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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 176 del 24 novembre 2020


Materia: Agricoltura

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1511 del 10 novembre 2020

Accordo tra la Regione del Veneto, il Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS), il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) dell'Università di Padova, ai sensi dell'articolo 15 della legge n. 241/1990, per l'implementazione di strumenti e metodi di valutazione delle misure di mitigazione delle emissioni climalteranti in agricoltura, nell'ambito dei possibili interventi sostenuti dalla PAC e dallo Sviluppo Rurale. CUP H79C20000090002.

Note per la trasparenza

La Regione del Veneto, il Dipartimento MAPS e il Dipartimento DAFNAE hanno convenuto sulla necessità di sviluppare un’iniziativa congiunta volta ad individuare e valutare, per le diverse tipologie di interventi, associati a possibili misure di mitigazione da realizzare grazie alla Programmazione Comunitaria in agricoltura, valutando le possibili attività gestionali e operative da porre in essere al fine di limitare l’emissione di gas climalteranti.

L'Assessore Federico Caner riferisce quanto segue.

Dal 17 luglio 2018, con il D.lgs. n. 81/2018, è stata data attuazione alla Direttiva 2016/2284, che stabilisce gli impegni di riduzione delle emissioni atmosferiche di inquinanti associate ad attività umane negli Stati membri. Si tratta della cosiddetta Direttiva NEC (acronimo di “National Emission Ceiling”).

L’obiettivo strategico della Direttiva è il miglioramento della qualità dell’aria nell’UE attraverso l’indicazione di percentuali di riduzione delle emissioni nazionali applicabili dal 2010 in poi a ossidi di azoto (NOx); anidride solforosa (SO2); composti organici volatili non metanici (COVNM); ammoniaca (NH3), e dal 2020 anche per polveri sottili (PM2,5), conformemente agli impegni nazionali di riduzione delle emissioni che derivano dalla versione rivista del Protocollo di Göteborg nell’ambito della Convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza (CLRTAP).

In proposito, il D.lgs. n. 81/2018 introduce norme volte a raggiungere i seguenti obiettivi:

  • ridurre il complesso delle emissioni nazionali annue di origine antropica di SO2, NOx, NH3, COVNM, e particolato fine (PM2,5) per rispettare specifici livelli entro il 2020 e il 2030;
  • attivare il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni dei suddetti inquinanti e di altre sostanze per cui non sono previsti obblighi di riduzione delle emissioni indicati all’Allegato I;
  • ottenere, attraverso un sistema di monitoraggio, dati relativi agli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi.

Nell’allegato II sono riportati gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni: è previsto che le emissioni annue siano ridotte entro il 2020 ed il 2030, con la precisazione che il livello previsto per il 2020 deve essere applicato fino al 2029.

Con particolare riferimento alle emissioni di ammoniaca dall'agricoltura, l’obiettivo fissato dalla Direttiva NEC è pari alla riduzione del 5% di emissioni di ammoniaca per ogni anno dal 2020 al 2029 (come stabilito dall’aggiornamento del Protocollo di Göteborg del 2012) e complessivamente del 16% a partire dal 2030, rispetto alle emissioni del 2005.

I principali interventi da attivarsi per ridurre la concentrazione di ammoniaca derivante dall’attività agricola vanno a focalizzarsi principalmente su due fattori collegati a tale fenomeno. Il primo è la disponibilità di effluenti zootecnici e di altri residui organici ricchi in azoto. Il secondo riguarda la disponibilità di concimi azotati di sintesi e tra questi soprattutto (ma non in via esclusiva) l’urea. Su tali elementi vanno ad interagire fattori naturali che accelerano la velocità del processo di emissione di ammoniaca, quali l’elevata temperatura dell’aria e radiazione, il vento, la basicità del suolo o dell’effluente, la lunga durata di esposizione, la scarsa infiltrazione delle superfici oggetto dello spandimento agronomico.

A fronte degli aspetti segnalati, la Politica Regionale deve porsi gli obiettivi di dare risposta a fabbisogni importanti quali quelli legati alla salute umana ed al clima, anche e soprattutto attraverso gli strumenti programmatori presenti e futuri, in primis la PAC, tenuto conto che la riforma della Pac post 2020 si propone il raggiungimento di tre obiettivi generali: promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare, rafforzare il tessuto socioeconomico delle aree rurali, ma anche rafforzare la tutela dell’ambiente e l’azione per il clima e contribuire al raggiungimento degli obiettivi in materia di ambiente e clima dell’Unione. Per raggiungere gli obiettivi specifici della UE, ciascuno Stato membro dovrà elaborare un’unica strategia di intervento attraverso un Piano Strategico Nazionale che riunirà gli strumenti di sostegno finanziati nel primo Pilastro (nell’ambito del FEAGA), compresi i programmi settoriali attualmente disciplinati dal regolamento OCM, con le misure di Sviluppo Rurale  finanziate nel secondo Pilastro (fondi FEASR).

Il Piano strategico nazionale proporrà in tal modo un nuovo modello di attuazione della PAC, più ambizioso e maggiormente orientato ai risultati, finalizzato a raggiungere gli obiettivi specifici richiamati mediante una combinazione di misure obbligatorie e volontarie del primo e del secondo Pilastro, tenendo conto di analisi, obiettivi e  target  perseguiti dalle altre normative comunitarie esistenti.

L’introduzione del Piano strategico nazionale dimostra il passaggio ad una  Pac futura  focalizzata sulla  performance, che si propone di incardinare il sostegno economico sui risultati. La liquidazione finanziaria annuale, più che all’ammissibilità della spesa, verrà infatti correlata agli outputs attraverso indicatori comunitari predefiniti, e dovrà trovare annualmente adeguato riscontro anche in termini di rendicontazione di indicatori di efficacia degli impatti originati dalle pertinenti azioni di programmazione avviate.

Si manifesta pertanto la necessità di rilevare quali e in che modalità possano essere sviluppati i principali interventi di mitigazione attinenti al tema delle emissioni di ammoniaca in atmosfera da parte del comparto agrozootecnico, valutandoli sulla base delle migliori e più consolidate esperienze in ambito scientifico, con particolare riferimento al Veneto. Emerge, a riguardo, la rilevanza del Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS) e del Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) dell’Università di Padova nel dar corpo a tali attività. Numerosi sono, infatti, gli interventi posti in essere dai citati Dipartimenti nel quadro delle tematiche di studio sull’impatto dell’agricoltura rispetto alle criticità legate al cambiamento climatico.

Nell’ambito dell’attività condotta per il Progetto Life PrepAIR, il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente – DAFNAE ha potuto valutare diverse pratiche funzionali a ridurre le emissioni di ammoniaca dai fertilizzanti contenenti urea. A partire dall’analisi dello stato di fatto sull’impiego dei fertilizzanti nelle principali colture del Veneto, è stato successivamente predisposto e realizzato un caso studio concreto, comprensivo della mappatura della Regione Veneto in aree con potenziale emissione di ammoniaca e di analisi delle principali tecniche di applicazione dei concimi a base di urea, con quantificazione dell’efficacia di potenziali soluzioni gestionali alternative.

Lo stesso DAFNAE, nell’ambito dell’accordo di collaborazione stipulato con la Regione Veneto (DGR 2182 del 29 dicembre 2017)  finalizzato alla verifica dello stato di attuazione delle misure del PSR e al monitoraggio di indicatori ambientali, si propone di realizzare uno studio dettagliato sulle dinamiche delle emissioni climalteranti in atmosfera correlate allo svolgimento dell’attività di coltivazione, valutando le superfici oggetto di impegno in confronto controfattuale con la gestione agronomica ordinaria.

Un’ulteriore attività significativa che ha visto la partecipazione di DAFNAE è il Progetto UE RECARE (Preventing and Remediating degradation of soils in Europe through land care), relativo ai problemi di degradazione del suolo di natura sito-specifica, in quanto dipendono dall'interazione tra fattori biofisici, socio-economici e politici. I 17 Casi Studio inclusi in RECARE, considerando l'eterogeneità dell'ambiente europeo, hanno individuato risposte appropriate ai rischi di degradazione del suolo. Grazie ai risultati desunti dai Casi Studio, è stato possibile approfondire la conoscenza del sistema suolo e delle sue interazioni con l'attività antropica, in particolare anche per quanto riguarda l’impatto delle diverse lavorazioni in pieno campo, comprese le relazioni alle dinamiche degli impatti climalteranti.

Per quanto attiene, inoltre, alle conoscenze e valutazioni riguardanti il comparto zootecnico veneto, il Dipartimento MAPS ha partecipato ad una importante attività di predisposizione di modelli di quantificazione aziendale delle escrezioni a ridotto contenuto di azoto e fosforo nelle principali tipologie di allevamenti, che fin dal 2007 ha risposto all’esigenza di quantificare le escrezioni aziendali utilizzando la metodologia del bilancio “apporti alimentari meno ritenzioni nei prodotti animali”,  auspicata in sede europea e nazionale, attualmente integrato nelle disposizioni regionali attuative del DM 25 febbraio 2016 e della Direttiva nitrati (DGR n.1835/2016).

Nell’ambito del Progetto LIFE PrepAIR, il Dipartimento MAPS ha peraltro sviluppato uno strumento di Autovalutazione del Rischio Emissivo da Attività Zootecnica (MAREA) allo scopo di fornire un giudizio sulla gestione dell’azienda in relazione alle buone pratiche per la riduzione delle emissioni. Si tratta di uno strumento utile all’azienda nell’autovalutazione in merito alle strategie adottabili per ridurre le emissioni in atmosfera, valutando gli eventuali margini di miglioramento.

Con riferimento alle attività in corso, il progetto MAPS “STALLA 4.0  - La sostenibilità della stalla da latte del futuro: economica, ambientale e sociale verso i bisogni emergenti della collettività”, finanziato dall’attuale PSR Veneto 2014-2020, ha come obiettivo primario l'aumento della sostenibilità economica, ambientale e sociale delle aziende zootecniche da latte del Veneto. La soluzione innovativa individuata è la realizzazione di uno strumento gestionale SMART per la stalla da latte, accessibile anche da supporto mobile, che rilevi, analizzi e valuti in tempo reale le prestazioni economiche, ambientali e di benessere animale.

Il Progetto LOWE MEAT - Sviluppo e collaudo di un sistema di allevamento del vitellone da carne a basse emissioni di gas serra in Veneto, finanziato dal PSR Veneto 2014-2020, incardina una serie di attività di mitigazione emissiva sviluppate in collaborazione con stalle sociali e associazioni produttori.

Sulla base del quadro descritto, si individua nell’Accordo di collaborazione ai sensi dell’art. 15 della L. 241/90 lo strumento idoneo ad attivare la compartecipazione delle Parti – Regione del Veneto, DAFNAE e MAPS – ciascuna delle quali apporterà il proprio bagaglio di conoscenze all’attività da realizzare nello specifico Programma, che costituisce allegato A al presente provvedimento, massimizzando le competenze presenti, le disponibilità di mezzi strumentali e di risorse finanziarie nel rispetto dei criteri e delle condizioni che consentono il ricorso a tale procedura.

Il Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS) e il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) hanno infatti condiviso, con rispettive note prot. nn. 6622 e 3782 del 03/11/2020, la proposta della Regione del Veneto (note prot. n. 0463171 del 30/10/2020) di una attività di collaborazione finalizzata a condurre un programma di analisi sugli interventi di maggiore diffusibilità, efficacia e tracciabilità alla luce dell’attivazione della nuova programmazione della Politica Agricola Comunitaria.

Tali tematiche costituiscono una finalità condivisa con la Regione del Veneto, che permette di intraprendere attività comuni di pubblico interesse nel settore agroambientale, a carattere ricognitivo, gestionale e formativo sia per operatori agricoli e allevatori, sia per la filiera produttiva correlata.

La presente proposta di collaborazione tra Regione del Veneto, MAPS e DAFNAE, realizza perciò le condizioni che devono essere rispettate per l’instaurarsi di Accordi tra amministrazioni aggiudicatrici, ex articolo 15 della legge n. 241/1990.

Infatti, secondo quanto espresso da ANAC nella Delibera n. 567 del 31 maggio 2017, ai sensi dell’art. 5, comma 6, del d.lgs. 50/2016 e s.m.i., le disposizioni del Codice degli Appalti non trovano applicazione agli accordi conclusi “esclusivamente tra due o più amministrazioni aggiudicatrici” quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

  1. l’accordo stabilisce o realizza una cooperazione tra le amministrazioni aggiudicatrici o gli enti aggiudicatori partecipanti, finalizzata a garantire che i servizi pubblici che essi sono tenuti a svolgere siano prestati nell’ottica di conseguire gli obiettivi che essi hanno in comune;
  2. l’attuazione di tale cooperazione è retta esclusivamente da considerazioni inerenti all’interesse pubblico;
  3. le amministrazioni aggiudicatrici o gli enti aggiudicatori partecipanti svolgono sul mercato aperto meno del 20 per cento delle attività interessate dalla cooperazione.

Le richiamate disposizioni del Codice degli Appalti confermano, sull’argomento, l’avviso espresso da ANAC in diverse pronunce, ancorché con riferimento all’assetto normativo previgente recato dal d.lgs. 163/2006 e dall’art. 15 della L. 241/1990.

Sulla base delle indicazioni del giudice comunitario in materia (Corte di Giustizia, sent. Coditel Brabant, 13 novembre 2008, causa C-324/07 e sent. del 9 giugno 2009, causa C-480/06), L’ANAC ha definito i limiti del ricorso a tali Accordi tra pubbliche amministrazioni, chiarendo che:

  1. l’accordo deve regolare la realizzazione di un interesse pubblico, effettivamente comune ai partecipanti, che le parti hanno l’obbligo di perseguire come compito principale, da valutarsi alla luce delle finalità istituzionali degli enti coinvolti;
  2. alla base dell’accordo deve esserci una reale divisione di compiti e responsabilità;
  3. i movimenti finanziari tra i soggetti che sottoscrivono l’accordo devono configurarsi solo come ristoro delle spese sostenute, essendo escluso il pagamento di un vero e proprio corrispettivo, comprensivo di un margine di guadagno;
  4. il ricorso all’accordo non può interferire con il perseguimento dell’obiettivo principale delle norme comunitarie in tema di appalti pubblici, ossia la libera circolazione dei servizi e l’apertura alla concorrenza non falsata negli Stati membri.

Su tali basi giuridiche e tecniche si fonda il proposito di sviluppare l’attività congiunta tra Regione MAPS e DAFNAE, che associa opportunamente le comuni competenze di carattere programmatorio regionale a quelle più specificamente inerenti all’attività di monitoraggio e di ricerca proprie dei richiamati Dipartimenti universitari.

L’Amministrazione regionale partecipa al progetto mettendo a disposizione le competenze e la professionalità del personale della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria per la realizzazione delle azioni necessarie al raggiungimento dei risultati. Inoltre, partecipa finanziariamente, disponendo della copertura finanziaria a carico dei fondi stanziati sul capitolo n. 12600 – “Interventi regionali per favorire la ricerca e sperimentazione nel settore primario”, con un importo pari ad euro 40.000,00, quale ristoro delle spese sostenute dai due dipartimenti, per l’attivazione delle attività di progetto, suddivisi in euro 20.000 a ristoro delle spese sostenute dal Dipartimento MAPS e euro 20.000 a ristoro delle spese sostenute dal Dipartimento DAFNAE.

I Dipartimenti parteciperanno all’ammontare complessivo destinato al progetto nella seguente modalità: DAFNAE contribuirà con un importo pari a euro 5.000,00 e MAPS contribuirà con un importo pari a euro 5.000,00. L’ammontare complessivo della spesa associata al progetto è pertanto pari a euro 50.000,00.

Alla sottoscrizione dell’Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto, MAPS e DAFNAE proposto all’approvazione (Allegato B) è delegato il Direttore della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria. Alla medesima Direzione è demandata la gestione tecnico-amministrativa degli atti necessari alla completa attuazione di quanto previsto dalla presente deliberazione, dell’Accordo sottoscritto tra le parti e del Programma di attività (Allegato A) proposto per l’approvazione.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;

VISTO il decreto legislativo 30 maggio 2018, n. 81  “Attuazione della direttiva (UE) 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2016, concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, che modifica la direttiva 2003/35/CE e abroga la direttiva 2001/81/CE”;

VISTA la Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio;

VISTO l’articolo 2, comma 2, della legge regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

VISTA la legge n. 241/90, all’articolo 15, concernente gli Accordi tra pubbliche amministrazioni;

VISTE le Deliberazioni della Giunta Regionale n. 802 e 803 del 27.5.2016 che hanno istituito rispettivamente le Direzioni e le Unità Organizzative nell’ambito delle medesime Direzioni, in attuazione dell’art.17 della legge regionale 31.12.2012, n. 54, come modificato dalla legge regionale 17.5.2016;

VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale n. 1079 del 30 luglio 2019 che modifica la denominazione della Direzione "Agroambiente, Caccia e Pesca" in Direzione "Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria", trasferendone le competenze;

DATO ATTO che il Direttore di Area Sviluppo Economico ha attestato che il Vicedirettore di Area nominato con DGR n. 1138 del 31.7. 2018, ha espresso in relazione al presente atto il proprio nulla osta senza rilievi, agli atti dell’Area medesima;

CONSIDERATO che l’importo complessivo della collaborazione proposta dal presente provvedimento risulta pari a 50.000,00 euro, di cui euro 40.000,00 a valere sulle risorse del Capitolo di bilancio 12600 – “Interventi regionali per favorire la ricerca e sperimentazione nel settore primario”;

RAVVISATA l’opportunità di accogliere la proposta del relatore facendo proprio quanto esposto in premessa;

delibera

  1. di approvare le premesse, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
  2. di approvare il Programma delle attività finalizzate all’implementazione di strumenti e metodi di valutazione delle misure di mitigazione delle emissioni climalteranti in agricoltura, nell’ambito dei possibili interventi sostenuti dalla PAC e dallo Sviluppo Rurale (Allegato A), e lo schema di Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto, MAPS e DAFNAE (Allegato B), allegati al presente provvedimento, del quale costituiscono parte integrante e sostanziale;
  3. di stabilire che l’Accordo entra in vigore a decorrere dalla data di sottoscrizione e si concluderà al 31.12.2020, salvo concessione di proroghe debitamente motivate;
  4. di determinare in euro 40.000,00 l’importo massimo delle obbligazioni di spesa di parte regionale, alla cui assunzione provvederà con propri atti il Direttore della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria, disponendo la copertura finanziaria a carico dei fondi stanziati sul capitolo n. 12600 – “Interventi regionali per favorire la ricerca e sperimentazione nel settore primario”, per l’anno 2020, del bilancio regionale per l’esercizio finanziario 2020-2022;
  5. di dare atto che la Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria, a cui è stato assegnato il capitolo di cui al precedente punto, ha attestato che il medesimo presenta sufficiente capienza;
  6. di incaricare il Direttore della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria alla sottoscrizione dell'Accordo, alla predisposizione, all’adozione e all’espletamento di ogni altro atto e adempimento necessario all’esecuzione della presente deliberazione, comprese le eventuali modifiche di carattere non sostanziale all'Accordo medesimo;
  7. di dare atto che la spesa di cui si prevede l’impegno in esecuzione del presente atto non rientra nelle tipologie soggette a limitazioni dai sensi della legge regionale n. 1/2011;
  8. di dare atto che il presente provvedimento è soggetto a pubblicazione ai sensi dell’articolo n. 23 del D. Lgs. n. 33 del 14.3.2013;
  9. di pubblicare il presente atto nel Bollettino ufficiale della Regione.

(seguono allegati)

Dgr_1511_20_AllegatoA_433765.pdf
Dgr_1511_20_AllegatoB_433765.pdf

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