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Materia: Formazione professionale e lavoro
Deliberazione della Giunta Regionale n. 540 del 27 aprile 2021
Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 in continuità con POR FSE Veneto 2014-2020 Area tematica 9 - Lavoro e occupabilità - ex Asse 1 - Occupabilità, Obiettivo Tematico 8. "Promuovere un'occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori". Direttiva per la presentazione di progetti " Il Lavoro che cambia: percorsi per il rafforzamento delle competenze dei lavoratori delle filiere del Veneto - Anno 2021".
Apertura dei termini per la presentazione di progetti di sostegno all’occupabilità di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, attraverso l’aggiornamento delle loro competenze e la promozione di interventi di innovazione delle imprese appartenenti principalmente alle filiere dell’occhialeria, sistema moda, tessile, abbigliamento, calzaturiero e concia. L’iniziativa intende dare inoltre supporto alla realizzazione di interventi di Workers buyout. Il provvedimento viene emanato a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, assegnate alla Regione del Veneto con la Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020 e si inquadra nelle azioni del Piano Sviluppo e Coesione misure ex FESR e misure ex FSE, così come individuate dall’Allegato A alla DGR n. 241/2021, con specifico riferimento all’area tematica “9 - Lavoro e occupabilità”.
L'Assessore Elena Donazzan, di concerto con l'Assessore Roberto Marcato, riferisce quanto segue.
Nel 2020 l'effetto della pandemia da Covid-19 in Veneto ha causato una riduzione di circa 38.000 posti di lavoro dipendente rispetto allo scorso anno. Il risultato è frutto principalmente del forte calo delle assunzioni (fino a -47% durante la fase più acuta della crisi) e della conseguente diminuzione anche delle cessazioni, soprattutto dei contratti a tempo determinato.
Nei primi nove mesi del 2020, in Veneto sono state avviate 86 procedure di crisi aziendale (nel 2019 erano 170) che hanno coinvolto complessivamente quasi 8.000 lavoratori mentre nel 2019 erano 5.300. Anche gli accordi tra le parti sociali per la gestione delle procedure di crisi, che prevedono il ricorso alla Cigs e/o alle procedure di licenziamento collettivo, risultano dimezzati rispetto allo stesso periodo del 2019 (72 contro 142) ma il numero di lavoratori coinvolti è di quasi 5.500 unità mentre nel 2019 erano oltre 4.800 con il doppio di accordi siglati. Per quanto riguarda le cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato esse risultano fortemente condizionate dal blocco dei licenziamenti e dall’ampio utilizzo della cassa integrazione. In Italia, secondo i dati Inps, da gennaio a luglio 2020 sono state autorizzate complessivamente 2,7 miliardi di ore di Cassa Integrazione (rispetto ai 173 milioni del 2019) e ne sono state effettivamente utilizzate il 40,8%. Si è fatto ricorso soprattutto alla Cassa integrazione ordinaria (Cigo) e al Fondo di Integrazione Salariale (Fis).
Nel contesto della generale crisi occupazionale sopra descritta, per quanto riguarda i settori colpiti, oltre al turismo, si evidenzia che il settore manifatturiero ha subito maggiormente gli effetti della pandemia; in particolare nei comparti del Made in Italy, occhialeria, sistema moda TAM (tessile – abbigliamento - moda), calzaturiero e concia, ove vi è stata una riduzione delle assunzioni rispettivamente del 62% nel settore occhialeria e di oltre il 30% nei settori sistema moda, calzaturiero e concia.
In particolare per quanto riguarda il settore dell’occhialeria, in Veneto si concentra l’80% della produzione italiana legata al settore dell’occhialeria: montature da vista, occhiali da sole, minuterie per occhiali, macchinari ed attrezzature di produzione, trattamenti galvanici, astucci e lenti. Oltre ad alcuni insediamenti anche nell’Alta Trevigiana, il Distretto copre tutta la provincia di Belluno con aree di forza nel Cadore, zona a maggiore densità imprenditoriale, Agordino, Longaronese, Alpago e Feltrino. Sono oltre 400 le aziende del Distretto, per un totale di oltre 12 mila addetti, che originano dal territorio e mantengono uno stretto legame con esso, ma che nel contempo sono inserite e chiamate a concorrere a filiere e reti di produzione e di vendita di ampia scala, spesso a carattere transnazionale.
Alla fine del primo semestre 2020 le vendite di occhiali all’estero sono risultate pari a 933,7 milioni di euro, in calo del -40,3% (-631 milioni) rispetto al 2019 (+8,3%). Il distretto bellunese dell’occhialeria realizza da solo quasi il 65% dell’intero export della provincia. Le forti flessioni dell’export dell’occhialeria coinvolgono sia il mercato Ue (-34,8%, -195,5 milioni) che quello extra-Ue (-43,5%, -435,5 milioni). In aggiunta a ciò, la cancellazione dei grandi appuntamenti fieristici ha costituito un grave danno per le aziende dell’occhialeria da sempre votate all’export. Molte aziende hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione perché gli ordini dall’estero si sono improvvisamente azzerati.
Per quanto riguarda, invece, il sistema moda veneto (tessile - abbigliamento - moda) esso comprende 9.500 unità produttive (pari al 17,6% del totale manifatturiero regionale) e 7.626 unità per la distribuzione. Tale sistema genera un fatturato di 18 miliardi di euro pari al 18% del fatturato nazionale, assorbendo quasi 100 mila addetti ed esportando per un valore di oltre 9 miliardi di euro. Il sistema della moda è molto diffuso in tutto il Veneto mancando di una concentrazione territoriale in un'area ben determinata. Il sistema moda comprende prevalentemente il settore tessile - abbigliamento, ma il primo è meno significativo sul totale delle attività. Sono compresi nel sistema anche prodotti accessori ed ausiliari e la filiera si completa con commercianti ed intermediari del settore, nonché con imprese di servizi avanzati dedicati (quali quelle di "design" e gli stilisti).
Nel corso del 2020 il sistema moda veneto ha subito un calo del fatturato pari al 27,8%: i settori più penalizzati sono abbigliamento (-31,4%) e pelle (-31,2%). I mancati ricavi delle imprese della moda tra gennaio e ottobre sono pari a 22,6 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di minori esportazioni. A tutto ciò si aggiunge anche la grave crisi della domanda interna: a fronte di un calo delle vendite al dettaglio del 5,4%, sono crollate del 23% le vendite di abbigliamento e articoli in pelle. Oltre a ciò sono state annullate le più importanti fiere nazionali ed internazionali, sono stati chiusi molti negozi di lusso negli aeroporti e nelle maggiori città di tutto il mondo, oltre ad un arresto del turismo con grande capacità di spesa che veniva in Veneto per acquistare questo tipo di beni. Si sono persi in totale 1.350 posti da lavoro dipendente e vi è stato un calo delle assunzioni del 32 % rispetto all’anno precedente (10.450 assunzioni nel 2020 rispetto alle 15.500 del 2019).
L’impatto della crisi pandemica sul settore della calzatura è stato particolarmente sentito in Veneto, dove le aziende del settore registrano nel 2020 una variazione media del fatturato del -19,8% rispetto all’anno precedente. Il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta è formato da 522 aziende che impiegano 10.043 addetti e producono complessivamente circa 19 milioni di paia di scarpe di cui il 91% è dedicato all’export. Le aziende sono specializzate nella progettazione e produzione di calzature da donna e collaborano con i più importanti brand del lusso. Il successo delle aziende del territorio è legato alla presenza di una filiera completa ed integrata che consente di rispondere in tempi rapidi ai fabbisogni del mercato, alla sensibilità per il design ed alla altissima qualità delle lavorazioni. Da citare anche il distretto della scarpa del Veronese, composto da una cinquantina di realtà imprenditoriali. Lo sportsystem di Asolo e Montebelluna, diffuso su 17 comuni della Marca, si distingue anche per la realizzazione di calzature specificatamente ideate per le discipline invernali nonché, ultimamente, per il motociclismo. Al suo interno è racchiuso circa il 70% della produzione mondiale di scarponi da sci e dei doposci e l’80 % delle calzature dedicate al motociclismo per un giro d'affari totale che solo nel 2016 aveva superato i 2 miliardi di euro. Per il 2021, pur in uno scenario di lento miglioramento e contrazione delle perdite, la dinamica è ancora negativa, il vero recupero è atteso dal terzo trimestre. Il comparto calzatura del Veneto può vantare, pur nelle diverse peculiarità e rispettive vocazioni, un notevole grado di sviluppo, capace di consegnarci distretti produttivi che guidano le rispettive classifiche in termini di fatturato ed export.
Anche l’industria conciaria, fiore all'occhiello dell'industria della moda e vanto del Made in Italy, ha risentito notevolmente della crisi. L'industria conciaria - una filiera la cui produzione vale il 65% del totale prodotto nell'Unione Europea e circa il 20% della produzione mondiale - vede il nostro Paese occupare un ruolo di assoluto rilievo nel panorama internazionale. Una posizione raggiunta sia grazie alla tradizione secolare che ci contraddistingue sia per due peculiarità - qualità e design - che da sempre caratterizzano l'industria conciaria nostrana. La valle del Chiampo (Vicenza) con i suoi 130 kmq di territorio è sede di uno dei maggiori distretti conciari del mondo, nonché il più importante in Italia per produzione e numero di addetti. Comprende Arzignano e l'area del Chiampo da Crespadoro a Montebello, da Montorso a Zermeghedo fino a Montecchio Maggiore. L'attuale peculiarità di quest'area conciaria, la cui produzione conta per oltre metà del totale nazionale, è rappresentata, dal punto di vista industriale, dalla contemporanea presenza di imprese medio-piccole e grandi gruppi industriali all'avanguardia nell'automazione e standardizzazione delle fasi di processo, mentre sul piano produttivo la principale specializzazione sono le pelli bovine medio-grandi che vengono principalmente destinate ai clienti dell'imbottito (interni auto ed arredamento), alla calzatura ed alla pelletteria.
Nell’ottica di promuovere gli interventi oggetto della presente iniziativa anche nell’ambito di altre filiere e/o settori diversi da quelli individuati - occhialeria, sistema moda (tessile – abbigliamento - moda), calzaturiero e concia - sarà necessario che siano stati stipulati specifici accordi tra le parti sociali finalizzati a promuovere la competitività, lo sviluppo sinergico del territorio e il mantenimento dell'occupazione, anche delineando le strategie e gli obiettivi in termini di riqualificazione e fabbisogni formativi prioritari. Le imprese che aderiranno a tali accordi potranno partecipare alla presente iniziativa.
Pertanto, le politiche di sostegno all’occupabilità non possono prescindere da una strategia che miri a sostenere la competitività dell’economia regionale e che si rivolga ai lavoratori delle imprese quali attori centrali del mutamento e dell’innovazione. Il sostegno all’impresa veneta che crea occupazione rappresenta la leva fondamentale ai fini della creazione di reddito e di posti di lavoro. Nei prossimi anni, a fronte del prolungarsi della stagnazione della domanda interna, in un quadro di accresciuta competizione internazionale, i sistemi produttivi veneti dovranno puntare su strategie di ristrutturazione produttiva, diversificazione settoriale e investimento nell’innovazione.
In tale quadro, uno dei fattori determinanti per la crescita è rappresentato dalla qualità del capitale umano, le cui competenze sono risorse fondamentali su cui investire per rafforzare la vitalità e la capacità di adattamento dei sistemi produttivi veneti. Per altro, tra le competenze maggiormente richieste dal mercato del lavoro, anche per effetto della sempre più diffusa automazione dei processi produttivi e dei servizi, sono le competenze digitali. In questo periodo inoltre, tante imprese si stanno avvicinando ai temi dell’economia circolare, che significa coinvolgere tutti i reparti e le risorse aziendali nel cambiamento dei modelli di consumo ed erogazione di servizi e prodotti aziendali (migliorare le performance ambientali di un prodotto o servizio implica impatti positivi sui costi di gestione ed approvvigionamento, oltre alle conseguenti marginalità sul servizio o prodotto erogato).
Infine, come sostenuto negli obiettivi di crescita sostenibile della Politica di Coesione 2021-27 e del programma Next Generation EU, le competenze e l'apprendimento permanente sono fondamentali per la crescita a lungo termine e sostenibile, per la produttività e per l'innovazione costituiscono quindi un fattore fondamentale per la competitività delle imprese di tutte le dimensioni, in particolare le piccole e medie imprese (PMI). Le stesse Linee Guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) individuano la transizione al verde e al digitale come una delle prossime sfide che il Paese deve affrontare.
In questo scenario, la Regione del Veneto ha voluto dare una risposta tempestiva a sostegno delle persone in cerca di lavoro e delle imprese, prevedendo alcune misure emergenziali tra le quali citiamo il contributo alla riduzione del costo del lavoro delle imprese venete dei settori particolarmente colpiti dalla pandemia, di cui alla DGR 958 del 14 luglio 2020, nel quadro di quanto previsto a livello nazionale dall’art. 60 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34 (“Decreto Rilancio”) e il Bonus per l'occupazione dei giovani e la stabilizzazione dei dipendenti nelle imprese colpite dalla pandemia di cui alla DGR n. 933 del 9 luglio 2020.
In questo contesto si ritiene strategico rafforzare il set degli strumenti già a disposizione delle aziende con altri strumenti ad elevato valore aggiunto se contestualizzati all’interno di imprese in cui assume valore la dimensione della filiera. Attraverso l’iniziativa "Il Lavoro che cambia: percorsi per il rafforzamento delle competenze dei lavoratori delle filiere del Veneto - Anno 2021”, che qui si propone di approvare, si intende favorire l’occupabilità dei lavoratori interessati da ammortizzatori sociali occupati in imprese del comparto manifatturiero del Made in Italy, nello specifico, delle filiere/settori dell’occhialeria, del sistema moda (tessile, abbigliamento, moda), del calzaturiero e della concia.
L’iniziativa interviene su settori produttivi, filiere e imprese in situazione di crisi conclamata o prevista promuovendo l’aggiornamento delle competenze (upskilling) dei lavoratori a rischio di disoccupazione, stimolando allo stesso tempo le imprese ad avviare processi di innovazione e riorganizzazione industriale, con particolare attenzione all’individuazione e promozione di nuovi prodotti/servizi, all’adozione di nuove tecnologie, allo sviluppo di nuove competenze e alla ristrutturazione di processi e sistemi produttivi, con l’obiettivo di sostenere la ripresa e la competitività delle imprese venete e delle filiere nel loro complesso.
Inoltre, l’iniziativa mira a sostenere i lavoratori delle filiere citate, che attraverso lo strumento del Workers Buyout, garantiscono continuità all’attività d’impresa colpita da situazioni di crisi o che presenta problematiche riferite al ricambio generazionale.
Uno dei fattori determinanti per la crescita, infatti, è rappresentato dalla qualità del capitale umano, le cui competenze sono risorse fondamentali su cui investire per rafforzare la vitalità e la capacità di adattamento dei sistemi produttivi veneti.
Con questa iniziativa si propone pertanto la realizzazione di interventi di politiche del lavoro per i lavoratori e le imprese al fine di rispondere alle esigenze di rilancio delle filiere/settori individuati, con una particolare attenzione ai contesti aziendali micro o piccoli, particolarmente vulnerabili per effetto della pandemia.
I risultati che ci si attende di conseguire sono:
L’iniziativa è rivolta ai soggetti accreditati alla Formazione Continua e alle imprese private delle filiere/settori indicati, o di altre filiere/settori purché abbiano aderito ad un Accordo di filiera/settore, che potranno presentare le proposte progettuali in partenariato con i soggetti accreditati ai Servizi al lavoro e/o con altre imprese ed eventuali partner di rete, nell’ambito di due specifiche linee d’intervento previste dalla Direttiva di cui all’Allegato B al presente dispositivo:
- LINEA 1 – Il Lavoro che cambia: progetti per il mantenimento dei posti di lavoro attraverso lo sviluppo delle competenze dei lavoratori delle imprese delle filiere/settori previsti dal bando, basati sul rafforzamento delle competenze dei propri lavoratori sospesi, per meglio rispondere alle esigenze strategiche aziendali;
- LINEA 2 – Workers buyout (WBO): progetti finalizzati a supportare i lavoratori coinvolti nei percorsi di WBO già avviati per garantire continuità all’impresa colpita da situazioni di crisi o che presenta problematiche riferite al ricambio generazionale.
Questo intervento prevede una dotazione finanziaria di Euro 2.000.000,00 a valere sulle risorse assegnate alla Regione del Veneto con Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020 di cui alla DGR n. 241/2021, così distribuite sulle due linee d’intervento:
Valore complessivo finanziabile per ciascun progetto:
L’iniziativa è attuata a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, assegnate alla Regione del Veneto con la Delibera CIPE n. 39 del 28/07/2020 e si inquadra nelle azioni del Piano Sviluppo e Coesione misure ex FESR e misure ex FSE, così come individuate dall’Allegato A alla DGR n. 241/2021, con specifico riferimento all’area tematica “9 - Lavoro e occupabilità” che prevede la realizzazione di interventi volti al sostegno e sviluppo dell’occupazione anche favorendo l’adattabilità ai cambiamenti nel mercato del lavoro, alla regolarità del lavoro, all’occupazione femminile e la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, al rafforzamento sul piano infrastrutturale dei servizi per l’impiego e che contempla la prosecuzione degli interventi che a suo tempo erano stati programmati nell’ambito della priorità “8.5 Adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti” del POR FSE Veneto 2014-2020 le cui risorse, a fronte dell’Accordo tra Regione del Veneto ed il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, stipulato in data 10 luglio 2020 di cui alla DGR n. 786/2020, sono state trasferite a favore di misure emergenziali e la cui riallocazione è stato oggetto della riprogrammazione del Programma Operativo approvata dalla Commissione europea con decisione di esecuzione C(2020)7421 del 22/10/2020.
Il provvedimento si pone, pertanto, nella cornice delle azioni del POR FSE Veneto 2014-2020 a sostegno dell'Obiettivo Tematico 8 e della priorità d’investimento 8.v., poiché promuove iniziative per favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, attraverso l’aggiornamento delle loro competenze e l’avvio di processi di innovazione aziendale.
Stante tale nuovo quadro di riferimento, nelle more dell'adozione delle disposizioni quadro per il Piano Sviluppo e Coesione e delle relative linee guida per la gestione e controllo delle misure previste dalla DGR n. 241/2021, si farà riferimento al sistema di gestione e controllo attualmente vigente per la programmazione POR FSE 2014-2020.
Nel rispetto del principio della competenza finanziaria potenziata, di cui all’Allegato 4/2 del D.lgs. 118/2011 e s.m.i., punto 5.2, lett. c, si prevede che le obbligazioni di spesa, per un importo massimo di complessivi Euro 2.000.000,00 saranno assunte sul Bilancio Regionale di previsione approvato con L.R. n. 41 del 29/12/2020 Bilancio di previsione 2021-2023, nei seguenti termini massimi:
Le proposte progettuali di cui alla LINEA 1 “Il Lavoro che cambia” dovranno essere inviate secondo il calendario sotto riportato:
Periodo di presentazione
Data di pubblicazione istruttoria
Scadenza avvio progetto
Scadenza termine progetto
Apertura sportello
Giorni/mesi di apertura
Anno di riferimento
1
10 – 31 maggio
2021
30/06/2021
15/09/2021
15/09/2022
2
1 luglio – 2 agosto
30/09/2021
15/11/2021
15/11/2022
3
1 - 30 settembre
02/11/2021
15/12/2021
15/12/2022
Le proposte progettuali di cui alla LINEA 2 “Workers buyout WBO” potranno essere presentate in qualsiasi momento (bando “sempre aperto”) a partire dal 10 maggio 2021 e fino al 2 novembre 2021, fino all’esaurimento delle risorse previste per tale linea d’intervento.
Alla scadenza dei termini per la presentazione delle proposte la Direzione Lavoro potrà, se del caso, valutare l’opportunità di redistribuire sulla LINEA 1 le risorse non utilizzate dalla LINEA 2, con la conseguente apertura di ulteriori sportelli.
Qualora se ne ravvisasse la necessità, la dotazione finanziaria del bando potrà essere integrata con ulteriori risorse specificatamente individuate. Sarà pertanto data facoltà al Direttore della Direzione Lavoro di prevedere ulteriori aperture di sportello della LINEA 1 o, se del caso, eventuale riapertura dei termini previsti per la LINEA 2, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.
Per la presente direttiva la gestione finanziaria dei progetti prevede l’erogazione di una prima anticipazione per un importo del 40% coerentemente a quanto previsto al punto 4 “Aspetti finanziari” – procedure per l’erogazione dei contributi – DGR n. 670/2015 “Testo Unico beneficiari” e s.m.i. (versione in vigore DDR. n. 38 del 18/09/2020).
Inoltre " In caso di finanziamento, il soggetto beneficiario è tenuto agli obblighi informativi previsti dall’art. 35 del D.L. 34/2019 (cd. Decreto crescita) convertito in L. 58/2019 che ha modificato l’art. 1, commi da 125 a 129 della L. n.124/2017".
Si tratta pertanto di approvare, quali parti integranti e sostanziali del presente provvedimento:
Si propone di demandare al Direttore della Direzione Lavoro l’esecuzione del presente atto, ivi compresa l’adozione degli impegni di spesa, e di quanto ritenuto necessario ai fini dell’efficace gestione dell’attività.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
Visti i:
delibera
(seguono allegati)
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