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Materia: Formazione professionale e lavoro
Deliberazione della Giunta Regionale n. 254 del 08 marzo 2016
Programma Operativo Regionale - Fondo Sociale Europeo 2014-2020 - Asse I Occupabilità - "Pari opportunità nel lavoro che cambia - Investiamo nell'occupazione femminile" - Avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali e approvazione della Direttiva - Anno 2016.
Il provvedimento approva l’avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali che perseguono l’obiettivo specifico del POR FSE di aumento dell’occupazione femminile, la Direttiva che definisce le caratteristiche, finalità degli interventi, le modalità di presentazione dei progetti e il documento per l’adozione delle Unità di Costo Standard per la realizzazione di servizi di conciliazione, nell’ambito di operazioni finanziate dalla Regione del Veneto POR FSE 2014-2020.
Il relatore riferisce quanto segue.
L’architettura delle politiche europee di coesione e di rilancio della crescita ha indirizzato la programmazione 2014-2020 verso una crescita intelligente delle regioni e dei territori, fondata sulla stretta interdipendenza tra sviluppo economico, coesione sociale e sostenibilità.
Sulla scena internazionale si è ormai affermata la considerazione che una maggiore integrazione delle donne nel mondo del lavoro non risponde solo a principi di equità, ma anche di efficienza economica, ma ciò nonostante, anche le più recenti indagini condotte sulla situazione femminile continuano a mettere in luce che sussistono ancora squilibri nel rapporto uomo-donna sia nel mercato del lavoro (in relazione al tema domanda-offerta di lavoro) sia nel lavoro stesso (con rischi di marginalizzazione del personale femminile).
Le politiche per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, rappresentano un importante fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali e si ripropongono di fornire strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentano a ciascun individuo di vivere al meglio i molteplici ruoli che gioca all’interno di società complesse.
Nell’ambito degli sforzi diretti a conseguire il target in materia di occupazione fissato in Europa 2020, nel mese di agosto del 2015 la Commissione europea ha lanciato la Road Map "New start to address the challenges of work-life balance faced by working Families” una nuova iniziativa diretta ad accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso una migliore conciliazione vita – lavoro, un’adeguata protezione sociale e il rafforzamento della parità tra uomini e donne. La Commissione individua alcune iniziative legislative e non legislative per modernizzare e adeguare l’attuale quadro di policy e normativo, a livello europeo e nazionale, per consentire ai genitori e/o ai lavoratori e lavoratrici con familiari dipendenti una migliore conciliazione tra le responsabilità di cura e professionali.
Il Secondo Rapporto sul secondo welfare in Italia ha messo in evidenza che, per quanto riguarda il sistema delle imprese, vi è un evidente segnale di crescita del welfare aziendale, sostenuto anche dallo strumento della contrattazione di secondo livello. Per quanto riguarda i servizi offerti dal welfare aziendale vi è stata un’espansione verso l’ambito della famiglia e delle politiche di conciliazione vita-lavoro: se previdenza e sanità costituiscono ormai le basi di ogni piano di welfare strutturato, la novità è l’introduzione di misure di sostegno al reddito familiare e, soprattutto, di flessibilità oraria per garantire più tempo ai lavoratori con responsabilità di cura familiare.
Le imprese sono chiamate ad essere attori nella produzione ed erogazione di servizi di welfare, nella prospettiva del welfare community, valorizzando il principio della sussidiarietà, in modo da operare a livello di rete, in cui tutti i soggetti collaborano, interagendo tra loro.
Le iniziative in tema di work life balance e le politiche di welfare aziendale non sono filantropia ma una vera e propria leva strategica di vantaggio competitivo, grazie al quale le imprese possono ottenere una migliore qualità di lavoro e una più alta produttività.
Le misure volte al bilanciamento tra tempi di vita e di lavoro sono lo strumento che per eccellenza concorre a migliorare il rapporto tra organizzazione da un lato e lavoratore dall’altro e allo stesso tempo consente di innalzare il livello della produttività del sistema paese e migliorare l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro.
Le aziende sono, dunque, luogo di promozione di forme di conciliazione, le cui politiche riguardano tutti indistintamente, uomini e donne. Ma per poter favorire un riequilibrio tra responsabilità individuali e collettive nella gestione dei rischi sociali e delle problematiche afferenti la conciliazione vita lavoro, è necessario coinvolgere non soltanto le imprese, ma è strategico creare partenariati, coinvolgendo i diversi attori locali.
Sostenere l’occupazione femminile e ridurre il gap occupazionale di genere è una delle sfide che il Piano Operativo Fondo Sociale Europeo (POR FSE) 2014 – 2020 ha colto, prevedendo una specifica priorità d’investimento (8.iv – L’uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori, incluso l’accesso all’occupazione e alla progressione della carriera, la conciliazione della vita professionale con la vita privata e la promozione della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o un lavoro di pari valore) e un relativo obiettivo specifico (aumentare l’occupazione femminile).
La finalità generale è, quindi, quella di promuovere una serie di interventi volti a favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro, partendo dalla considerazione che è necessario intervenire agendo, in maniera complementare, su più aspetti: orientamento ed accompagnamento al lavoro, riqualificazione e formazione delle donne, anche inattive, sistemi di welfare, politiche di conciliazione che coinvolgono donne e uomini, supporto all’autoimprenditorialità femminile.
Tali interventi si devono porre, in una prospettiva di genere, secondo la quale l’integrazione di genere comporta il non limitare le attività di promozione della parità a specifiche misure volte ad aiutare solo le donne, bensì il mobilitare esplicitamente a questo scopo tutte le azioni e le politiche generali tenendo conto delle relazioni tra i diversi soggetti coinvolti (donne e uomini, lavoratori e lavoratrici, imprese ed enti pubblici territoriali, ecc.) ed intervenendo a vantaggio di tutti.
È necessario sostenere un cambiamento culturale agendo sia nei confronti delle imprese, per far emergere il vantaggio competitivo di azioni di conciliazione e di promozione della parità, sia nei confronti di lavoratori e lavoratrici, per rafforzare competenze trasversali, consapevolezza di sé ed assunzione di responsabilità in relazione ai diversi ruoli rivestiti nella sfera privata, pubblica e lavorativa.
L’iniziativa, di cui si propone l’approvazione, si pone all’interno dell’obiettivo specifico 3 del POR FSE 2014-2020 per aumentare l’occupazione femminile, nell’ambito della priorità 8.iv - l'uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori, incluso l'accesso all'occupazione e alla progressione della carriera, la conciliazione della vita professionale con la vita privata e la promozione della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o un lavoro di pari valore.
Potranno essere presentati progetti di durata biennale, caratterizzati dalla presenza di un ampio partenariato che, dal punto di vista numerico, ne assicuri l’integrazione territoriale con ricadute a livello sovra provinciale e che, dal punto di vista qualitativo, sia costituito da una molteplicità di soggetti in grado di assicurare interventi multidisciplinari, in termini di competenze ed ambiti d’intervento.
L’importo complessivo delle risorse stanziate ammonta ad Euro 5.000.000,00 relativi all’Asse I Occupabilità – POR FSE 2014-2020.
Le domande di ammissione al finanziamento e la relativa modulistica dovranno pervenire, esclusivamente a mezzo PEC, entro e non oltre il trentesimo giorno dalla data di pubblicazione del presente provvedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto. Qualora la scadenza dei termini di presentazione dei progetti coincida con il sabato o con giornata festiva, il termine sarà posticipato al primo giorno lavorativo successivo.
Tenuto conto che è stata istituita una casella di PEC della Sezione Formazione, si prevede che le proposte progettuali debbano essere inviate al seguente indirizzo formazione@pec.regione.veneto.it fermo restando tutte le altre indicazioni che regolamentano l’invio della PEC.
La copertura finanziaria delle obbligazioni da assumersi in relazione alle attività di cui al presente provvedimento è assicurata dalla dotazione di cui al POR FSE 2014/2020, codice di programma 2014IT05SFOP012 approvato con Decisione Comunitaria C(2014), 9751 final del 12/12/2014, nell’ambito dell’Asse I – Occupabilità – Obiettivo Tematico 08 – Priorità d’investimento 8iv – Obiettivo Specifico 3. Nel rispetto del principio della competenza finanziaria potenziata, di cui all’Allegato 4/2 del D.Lgs. 118/2011 e s.m.i., punto 5.2, lett. c, si prevede che le obbligazioni di spesa, per un importo massimo di complessivi Euro 5.000.000,00 saranno assunte sul Bilancio Regionale di previsione pluriennale 2016/2018, nei seguenti termini massimi:
Per la presente Direttiva la gestione finanziaria dei progetti prevede l’erogazione di una prima anticipazione per un importo del 50% anziché del 40% come previsto al punto D “Aspetti finanziari” - procedure per l’erogazione dei contributi - DGR 670 del 28/04/2015 “Testo Unico dei beneficiari”.
Le proposte progettuali saranno sottoposte a valutazione da parte di un nucleo di valutazione formalmente individuato e nominato dal Direttore della Sezione Formazione.
Al fine di realizzare le azioni sopra descritte, inoltre, per favorire la partecipazione ai propri interventi da parte di destinatari in particolari condizioni di svantaggio, si intende finanziare servizi di conciliazione finalizzati, in particolare:
Nell’ambito di applicazione delle semplificazioni introdotte dal Regolamento UE n. 1303/2013, allo scopo di individuare adeguati parametri da utilizzare per il riconoscimento dei costi per la realizzazione dei suddetti servizi di conciliazione, la Sezione Formazione ha effettuato uno studio preliminare per determinare gli importi e le loro modalità di riconoscimento, rispettando le condizioni definite dal citato Regolamento.
In ragione dello spirito sperimentale dell’iniziativa e non avendo dati storici a disposizione, è stata adottata come metodologia per il calcolo “l’utilizzo di altre informazioni oggettive” ai sensi dell’art. 67, co. 5 del Regolamento UE n. 1303/2013 citato, derivanti dal contratto collettivo nazionale di lavoro vigente, approvato il 16 luglio 2013, sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico e dai successivi aggiornamenti economici.
In allegato al presente provvedimento, del quale costituiscono parte integrante e sostanziale, vengono proposti all’approvazione della Giunta regionale l’Avviso pubblico per la presentazione dei progetti “Pari opportunità nel lavoro che cambia – Investiamo nell'occupazione femminile” (Allegato A), la Direttiva di riferimento (Allegato B) e il documento di “Adozione delle Unità di Costo Standard per la realizzazione di servizi di conciliazione nell’ambito di operazioni finanziate dalla Regione del Veneto POR FSE 2014-2020” (Allegato C).
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
delibera
(seguono allegati)
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