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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 49 del 13 aprile 2021


Materia: Servizi sociali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 384 del 30 marzo 2021

Approvazione dello Schema di Accordo di collaborazione con i Centri di servizio per il volontariato accreditati, per l'istituzione, in via permanente, di un Tavolo regionale di confronto sulle tematiche del Terzo settore e per lo svolgimento di attività direttamente funzionali agli adempimenti connessi alla trasmigrazione di cui all'art. 54 del D.Lgs. 117/17.

Note per la trasparenza

Con il presente provvedimento si intende approvare lo Schema di Accordo di collaborazione con i Centri di servizio per il volontariato accreditati, per l’istituzione, in via permanente, di un Tavolo regionale di confronto sulle tematiche del Terzo settore e per lo svolgimento di attività direttamente funzionali agli adempimenti connessi alla trasmigrazione di cui all’art. 54 del D.Lgs. 117/17.

L'Assessore Manuela Lanzarin riferisce quanto segue.

Il sistema dei Centri di servizio per il volontariato (Csv) trova il suo primo riferimento normativo nella Legge quadro 11 agosto 1991, n. 266, la cui finalità è di riconoscere il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, promuovendone lo sviluppo, salvaguardandone l'autonomia e favorendone l'apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale.

Con la medesima legge sono stati costituiti i Fondi speciali per il volontariato finalizzati all’istituzione “per il tramite degli Enti Locali, di Centri di servizio a disposizione delle organizzazioni di volontariato”, le cui modalità di attuazione sono state definite con i Decreti del Ministro del Tesoro, approvati di concerto con il Ministro degli affari sociali, del 21.11.1991 e 8.10.1997.

Con i Fondi speciali è stata definita la dotazione finanziaria necessaria a dar vita al sistema articolato dei Centri di servizio sul territorio nazionale, volto a offrire alle organizzazioni di volontariato un concreto sostegno per la promozione e la qualificazione delle loro attività.

L’onere economico del sistema è stato sostenuto dalle Fondazioni di origine bancaria, assoggettate all’obbligo di accantonare annualmente una quota dei loro proventi da destinare a uno o più Fondi speciali regionali, scelti secondo criteri definiti nella legge medesima.

Con il richiamato D.M. 8.10.1997 è stato disciplinato il funzionamento dei Fondi speciali, in attuazione dell’art. 15 della L. 266/1991, individuando i compiti per i diversi soggetti coinvolti nel sistema. L’amministrazione di tali Fondi, la cui istituzione ne prevedeva uno in ogni regione, è stata assegnata  ai “Comitati di gestione dei Fondi speciali per il volontariato” con funzioni di controllo e di regolazione generale del processo di utilizzo dei Fondi medesimi.

Nonostante l’attuazione della norma nazionale sia avvenuta nel 1993 con la legge regionale n. 40, il Veneto si è dimostrato precursore nella costituzione dei Centri di servizio, in quanto il primo a nascere sul territorio nazionale è stato il Centro di servizio per il volontariato (Csv) di Belluno, nel 1987, a cui sono seguiti, nel 1997, le altre province venete.

Sono organismi omogenei per natura giuridica (associazione), per tipologia (associazioni di volontariato di secondo livello), per competenza territoriale (provinciale) e per rappresentanza (con base associativa costituita da più del 50% delle organizzazioni di volontariato presenti sul territorio).

Per espressa previsione normativa i compiti affidati ai Csv riguardano la promozione di strumenti e iniziative per la crescita della solidarietà, di nuove iniziative di volontariato e il rafforzamento di quelle esistenti, la formazione e la qualificazione degli aderenti alle organizzazioni di volontariato, la consulenza, l’assistenza qualificata e il supporto per la progettazione e l’informazione. Si pongono, in sostanza, come soggetti erogatori di servizi a sostegno e qualificazione dell’attività di volontariato.

A distanza di vent’anni dall’avvio operativo del sistema dei Csv, la L. 106/2016 ed in particolare il Codice del Terzo settore (Codice), ridisegnano la configurazione dei Csv e nel contempo, ne legittimano e valorizzano l’esperienza e ne confermano la loro identità singolare. Gli obiettivi prefissati non si esauriscono nella soddisfazione puntuale del bisogno espresso dal territorio ma devono correlarsi a risultati quali la qualificazione, il rafforzamento, la formazione, la promozione dei volontari e del volontariato.

I Csv non assumono una qualifica particolare, ma sono essi stessi Enti del Terzo settore con un allargamento del raggio d’azione ai volontari delle diverse fattispecie, identificandoli come una vera e propria infrastruttura dell’intero sistema. Sono infatti “istituzioni” abili a sviluppare e ad ampliare le capacità individuali, di volontari e potenziali volontari e le capacità sociali, promuovendo welfare di comunità e modalità innovative di solidarietà.

La penalizzazione che il territorio regionale ha subito a seguito della Riforma è stata la riduzione del numero dei Csv, che da sette è stato diminuito a cinque, mediante l’accorpamento degli ambiti territoriali di Padova con Rovigo e di Treviso con Belluno. Di conseguenza gli Enti gestori dei Csv di Rovigo e Padova hanno optato per la fusione mediante incorporazione di Associazione Polesine Solidale ODV nell’Associazione Centro Servizi Padova Solidale ODV, modificando la denominazione in “Centro Servizi Padova e Rovigo Solidali Odv”, mentre gli Enti gestori dei Csv di Belluno e Treviso hanno optato per la costituzione di una nuova associazione denominata “Csv Belluno Treviso”.

Nonostante questo abbia comportato notevoli difficoltà tecniche operative, i Csv del Veneto hanno risposto positivamente, in termini di flessibilità, innovazione e collaborazione e con una programmazione puntuale delle attività. Sono il punto di riferimento per il volontariato locale, in ragione del consistente numero di associazioni che vi aderiscono.

Il volontariato veneto colloca la Regione al secondo posto per numero di persone che erogano attività gratuite, anche in forma organizzata, secondo fonte Istat, a testimonianza di una realtà in continua espansione, di un valore economico e sociale del volontariato inestimabile, che non si è arrestato nemmeno a seguito dell'emergenza epidemiologica generata dalla diffusione del Covid-19.

Sin dall’inizio della pandemia il volontariato si è rivelato un validissimo strumento a supporto dei Comuni per garantire i servizi essenziali alle persone più in difficoltà, nel rispetto delle indicazioni contenute nelle linee guida emanate dalla Regione a favore dei soggetti del Terzo settore, affinché i loro volontari operassero in modo responsabile, organizzato e in sicurezza.

Ai Csv è attribuita una funzione di coordinamento delle attività da svolgere e di cerniera tra Comune e Volontariato, organizzato e non, finalizzata a mappare la disponibilità dei volontari per ciascun territorio e renderla funzionale ai Centri operativi comunali o ai Servizi sociali territoriali.

Ciò che in quest’anno è emerso, in maniera rilevante, è stata la capacità delle associazioni di rimodularsi al fine di continuare ad operare, anche se con modalità prevalentemente a distanza e di attivarsi con attività specifiche legate all’emergenza, spesso diverse rispetto a quelle ordinarie, dimostrando una buona capacità di adattamento.

E’ in quest’ottica di profonda sinergia e connettività con il territorio che viene riconosciuta l’identità singolare dei Csv, quale espressione di una rete di conoscenza delle realtà associative, di informazione e di supporto.

Sin dal 2007 la Regione del Veneto ha attivato con gli Enti gestori dei Csv un rapporto di fattiva collaborazione che ha visto l’istituzione di un Tavolo di lavoro, con durata biennale, finalizzato a realizzare strumenti operativi per facilitare l’iscrizione nei Registri regionali del volontariato e della promozione sociale, promuovere azioni di supporto negli adempimenti amministrativi, condividere informazioni utili alle associazioni, creare momenti di studio e approfondimento su specifiche tematiche del Terzo settore, co-programmare azioni di sostegno a favore degli Enti in argomento.

I Registri regionali in argomento saranno a breve sostituiti dal Registro Unico Nazionale del Terzo settore (Runts), istituito ai sensi dell’art. 45 del Codice, il cui obiettivo è superare l’attuale sistema di registrazione degli Enti, caratterizzato da una molteplicità di Registri.

Il Runts è istituito a livello nazionale presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ma la gestione avviene principalmente su base territoriale; a fianco dell’Ufficio statale del Runts ci sono gli Uffici regionali e provinciali (per le province autonome di Trento e Bolzano).

La recente approvazione del Decreto ministeriale n. 106 del 15.09.2020, che disciplina le procedure di iscrizione nel Runts, le modalità di deposito degli atti, le regole per la predisposizione, la tenuta, la conservazione e la gestione del Registro, ne comporta a breve l’operatività.

Alle Regioni, tenutarie dei Registri regionali delle Odv (Organizzazioni di volontariato) e delle Aps (Associazioni di promozione sociale), compete l’onere, ai sensi dell’art. 54 del Codice, di trasmigrare al Runts i dati, le informazioni e la documentazione in loro possesso, da predisporsi sulla base di specifici tracciati forniti dal Ministero.

Per agevolare l’operazione di trasmigrazione, la Regione del Veneto ha realizzato una piattaforma informatica minimale, dove le Odv e le Aps devono accreditarsi, aggiornare la base anagrafica e depositare i documenti ritenuti essenziali.

Le modalità di registrazione e le informazioni per l’utilizzo della piattaforma sono state pubblicate sul sito regionale a fine dicembre 2020. Purtroppo moltissimi Enti di piccole o piccolissime dimensioni, che costituiscono il tessuto sociale veneto, risultano essere privi di significativa organizzazione e in difficoltà ad interfacciarsi con strumenti informatici.

Il ruolo dei Csv si rivela pertanto strategico al fine della riuscita dell’operazione di trasmigrazione, mediante l’attivazione di una comunicazione e/o divulgazione capillare alle associazioni aderenti e non aderenti, che permetta di catalizzare l'attenzione sull’importanza della registrazione, nonché attraverso un aiuto concreto nell’utilizzo della piattaforma.

E’ infatti assolutamente necessario che la piena espressione del volontariato locale, determinante nel periodo pandemico tuttora in atto, trovi la sua naturale collocazione nel Runts.

Per quanto sopra illustrato si propone all’approvazione della Giunta regionale lo schema di Accordo di collaborazione, redatto ai sensi dell’art. 15 della Legge 241/1990, al fine di rendere permanente il Tavolo regionale di confronto con i Csv e di concordare un programma di attività tra la Regione e i Csv, accreditati ai sensi del D.Lgs. 117/17, come da Allegato A al presente provvedimento.

Lo schema di Accordo prevede delle attività in capo al Tavolo regionale di confronto, in continuità con quelle oggetto degli accordi precedentemente stipulati e, in capo ai Csv, delle attività funzionali e propedeutiche alla trasmigrazione al Runts, per le quali è riconosciuto un rimborso spese di € 30.000,00 ciascuno ai Csv di Venezia, Vicenza e Verona e di € 50.000,00 ciascuno ai Csv di “Padova e Rovigo” e Treviso e Belluno”, a seguito di specifica rendicontazione come previsto nell'Allegao A.

Per quanto sopra esposto, con il presente provvedimento si determina in € 190.000,00 l’importo massimo delle obbligazioni di spesa alla cui assunzione provvederà con proprio atto il Direttore dell'Unità Organizzativa Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità e Inclusione Sociale, nel corrente esercizio, alle quali si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 12 “Diritti sociali, Politiche sociali e famiglia” - Programma 08 “Cooperazione e associazionismo” - Titolo I “Spese correnti” - del Bilancio di previsione 2021-2023 - esercizio 2021.

La Direzione Servizi Sociali, attesta che l’ammontare di € 190.000,00 è finanziato con i trasferimenti statali per l’avvio dell’ufficio del RUNTS, alla gestione dei medesimi e alle attività di controllo sugli Enti del Terzo settore, come da D.M. n. 83/2019, con copertura dell’obbligazione assicurata dall’accertamento in entrata n. 3117/2020, di complessivi € 1.613.348,00, disposto con DDR del Direttore della U.O. Dipendenze, Terzo settore, Nuove marginalità’ e Inclusione sociale n. 41 del 11/08/2020, assunto ai sensi dell’articolo 53 del Decreto legislativo n. 118/2011 e s.m.i. a valere sul capitolo di entrata numero 101486 “Assegnazione statale per l’avvio e la gestione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (art. 53, c. 3, d.lgs. 03/07/2017, n.117)”. Detto ammontare è stato riscosso con reversale n. 37290 del 28/08/2020.

Il Direttore della Unità Organizzativa Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità e Inclusione Sociale è incaricato dell’adozione di tutti i provvedimenti conseguenti in attuazione del presente provvedimento.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTA la Legge 6 giugno 2016, n. 106;

VISTO il D. Lgs.  3 luglio 2017, n. 117 e s.m.i.;

VISTA la L.R. n. 40/1993;

VISTA la L.R. n. 27/2001, art. 43;

VISTA la L.R. n. 41 del 29.12.2020 "Bilancio di previsione 2021-2023";

VISTE le Deliberazioni di Giunta regionale n. 2641/2007 e 525 del 28.04.2020

VISTO l'art. 2 comma 2 della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012 e s.m.i.;

delibera

  1. di approvare le premesse quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
  2. di approvare lo schema di Accordo di collaborazione con i Centri di servizio per il volontariato del Veneto, accreditati ai sensi del D.Lgs. 117/17, come da Allegato A, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, per rendere permanente il Tavolo regionale di confronto sulle tematiche del Terzo settore e regolamentare le attività direttamente funzionali agli adempimenti connessi alla trasmigrazione dei dati e delle informazioni dagli attuali Registri regionali al Runts;
  3. di determinare in € 190.000,00 l’importo massimo delle obbligazioni di spesa, per la realizzazione delle attività funzionali e propedeutiche dettagliate nell’Allegato A, riconoscendo, a titolo di rimborso spese, l'importo di € 30.000,00 ciascuno ai Csv di Venezia, Vicenza e Verona e di € 50.000,00 ciascuno ai Csv di “Padova e Rovigo” e “Treviso e Belluno”, alla cui assunzione provvederà con proprio atto il Direttore della Unità Organizzativa Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità e Inclusione Sociale, nel corrente esercizio, con le risorse allocate nella Missione 12 “Diritti sociali, Politiche sociali e famiglia” - Programma 08 “Cooperazione e associazionismo” - Titolo I “Spese correnti” - del Bilancio di previsione 2021-2023 - esercizio 2021;
  4. di dare atto che la Direzione Servizi Sociali, ha attestato che l’ammontare di € 190.000,00 è finanziato con i trasferimenti statali per l’avvio dell’ufficio del RUNTS, alla gestione dei medesimi e alle attività di controllo sugli enti del Terzo settore, come da D.M. n. 83/2019, con copertura della obbligazione assicurata dall’accertamento in entrata n. 3117/2020, di complessivi € 1.613.348,00, disposto con DDR del Direttore della U.O. Dipendenze, Terzo settore, Nuove marginalità e Inclusione sociale n. 41 del 11/08/2020, assunto ai sensi dell’articolo 53 del Decreto legislativo n. 118/2011 e s.m.i. a valere sul capitolo di entrata numero 101486 “Assegnazione statale per l’avvio e la gestione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (art. 53, c. 3, d.lgs. 03/07/2017, n.117)”.
  5. di incaricare il Direttore della Unità Organizzativa Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità e Inclusione Sociale dell’adozione di tutti i provvedimenti conseguenti in attuazione del presente provvedimento;
  6. di informare che avverso il presente provvedimento può essere proposto ricorso giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni dall'avvenuta conoscenza, ovvero, alternativamente, ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni, fatte salve diverse determinazioni da parte degli interessati;
  7. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi degli artt. 23 e 26 comma 1 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;
  8. di pubblicare il presente atto nel bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_384_21_AllegatoA_445004.pdf

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