. Quindi, da questo punto di vista, vanno bene sostanzialmente le scelte e gli incrementi di disponibilità per favorire l’inserimento dei giovani, il ricambio generazionale, che resta uno dei temi più importanti cui occorre cercare di fare il possibile. Ringiovanire le aziende significa infatti avere una prospettiva, chi ha davanti una aspettativa di vita e quindi anche imprenditoriale più lunga è oggettivamente più interessato e disponibile a fare investimenti. Questa scelta però è opportuno sia inserita in un contesto in cui altre politiche vanno avanti e convergono a sostegno di tale obbiettivo di ricambio generazionale.

            Si è affermato che quanto proposto evidenzia una forte semplificazione. Su questo aspetto è bene fare un po’ di chiarezza e dire le cose come stanno. Indubbiamente è stato fatto uno sforzo e aver portato a 44 le tipologie di intervento e a 13 le misure indubbiamente semplifica il quadro di riferimento. Ma la vera semplificazione, su cui invece occorre e occorrerà lavorare, riguarderà la fase gestionale, i bandi, che tra l’altro passeranno in Commissione e quindi saranno alla nostra attenzione. É necessario introdurre una flessibilità gestionale alle varie misure, e un ruolo decisivo in questo senso lo svolge l’ente pagatore, che in questo caso è anche l’ente che fa l’istruttoria delle domande. Spesso se andiamo a fare una disamina dal tempo che intercorre dall’emissione del bando ai soldi che arrivano ai beneficiari e quando questi ne può disporre, abbiamo un tempo variabile che oscilla tra i 240 e i 300 giorni, a questo credo non occorra aggiungere altro.

            Si dovrò lavorare in maniera analitica, ridurre step per step, smussare le rigidità e superare i formalismi, occorre andare alla sostanza pur garantendo la doverosa e necessaria trasparenza. Ma vorrei fare un esempio di cosa intendo per flessibilità: se noi abbiamo in una misura poche domande rispetto ad un’altra che ne ha parecchie, non può intercorrere lo stesso tempo di verifica, né i tempi di istruttoria! E’ evidente che per esaminare 10 domande bastano pochi giorni, non occorre aspettarne 90!

            È evidente che questa questione si intreccia con tutto il tema della semplificazione che riguarda la pubblica amministrazione in generale. Il nostro impegno deve rivolgersi anche ad altri ambiti amministrativi, perché spesso le pratiche devono essere corredate di una serie di elementi e certificazioni che dipendono da altri soggetti, da altri enti che soggiacciono ad altre norme, ecco perché può essere necessario un intervento legislativo oltre che amministrativo. Il tema della semplificazione è un tema aperto, rispetto al quale l’attenzione non può venir meno. Una volta approvato il PSR il nostro lavoro non è concluso, non possiamo salvarci l’anima dicendo “noi abbiamo già semplificato quindi siamo apposto”, ma abbiamo fatto un primo passo e tanti altri ne dobbiamo compiere.

            Da questa prima lettura del Programma di Sviluppo Rurale possiamo esprimere un giudizio positivo?

            Sicuramente per alcuni aspetti lo è, però la lettura e il giudizio che noi possiamo dare su questa proposta va correlata a quelli che saranno i risultati che noi intendiamo raggiungere e che saranno prefissati negli obiettivi della proposta ed è lì che noi sapremo valutare per dare un giudizio.

            Il giudizio andrà dato sugli effetti che questo programma di interventi provoca, sulle ricadute che ci saranno sul piano occupazionale, su quello della tenuta del reddito, sugli aspetti che riguardano la biodiversità e la sostenibilità ambientale. Su questi temi occorre andare ad una verifica con dei parametri precisi, (come diceva già il relatore), perché il rischio è di vedersi sottrarre parte delle risorse che abbiamo a disposizione. Proprio perché siamo agli inizi, dobbiamo esserne consapevoli per attuare un puntiglioso monitoraggio il quale può anche condurre e consigliare a spostamenti di risorse da un settore all’altro, ma anche per aprire, se non chiudere determinate misure allorquando se ne intravveda la necessità o si capisca come sia opportuno intervenire in un modo piuttosto che in un altro per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo posti per non essere penalizzati.

            La scelta forte del PSR riguarda le imprese, quale snodo nevralgico per aggredire efficacemente i problemi del settore. Tutto vero, nessuno lo mette in discussione. Ma occorre ragionare sui fattori che portano alla crisi strutturale del settore i cui problemi sono l’invecchiamento dei conduttori agricoli, la tendenza inarrestabile allo spopolamento delle nostre campagne e di alcune aree in particolare, la redditività che fatica a tenere in alcuni comparti, la volatilità dei prezzi, la ridotta capacità di sfruttare la multifunzionalità dell’azienda agricola.

            Ecco perché se la scelta forte è giusto farla a favore dell’impresa agricola, dobbiamo consapevolmente affermare che il Programma di Sviluppo Rurale non riguarda soltanto l’impresa, ma l’intero mondo rurale, altrimenti si chiamerebbe piano di sviluppo aziendale; da questo punto di vista sappiamo bene che se vogliamo migliorare, rendere più attrattivo il contesto, garantire servizi e quant’altro, bisogna intervenire non solo sulle attività che rendono più produttiva l’azienda, ma sull’ambiente in cui l’azienda si inserisce. Qui c’è il ruolo, in particolare, che deve esercitare la politica di sviluppo delle zone rurali, finora in parte affidata ai GAL, rispetto ai quali, e qui apro una parentesi, non possiamo noi approcciarci semplicemente con una formula matematica, tante pratiche, tanti soldi sono costate, tanto occorre risparmiare per cui sono utili o non sono utili..

            Mi permetto di fare questa premessa per dire che non può essere questa la questione e il metro di misura che ci fa dire: bene, questo investimento sui GAL, sufficienti queste risorse, bene i comuni C e D per determinate aree e i comuni D cosa facciamo? Il ragionamento da fare è un altro e deve rapportarsi alle dinamiche socio economiche e demografiche che interessano in particolare le zone del Polesine, della montagna, ma anche quelle della bassa padovana e veronese; sono zone rispetto alle quali continuano lentamente, ma in maniera inesorabile, quei processi e quei percorsi che compromettono una certa realtà agricola e presenza umana con tutti i problemi che questo comporta.

            Su questo argomento occorre vi sia più coraggio, occorre dare più fiducia ai GAL, occorre affidargli più compiti e, perché no, anche le istruttorie, penso alla montagna in particolare. Stamattina in un incontro a Feltre che abbiamo tenuto con il collega Reolon si affrontava una di queste questioni, il ruolo dei GAL, da questo punto di vista può essere quello di riuscire a dare risposte più celeri, perché più legati al territorio e quindi più interessati a raggiungere gli obiettivi che ci poniamo come Programma di Sviluppo Rurale. Investire sulle zone rurali non significa, come è stato detto, sottrarre soldi alle imprese. Ma quanto ci costano allora le pratiche di AVEPA? E quanto costa la struttura del primario rispetto alle pratiche che sforna?É ovviamente un modo provocatorio per dire che la valutazione deve riguardare diversi aspetti e i beneficiari che in molti casi riguardano una pluralità di soggetti.

            Mi avvio velocemente alla conclusione. Secondo noi comunque, al di là del giudizio sostanzialmente positivo che ho espresso, esistono ancora delle criticità. Raccogliamo l’invito che faceva il collega Bendinelli a non fare della discussione emendativa un qualcosa che frammenti o vanifichi lo sforzo e il lavoro fin qui fatto, di cui va dato atto in particolare agli uffici; ciò però non significa non evidenziare alcuni aspetti critici e cercare in un quadro condiviso di porvi rimedio.

            Li elenco: la questione dell’utilizzo della risorsa idrica, noi ci limitiamo ad un ragionamento che riguarda l’azienda in senso stretto, cioè il miglioramento delle tecnologie, l’innovazione e quant’altro per un utilizzo più razionale, più efficace, di risparmio della risorsa idrica. Bene, però l’acqua bisogna che arrivi in azienda, per cui esiste tutto un settore e una parte che è al di fuori dell’azienda su cui non interviene nessuno. Allora penso che il ruolo dei consorzi di bonifica invece possa essere calzante, perché bisogna mettere a disposizione la risorsa idrica alle aziende, facendo anche interventi di carattere interaziendale. Ecco perché il soggetto che può intervenire in questo senso non è la singola azienda. Mi rendo conto che adesso come adesso è impossibile predisporre delle specifiche misure, spostare risorse ingenti su questo ambito, però su questo è opportuno fare una specifica riflessione che porti ad un impegno politico del Consiglio su questo tema, perché probabilmente tra qualche anno bisognerà prendere provvedimenti. Mi spiego meglio: c’è il piano irriguo nazionale? Bene, se dal Piano irriguo nazionale le risorse non verranno, è evidente che noi dobbiamo cercare di farcene carico, o quanto meno dare qualche risposta anche in questa direzione.

            Le aree protette. Se noi andiamo a vedere le aree Natura 2000 a compensazione dei mancati redditi su questo versante troviamo zero, perché? Perché, c’è scritto, mancano i Piani di gestione. Ma i Piani di gestione vogliamo farli, vogliamo metterli in approvazioni o no? Perché noi provocatoriamente, ma non più di tanto, proporremo di mettere delle risorse da questo punto di vista a disposizione. La Giunta è gravemente dolosa su questo versante, perché il non mettere in approvazione, il non dotarsi dei Piani di gestione rispetto alle aree protette mette a rischio di sanzione la nostra Regione, addirittura il nostro paese, proprio perché si va a violare quella che è una direttiva europea in vigore da diversi anni, che, invece, ci obbliga a fare le cose che la Regione tarda ad eseguire. Su questo occorre non tergiversare perché riguarda il 23 per cento del territorio Veneto, gran parte ricadente in area agricola.

            La montagna: anche su questo ci sono alcuni punti da rivedere. Buona la dotazione finanziaria, bene le misure compensative, vediamo un po’ carente la visione strategica e di integrazione territoriale che invece occorrerebbe fare.

            Infine, non basta solo il PSR, ma occorrono politiche regionali coerenti, che si interfaccino con quello che andiamo ad approvare in questi giorni. A questo proposito cito solo il ritardo della riforma degli enti strumentali, incomprensibile se pensiamo ai milioni che questa doveva far risparmiare! La realtà è duplice: da una parte non è vero, come diceva l’Assessore, che si potevano risparmiare milioni di euro, dall’altra non c’è condivisione da parte di questa maggioranza, che rivela un’incapacità politica nel definire ruolo e finalità degli enti strumentali. Mantenere una vaghezza di funzioni fa sì che alla fine decida sempre qualcun altro e che nell’incertezza la Giunta faccia quello che vuole, inseguendo finalità elettorali. Ciò accentua solo i problemi degli stessi enti.

            La legge sull’agricoltura sociale, che abbiamo approvato nel giugno 2013, la Giunta aveva 60 giorni per approvare la delibera. Vuoi vedere che noi approveremo il PSR con le misure di sostegno all’agricoltura sociale, prima che si approvi l’implementazione di una legge? Diciamo basta alle leggi bandiera! Dovete assumervi la responsabilità che nel momento in cui si fa una legge questa deve essere implementata!

            Altro esempio, la legge sull’agriturismo. Cosa stiamo aspettando? Anche questa manca della delibera di applicazione. Dopo insistenze siamo arrivati ad approvare la delibera sull’ittiturismo e il pescaturismo, cosa dobbiamo aspettare? Si deve decidere su questa questione, se no di quale multifunzionalità parliamo?

            E dulcis in fundo, la legge sul Km zero, che continua a essere una “patacca” che ogni azienda evidenzia per testimoniare la bontà dei suoi prodotti, ma che manca della delibera che ne implementa i contenuti. Occorre fare un deciso passo in avanti su tutti i fronti. Bene i soldi previsti nel PSR, bene la focalizzazione su alcuni punti decisi, ma bene sarebbe migliorare un contesto le cui problematiche spesso non sono affrontate da chi ha responsabilità politiche e potrebbe invece intervenire. Questo insieme di questioni deve essere affrontato concretamente, il non farlo rischia alla fine, di affievolire l’efficacia stesso del Programma di Sviluppo Rurale. Grazie.”;

VISTI gli emendamenti approvati in Aula;

con votazione palese,

delibera

1)    di approvare la proposta di Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020 ai sensi del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio di cui all'allegato A al presente provvedimento;

2)    di impegnare la Giunta regionale, in sede di attuazione del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, di riconoscere forme di autonomia di iniziativa, secondo i criteri definiti in premessa, quale attuazione dei principi dell’articolo 15 dello Statuto del Veneto in materia di specificità della Provincia di Belluno;

3)    di demandare all’Autorità di gestione le operazioni di carattere tecnico connesse alla presentazione del programma alla Commissione europea, ivi comprese le modifiche che si dovessero rendere necessarie in base alle indicazioni che perverranno dal livello nazionale e comunitario anche in seguito all’ulteriore definizione dell’accordo di partenariato, ed in coerenza con quanto indicato nei successivi punti;

4)    di dare atto che, in conformità all’articolo 10, comma 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013, l'approvazione del PSR 2014-2020 del Veneto avviene mediante atto di esecuzione della Commissione europea e che la Giunta regionale riferisce alla commissione consiliare competente sull’andamento delle procedure di negoziato con lo Stato e con la Commissione europea, funzionali all’approvazione della proposta di PSR 2014-2020;

5)    di dare atto che il Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020 e le sue successive modificazioni approvate dalla Commissione europea, sono conservate in originale e rese disponibili secondo le modalità definite in premessa su supporto digitale e cartaceo presso la Giunta regionale;

6)    di dare atto che, come previsto dalla Giunta regionale e assentito dalla Commissione europea, l'adozione del Rapporto ambientale VAS definitivo sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 156 e della DGR n. 791 del 31 marzo 2009 e del rapporto completo del valutatore ex ante, ai sensi dell’articolo 55 del Regolamento (UE) n. 1303/2013, avverrà con successivo specifico provvedimento della Giunta regionale;

7)    di dare atto che alle spese di cui al presente provvedimento, così come quantificate al punto 10 “Piano finanziario” della proposta di PSR 2014-20 di cui all’allegato A, si fa fronte con gli stanziamenti iscritti nelle pertinenti upb del bilancio regionale;

8)    di disporre la pubblicazione della presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto (BURVET) ai sensi della legge regionale 27 dicembre 2011, n. 29.

(seguono allegati)

ALLEGATO_DACR 041_278181.pdf

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