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Scarica versione stampabile Deliberazione della Giunta Regionale

Bur n. 1 del 01 gennaio 2008


Materia: Servizi sociali

Deliberazione della Giunta Regionale n. 3922 del 04 dicembre 2007

Interventi a favore dell'adozione nazionale ed internazionale.

(La parte di testo racchiusa fra parentesi quadre, che si riporta per completezza di informazione, non compare nel Bur cartaceo, ndr) [L'Assessore alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, riferisce quanto segue:

A seguito dell'attuazione della legge 476/98 la Regione del Veneto ha definito negli anni con diversi provvedimenti un sistema articolato e coerente di iniziative, azioni e progetti a favore dell'adozione.

Si ricordano in particolare:

-        la preparazione e la formazione di 26 equipes specializzate all'interno dei consultori familiari e la stesura delle linee guida regionali (2001);

-        la firma nel 2001, insieme al Tribunale per i Minorenni di Venezia, i 18 enti autorizzati e i Direttori delle Aziende Ulss del Veneto del primo Protocollo Operativo Regionale attraverso il quale è stata avviata una prassi operativa orientata alla qualificazione dell'intervento di tutti i soggetti impegnati alla collaborazione e allo sviluppo dei flussi informativi e, nel 2004, la firma del secondo Protocollo che ha sostanzialmente confermato le scelte di fondo operate fin dall'inizio;

-        la realizzazione, a partire dal 2001, di centinaia di corsi di informazione e sensibilizzazione che vengono offerti in tutti gli ambiti territoriali a tutte le coppie che si avvicinano all'adozione;

-        l'approvazione nel 2004, contestualmente al rinnovo del protocollo, di un progetto pilota regionale attraverso il quale in ogni ambito provinciale gli operatori delle equipe consultoriali e gli operatori degli enti hanno sviluppato progetti di sostegno e accompagnamento del minore adottato e della sua nuova famiglia. Tale progetto è stato nuovamente finanziato nel 2006 con la DGR 1855 del 13 giugno.

I provvedimenti e le iniziative sopra citate hanno portato ad una graduale omogeneizzazione degli interventi, con un livello professionale caratterizzato da preparazione e qualità. L'omogeneità è poi garantita sia dal lavoro dei sette referenti provinciali, individuati con DGR 712 del 23 marzo 2001, che si incontrano periodicamente fra di loro e con il referente del Tribunale per i Minorenni, che dagli incontri con gli enti autorizzati firmatari del Protocollo Regionale.

Nell'individuazione delle azioni che hanno portato allo sviluppo del sistema si sono sempre tenuti presenti alcuni riferimenti: l'idea secondo la quale debba essere sostenuto e valorizzato il ruolo dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio nel quale vive la famiglia adottiva. Non solo in un'ottica di vigilanza attenta alla tutela del minore, ma soprattutto nell'ottica dell'accompagnamento e del sostegno, prima nella scelta, quindi nell'attesa e poi successivamente all'ingresso in famiglia del bambino adottato.

L'altra grande scelta è stata quella di valorizzare il ruolo degli enti autorizzati, non solo nella fase di abbinamento, ma anche nella sensibilizzazione, informazione e nel sostegno post adottivo, all'interno di una corretta interpretazione dei principi del decentramento istituzionale e della sussidiarietà.

Con i provvedimenti citati l'impegno della Regione si é concentrato soprattutto nella fase precedente all'assegnazione dell'incarico all'ente autorizzato, la fase "pre adottiva" e nel periodo successivo all'ingresso in Italia del minore, nella fase chiamata del "post adozione".

Nella fase successiva all'affidamento dell'incarico, fino all'ingresso in Italia della coppia con il bambino adottato, l'amministrazione regionale normalmente non interviene. Questa impostazione, originata dalla legge 476/98, pare in parte superata sia dalla normativa più recente (legge 328/00 e riforma del Titolo V della costituzione) che dalle iniziative che molte Regioni hanno posto in essere, caratterizzate da una parte dalla ricerca di forme di integrazione e sinergia, dall'altra della valorizzazione della dimensione regionale e decentrata.

Nel dicembre del 2005, con delibera 3981, la Giunta Regionale ha voluto promuovere un progetto biennale, a carattere sperimentale, ponendosi l'obiettivo di sostenere le coppie nel momento delicato dell'attesa e di sostenere l'azione degli enti autorizzati nella loro presenza nelle aree di origine dei bambini adottati. Tale progetto, affidato per la sua realizzazione all'azienda Ulss 9 di Treviso e denominato "Venetoadozioni, nemmeno le balene ...", è stato poi approvato nel dettaglio dei contenuti e nel quadro complessivo di spesa con la deliberazione di Giunta 646/06.

La DGR 3981/05 rinviava l'eventuale assegnazione della seconda annualità ad un successivo provvedimento, a seguito di valutazione tecnica delle attività intraprese.

Con la presente deliberazione si intende assumere una serie di disposizioni tese a sostenere ulteriormente e valorizzare il sistema integrato per le adozioni del Veneto.

1. Continuazione del progetto "Veneto Adozioni - Nemmeno le balene" e finanziamento della seconda annualità.

La prima delle disposizioni che il relatore intende proporre è il finanziamento della seconda annualità del progetto già approvato con la DGR 646/06. Il quadro delle attività avviate e le prospettive di sviluppo, illustrate nell'Allegato A, parte integrante del presente provvedimento, mettono in luce l'opportunità di dare continuità al progetto con il finanziamento della seconda annualità.

Con le attività realizzate l'obiettivo di fare "rete" e di fare "sistema" con i diversi attori presenti sul territorio ha segnato decisi passi in avanti. La collaborazione fra i soggetti interessati (Regione, Enti autorizzati, equipes adozioni delle Aziende Ulss) che ha contrassegnato positivamente le azioni intraprese, la sostanziale condivisione, delle missioni tecnico-istituzionali all'estero, dei tavoli di monitoraggio, delle attività di supporto e di formazione per gli stage all'estero degli operatori pubblici, sono solo alcuni dei fatti più significativi di un dialogo e di una collaborazione che nella prosecuzione delle varie azioni del progetto sta via via diventando più proficua, fattiva e reale.

Si ritiene opportuno sostenere una prosecuzione del progetto "Veneto adozioni" nella direzione fin qui tracciata, sia rispetto alle attività interne (che andranno "consolidate e a cui va data continuità, soprattutto nelle attività che coinvolgono direttamente le famiglie) che nelle azioni rivolte ai paesi di provenienza. Per questo ultimo aspetto, definiti i 4 o 5 paesi "target" sui quali concentrare gli sforzi, si dovrà dare continuità alle attività di scambio, di carattere tecnico e politico istituzionale.

Nei 4 o 5 paesi "target" andrà ulteriormente consolidata la presenza "politico-istituzionale" e l'azione di sostegno e di coordinamento delle attività degli enti autorizzati.

Per il finanziamento della seconda annualità del progetto, il relatore propone di assegnare e di impegnare l'importo di € 600.000,00 a favore dell'azienda Ulss 9 cui era già stata assegnata la realizzazione della prima parte del progetto. Tale importo andrà a carico del Cap. 61231 del Bilancio d'esercizio 2007 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" che presenta sufficiente disponibilità.

L'erogazione del primo 50% del valore finanziato avverrà a seguito di comunicazione di avvio delle attività relative alla seconda annualità del progetto, il secondo 50% a seguito di rendicontazione dettagliata delle attività, che dovrà pervenire agli uffici competenti entro il 30 settembre 2009.

2. "Sottoscrizione aggiuntiva" del Veneto all'Intesa Istituzionale di Programma per un piano pluriennale di interventi in Etiopia.

Uno dei paesi verso i quali si è maggiormente concentrata l'attenzione dell'iniziativa Regionale nell'ambito delle azioni volte a sostenere le adozioni internazionali è la Repubblica Federale di Etiopia.

L'Etiopia è il terzo paese per numero di bambini adottati nella Regione del Veneto e il primo nell'area africana.

Diverse sono le progettualità che sono state avviate in ambito regionale, in parte all'interno del progetto "Veneto Adozioni - Nemmeno le balene", in parte nell'ambito dell'iniziativa regionale relativa agli scambi internazionali previsti all'interno della DGR 646/06, in parte all'interno di finanziamenti specifici. Nel paese africano si è inoltre svolta nel giugno del c.a. una missione politico istituzionale finalizzata a sostenere l'attività degli enti autorizzati che operano in Regione e di presentare ai massimi livelli di governo il sistema dei servizi regionali per la protezione e tutela del minore e le iniziative a favore delle famiglie e dei bambini adottati.

In ambito nazionale, la Commissione Adozioni Internazionali (CAI), costituita ai sensi dell'art. 38 della Legge 184/83 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha promosso un'Intesa Istituzionale di Programma per un piano pluriennale di interventi in Etiopia, sottoscritta in data 30 novembre 2006 dal Ministro per la famiglia e dagli enti autorizzati ed accreditati ad operare in Etiopia:

A seguito di più incontri avvenuti con la CAI è emersa la necessità di coordinare le diverse iniziative e, in data 4 luglio u.s., è stata avanzata da parte della CAI la proposta di procedere ad una "Sottoscrizione Aggiuntiva" all'Intesa Istituzionale di Programma per un piano pluriennale di interventi in Etiopia fra il Ministero per le Politiche per la Famiglia e l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Veneto (Allegato B, parte integrante del presente provvedimento), cui il relatore propone di aderire.

3. Progetto Kebebe Tseai (Addis Abeba)

Il progetto Kebebe Tseai è una delle iniziative che sono state proposte e discusse con le Autorità Etiopi nell'ambito della missione politico-istituzionale realizzata a giugno del c.a. ed è relativa alla realizzazione, con finanziamenti regionali, di un progetto di cooperazione finalizzato a potenziare e qualificare l'intervento nei confronti dei bambini orfani e/o abbandonati fino agli 8 anni ospiti nell'Istituto Kebebe Tseai ad Addis Abeba. L'istituto è uno dei tre orfanotrofi a gestione governativa, delle circa 50 strutture presenti nella capitale dell'Etiopia. In detto istituto operano alcuni degli enti autorizzati firmatari del protocollo operativo regionale e da questo istituto provengono alcuni dei bambini adottati nel nostro paese. Il progetto è agli atti della Direzione Regionale competente. Il finanziamento di tale progetto è un'iniziativa concreta che potrà affiancare gli altri microprogetti di cooperazione e le iniziative di scambio in atto, e che potrà ulteriormente sostenere l'azione degli enti autorizzati presenti in Etiopia e del "sistema Regione" nell'ambito dell'adozione internazionale. Particolarmente significativo è il fatto che l'interlocutore è l'autorità amministrativa che concretamente si occupa dei processi di accoglienza dei bambini abbandonati e dei procedimenti di adozione internazionale.

Il progetto verrà realizzato dagli enti autorizzati firmatari del protocollo operativo regionale per le adozioni accreditati dalle autorità etiopi (AMI - Amici Missioni Indiane, CIFA - Centro Internazionale Aiuti all'Infanzia e la Famiglia Onlus, CIAI - Centro Italiano Aiuti per l'Infanzia Onlus, NOVA - Nuovi Orizzonti per Vivere l'Adozione).

Il finanziamento complessivo del progetto è pari a € 100.000,00.

Il relatore propone di prenotare tale importo a carico del Cap. 61231 del Bilancio d'esercizio 2007 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" che presenta sufficiente disponibilità. Il relatore propone inoltre di demandare ogni atto relativo alla realizzazione del progetto a provvedimenti successivi del Dirigente Regionale competente che provvederà ad incaricare l'ente per il coordinamento del progetto in Etiopia, indicato dalle quattro associazioni sopra elencate fra le stesse, il necessario impegno di spesa e le modalità di rendicontazione nonché di monitoraggio del progetto stesso.

Per la realizzazione di tale progetto e di tutte le iniziative intraprese per iniziativa Regionale "con" e "nel" paese africano, nell'ambito della tutela dei bambini e della qualificazione dei procedimenti adottivi, si propone di costituire presso la Direzione Servizi Sociali un gruppo di coordinamento e monitoraggio, coordinato dalla stessa Direzione Regionale, costituito dai referenti regionali degli enti autorizzati che aderiscono al Protocollo Operativo regionale per le adozioni, che sono stati autorizzati ad operare in Etiopia, da un referente del Progetto "Veneto Adozioni - Nemmeno le Balene" (che curerà la segreteria del gruppo) e da eventuali altri soggetti intervenuti nella realizzazione dei progetti.

4. Rinnovo del Protocollo Regionale veneto per le adozioni nazionali ed internazionali
(ex art. 39 bis della legge 184/83) e indicazioni relative ai referenti provinciali per l'adozione

L'attuale Protocollo Regionale, approvato nel 2004 con DGR 2155 del 16 luglio è ormai scaduto. Con la presente deliberazione si intende dare alcune indicazioni che dovranno guidare l'elaborazione del nuovo Protocollo Operativo.

Il Protocollo approvato nel 2004 confermava alcune scelte di fondo già espresse nel primo Protocollo Operativo: fra le altre, una particolare attenzione alla fase di informazione e sensibilizzazione, la cura nella trasmissione dei flussi informativi, una puntuale definizione delle reciproche e specifiche competenze con l'individuazione di momenti di raccordo e coordinamento. Erano state realizzate le "Linee guida per l'adozione nazionale ed internazionale" a seguito di un percorso formativo che ha coinvolto operatori dei servizi pubblici, operatori degli enti autorizzati e del Tribunale per i Minorenni.

Successivamente all'approvazione dell'attuale Protocollo, sono stati realizzati due progetti che hanno sviluppato e via via strutturato, le attività di sostegno alla famiglia e al minore adottato nella fase del post adozione e, più recentemente, nella fase dell'attesa (o dell'abbinamento) ed infine promosso lo sviluppo di una serie di iniziative tese a sostenere l'azione degli enti nei paesi di origine del minore (Vedi Allegato A, parte integrante del presente provvedimento). L'implementazione di queste iniziative ha portato ad una riduzione della frammentazione, rischio insito nella procedura adottiva, così come disegnata dalla normativa nazionale in vigore; allo sviluppo di un percorso di accompagnamento unitario e coerente lungo tutte le fasi del procedimento adottivo, alla ricerca di forme di integrazione fra enti autorizzati ed equipes territoriali sia nelle fasi di programmazione e monitoraggio delle iniziative, sia in quelle di realizzazione. Tale integrazione è avvenuta prevalentemente su base provinciale, in una dimensione territoriale che pare contemplare un'esigenza di ottimizzazione delle risorse con un'esigenza di vicinanza al luogo di vita delle famiglie adottive.

Con il nuovo Protocollo si vogliono confermare le scelte che col tempo hanno creato un "sistema integrato di servizi a favore dell'adozione". Si vuole in particolare:

-        valorizzare la dimensione dell'accompagnamento alla scelta e poi in tutte le fasi del procedimento;

-        sviluppare e dare stabilità agli interventi di sostegno della famiglia e del minore sia nella fase dell'attesa che nel post adozione, sia per l'adozione internazionale che per l'adozione nazionale;

-        valorizzare ulteriormente la dimensione provinciale, anche prevedendo eventualmente la realizzazione di forme sperimentali di gestione dei procedimenti adottivi su base provinciale;

-        individuare forme e modalità di sostegno, coordinamento e promozione delle attività degli enti sia all'interno dell'ambito regionale che nei paesi di provenienza del minore e comunque nel rispetto delle competenze di legge;

-        individuare forme di verifica ed intervento che coinvolgano sia le equipes adozioni che gli enti autorizzati, anche su singole segnalazioni.

Il Protocollo potrà eventualmente prevedere due livelli di adesione da parte degli enti autorizzati in relazione alle forme della collaborazione, alla disponibilità e all'impegno richiesto nelle attività previste

Si propone di dare mandato alla Direzione Regionale competente, con l'eventuale ausilio dell'Osservatorio Regionale per l'Infanzia Adolescenza Giovani e Famiglia e dell'azienda Ulss 9, in quanto assegnataria del progetto "Veneto Adozioni - Nemmeno le Balene", di attuare tutte le iniziative che sono necessarie per la realizzazione del nuovo Protocollo Operativo, che dovrà essere approvato con successivo provvedimento di Giunta Regionale.

La DGR 712 del 23.03.01 prevedeva che l'individuazione di un referente per ogni ambito provinciale fosse effettuata all'interno di ogni Ulss capoluogo di provincia fra gli operatori delle Equipes Adozioni Consultori Familiari. In questi ultimi anni si è visto come in alcune realtà provinciali l'Azienda Ulss del capoluogo non corrisponda all'Azienda che presenta il maggior impegno numerico nell'ambito delle adozioni (per numero di copie e per numero di bambini adottati). Il relatore propone pertanto di confermare nella scelta dei referenti provinciali il criterio generale individuato nella DGR 712/01, ma di includere anche eventuali eccezioni in relazione alla numerosità delle coppie e dei bambini adottati per ambito Ulss.

5. Convegno internazionale "L'adozione internazionale: scenari attuali e sfide future".

Nel 2008 ricorrono i 15 anni dall'emanazione della Convenzione dell'Aja del 1993 "Sulla protezione dei bambini e la cooperazione in materia di adozione internazionale". A livello nazionale ricorrono invece i 10 anni della promulgazione in Italia della legge 476/98, che ha ratificato la convenzione dell'Aja e ha dato nuova disciplina all'adozione internazionale.

In occasione di tale ricorrenza l'Associazione EuroAdopt, organizzazione europea composta da 26 enti autorizzati a svolgere le pratiche di adozione internazionale di 13 paesi europei, fra i quali per l'Italia con Aibi (Associazione Amici dei Bambini) e Ciai (Centro Italiano Aiuti all'infanzia), firmatari del Protocollo Operativo regionale, terrà a Venezia presso la Fondazione Cini il General Meeting biennale e ha programmato la realizzazione di un convegno internazionale dal titolo "L'adozione internazionale: scenari attuali e sfide future" che vuole essere una occasione per fare in termini ampi ed approfonditi il punto sull'adozione internazionale, sulla sua efficacia quale strumento sussidiario di intervento a tutela dei bambini in stato di abbandono, sulle politiche di attuazione a livello internazionale e nazionale, ma anche con un'attenzione specifica alla realtà del Veneto, ritenuta a livello europeo particolarmente significativa.

Vista la rilevanza dell'iniziativa, in considerazione dell'importanza che tale momento di riflessione assume per il sistema dei servizi del Veneto a dieci anni dall'approvazione della nuova normativa e in relazione alla definizione del nuovo Protocollo che può essere sottoscritto in concomitanza di tale evento e vista la richiesta presentata dal Ciai, ente incaricato di coordinare la realizzazione del convegno, il relatore propone di assegnare all'ente suddetto la somma di € 90.000,00 quale contributo per l'organizzazione e la realizzazione del convegno e di prenotare tale importo a carico del Cap. 61231 del Bilancio d'esercizio 2008 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" che presenta sufficiente disponibilità.

La liquidazione potrà avvenire a seguito di presentazione di dettagliata rendicontazione delle spese effettuate alla Direzione Regionale competente.

Il relatore conclude la propria relazione sottoponendo all'approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

-         udito il relatore, incaricato dell'istruzione dell'argomento in questione ai sensi dell'articolo 33, II° comma dello Statuto, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione regionale e statale;

  • vista la Legge 4 maggio 1983, n. 184;
  • vista la Legge 31 dicembre 1998, n. 476;
  • vista la Legge 8 novembre 2000, n. 328;
  • vista la DGR 23 marzo 2001, n. 712;
  • vista la DGR del 16 luglio 2004, n. 2155;
  • vista la DGR del 20 dicembre 2005, n. 3981
  • vista la DGR 7 marzo 2006, n. 646;
  • vista la DGR 13 giugno 2006, n. 1855;
  • vista la L.R. 3/07 "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007 e pluriennale 2007-2009; ]

delibera

1.    di approvare la parte in premessa del presente provvedimento;

2.    di finanziare della seconda annualità del progetto, già approvato con la DGR 646/06 e assegnato all'azienda Ulss 9 di Treviso, nelle linee di sviluppo individuate in premessa e nell'Allegato A, parte integrante del presente provvedimento;

3.    di assegnare all'Azienda Ulss 9 di Treviso € 600.000,00 per la realizzazione della seconda annualità del progetto di cui al punto 2. e di impegnare tale importo a carico del Cap. 61231 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" del Bilancio d'esercizio 2007. L'erogazione del primo 50% del valore finanziato avverrà a seguito di comunicazione di avvio delle attività relative alla seconda annualità del progetto, il secondo 50% a seguito di rendicontazione dettagliata del progetto che dovrà pervenire agli uffici competenti entro il 30 giugno 2009;

4.    di procedere alla "Sottoscrizione Aggiuntiva" alla "Intesa Istituzionale di Programma per un piano pluriennale di interventi in Etiopia" proposta dalla Commissione Adozioni Internazionali - Ministero per le Politiche per la Famiglia (Allegato B, parte integrante del presente provvedimento) e di delegare l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Veneto, dott. Stefano Valdegamberi, alla firma;

5.    di finanziare il "progetto Kebebe Tseai" per le motivazioni indicate nella parte in premessa, del presente provvedimento, prenotando per tale finanziamento la spesa di € 100.000,00 a carico del Cap. 61231 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" del Bilancio d'esercizio 2007;

6.    di demandare ogni atto relativo alla realizzazione del progetto di cui al punto 5. a provvedimenti successivi del Dirigente Regionale competente che provvederà ad incaricare l'ente per il coordinamento del progetto in Etiopia, indicato dagli enti autorizzati firmatari del protocollo operativo regionale per le adozioni accreditati dalle autorità etiopi (AMI - Amici Missioni Indiane, CIFA - Centro Internazionale Aiuti all'Infanzia e la Famiglia Onlus, CIAI - Centro Italiano Aiuti per l'Infanzia Onlus, NOVA - Nuovi Orizzonti per Vivere l'Adozione) fra gli stessi, il necessario impegno di spesa e le modalità di rendicontazione nonché di monitoraggio del progetto stesso;

7.    di costituire presso la Direzione Servizi Sociali un gruppo di coordinamento e monitoraggio, coordinato dalla stessa Direzione Regionale, costituito dai referenti regionali degli enti

autorizzati che aderiscono al Protocollo Operativo regionale per le adozioni, che sono stati autorizzati ad operare in Etiopia, da un referente del Progetto "Veneto Adozioni - Nemmeno le Balene" (che curerà la segreteria del gruppo) e da eventuali altri soggetti intervenuti nella realizzazione dei progetti promossi per iniziativa regionale, "con" e "nel" paese africano, nell'ambito della tutela dei bambini e della qualificazione dei procedimenti adottivi;

8.    di dare mandato alla Direzione Regionale competente, con l'eventuale ausilio dell'Osservatorio Regionale per l'Infanzia Adolescenza Giovani e Famiglia e dell'azienda Ulss 9, in quanto assegnataria del progetto "Veneto Adozioni - Nemmeno le Balene", di attuare tutte le iniziative

9.    che sono necessarie per la realizzazione del nuovo protocollo operativo per l'adozione (ex art.39 bis della legge 184/83), secondo le direttrici descritte nella parte in premessa, che dovrà essere approvato con successivo provvedimento di Giunta Regionale;

10.  di confermare nella scelta dei referenti provinciali per le adozione il criterio generale individuato nella DGR 712/01, e di provvedere, a seguito di una valutazione della Direzione Regionale competente, anche eventuali eccezioni in relazione alla numerosità delle coppie e dei bambini adottati per ambito Ulss;

11.  di assegnare a favore dell'ente Ciai (Centro Italiano Aiuti all'infanzia), ente incaricato dal coordinamento europeo "EurAdopt", la somma di € 90.000,00 quale contributo per la realizzazione del convegno internazionale dal titolo "L'adozione internazionale: scenari attuali e sfide future" con prenotazione di spesa a carico del Cap. 61231 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" del Bilancio di previsione della Regione per l'esercizio 2008. La liquidazione potrà avvenire a seguito di presentazione di dettagliata rendicontazione delle spese effettuate alla Direzione regionale competente;

12.  di rinviare a successivo atto del Dirigente Regionale competente l'impegno di spesa relativo al contributo di cui al punto 11;

13.  di impegnare la spesa complessiva di € 600.000,00 relativa alle assegnazioni di cui ai precedenti punti 3. e 10. sul Cap. 61231 "Fondo per l'infanzia e l'adolescenza" del Bilancio di previsione della Regione per l'esercizio 2007, che presenta sufficiente disponibilità.

(seguono allegati)

3922_AllegatoA_202114.pdf
3922_AllegatoB_202114.pdf

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