Home » Dettaglio Atto di Enti Vari
Materia: Statuti
COMUNE DI JESOLO (VENEZIA)
STATUTO
Approvazione statuto comunale.
Delibera di Consiglio comunale n. 8 del 6 febbraio 2014
PREMESSA STORICA ALLO STATUTO COMUNALE
EQUILO CAVAZUCCHERINA JESOLO
La presenza del vicus romano di Equilo risale ai primi secoli della nostra era.
Sulla piattaforma alluvionale denominata le Mure, distante poche centinaia di metri dall'attuale centro storico di Jesolo, rimangono infatti le fondazioni di una basilichetta paleocristiana del V secolo e delle successive, soprastanti, fabbriche ecclesiastiche del VII (della quale rimangono preziosi frammenti musivi) e del XII secolo.
Poco lontano scorreva l'acqua della Fossa (canale) Popiliola che costituiva un importante segmento della navigazione interna tra Altino ed Aquileia.
Su quell’insediamento originario sorse più tardi il castellum bizantino e lungo il litorale trovarono rifugio le popolazioni opitergine (639-640) in fuga dall'occupazione longobarda di re Rotari.
L'ottavo secolo fu caratterizzato dalle guerre civili fra Equilo e la vicina Eraclea per la conquista dei terreni boschivi di confine; iniziative che persuasero molte famiglie a trasferirsi sulle più sicure isole della laguna.
Il toponimo Equilo comparve per la prima volta nella disposizione testamentaria del doge Giustiniano Particiaco (829) per il prelievo della “petra que habemus in Equilo” a favore del monastero di S. Ilario.
Il secolo seguente portò la prima notizia della sede episcopale in Equilo (864-1466) e del monastero di San Giorgio de Pineto, caduto in rovina al tempo dell'incursione degli Ungheri (899).
Fra il X ed il XII secolo i pescatori e i cacciatori di Equilo si riappropriarono del territorio, già modificato dalle trasgressioni marine e dalle esondazioni fluviali.
Il paese acquistò una nuova fisionomia attorno alla grande basilica di S. Maria Maggiore delle Mure (1090-1095) e si sviluppò fin sulle rive del Vecchio Piave.
Anche sulla marina comparvero i ricoveri dei primi bonificatori dell’area litoranea.
Ma la guerra fra veneziani e genovesi (1379) e le sempre più frequenti rotte fluviali arrestarono quella rinascita.
Molte famiglie ripresero la via della laguna e anche il vescovo di Equilo trasferì la sede e gli interessi della diocesi sulle isole rialtine.
La vita sociale ed economica riprese solo verso la metà del XV secolo grazie all'avvio delle prime, ragguardevoli opere idrauliche.
Cominciò tal Cristoforo de Liberal con lo scavo e la gestione della Cava: il canale navigabile che sostituiva l'antica Fossa Popiliola.
Opera continuata dal signor Alvise Zuccarin e dai suoi discendenti, dai quali venne il nuovo nome del paese: Cavazuccherina.
Sul finire del secolo l'intuizione economica di alcuni nobili veneziani avviò altre rudimentali bonifiche. Giunsero nuove famiglie ed il centro rinacque attorno alla chiesa della nuova parrocchia di San Giovanni Battista, istituita il 13 gennaio 1495 dal patriarca veneziano Tommaso Donà, su richiesta dei nobili Soranzo.
Nel frattempo la Serenissima Repubblica, preoccupata delle frequenti e minacciose piene dei fiumi, decise di provvedere a importanti interventi idraulici.
Fu scavato il Canale Cavetta per dare alle acque del Sile/Piave Vecchio un altro sbocco a mare (1565-1601).
Il corso del Piave venne deviato più a nord con uno scavo rettilineo tra S. Donà ed Eraclea (1642-1664) e dal Lago della Piave le acque trovarono una nuova foce a Cortellazzo (1683).
Nell'alveo rimasto asciutto vennero fatte defluire le acque del Sile, portate da Portegrandi a Caposile attraverso il nuovo "Taglio" (1672-1682).
Lungo questi corsi d’acqua sorsero i primi centri periferici: Passarella sul canale Taglio del Re, Cortellazzo alla foce del Piave Nuovo, Ca' Nani lungo la riva sinistra del Sile/Piave Vecchio.
Cavazuccherina era allora retta dal podestà della Città di Torcello e luoghi adiacenti.
Il 22 dicembre 1807, con Decreto n. 283, Napoleone istituì il Comune di Cavazuccherina, appartenente al Cantone di San Donà di Piave.
Dal 1815, nel Regno Lombardo Veneto, il Comune fu ricompreso nel VII Distretto di San Donà di Piave con le frazioni di Cavdesil, Cortellazzo, Marina, Musil, Passarella di Sopra, Passarella di Sotto, Piave Nuova, Piave Vecchia, Salsi e Grisolera inferiore.
Il difficile approvvigionamento idrico, la pellagra e la malaria, gli inaccettabili patti agrari e i raccolti sempre a rischio rendevano ancora tribolata la vita su queste rive.
All’alba del 1800 erano stati costituiti i Consorzi di Difesa e di Scolo di Passarella (1808) e di Cavazuccherina (1811) sovrintendenti le reti di canali, regolati da chiaviche, deputate alla raccolta e allo scolo nei fiumi delle acque sovrabbondanti.
Iniziative private che avevano prodotto risultati poco apprezzabili.
Gli abitanti di Cavazuccherina erano allora 1700, perlopiù villici e ortolani.
Domenica 21 e lunedì 22 ottobre 1866 i cavensi aventi diritto al voto (738 dei circa 3.200 residenti) si espressero, a larghissima maggioranza, per l’annessione del Veneto al Regno d’Italia.
Il nuovo secolo fu inaugurato dall’approvazione ministeriale del progetto della bonifica che prevedeva la suddivisione del territorio comunale in due settori: il I Bacino “Cavazuccherina” per il risanamento delle terre a tramontana del Sile-Cavetta, e il II Bacino “Marina” per la bonifica di quelle a mezzodì.
Gli impianti idrovori furono presto realizzati alla periferia del centro storico e la loro azione si aggiunse a quella delle turbine, azionate da motore a gas povero, attivate dalle private aziende agricole.
Ad interrompere quelle iniziative giunse il primo conflitto mondiale con gli opposti eserciti schierati sulle rive del Vecchio e del Nuovo Piave.
La pace del 1918 fece finalmente scoprire, aldilà della boscaglia e delle alte dune, la bellezza e la ricchezza della spiaggia.
Qui i pionieri dell'impresa turistica vi piantarono subito le prime capanne di legno.
Nel frattempo cominciavano a definirsi i nuclei delle moderne aziende agricole, destinate a diventare il cuore dell'economia jesolana.
Nel 1922 vennero donati al Comune 32.000 mq. di litorale per le nascenti strutture balneari e iniziarono ufficialmente le stagioni dei bagni.
Negli anni sessanta e settanta molta forza lavoro lasciò l'attività agricola e venne assorbita dalle imprese del terziario.
Nel 1930 cambiò pure il nome del Comune: con regio decreto del 28 agosto 1930 riacquistò l'antica denominazione di Jesolo.
Con d.P.R. 31 marzo 1983, prot. 2099, a Jesolo venne riconosciuto il titolo di Città.
Città che conserva e propone ai residenti e agli ospiti della località turistica le ricchezze storico ambientali ereditate da Equilo e da Cavazuccherina.
TITOLO I
Principî
CAPO I
Profili istituzionali
Articolo 1
Autonomia comunale
Articolo 2
Statuto
Articolo 3
Territorio
Articolo 4
Stemma e gonfalone
Articolo 5
Sito istituzionale e albo pretorio
Articolo 6
Principio di sussidiarietà
Articolo 7
Funzioni
CAPO II
Finalità
Articolo 8
Solidarietà internazionale
Articolo 9
Turismo
a) promozione e valorizzazione delle risorse turistiche;
b) accrescimento della qualità dell'accoglienza turistica e incremento dell'accessibilità, della tutela dei diritti e del rispetto dei doveri degli operatori e degli utenti;
c) crescita della competitività delle singole imprese e della complessiva attrattività della località quale meta turistica, anche avvalendosi della società partecipate;
d) innalzamento degli standard organizzativi dei servizi e delle infrastrutture connesse all'attività turistica;
e) elaborazione di nuovi prodotti, sviluppo della gamma di prodotti e miglioramento della qualità di quelli esistenti;
f) promozione di <<Jesolo>> quale marchio turistico a livello nazionale e internazionale, eventualmente associato ad uno specifico logo identificativo;
g) sostegno alle imprese turistiche.
Articolo 10
Cultura
Articolo 11
Istruzione
Articolo 12
Territorio e ambiente
Articolo 13
Politiche sociali e sanitarie
Articolo 14
Economia e lavoro
Articolo 15
Tutela del contribuente
Articolo 16
Tutela del consumatore e degli utenti
Articolo 17
Tecnologia dell’informazione
TITOLO II
Organi di governo
Articolo 18
Sindaco
Articolo 19
Articolo 20
Poteri d’informazione e d'ordinanza
Articolo 21
Rappresentanza del Comune
Articolo 22
Vicesindaco
Articolo 23
Referati ad assessori
Articolo 24
Linee programmatiche
Articolo 25
Mozione di sfiducia
CAPO III
Consiglio comunale
Articolo 26
Articolo 27
Prima seduta di consiglio
Articolo 28
Presidente del consiglio
Articolo 29
Vicepresidente del consiglio
Articolo 30
Durata del mandato del presidente e del vicepresidente
Articolo 31
Ufficio di presidenza
Articolo 32
Ufficio del consiglio
Articolo 33
Adunanze consiliari
Articolo 34
Diritti dei consiglieri comunali
Articolo 35
Doveri dei consiglieri comunali
Articolo 36
Gruppi consiliari
Articolo 37
Conferenza dei Capigruppo
Articolo 38
Commissioni consiliari permanenti
Articolo 39
Commissioni d’indagine
Articolo 40
Commissioni speciali
CAPO IV
Giunta comunale
Articolo 41
Articolo 42
Dimissioni, revoca e cessazione degli assessori
Articolo 43
Competenze
a) collaborare con il sindaco nell’attuazione del programma di governo e degli indirizzi politico-amministrativi stabiliti dal consiglio;
b) svolgere attività propositiva e di impulso nei confronti del consiglio, anche mediante la presentazione di proposte di deliberazione;
c) accettare lasciti e donazioni di beni mobili e immobili;
d) assumere decisioni in materia di toponomastica;
e) decidere, sentito il dirigente competente per materia o su proposta dello stesso, in ordine a transazioni nelle quali è parte il Comune;
f) approvare i regolamenti in materia di organizzazione del personale e gli atti programmatori o di indirizzo in tale materia, ad esclusione di quanto previsto dall’art. 19, comma 2., lettera k);
g) riferire annualmente al consiglio sulla propria attività, in occasione dell’adunanza per la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi.
Articolo 44
Funzionamento della giunta
Articolo 45
Adunanze di giunta
Articolo 46
Giunta tecnica
Articolo 47
Verbale delibere di giunta
Articolo 48
Partecipazione alla giunta in videoconferenza
TITOLO III
Ordinamento degli uffici
Articolo 49
Distinzione tra funzione politica e funzione amministrativa
Articolo 50
Organizzazione degli uffici
Segretario comunale
Articolo 51
Dirigenti
Articolo 52
Articolo 53
Responsabilità dirigenziale
Articolo 54
Conferenza dei dirigenti
TITOLO IV
Ciclo di gestione della performance e controlli
Articolo 55
Articolo 56
Ciclo di gestione della performance
Articolo 57
Fasi
Articolo 58
Sistema integrato di pianificazione e controllo
Articolo 59
Obiettivi e indicatori
Articolo 60
Piano esecutivo di gestione
Controlli
Articolo 61
Servizio dei controlli interni
Articolo 62
Divieto di aggravo del procedimento
Collegio dei revisori dei conti
Articolo 63
Articolo 64
Funzioni e competenze del collegio dei revisori dei conti
TITOLO V
Ordinamento dei servizi
Caratteristiche generali
Articolo 65
Gestione dei servizi pubblici locali
Articolo 66
Controllo della gestione dei servizi
Articolo 67
Scelta delle forme gestionali dei servizi pubblici
Articolo 68
Carta dei servizi pubblici
Modalità e assetto di gestione
Articolo 69
Istituzione
Articolo 70
Ordinamento, funzionamento e contabilità delle istituzioni
Articolo 71
Azienda speciale
Articolo 72
Consorzi
Articolo 73
Convenzioni
Articolo 74
Società per azioni e a responsabilità limitata
Articolo 75
Società per azioni con partecipazione minoritaria
Articolo 76
Società collegate e controllate
Articolo 77
Concessione a terzi
Articolo 78
Finanza di progetto
Nomine degli amministratori
Articolo 79
Designazione e requisiti
TITOLO VI
Funzione normativa
Regolamenti
Articolo 80
Ambito di applicazione
Articolo 81
Procedimento di formazione
TITOLO VII
La partecipazione
Partecipazione individuale e collettiva
Articolo 82
Consiglio comunale dei ragazzi
Articolo 83
Partecipazione, informazione e accesso alle strutture
Articolo 84
Ufficio per le relazioni con il pubblico
Articolo 85
Collaborazione con altri soggetti
Articolo 86
Associazioni
Articolo 87
Comitati civici
Articolo 88
Albo comunale delle associazioni, del volontariato e
dei comitati civici
Articolo 89
Partecipazione alla formazione di atti
Articolo 90
Le Consulte
Iniziativa, consultazioni popolari e referendum
Articolo 91
Istanze, petizioni, interrogazioni
Articolo 92
Consultazioni
Articolo 93
Referendum
Articolo 94
Disciplina dei referendum
Articolo 95
Effetti dei referendum
TITOLO VIII
Norme transitorie
Norme
Articolo 96
Norme in vigore
Torna indietro