Home » Dettaglio Deliberazione della Giunta Regionale
Materia: Bilancio e contabilità regionale
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1410 del 16 settembre 2020
Misure urgenti a sostegno di cittadini, famiglie ed imprese del Veneto. Direttive alle Direzioni regionali in materia di recupero di tributi, accise, addizionali, canoni ed altre forme di credito della Regione per annualità pregresse.
Con il presente atto si autorizzano, per l’esercizio finanziario 2020, le Direzioni regionali allo svolgimento dell’attività di accertamento e/o di individuazione dei soggetti tenuti ad adempimenti recupero di tributi, accise, addizionali, canoni e altre forme di credito della Regione per annualità pregresse a qualsiasi titolo dovuti nei confronti della Regione, rinviando a data non antecedente l’01.01.2021 la notifica dei provvedimenti ai destinatari.
Il Presidente Luca Zaia riferisce quanto segue.
Dal mese di febbraio 2020 la situazione generale di emergenza sanitaria conseguente alla pandemia da Covid-19 che ha costretto il Governo italiano a dichiarare dapprima l’esistenza di focolaio, anche in Veneto, con necessità di chiusura delle aree individuate e poi, in via d’urgenza, lo stato di emergenza sanitaria sull’intero territorio nazionale, ha determinato gravi conseguenze, non solo a danno della salute e, quindi, sul sistema sanitario, ma anche sul tessuto socio economico mondiale, nazionale e regionale.
Il susseguirsi di provvedimenti statali emergenziali ha contenuto il diffondersi del virus solo imponendo il blocco di molte attività produttive e sociali e questo ha effettivamente consentito di evitare conseguenze più gravi connesse al prevedibile collasso del sistema sanitario nazionale. Non tutte le Regioni tuttavia sono state investite dal contagio nella stessa misura. Il Veneto è stata tra le Regioni maggiormente colpite non solo sotto il profilo sanitario, ma anche quello socio-economico.
La misura estrema del lockdown ha dato indubbiamente i suoi risultati positivi anche in Veneto, grazie soprattutto alla collaborazione responsabile e generalizzata dei cittadini rispetto sia alle disposizioni statali sia alle ordinanze del Presidente della Regione.
A fronte degli effetti positivi raggiunti in termini di salute pubblica, sono ormai di tutta evidenza i gravi effetti negativi conseguenti al lockdown, che stanno pesantemente gravando sul tessuto economico e sociale, anche del Veneto, effetti di portata così negativa, senza precedenti.
Quanto sopra trova peraltro conferma se si osserva il dato ad oggi disponibile in termini di PIL nazionale, relativamente al primo semestre 2020, ove l’Italia risulta aver registrato un -12,4% nel secondo trimestre 2020 ed un valore tendenziale di -17,3% per l’anno in corso rispetto allo scorso anno.
Secondo i dati Istat in Veneto un'impresa su due si aspetta oggi, come effetto della pandemia da Corona Virus, di non avere la liquidità necessaria per far fronte alle spese, mentre il 35% degli operatori economici ritiene che sussistano seri rischi operativi di sostenibilità dell'attività.
L’Ufficio Statistico della Regione, partendo da una recente rilevazione condotta dall’Istat nel mese di maggio, su un campione di circa 1 mln di imprese nazionali, ha di recente estrapolato ed analizzato i dati di 103.000 imprese venete (pari a circa il 25% delle imprese del Veneto e, quindi, un campione molto significativo), confermando dati molto preoccupanti sul versante del sistema produttivo.
Le prime evidenze statistiche raccolte, su come le aziende stanno vivendo l'emergenza sanitaria da Covid-19, indicano che il 29,1% delle imprese venete è riuscito a rimanere attivo per tutto il lockdown. Il 32% delle imprese ha bloccato l'attività, ma ha potuto riprendere prima del 4 maggio, quota significativamente superiore al valor medio nazionale (22,5%), anche per un forte ricorso a richieste in deroga. Il rimanente 38,9% ha visto una sospensione dell'attività almeno fino al 4 maggio, ma in alcuni casi anche oltre. Sono 4 su 10 le imprese venete che tra marzo e aprile 2020 hanno visto ridursi il fatturato di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Un ulteriore 12,6% di imprese venete non ha fatturato nel bimestre osservato.
Da tale indagine si rileva altresì, sempre sul versante imprese, la preoccupazione generalizzata per la mancanza di liquidità necessaria a far fronte alle proprie spese. Dall’indagine è emerso infatti che il 49,3 % delle imprese del Veneto prevede che mancherà di liquidità fino alla fine del 2020. Per far fronte a tale problema il 43,5% delle imprese anzidette ha fatto ricorso ad accensione di nuovo debito bancario, il 24,7 % invece ha attinto ai propri margini disponibili su linee di credito, il 24,5% ha scelto di richiedere la modifica delle condizioni e dei termini di pagamento con i fornitori, mentre il 16,4 % avrebbe utilizzato lo strumento del differimento del rimborso dei debiti.
Per valutare la possibilità di ripresa del “sistema impresa” del Veneto pesano anche i dati negativi registrati in termini di crescita/decrescita del PIL di altri paesi europei significativi per il sistema economico italiano e, in particolare veneto: la Germania ha registrato un -11,7%, la Francia un -19% e la Spagna un -22,1%, tre paesi che rappresentano il 27,7% dell'export italiano e ben il 60,8% dell'export veneto (senza dimenticare anche la pesante contrazione registrata dagli Stati Uniti d'America).
Anche dai dati resi disponibili da Unioncamere, nel bollettino n. 8 del mese di agosto, trovano conferma gli effetti negativi del lockdown sul sistema socio economico regionale veneto: tra questi spicca l’utilizzo di quasi 200 mln di ore di CIG (cassa integrazione e guadagni) nel solo secondo trimestre 2020, un - 52,8% immatricolazioni di auto rispetto al secondo trimestre 2019 e la previsione di riduzione del PIL annuo veneto nel 2020 del 10,6% sull’industria manifatturiera, del -22,4% in termini di produzione e -23,6% di fatturato.
Nei primi tre mesi del 2020 il Veneto esporta merci per un valore pari a 15,2 miliardi di euro, evidenziando una flessione del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’emergenza Covid-19 influenza gli scambi in un contesto internazionale già difficile, caratterizzato nel 2019 da tensioni politiche ed economiche, quali lo scontro tra Stati Uniti e Cina e la Brexit.
Dopo un 2019 con cifre record per il turismo veneto (20 milioni di arrivi e 71 milioni di presenze, +2,9%) il 2020, dopo un buon inizio, viene pietrificato dalla pandemia. Pandemia e lockdown determinano il crollo dei flussi turistici, che inizia a marzo (-83,7%), continua ad aprile (-95,7%) ed a maggio (-93,4%), ma anche a giugno (-79%). I primi 6 mesi dell’anno si chiudono così con un -72,6% delle presenze, cioè dei pernottamenti effettuati in strutture ricettive. Il numero di turisti pernottanti in strutture ricettive venete segue un andamento simile, indicato dal -73,4% degli arrivi. Nel primo semestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, gli stranieri diminuiscono di oltre l’80%, le presenze italiane si dimezzano.
Inoltre per la prima volta in Veneto si registra un saldo negativo di ben 6.700 posizioni di lavoro dipendente tra aprile e giugno 2020 e, purtroppo, si registra una riduzione di 32,7 mila posizioni di lavoro dipendente tra l’01.08.2019 e il 31.07.2020.
Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate, in crescita esponenziale, forniscono un’idea molto chiara della situazione emergenziale che stiamo affrontando; in tutto il 2019 erano state concesse nella nostra Regione 17 milioni di ore, nel solo mese di aprile ne sono state autorizzate 113 milioni (in un solo mese sono state autorizzate quasi lo stesso numero di ore che sono state concesse in tutto l’arco del 2010, anno durante il quale la crisi economica è stata più dura). Dopo il boom di ore autorizzate ad aprile prosegue nei mesi successivi l’effetto della pandemia: secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Inps, in Veneto a luglio vengono autorizzate oltre 43.444.800 ore di CIG, per un totale complessivo, dall’inizio dell’anno, pari ad oltre 244 milioni. A queste, si aggiungono le ore concesse tramite i fondi di solidarietà ai lavoratori dipendenti di aziende appartenenti a settori non coperti dalla normativa in materia d’integrazione salariale: si tratta di quasi 18.400.000 ore autorizzate a luglio che si aggiungono a quelle concesse nei mesi precedenti per un totale dall’inizio dell’anno pari a 88.125.795 (nel 2019 erano appena 161.150).
I dati, disponibili ormai da numerose fonti, sul “sistema impresa”, sia Italia che Veneto, non fanno altro che confermare le difficoltà economiche del sistema produttivo e ciò, ovviamente, non può che impattare negativamente anche su cittadini e famiglie che, nell’incertezza sul se e sul quando si potrà pensare di tornare ad una modalità di vita e di rapporti sociali pre pandemia, tendono palesemente ad evitare o quantomeno a rinviare nel tempo molteplici spese.
Dagli indicatori pubblicati da SVIMEZ, si ricava una stima delle flessioni dei PIL regionali in Italia e traspare che il peggior dato riguarda proprio il Veneto con una flessione del PIL regionale del 12,2%, contro il -9,9% della Lombardia, il -11,2% dell'Emilia Romagna, il -8,2% del Lazio ed il -5,1% della Sicilia.
Per quanto sopra esposto l'autunno si prospetta quanto mai difficile per il tessuto socio economico veneto.
In tale contesto si collocano le più recenti iniziative normative statali che, riducendo le forme di contributo a fondo perduto (agevolazioni puramente assistenzialistiche e probabilmente efficaci solo nella fase più acuta della emergenza sanitaria) tendono oggi a privilegiare forme di sostegno diverse, in termini fiscali, tributari, di garanzia o di semplice rinvio di adempimenti o scadenze non interessate da decadenze o prescrizioni, e quindi non impattanti sul bilancio nazionale.
Anche la Regione del Veneto ha in tal senso approvato nel mese di aprile la L.R. 12/2020 con la quale sono stati consentiti termini più elastici di pagamento della tassa automobilistica per tutte le scadenze comprese tra l’08.03.2020 ed il 31.05.2020, consentendone il versamento entro il 30.06.2020, senza sanzioni ed interessi. Tale iniziativa ha ottenuto un ottimo risultato in termini di adesione dei contribuenti, registrando un aumento degli incassi ordinari del tributo del 123,54% nel mese di giugno rispetto al medesimo dato del 2019, a dimostrazione dell’ampio ricorso da parte dei contribuenti a usufruire del rinvio del pagamento a fine giugno.
In tal senso si collocano anche le disposizioni del più recente D.L. 104/2020 in fase di conversione, ove nell’art. 41, integrativo/modificativo dell’art. 111 del D.L. 34/2020, convertito in L. 77/2020, sono previsti fondi specifici stanziati a valere sul bilancio dello Stato “Al fine di garantire alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano il ristoro della perdita di gettito connessa all’emergenza epidemiologica da COVID-19…..”, così come l’art. 157, D.L. 34/2020, convertito con L. 77/2020, ove è previsto, ad esempio al comma 1, che “In deroga a quanto previsto all’art. 3 della legge 27.07.2000 n. 212, gli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica liquidazione, per i quali i termini di decadenza, calcolati senza tener conto del periodo di sospensione di cui all’art. 67, comma 1, del decreto-legge 17.03.2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24.04.2020, n. 27, scadono tra l’08 marzo 2020 ed il 31 dicembre 2020, sono emessi entro il 31 dicembre 2020 e sono notificati nel periodo compreso tra il 10 gennaio e il 31 dicembre 2021, salvo casi di indifferibilità e urgenza o al fine del perfezionamento degli adempimenti fiscali che richiedono il contestuale versamento dei tributi.”.
A tal proposito è bene ricordare che il Veneto si colloca tra le Regioni che, in assoluto, hanno utilizzato meno la leva fiscale sul proprio territorio, essendo ad oggi vigente una sola manovra tributaria riguardo all’IRAP, con maggiorazione di aliquota riferita a banche, assicurazioni ed altri enti e società finanziarie, a fronte di specifiche agevolazioni approvate a favore di nuove imprese giovanili, femminili e cooperative sociali. Anche per l’addizionale regionale IRPEF la Regione ha in essere una sola manovra tributaria vigente dal 2010, ma a favore di soggetti con disabilità o delle famiglie che se ne occupano con reddito pari od inferiore ad € 45.000.
In ragione del ridotto utilizzo della leva fiscale, la Regione del Veneto mantiene, infatti, rispetto ai limiti massimi imposti dallo Stato, un’ampia possibilità di variazione delle proprie aliquote in senso incrementativo.
Il recente prolungamento dello stato di emergenza sanitaria da pandemia al 15.10.2020 disposto dal D.L. 83/2020 (non ancora convertito), in deroga al precedente D.L. 19/2020, convertito con modificazioni dalla L. 35/2020, non può che incidere negativamente sull’attuale crisi economica, aumentando l’incertezza sulla ripresa in sicurezza delle attività sia economiche che sociali.
In tale contesto, anche normativo, il calo di gettito ordinario registrato ad oggi dalla Regione, ad esempio per la tassa automobilistica o l’ARISGAN (addizionale regionale sull’accisa nazionale sul gas naturale), fa comprendere che il portare a completamento azioni di lotta all'evasione, anche già in fase avanzata di realizzazione, sulla base della programmazione delle attività annuali elaborate alla fine dello scorso esercizio, potrebbe verosimilmente comportare risultati di gettito molto inferiori allo stimato e addirittura un calo contestuale dei pagamenti ordinari ancora da incassare oltre che, soprattutto, l’aggravarsi della carenza di liquidità per famiglie e imprese, con conseguente pericoloso aumento dei livelli di povertà di alcune fasce di popolazione (es. delle famiglie numerose, anziani e giovani, single già in difficoltà).
In tale contesto socio economico ed in analogia con le più recenti disposizioni statali, si ritiene opportuno e prudente poter autorizzare, per le motivazioni sopra espresse, un allentamento temporaneo della pressione erariale regionale sul proprio territorio per i prossimi mesi dell’esercizio 2020, al fine di scongiurare l’ulteriore aggravamento dei budget domestici ed aziendali delle famiglie ed aziende venete derivante dalle notifiche di recuperi erariali regionali relativi ad annualità pregresse.
In tale ottica si propone di autorizzare per i prossimi mesi e sino al 31.12.2020 tutte le Direzioni regionali allo svolgimento della sola attività amministrativa necessaria all’adozione dei provvedimenti di accertamento e/o di individuazione dei soggetti tenuti ad adempimenti recupero di tributi, accise, addizionali, canoni e altre forme di credito della Regione per annualità pregresse a qualsiasi titolo dovuti nei confronti della Regione, rinviando a data non antecedente il 01.01.2021 la notifica dei provvedimenti ai destinatari.
Tale autorizzazione trova limite ed eccezione in tutti i casi di urgenza ed indifferibilità sia per motivi di decadenza o prescrizione del credito regionale sia per motivi di opportunità legati alla tipologia di debitore (come ad esempio nei casi di procedure fallimentari e da sovra indebitamento).
Sulla base dell’attività di analisi svolta da parte dell’Area Risorse Strumentali, sentite le strutture regionali, tale proposta risulta assicurare la tenuta degli equilibri di bilancio, anche in considerazione dell’intervenuta approvazione da parte del Governo del D.L. 104/2020 per quanto concerne specificatamente l’integrazione/modifica del D.L. 34/2020, convertito in L. 77/2020, relativamente al ristoro della perdita di gettito, connessa all’emergenza epidemiologica da COVID-19, patita da Regioni e Province autonome.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTO il D.L. 25.03.2020, n. 19 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” convertito con L. 22.05.2020, n. 35 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25.03.2020, n. 19”;
VISTO il D.L. 19.05.2020, n. 34 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” convertito con L. 17.07.2020, n. 77 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19.05.2020, n. 34”;
VISTO il D.L. 30.07.2020, n. 83 “Misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31.01.2020”;
VISTO il D.L. 14.08.2020, n. 104 “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”;
VISTA la L.R. 28.04.2020, n. 12 “Disposizioni per il versamento della tassa automobilistica regionale”
delibera
Torna indietro